venerdì 2 novembre 2012

ASL Salerno: Not!


Tutte le attuali linee guida sulla testimonianza minorile, ad es. in caso di presunto abuso sessuale, prevedono invariabilmente la raccomandazione di limitare al minimo le occasioni di ascolto dei minori e di riservare il compito solo ai magistrati ed eventualmente a loro ausiliari, a condizione che si tratti di esperti specificamente formati nel colloquio investigativo ed operanti sotto mandato e controllo giudiziario.

Carta di Noto III (Giugno 2011):
  • 1. Le collaborazioni come ausiliari della P.G. e dell’Autorità Giudiziaria, nonché gli incarichi di consulenza tecnica e di perizia in materia di abuso sessuale, devono essere affidate a professionisti che abbiano conseguito una specifica formazione, tanto se scelti in ambito pubblico quanto se scelti in ambito privato. Essi sono tenuti a garantire il loro costante aggiornamento professionale interdisciplinare. (...)
  • 7. (...) ogni intervento sul minore, anche nel rispetto di tutti i canoni di ascolto previsti, causa modificazioni, alterazioni e anche perdita dell’originaria traccia mnestica. (...)

Linee Guida Nazionali "L'ascolto del minore testimone" (Novembre 2010)
  • 3.10 Ogni accertamento tecnico sul minore dovrebbe rispettare le seguenti regole minime: a) ridurre il più possibile il numero delle audizioni; (...)
  • 4.13 L’avvio di un percorso terapeutico prima dell’acquisizione della testimonianza in sede di incidente probatorio può costituire elemento di influenzamento della genuinità della resa testimoniale.

Manuale UNICEF "L'ascolto dei minorenni in ambito giudiziario" (Gennaio 2012; a cura di Sandra Recchione, magistrato):
  • (pag. 61) Nella giurisdizione penale l’“ascolto” del minore costituisce una “fonte di prova”. Diversi gli interessi coinvolti: la salvaguardia della genuinità della testimonianza, il diritto dell’accusato a entrare in contatto con la fonte delle accuse, il diritti del minore-teste a essere tutelato dall’“urto” processuale e dalla vittimizzazione “da processo”.
  • (pag. 62) È emerso come sia raccomandabile procedere nel più breve tempo possibile all’audizione giudiziale. L’ascolto dovrà essere effettuato nell’arco di pochi giorni dalla ricezione della notizia. Gli studi di psicologia della testimonianza (come anche la più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione) avvertono delle insidie e dei pericoli connessi al “contagio dichiarativo”. Tale fenomeno può conseguire alla attivazione di percorsi investigativi privati paralleli a quello giurisdizionale.
  • (pagg. 62-63) (...) pulsione all’approfondimento para-investigativo che può causare l’inquinamento delle testimonianze. La ripetizione (extragiudiziale e compulsata) di dati rilevanti per l’accertamento processuale, può infatti comportarne la modifica, indotta dalla carica di suggestione delle domande e dei dati di contesto in genere.
  • (pag. 63) 2.2. La persona che effettua l’ascolto. Si è ritenuto essenziale che del caso sia immediatamente investito il pubblico ministero, e che siano evitate – quando non indispensabili – audizioni da parte degli organi investigativi precedenti alla presa in carico del procedimento dall’Autorità giudiziaria. Il pubblico ministero sceglierà se procedere direttamente all’ascolto, o se, piuttosto, avvalersi di un “ausiliario”, o di un consulente, che svolga anche le funzioni di ausiliario. È opinione condivisa che il minore deve essere ascoltato da persone specializzate: chi ascolta deve avere competenze forensi, che gli consentano di indirizzare l’intervista su temi rilevanti per la verifica dell’attendibilità, nonchè competenze tecniche che consentano di “entrare in relazione” con il minore. Il magistrato inquirente dovrà scegliere il setting adeguato per l’audizione.
  • (pagg. 66-68) Si è ritenuto opportuno: (...) raccomandare alle forze dell’ordine che – salvo in casi eccezionali – deve essere evitata l’audizione precedente alla presa in carico del procedimento da parte della Procura; deve essere raccomandata la massima segretezza nella gestione delle indagini (evitando la stesura di verbali ex art. 161 c.p.p.); è inoltre opportuno che siano individuate modalità di coordinamento tra uffici che ricevono la stessa segnalazione (Procura presso il Tribunale per i minorenni e Procura presso il Tribunale); (...) fare in modo che l’esame sia effettuato direttamente dal pubblico ministero, riducendo al minimo le deleghe alla polizia giudiziaria ed evitando comunque di coinvolgere organi non specializzati;
  • (pag. 84) Si è ritenuto non opportuno consentire al consulente di effettuare incontri con il minore precedenti all’esame del pubblico ministero, per scongiurare ogni sospetto di inquinamento della fonte.
  • (pagg. 85-86) (...) l'esame clinico non può sostituire l'audizione giudiziale che è inopportuno che nell’ambito delle sedute psicodiagnostiche il tecnico affronti i temi processuali (...).


Salerno, 2012

L'ASL di Salerno ha istituito il Nucleo Operativo Territoriale (N.O.T.) "Centro contro Maltrattamento ed Abuso in Danno dei minori". Il coordinamento del N.O.T. è stato intestato alla dott.ssa Maria Rita Russo, neuropsichiatra infantile (il N.O.T. è affiliato inoltre al Movimento per l'Infanzia dell'avv. Coffari e la dott.ssa Russo fa parte del suo Consiglio Direttivo).
Il sito web del N.O.T. così ci informa della propria mission:
  • accoglienza delle segnalazioni di casi di disagio e/o sospetto abuso sui minori e valutazione dell’attendibilità e del rischio
  • segnalazione alle Autorità competenti e, relativamente al rischio, eventuale proposta di provvedimento immediato a tutela dei minori; (...)

