tag:blogger.com,1999:blog-91143807736230150932024-03-13T06:09:01.198+01:00giustizia intelligente'backlash' blog di Ugo sui falsi abusiUgohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.comBlogger18125tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-84989100634242179642013-03-27T00:56:00.000+01:002019-07-24T22:33:21.850+02:00Fact-checking per l'avvocato Coffari<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYQ-u4Z-zOSkxUb3hCSk-byRUhcpjxWsa62PEfTYpGE6AXF6gONj-2h7AcYrYmOFvSwRNQTiQlJJmkhnaJCl5ReIfmhaAZWgcBGbxAvnq5dGRVHQB4hux1j8GP3V5FcUe9un8pqtBYp-A/s1600/Coffari-Camerini.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYQ-u4Z-zOSkxUb3hCSk-byRUhcpjxWsa62PEfTYpGE6AXF6gONj-2h7AcYrYmOFvSwRNQTiQlJJmkhnaJCl5ReIfmhaAZWgcBGbxAvnq5dGRVHQB4hux1j8GP3V5FcUe9un8pqtBYp-A/s1600/Coffari-Camerini.JPG" height="216" width="400" /></a></div>
<br />
<b>Caso del bambino conteso di Cittadella/Padova</b> - Giovedì 21 Marzo: sugli schermi di <i>Pomeriggio Cinque</i> [<a href="http://www.video.mediaset.it/video/pomeriggio_5/full/353272/giovedi-18-ottobre.html" target="_blank"><i>VideoMediaset</i></a>] andava in onda l'ennesimo capitolo della vicenda del piccolo Leonardo, recentemente riaperta dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 7041 del 20/03/2013).<br />
In collegamento con Barbara D'Urso c'era ancora una volta il difensore legale della madre di Leo, l'<b>avv. Andrea Girolamo Coffari</b>, presidente del <i>Movimento dell'Infanzia</i>, il quale ha ingaggiato con il neuropsichiatra <b>Giovanni Battista Camerini</b> un breve duello tecnico in merito all'ormai famigerata PAS (<i>Sindrome di Alienazione Parentale</i>).<br />
L'occasione è utile per controllare ancora una volta la correttezza delle informazioni propugnate dal mediatico avvocato anti-PAS [dal minuto