Posto che esistono sul territorio diverse agenzie che raccolgono segnalazioni di presunto abuso sui minori e premesso anche che ogni professionista medico-psicologico in veste di pubblico ufficiale ha sempre l'obbligo di denuncia di certi reati, non si comprende però il motivo per cui una ASL dovrebbe arrogarsi un mandato investigativo così ampio ed autonomo, fino a sostituirsi alle autorità giudiziarie in modo palese.
Nella pretesa che campeggia al primo punto della mission del N.O.T. di Salerno risuona l'eco sinistro delle "prassi distorte" da cui mettono in guardia le linee guida: di quale "valutazione di attendibilità" si occupa il team della dott.ssa Maria Rita Russo ed a che titolo?
Il timore è che quella espressione possa alludere alla validazione di vere e proprie testimonianze raccolte mediante una pratica autonoma di ascolto delle presunte vittime: non vorremmo essere incappati nella scoperta che al N.O.T. di Salerno vengono anticipati i colloqui investigativi direttamente ai minori presunti offesi [non sappiamo se questa sia effettivamente la situazione e la prassi del N.O.T. di Salerno, rettificheremo immediatamente in caso di smentita argomentata].
Senza un formale incarico come ausiliario da parte delle A.A.G.G., il neuropsichiatra che di fronte ad una notizia di reato dovesse decidere in autonomia sottoporre un minore ad un interrogatorio investigativo (anche se sotto il cappello di una ASL) incorre infatti in una catastrofe di violazioni procedurali e/o deontologiche, immediatamente evidenti sulla base delle raccomandazioni con cui abbiamo introdotto questo articolo (Unicef, 2012: "deve essere evitata l’audizione precedente alla presa in carico del procedimento da parte della Procura"):
  • con buona pace delle ASL, il magistrato vorrà forse decidere di ascoltare per primo ed in prima persona il minore, senza mediazione di altre persone;
  • in caso sia utile un ausiliario, l'esperto lo sceglie il magistrato e non l'ASL. Può anche darsi che per tale compito venga incaricata una neuropsichiatra e magari la stessa dott.ssa Russo (sempre che ella possa dimostrare un curriculum e competenze adeguate a questo compito specialistico), ma saremo confortati solo ciò avvenisse nei luoghi deputati e nelle garanzie del codice di procedura, non per vocazione personale;
  • l'ascolto del minore da parte di un neuropsichiatra dell'ASL è un percorso parallelo del tutto inutile ai fini dell'indagine e dannoso per il suo successivo svolgimento, in quanto ogni ascolto da parte di un soggetto non incaricato, costituisce inoltre una irrimediabile fonte di distorsione e potenziale inquinamento della prova.
Ci si domanda intanto se la Procura di Salerno davvero non sappia nulla dell'attività del centro antiabuso dell'ASL e se ne avalli l'attività parainvestigativa.

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Non può tacersi inoltre il fatto che sarebbe comunque infondata ed impropria la pretesa stessa che un professionista medico-psicologico al di fuori del procedimento penale possa giudicare validamente l'attendibilità di indizi o testimonianze di reato, come sembra voler dare ad intendere la mission del N.O.T. di Salerno.
Ancora una volta, basterebbe conoscere le linee guida professionali che univocamente vietano ai professionisti della salute mentale di valutare la "attendibilità" o "credibilità" delle testimonianze minorili di reato, vengono cioè bandite le operazioni di "validation" da parte di medici e psicologi (una pratica che pure ha imperversato per anni fuori e dentro i tribunali e che ancora resiste nelle pretese di molti). Ad es. per la Carta di Noto III (2011):
  • 4. La valutazione psicologica non può avere ad oggetto la ricostruzione dei fatti o la veridicità di quanto raccontato dal minore che spettano esclusivamente all’Autorità Giudiziaria. (...)

Linee Guida Nazionali (2010):
  • 3.1 (...) non vanno utilizzate dall’esperto espressioni come “attendibilità” e “credibilità” perché potenzialmente fuorvianti. 
  • 3.2 All’esperto non può essere demandato il compito - non delegabile perché di esclusiva competenza del Giudice - di accertare la veridicità di quanto raccontato dal bambino. Non possono essere egualmente formulati pareri per “validare” scientificamente contenuti della testimonianza (o parti di essa). Non esistono, difatti, “indicatori” psicologici, testologici o comportamentali in tal senso.

Manuale UNICEF (2012):
  • (pag. 79) prassi distorte che assegnano allo psicologo il compito di valutare l’attendibilità della testimonianza, delegando al tecnico una valutazione giurisdizionale centrale nell’ambito dei processi in questione; (...) La gestione non accorta della psicodiagnosi forense rischia di consegnare allo psicologo una “delega in bianco” sulla valutazione dell’attendibilità giudiziale. Tale comportamento è stato più volte censurato dalla Corte di Cassazione ed è unanimemente ritenuto inopportuno dagli psicologi forensi.


Confidiamo in un pubblico chiarimento da parte dell'ASL di Salerno, previa soprattutto la verifica che presso il N.O.T. della dott.ssa Russo non vengano indebitamente assunti ruoli indagatori mediante colloqui con i minori segnalati per presunti reati.
Per tale ragione, il presente articolo viene inoltrato al Direttore Generale, dott. Antonio Squillante ed al Direttore Sanitario, dott. Federico Pagano; daremo conto di loro eventuali repliche.

Ugo



P.S.: del N.O.T. di Salerno giunse notizia già nel Giugno 2011, quando nel corso di una giornata di studio la sociologa volontaria Rosaria Cammarota ha presentato "dati choc" sulle segnalazioni di abuso, piuttosto difformi rispetto alle statistiche epidemiologiche ufficiali del settore, ad esempio con una straordinaria prevalenza di abusi sessuali rispetto agli altri tipi ed un picco molto insolito per la fascia tra i 4 e i 5 anni di età. Guarda caso, proprio le tipologie più esposte al rischio di contagio dichiarativo e induzione di false accuse conseguente ad errate modalità di ascolto e investigazione.

lunedì 22 ottobre 2012

L'avvocato Coffari e i buoni propositi del Movimento per l'Infanzia

Mezza Italia ha conosciuto finalmente l'avv. Andrea Girolamo Coffari, dopo la trasmissione su Chi l'ha Visto? del video-choc di Leonardo, il bambino padovano portato via da scuola dalla polizia e dai servizi sociali per allontanarlo dalla madre che lo teneva da anni segregato dalla frequentazione del padre ed ex-coniuge.
Passato il primo momento di sconcerto nazionale per i modi bruschi dell'operazione immortalata nel video, è diventato chiaro ai più che la registrazione e la diffusione del filmato fosse premeditata dai familiari della madre padovana, come parte di una strategia di autodifesa per ostacolare l'esecuzione del provvedimento di tutela (o almeno di far tremare il terreno del consenso sotto i piedi dei servizi sociali che stavano operando ai fini del diritto del padre e di suo figlio).
In questa operazione mediatica in piena regola, sembra rivestire un ruolo significativo il nuovo avvocato della madre, proprio quel Coffari di cui il nostro blog aveva già spesso scritto e dei cui casi altri newsmagazine hanno fatto rilevare la frequente esposizione mediatica:
  • Andrea Coffari è una vecchia conoscenza della trasmissione Chi l'ha Visto? e fu nuovamente invitato a parlare anche in diretta nella famigerata puntata del 10 ottobre, senza avere nulla da opporre alla trasmissione del video dello scandalo. Alcune fonti hanno supposto anzi che sarebbe stato egli stesso a mediare tra la zia materna di Leonardo e Federica Sciarelli l'invio del video choc da mandare in onda, la cui pubblica divulgazione è da considerarsi come un vero e proprio abuso mediatico nei confronti di questo minore, espressamente vietata dal codice di autoregolamentazione a protezione dei minori sui mass media ("Carta di Treviso") e per il quale andrebbero sanzionate le redazioni giornalistiche coinvolte;
  • dopo il bliz sugli schermi di Chi l'ha Visto? Coffari ha impazzato in TV per tutta la settimana: Porta a Porta (16/10), Pomeriggio Cinque (16, 17 e 18/10), Domenica Live (21/10), per citare solo i principali programmi in cui si sta presentando per parlare del caso di Leonardo (sempre in assenza di contraddittorio con la controparte) e proseguire la propria campagna NO-PAS [va detto comunque che non tutte le ciambelle TV di Coffari escono col buco];
  • la scoperta di alcune imprudenti dichiarazioni dell'avvocato, registrate ad un convegno del 2011, ha sollevato qualche sospetto verso il modus operandi di Coffari (l'ormai celebre "fai i capricci" suggerito ad un altro bimbo in simili condizioni), gettando una ombra anche sulla spontaneità del comportamento Leonardo, il quale secondo alcune ricostruzioni si sarebbe scatenato con reazioni oppositive e botte al padre solo al momento dell'uscita da scuola ed all'arrivo della zia vociante e armata di videocamera [Coffari, dopo aver tentato anche di negare in un primo momento, si difendeva poi riferendo che quanto detto in quel convegno si riferiva a comportamenti da lui praticati solo prima di divenire avvocato e fondare una associazione anti-abuso].
L'avv. Coffari infatti non è solo il legale difensore della sig.ra Ombretta, la madre di Cittadella, ma anche un attivista della tutela minorile ed il fondatore (dal 2005) e presidente della federazione Movimento per l'Infanzia. Una esposizione mediatica del tipo sopra descritto può risultare abusiva e lesiva verso il minore e dovrebbe apparire inaccettabile per chi pretende di rappresentare invece la loro tutela. Se ne sono accorti tutti quelli che hanno a cuore quel poco di equilibrio residuo nei bimbi contesi in tale modo, tranne Coffari che invece adesso si proclama lui la vittima e grida addirittura al complotto diffamatorio, le critiche che riceve sarebbero solo una strumentalizzazione contro i suoi meriti, da parte di "chi ha cercato o scavato nel web materiale al fine di screditare la sua professionalità". Purtroppo per Coffari, alla "macchina del fango" in certi casi non serve grande sforzo per scavare.

Crediamo che l'episodio di Cittadella dovrebbe chiamare alla protesta in primo luogo le varie associazioni federate al Movimento per l'Infanzia e alla richiesta di dimissioni per il presidente, Andrea Coffari.
Ad imporlo sarebbero proprio i bei principi posti a presentazione della federazione sulla pagina Facebook:
  • "Il Movimento per l’Infanzia si propone di spostare l’attenzione a favore dell’infanzia dalla eccessiva enfatizzazione su singoli episodi di violenza a danno di bambini, vere e proprie operazioni mediatiche che assomigliano sempre più a dei reality show dell’orrore (...) ad una nuova consapevolezza, sensibilità e civiltà sociale e giuridica a favore dei bambini".
Un monumento all'ipocrisia del presidente Coffari: predicare bene e razzolare molto, ma molto male.

Ugo


P.S. - Un estratto dalla Carta di Treviso, codice scritto proprio per tutelare i minori come Leonardo, ma sconosciuta a Federica Sciarelli ("non capisco come si possa sostenere che un episodio avvenuto su una strada, in un luogo pubblico, non possa poi essere trasmesso, con le dovute cautele"):
  • 7. nel caso di minori malati, feriti, svantaggiati o in difficoltà occorre porre particolare attenzione e sensibilità nella diffusione delle immagini e delle vicende al fine di evitare che, in nome di un sentimento pietoso, si arrivi ad un sensazionalismo che finisce per divenire sfruttamento della persona;
  • 8. se, nell'interesse del minore -esempio i casi di rapimento o di bambini scomparsi- si ritiene indispensabile la pubblicazione di dati personali e la divulgazione di immagini, andranno tenuti comunque in considerazione il parere dei genitori e delle autorità competenti;
  • 9. particolare attenzione andrà posta nei confronti di strumentalizzazioni che possano derivare da parte di adulti interessati a sfruttare, nel loro interesse, l'immagine, l'attività o la personalità del minore;



P.S. - Movimento per l'Infanzia, componenti del Consiglio Direttivo 2012: (nessuno dei quali sembra essersi ancora dissociato, anzi c'è chi segue Coffari in TV):
  • Presidente Avv. Girolamo Andrea Coffari
  • Co-Presidente Luciano Paolucci
  • Gabriella Folliero - pres. Etica 2001 onlus - Castelfranco Veneto (TV)
  • Amelia Izzo Presidente - pres. S.O.S Adolescenza - Caserta
  • Maria Cristina Bruno Voena - consigliere esterno -Torino
  • Maurizio Bruni - Ass. Iad Bambini Ancora - Milano
  • Maura Bartoccetti - consigliere esterno - Fabriano
  • Giovanni Ristuccia - pres. ass. S.o.s. Antiplagio - Novara
  • Alberto Sala - pres ass. Piccolo Alan - Pavia
  • Roberto Schifone - pres. ass. Oratorio Sing Oria (BR)
  • Claudio Bosetto - pres. Rompere il Silenzio - Torino
  • Claudio Foti - pres. Centro Studi Hansel e Gretel -Torino
  • Rosalba Cannoletta - pres. ass. Aurora - Catanzaro
  • Maria Rosa Berdini - pres. ass. Le Tate - Civitanova Marche
  • Carlo Stasolla - pres. ass. 21 luglio - Roma
  • Roberta Lerici - pres. bambini coraggiosi - Roma
  • Andrea Vitale - pres. APDP Parental Deficit - ROMA
  • Graziano Guerra - consigliere esterno - Vicenza
  • Laura Landi - Camere Minorili di Salerno - Salerno
  • Maria Rita Russo - resp. NOT - Salerno
  • Rosella Vitali - pres. ass. peconlus - Senigallia
  • Chiara Pallottelli - consigliere esterno - Fabriano
  • Emiliano Venditti - pres. Telefono Azzurro Cam - Napoli
  • Francesca Pallotta - pres. ass. Dafne - Belluno
  • M. Antonietta Sedani - Cooperativa La Mano - Brescia
  • Vittoria Camboni - Immacolata Cusmai - l'Universo Dentro Ortona - Milano [Correzione 1/11:]
  • Vittoria Camboni - pres. Associazione L'Universo Dentro- Ortona (Ch)
  • Immacolata Cusmai - Milano

P.S. - Movimento per l'Infanzia, Associazioni affiliate al movimento:
  • ASSOCIAZIONE MARCIA DEGLI ANGELI - FOLIGNO (PG)
  • ASSOCIAZIONE SOS ADOLESCENZA - CASERTA
  • ASSOCIAZIONE TELEFONO AZZURRO (CAM) - CAMPANIA
  • ASSOCIAZIONE S.OS. ANTIPLAGIO - NOVARA
  • ASSOCIAZIONE PICCOLO ALAN - PAVIA
  • ORATORIO SING -BRINDISI
  • AVS - SASSUOLO (MO)
  • CENTRO CTM TUTELA MINORI AURORA - CATANZARO
  • ASSOCIAZIONE IAD BAMBINI ANCORA - MILANO
  • ASSOCIAZIONE ETICA 2001 - CASTELFRANCO VENETO (TV)
  • ASSOCIAZIONE DAFNE - BELLUNO
  • ASSOCIAZIONE CENTRO STUDI HANSEL E GRETEL - TORINO
  • ASSOCIAZIONE ZONTA - SEZ. TERRITORIALE DI TORINO
  • ASSOCIAZIONE ROMPERE IL SILENZIO - TORINO
  • ASSOCIAZIONE PROGETTARSI - TORINO
  • ASSOCIAZIONE COOPERATIVA LA MANO - BRESCIA
  • ASSOCIAZIONE LE TATE - CIVITANOVA MARCHE
  • ASSOCIAZIONE BAMBINI CORAGGIOSI - ROMA
  • ASSOCIAZIONE 21 LUGLIO - ROMA
  • ASSOCIAZIONE APDP - ROMA
  • ASSOCIAZIONE ARPA - CATANIA
  • ASSOCIAZIONE PERCORSI DI CRESCITA ONLUS - SENIGALLIA
  • ASSOCIAZIONE VALORE DONNA - LATINA
  • CENTRO NOT - SALERNO
  • CAMERE MINORILI - SALERNO
  • ASSOCIAZIONE BRIXIAM VIVERE - BRESCIA
  • ASSOCIAZIONE DAFNE - BELLUNO

venerdì 19 ottobre 2012

Claudio Foti conferma: "l'alienazione parentale esiste"



(Il dott. Foti nell'atto di deludere un amico - Fonte: RaiReplay)

Claudio Foti, psicotraumatologo piemontese del Centro Hansel e Gretel, da alcuni giorni ha ricevuto l'incarico della consulenza tecnica di parte a difesa della signora Ombretta, madre senza potestà del piccolo Leonardo, il bambino di Cittadella trascinato via da scuola nel famigerato video trasmesso (illecitamente e strumentalmente) da Chi l'ha Visto?.
Abbiamo appena visto proprio il dott. Foti su Rai1, nella puntata di Porta a Porta del 17/10/12, invitato per rispondere a domande di carattere psicogiuridico e assistere così l'avv. Andrea Girolamo Coffari, legale della madre. L'avvocato Coffari è da sempre impegnato in una strenua e pretestuosa campagna di negazionismo verso i fenomeni di alienazione genitoriale (tra cui la PAS, "sindrome di alienazione parentale") ed in questi giorni, grazie al clamore sollevato dal caso di Padova, anche il grande pubblico lo sta conoscendo attraverso il vessillo del NO-PAS, un mantra ossessivo da portare in ogni trasmissione televisiva.
L'avv. Coffari non dà neppure l'impressione di sostenere questa tesi al solo fine di creare un alibi o una scappatoia alla madre padovana: lo ripete indiscriminatamente per tutte le proprie clienti che si trovano nella stessa situazione (e sono molte) e in tutti i convegni a cui partecipa, con piglio missionario. Forse un po' anche poiché fin dall'infanzia fu egli stesso vittima di un feroce conflitto tra i propri genitori e venne forzosamente allontanato per anni dalla madre, allorquando un giudice riconobbe per false ed imbeccate le accuse che il piccolo Andrea pronunciava contro suo padre (una storia che non più di un mese fa sugli stessi schermi di Rai1 veniva raccontata in una patetica docu-fiction).
Prima ancora di diventare avvocato (dall'età di 42 anni, stando all'Albo), Coffari come volontario e con il suo Movimento per l'Infanzia combatte ogni forma di abuso e maltrattamento sui minori, tutte ad esclusione però delle sindromi e sofferenze prodotte da alienazione parentale, secondo lui "spazzatura" scientifica inesistente. Una idiosincrasia, ovvero una ragione di vita che Coffari sembra perfino in grado di tramandare a quei bambini che salva dalle odiate diagnosi di PAS, sebbene il modus operandi di cui si faceva vanto ai convegni stia sollevando diffuso sdegno e sospetti verso di lui (che si rafforzano se tenta di negare le proprie parole).

Nel salotto di Bruno Vespa l'avvocato Coffari sarà dunque rimasto molto deluso quando il vecchio compagno di molte cause antipedofilia, quel dott. Foti seduto alla sua sinistra, in risposta ad una domanda di Vespa ha candidamente affermato l'esatto opposto di quello per cui immaginiamo fosse stato ingaggiato come CTP della sig.ra Ombretta [da Rai Replay, al minuto 41:14]:
  • VESPA: senza scomodare le PAS e le non-PAS, è abbastanza normale che quando un bambino resta molto a lungo... quando c'è una separazione traumatica tra i genitori e il bambino resta molto a lungo con uno dei due, nel 99% dei casi con la madre, non acquisisca un sentimento positivo nei confronti del padre.
  • FOTI: Assolutamente. Noi dobbiamo distinguere l'alienazione parentale, che è un fenomeno che esiste.
Parola del dott. Claudio Foti, consulente psicologico dell'avv. Coffari.
Buonanotte alla campagna negazionista?
Neanche per sogno, a Coffari basterà far finta di non aver sentito.

Ugo


Leggi anche: "L'avvocato Coffari e i buoni propositi del Movimento per l'Infanzia"


P.S.: dagli aficionados della materia e dell'abusologia nostrana, di questa puntata di Porta a Porta certamente verrà ricordato a lungo e con soddisfazione anche il brano immediatamente successivo dell'intervento di Bruno Vespa, che forse senza conoscere Claudio Foti e la sua malcelata idiosincrasia contro la possibilità delle false accuse per pedofilia, gli dice in faccia ciò che gli andrebbe ripetuto sempre:
  • Per questo bambino il padre in genere viene dipinto come un mostro. Lei sa bene quante volte le madri hanno denunciato, qualche volta a proposito, qualche volta purtroppo a sproposito. Quante persone sono state assolte dall'accusa di aver molestato sessualmente i bambini, per allungare i tempi del giudizio... cioè son delle tragedie assolute.

domenica 1 luglio 2012

Sandra Pagliuca vs. disturbi dell'apprendimento

Il 12 Marzo 2011 in un paesino della provincia romana (non casualmente vicino a Rignano Flaminio) si tenne un convegno in tema di abuso sessuale dei minori, nel quale fu presentato e data lettura anche del libro "Che sarà mai l'inferno" della psicologa Alessandra Pagliuca, detta Sandra (fonte DIRE):
  • L'associazione 'Valore donna' ha organizzato per domani alle 17, al teatro comunale di Sant'Oreste, vicino a Roma, un convegno sulla pedofilia che vedra' fra i relatori la psicologa clinica Sandra Pagliuca, l'avvocato Andrea Coffari e Roberta Lerici, vicepresidente dell'associazione e responsabile area Infanzia e Famiglia Idv. Partendo dal romanzo "Che sara' mai l'inferno, il potere criminale della pedofilia organizzata e la debolezza delle istituzioni", di Sandra Pagliuca, si analizzeranno i vari aspetti dell'abuso sui minori, da quello familiare a quello rituale.
In tale occasione il contenuto del libro di Pagliuca fu presentato al pubblico come realistico e significativo sul piano scientifico, sebbene in seguito l'autrice stessa abbia fatto marcia indietro e dato ad intendere che si trattasse di opera di fantasia.
L'occasione di Sant'Oreste ci permette comunque di conoscere meglio il pensiero della psicotraumatologa salernitana, presidente di Minor Amati e consulente tecnica della procura di Salerno, molto attiva nel campo degli abusi ritualistici fin da quando negli anni '90 fu tra i periti del caso dei falsi abusi cimiteriali e satanistici della provincia modenese. Quel tipo di vicende raramente dimostrate e riconosciute da molti come forma di leggenda urbana (c.d. satanic ritual abuse), un pericoloso inghippo per il sistema giudiziario (vedi l'asilo degli orchi a Rignano Flaminio). La dott.ssa Pagliuca invece non perde occasione per rinnovare l'attestazione di fede e afferma di aver scoperto simili storie con frequenza straordinaria e impareggiata in qualsiasi altro territorio nazionale (fonte La Città di Salerno 14/03/12):
  • «In 8 anni di attivitá a Salerno, sono incappata in 7 casi di abusi rituali che vengono filmati producendo business»
Riportiamo dunque la trascrizione di alcuni passaggi della conferenza di Sandra Pagliuca, con particolare attenzione per la sua presa di posizione clinica in merito ai disturbi dell'apprendimento (e forse più in genere verso i disturbi congeniti e pervasivi dello sviluppo), la cui stessa esistenza rischia qui di essere radicalmente negata, tra domande retoriche e sulla base di riflessioni di apparente derivazione dalla psicotraumatologia degli anni '70/'80 (cfr. Bruno Bettelheim o Alice Miller):
  • "Il pensiero collettivo di noi adulti: pensiamo che i bambini parlino naturalmente di abusi, tranquilli ci aspettiamo che i bambini vengano e ci dicano la loro storia. E questa è assolutamente una fantasia che noi abbiamo, non funziona così. Ed è per questo che noi adulti, al di là del nostro lavoro, di quello che facciamo nella nostra società, abbiamo una grande responsabilità, quella di capire quando i bambini stanno male, come lo esprimono. Perché non lo esprimeranno come facciamo noi. Allora quali possono essere i disagi? Sicuramente un bambino che viene abusato, specie se viene abusato all'interno della sua famiglia, sarà un bambino assolutamente triste, problematico, pensieroso, disattento. Pensate che abbiamo strutturato l'insegnante di sostegno, ormai veramente sono diventate un esercito. Ma perché non sforzarci di andare al di là di questo nome facile, disturbi dell'apprendimento. Normalmente un bambino, se lasciato libero di crescere e se è accolto, se è voluto bene e se non ha dei traumi come questi, perché non dovrebbe apprendere? E' la sua natura che glielo dovrebbe consentire. Ha un cervello che si deve sviluppare, è naturale così. Ma se un bambino invece dentro c'ha l'inferno, perché l'abuso e gli altri maltrattamenti producono l'inferno, è un bambino che non ha più un'energia, come se il suo file è pieno, non può più capire, non può più pensare, non può più sperare, non è più un bambino. Quindi nei disturbi dell'apprendimento molto spesso si nascondono dei gravi problemi. Però ci accontentiamo sempre un po' di quello che rimane in superficie, per non parlare poi di altri segnali che anche molti insegnanti possono cogliere, per esempio i bambini che sono abusati possono anche, all'interno delle loro ore scolastiche per esempio, possono masturbarsi, anche coattamente. O tentare di fare giochi sessuali con i loro amichetti, in bagno, fra di loro, davanti agli insegnanti. Secondo me queste cose vanno dette, cioè voglio dire si fanno mille corsi, anche accreditati, gli insegnanti che secondo me hanno un grande potere, di portare in Procura delle ipotesi di abuso, devono saperle queste cose. E non sono solo questi, però sono quelli sicuramente principali: disattenzione, questa tristezza, o anche una forte aggressività e anche questa erotizzazione dei rapporti. Sono già tanti e se uno è attento, anche se non è competente può vederle queste cose".
Il cervello si deve sviluppare, "è naturale così", dunque addio disturbi dell'apprendimento? E addio anche ai disturbi dello spettro autistico, altrettanto estranei alla natura? Anche i giochetti sessualizzati, l'aggressività e la masturbazione autistica sono sempre segno di vittimizzazione traumatica? Troppi insegnanti di sostegno e pochi insegnanti investigatori? Basta logopedia e sotto con gli abbracci? Troppi neuropsichiatri competenti e troppo pochi gli educatori attenti e sospettosi?
Il pensiero della consulente salernitana è decisamente in controtendenza rispetto alla neuropsichiatria contemporanea.

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Con l'occasione riportiamo la trascrizione di altri passaggi dell'intervento di Sandra Pagliuca, che anche in questa occasione ha lanciato il proprio appello a credere sempre ai segni di abuso ed alle dichiarazioni dei minori, negando per principio la possibilità di certe falsità in bocca ai minori (una ideologia lecita, cui la dott.ssa Pagliuca ha dedicato anche il libro "La bocca della Verità Mente", purtroppo difficilmente conciliabile con chi intenda rivestire ruoli peritali oggettivi in tema di idoneità testimoniale):
  • "Cominciamo a diventare un po' più possibilisti: se un bambino ci racconta delle cose, perché dovrebbe raccontarci una bugia? E poi questo è un passaggio importantissimo secondo me: sappiate che i bambini quando raccontano bugie, per distinguere... quando un bambino racconta bugie s-e-m-p-r-e non racconta mai di sé come vittima, perché noi siamo stati bambini, ma quando noi ci inventavamo i giochi tra di noi, ma chi di noi voleva fare lo sfigato? Chi di noi si voleva identificare nella vittima? Nessuno di noi, perché non è normale pensare così. Ognuno di noi bambino pensa di sé come un eroe, come un vincente. Quando un bambino parla di abuso parla di sé come l'ultima ruota di un carro già rotto, parla di una vittima delle vittime, parla di uno che ha vergogna di sé, che si sente lui di essere stato aggressore. Quindi, quando nei racconti dei bambini a qualunque livello ci vengono fatti, ci sono delle storie di sfigati, di appestati, dovete già dar per scontato che sta dicendo la verità. Perché psichicamente un bambino non parlerebbe mai a suo scapito".
Secondo questa ferrea logica dell'utilitarismo puro, dalla psicodiagnosi minorile andrebbe dunque negata in un sol colpo ogni possibilità a: Disturbo Fittizio (cod. F68.1 della classificazione diagnostica ICD-10), Sindrome di Munchausen per Procura (cod. T74.8), Simulazione (cod. Z76.5) e inoltre varie forme di Disturbi da Dissociazione/Conversione (cod. F44).
La scienza neuropsichiatrica considera infatti diverse possibilità per una presentazione non realistica e peggiorativa da parte del soggetto, anche nei minori; Pagliuca sostiene invece che esista solo l'abuso vero e lascia intendere che l'utilizzo di altre categorie interpretative derivi da ignoranza, tabù ed insensibilità (argomentazioni in larga parte mutuate dal suo primo maestro Claudio Foti e dalla psicoanalista Alice Miller):
  • "Quelli che contrastano la verità dei minori, secondo me lasciatemelo dire sono persone che non hanno mai visto bambini abusati nella loro vita. Perché chi di noi ha questa sfortuna, sa che un bambino che subisce abusi e che racconta di averli subiti è un bambino a cui è stata tolta l'anima"
  • "Questa è la storia dei bambini abusati, questa è la storia di chi se ne vuole occupare. Non di chi se ne occupa, perdonatemi, di chi se ne vuole occupare. Perchè ricordatevelo questo, veramente un bambino maltrattato e abusato ci porta in un circuito difficile da credere, molto difficile da credere. Si tratta di avere la volontà ed il coraggio di lavorare sui nostri tabù: ma perché noi dovremmo credere che una madre abusa del proprio figlio? Perché dovremmo credere che un padre e una madre abusano del proprio figlio? Perché  credere questo degli abusi rituali, purtroppo frequentissimi? Anche un nonno, anche uno zio, anche dei parenti possono abusare dello stesso bambino. Ci fa male pensare questo, è una cosa orribile, che non si può pensare, la nostra mente non può contenere questa roba così difficile da digerire. Ma questo non può essere però il motivo per il quale, se c'è un bambino che ci racconta queste cose, noi dobbiamo non credergli. Questo no, questo è scorretto, perchè solo perché io non riesco a mettere in crisi le mie certezze, i miei bisogni di certezze, perché negare ad un bambino proprio la possibilità di diventare un adulto libero?"
  • [in riferimento alle teorie del falso ricordo, citate nel precedente intervento dell'avv. Andrea Coffari] "Io aggiungo una cosa, che chi parla così dei bambini, dei bambini abusati, è perché è ignorante, perché non la conosce la dinamica dell'abuso, non sa che cosa produce, perché poi nei bambini che sono suggestionati o eteroindotti eccetera, ma mica ci vai a trovare i vissuti nel bambino non abusato. I vissuti i bambini che mentono io non ne ho mai visti nessuno. Ma quelli che sono suggestionati a mentire non hanno i vissuti propri dei bambini abusati, non hanno sentimenti di impotenza, non ce li hanno. Sembra una bugia, come si inventa un sentimento di impotenza? Che ti fa riconoscere un bambino anche a distanza, perché un bambino non può sentirsi impotente, un bambino si sente grandioso. Non ha la sessualizzazione traumatica, perché un bambino si dovrebbe masturbare dieci volte, o per dieci ore al giorno? Perché dovrebbe avere la conoscenza della sessualità? Ma come ce l'hanno questa conoscenza? Non ce l'hanno, non la possono avere. (...) Bisogna smantellare queste teorie, perché sono quelle che sono accreditate e si basano sicuramente anche magari sulla  buona fede dei clinici, che appunto se anche loro come noi hanno dei tabù, è chiaro prestano il fianco alla teoria che gli lascia intatti i tabù. Poi due cose: primo, non so chi di voi sa che il padre di Hitler era un ebreo. Non so di chi voi lo sanno, era ebreo ed era un torturatore. Hitler è un bambino torturato. Ne ha dovuti uccidere sei milioni. Non ci conviene continuare su questa strada".
  • "L'infelicità della nostra condizione di quando eravamo bambini e di quelli che lo sono attualmente è di non essere potenti, non hanno le nostre possibilità, loro non hanno la nostra potenzialità, noi possiamo gridare, possiamo protestare, possiamo metterci i migliori regali del mondo, possiamo convincere con la dialettica, ma un bambino come fa a fare questo? E se noi adulti non prestiamo loro la voce, le gambe e l'intelligenza e la saggezza e anche un po' proprio secondo me proprio il saper vivere... perché mia mamma lo ricordo che diceva che i bambini sono la bocca della verità. E lo dice anche la Bibbia. Ma com'è che noi ce lo siamo scordato, perché non crediamo più all'innocenza dei bambini? Che ci è successo?"
Alla dott.ssa Pagliuca, consulente dei PM di Salerno, va dato atto almeno di riconoscere che le teorie contro cui si sta scagliando sono accreditate nel mondo scientifico.
Più di quelle di Bruno Bettelheim, della Bibbia o di sua madre.

Ugo


Vedi anche:
"La Cicogna Miope" (Franco Angeli, 2008) di Maria Teresa Pedrocco Biancardi, psicoterapeuta bolognese e già consigliere CISMAI:
  • "La protagonista di questo testo si chiama Chiara. Vittima di violenze gravissime nella famiglia biologica, diagnosticata “insufficiente mentale” e affetta da sindrome pre-psicotica, Chiara viene accolta da una coppia, prima affidataria e poi adottiva; inizia qui il suo lungo percorso verso la “normalità”, fatto anche di cure psicologiche, che questo volume documenta".
Un libro di poco precedente al romanzo "Che sarà mai l'inferno", in cui viene presentato il caso "Chiara" (questo asseritamente basato su una storia vera) sovrapponibile per molti aspetti a quello della romanzata bambina "Perla" di Sandra Pagliuca. Innegabili le assonanze tra le due psicotraumatologhe, sulla scia dei residui della contestatissima scuola ortogenetica di Bettelheim, entrambe sembrano suggerire che deficit di sviluppo e comportamenti problematici di tipo autistico siano interpretabili come esito traumatico di abusi (soprattutto sessuali) anziché come forme di neurodisabilità congenita:
  • "la lettura degli inevitabili comportamenti disfunzionali del bambino o del ragazzo in termini di conseguenze post-traumatiche" (pag. 17)

lunedì 28 maggio 2012

Dietro la bufala di Rignano Flaminio (1)


Sipario sul processo per il dannato caso dell'asilo Olga Rovere di Rignano Flaminio: IL FATTO NON SUSSISTE, quegli orrendi abusi sessuali pedosatanisti ritualizzati non sono mai avvenuti ai danni dei piccoli alunni, nessuno li ha mai toccati nelle parti intime, trascinati in case dell'orrore o costretti a bere pozioni di sangue.
Così ha determinato la sentenza del Tribunale di Tivoli, emessa oggi dal collegio presieduto dal giudice Mario Frigenti. Va in soffitta dunque l'indagine più scabrosa del decennio, pervicacemente condotta dal PM Marco Mansi in caccia di una organizzazione criminale pedosatanista da horror b-movie: infatti fiction giudiziaria si è dimostrata essere.
Tornano a respirare i cinque imputati innocenti, cui va tutta la nostra solidarietà umana, almeno fino alla prevedibile nuova chiamata al processo d'appello; quando le procure italiane prendono simili cantonate, di solito ci tengono ad andare fino in fondo e percorrere tutti i gradini, tanto è tutto a spese dello Stato e del proprio non si rischia.
Come a spese dello stato resterà la salatissima parcella per la consulenza tecnica della psicoterapeuta ingaggiata dai Carabinieri per conto del PM, Marcella Fraschetti Battisti, demolita in aula e da oggi ufficialmente relegata nel cassetto degli errori di valutazione scientifica.
Stesso destino per le conclusioni della neuropsichiatra Angela Giganti, perito del GIP, la quale non si è limitata a valutare solo la idoneità testimoniale delle minori (come sarebbe suggerito dalle linee guida) ma si avventurò pure in avventati giudizi colpevolisti sull'attendibilità delle rivelazioni, i quali in realtà non competono all'onnipotenza dei medici della psiche.

Oggi la stampa darà ampio spazio alla vicenda giudiziaria processuale, certo senza rinunciare del tutto all'ipocrita balletto tra colpevolisti ed innocentisti che tanto piace alle tricoteuse dei pomeriggi televisivi. Eppure qualcosa di più sulle responsabilità e gli errori anche nel contorno extragiudiziale di questa dolorosa bufala andrebbe detto (anche bravi giornalisti d'inchiesta come Stefano Nazzi saltano proprio i passaggi più rilevanti).
E non parliamo solo dell'orgia inarrestabile di commentatori colpevolisti, che dopo l'esplosione mediatica del caso si sono affannati a cercare uno spicchio di visibilità sulla pelle degli innocenti e dei bambini manipolati. Un caso su tutti la ex-presidente del CISMAI, Roberta Luberti, la quale il 15 maggio 2007, infastidita dalle proteste garantiste che si alzavano dalla pubblica opinione contro una indagine evidentemente mal fatta, diramò il comunicato-gogna "Processi mediatici e diritti delle vittime: da Cogne a Rignano Flaminio" incline a giustificare perfino questo tipo di caccia alle streghe, vergognoso per colpevolismo pregiudiziale allusivo ed illogicità. Tutto in nome dei bambini, of course. Scuse alle innocenti educatrici della Olga Rovere mai pervenute, adesso appaiono indispensabili.

Parliamo soprattutto di chi è intervenuto nella genesi iniziale del sospetto e dell'indagine...

prof. Francesco Montecchi
(fonte: http://lnx.lacuradelgirasole.it/)

Le valutazioni del Girasole

I lettori del blog ben conoscono la nostra lunga polemica verso il comportamento dei sanitari del "Progetto Girasole" dell'Ospedale Bambin Gesù (oggi "La Cura del Girasole onlus", si sono messi in proprio sull'onda lunga del caso di Rignano e delle decine di famiglie che si pretendeva fossero state abusate e quindi auspicabilmente meritevoli di psicoterapie antiabuso).
Il primario prof. Francesco Montecchi, riconosciuta personalità nel campo dell'abusologia, assieme alla psicologa Catia Bufacchi (ai tempi referente regionale CISMAI per il Lazio) ed allo staff del Bambino Gesù, già nel 2006 si assunsero impropriamente il compito di valutare tramite strumenti psicologici la compatibilità di decine e decine di allievi della Olga Rovere con l'ipotesi di abuso (giudizio espressamente sconsigliato dalla Carta di Noto), ai fini di indirizzarli alla denuncia giudiziaria o meno.
Un lavorio psicologico parallelo a quello degli organi di giustizia, ed anzi preliminare per molte delle famiglie che sono state indirizzate solo in seguito all'ufficio del procuratore, in barba al principio della riduzione al minimo delle occasioni di valutazione dei minori testimoni. Non è stato reso pubblico il contenuto di queste pseudo-perizie stilate all'ospedale pediatrico romano, che forse sul piano formale non avranno attribuito colpe certe, ma che indubbiamente hanno coltivato in molti genitori il sospetto che il proprio bambino avesse subito immani abusi. Al di là delle pilatesche conclusioni scritte in fondo alle relazioni cliniche del team psicanalitico romano, non sarà che queste famiglie hanno ricevuto al Bambin Gesù anche qualche commento un po' troppo libero e spintarelle a credere all'incredibile?

Il possibile ruolo cruciale del percorso Girasole nel pettinare l'isteria giudiziaria collettiva che nasceva a Rignano Flaminio è stato molte volte riaffermato (da l'Espresso):
  • Tutto inizia nel luglio scorso quando un'alunna della Olga Rovere di 3 anni e mezzo comincia a comportarsi in modo anomalo: tocca gli organi sessuali dei suoi cani, si masturba e simula amplessi con i suoi orsacchiotti. I genitori la portano nel miglior centro di Roma: il Progetto Girasole dell'ospedale Bambin Gesù. La dottoressa li gela: "Non sono comportamenti normali per la sua età. Riproduce quello che ha visto o che ha subito. Forse a scuola". La coppia si confida con le mamme e i papà dei compagni. A pensarci bene, anche loro hanno notato qualcosa di strano.
Lo stretto riferimento ai giudizi del progetto Girasole fu chiaramente ribadito dall'Avv. Cardamone, parte civile di alcune famiglie accusanti, nella puntata di Matrix del 07/01/2009:
  • «(...) Da parte nostra mai abbiamo additato qualcuno come responsabile degli abusi o altro, abbiamo sempre sostenuto che comunque questi abusi ci sono stati. Torno indietro soltanto venti secondi, perchè dopo i pediatri di Rignano e prima della dott.ssa Fraschetti Battista, questi genitori si sono rivolti al Bambin Gesù, hanno seguito un percorso terapeutico al Bambin Gesù (MENTANA: "Lo spiego, il Bambin Gesù, per chi non lo sapesse, è quell'ospedale romano dedito soprattutto...") ...specializzato nella valutazione e nella... ecco nell'esistenza degli abusi sessuali sui bambini. E questi genitori sono usciti tutti da lì, e io lessi una di queste cartelle cliniche in una precedente trasmissione, con la diagnosi di uscita, evidentemente un bambino sottoposto a un trauma di natura sessuale extrafamiliare. Stiamo parlando di, sempre, di quelle venti famiglie che si sarebbero dovuti inventare tutto. Quindi prima i bambini c'hanno gli arrossamenti, poi il Bambin Gesù gli dice così, poi la consulenza tecnica disposta dal PM conferma l'esistenza degli abusi, (...)»  [per approfondimenti]
Che questa sia stata la percezione dei genitori lo ha confermato infinite volte anche Arianna Di Biagio, la portavoce dell'AGeRiF (associazione delle famiglie accusanti), ad esempio nella puntata di Matrix del 17/12/2007:
  • "Ci sono dei genitori che hanno sporto denuncia formale, solo dopo aver ricevuto il referto scritto da parte del Bambin Gesù. Questo non perché altrimenti non lo avrebbero fatto, come assunzione di responsabilità, però proprio per avere la prova provata". [per approfondimenti]

Per tacere infine del prof. Montecchi stesso, il quale a manette calde se ne usciva con l'ormai tristemente nota intervista a Repubblica in cui sostenne che «una vicenda così grossa non è possibile inventarla» e che dei bambini dell'Olga Rovere che avevano subito violenza «posso dire soltanto... parecchi». Una drammatica imprudenza per la quale l'eminente neuropsichiatra venne ufficialmente ripreso dalla direzione del Bambino Gesù. Il prof. Montecchi commentò poi il fatto in una intervista rilasciata per la puntata del 7 novembre 2008 alla trasmissione radiofonica "Te la do io Tokio" di Centro Suono Sport 101.5:
  • MONTECCHI: «Che un bambino abusato, raramente descrive gli abusi che subisce, ma prioritariamente li esprime con dei segni del disagio, cioè il bambino esprime la sua sofferenza, più che [incomprensibile] una situazione di abuso. Questa sofferenza, passa o attraverso le strade della fragilità e quindi il bambino si ammala spesso, oppure fa dei disturbi psicosomatici soprattutto nell'area dei disturbi fisiologici, quindi disturbi del sonno, disturbi del controllo sfinterico e dell'alimentazione e cioè quindi comincia a non dormire più, ha incubi notturni, ha dei flashback cioè gli compare improvvisamente l'immagine dell'evento traumatico e smette di mangiare correttamente o si abboffa troppo. Altri bambini possono manifestare delle crisi d'ansia o delle depressioni, depressioni perchè sentono di avere sperimentato un qualcosa che non è proprio di un bambino, sentono di non essere stati sufficientemente protetti.»
  • INTERVISTATORE: «Qualcuno dei bambini dell'Olga Rovere presentava questi sintomi?»
  • MONTECCHI: «Mah, quello che viene descritto dalle cartelle cliniche che sono state esibite, ci sono dei bambini che presentavano questi sintomi.»
Questa fu dunque la matrice verificazionista della genesi del caso, ignara del rischio di pretestazione e dei doveri di diagnosi differenziale. Ma proseguiva Montecchi: 
  • INTERVISTATORE: «All'inizio delle indagini lei ha detto che per rispetto della privacy non poteva dire quanti bambini avessero subito degli abusi, ma che secondo lei erano parecchi. Ripeterebbe quella frase allo stato attuale delle cose?»
  • MONTECCHI: «Eh vede, quello era in un momento storico della mia professione, proprio le dicevo nel passaggio dall'uscita dall'ospedale e tornare libero insomma, quindi io vorrei non esprimermi perchè ebbi un problema con l'ospedale e in quanto che... fintanto che lavoravo nell'ospedale, ogni notizia clinica che si dava alla stampa doveva essere autorizzata dall'ufficio stampa della presidenza dell'ospedale. Uscendo dall'ospedale io non ero più vincolato a questo obbligo, però a tutt'oggi io credo che devo rispettare comunque quell'impegno che io avevo verso l'ospedale.» [per approfondimenti]
Il prof. Montecchi ad un anno dalla sua prima sparata sembrava aver capito solo di dover rispettare i formalismi dell'ufficio stampa, apparentemente ignaro che la violazione della privacy era il male minore, mentre dai giudizi avventati del proprio reparto queste famiglie derivarono solidi convincimenti sul drammatico passato dei propri figli, oggi confutati. A chi dovranno credere adesso questi genitori, al distante giudice Frigenti di Tivoli, che ha avuto tempo e modo di valutare il quadro complessivo, o a quegli empatici neuropsichiatri che nel 2006 coccolarono le loro ansie, senza instillare sufficienti semi di dubbio e oggettività medica?
  • "Nessuno leverà dalle teste di questi genitori che i loro figli hanno subito qualcosa" [stamattina l'avvocato di parte civile ai microfoni di SkyTG24]
  • Alla lettura del verdetto "i genitori dei bambini hanno urlato contro i giudici e hanno preso poi a calci e pugni la porta dell’aula" (da Il Fatto Quotidiano)




Il dott. Cancrini e la "sindrome post traumatica" [update 04/06/12]

Il prof. Montecchi ed il team del Girasole non furono purtroppo neppure soli. Anche l'altro famoso medico abusologo di Roma, il dott. Luigi  Cancrini, lo psichiatra che dal 1998 dirige il "Centro di Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia" (CABMF), visitò nel 2006 molte delle famiglie denuncianti azzardando ipotesi diagnostiche e avanzando proposte terapeutiche della cui validità ci sarebbe oggi motivo di dubbio. Ed anch'egli non rinunciò a comunicare a mezzo stampa i propri pareri (10/05/2007):
  • L'accusa è «fondata su fatti seri» ma «è giusto» che il dibattimento segua i suoi tempi. Lo sostiene lo psichiatra Luigi Cancrini, deputato Ds, che si occupò della vicenda di Rignano Flaminio raccogliendo, fin dall'inizio della vicenda, le testimonianze di alcune famiglie coinvolte. «Per me - sostiene l'esperto - quei colloqui sono attendibili e poi c'è la sofferenza dei bambini e dei genitori, una sofferenza altissima che va rispettata». Commentando la scarcerazione di cinque dei sei presunti colpevoli, Cancrini dice di essere «soddisfatto che queste persone non siano in carcere fino alla condanna. Non ci può essere reiterazione del reato nè occultamento delle prove». Tuttavia - prosegue - «ho letto i documenti, mi sembra che il comportamento della Procura sia giustificato. Le accuse sono fondate, si basano su fatti seri. Ci saranno altri momenti del dibattimento». L'odierna scarcerazione, a suo avviso, «dovrebbe aiutare a far svelenire il clima» in cui è caduto un intero paese. Cancrini tiene anche a sottolineare che i bambini, alcuni dei quali saranno a breve seguiti dal centro che dirige, «stanno male. Vivono una sindrome post traumatica che dà inquietudine, crisi notturne, regressione, comportamenti sessuali marcati. E c'è la sofferenza anche dei genitori» da non sottovalutare.
E per fortuna che anche il dott. Cancrini nel 2007 fosse soddisfatto che "queste persone", ovvero le maestre indagate, non siano rimaste in carcere fino alla condanna (sentenza, dott. Cancrini, la parola giusta in questi casi sarebbe "sentenza").
Un altro preteso grande esperto, che scopriamo tecnicamente del tutto ignaro degli obblighi della diagnostica differenziale e che a questa catastrofe aveva voluto aggiungere l'insulto mediatico e deontologico.


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Contro questi "processi mediatici" e il disagio dei bambini trascinati nel contagio dichiarativo, la dott.ssa Roberta Luberti e gli altri responsabili del CISMAI hanno finora sempre taciuto, chiusi nella malcelata speranza che le scuole italiane siano frequentate da bande pedosataniste da poter combattere eroicamente a colpi di valutazioni psicologiche.
Se al Tribunale di Tivoli i cinque innocenti imputati si sono trovati contro una folla di oltre 20 famiglie ed una richiesta complessiva di risarcimenti per oltre 25 milioni di euro, un pezzo di responsabilità potrebbe ascriversi all'intervento del ex-team della neuropsichiatria dell'Ospedale Bambino Gesù e ai pareri del CABMF, entrambi centri affiliati CISMAI.
A fronte della sentenza odierna, il prof. Montecchi e la dott.ssa Bufacchi faranno finalmente un chiaro passo indietro ed un gesto riparatore, oppure ci si nasconderà ancora dietro alle mille verità possibili nel fatato mondo interno della psicoanalisi?
E dopo la catastrofe di Rignano Flaminio, gli organi di stampa continueranno a credere così ciecamente alla fondatezza degli accertamenti di "abuso compatibile" che escono dagli studi psicologici, dai reparti di neuropsichiatria o dalle associazioni antipedofilia?


[continua, parte II: "Massimiliano Frassi e la pista satanista"]
P.S. nell'attesa, quello che volevo scrivere suppergiù l'ha appena pubblicato Leonardo blog: "Non si esce dal castello"

Ugo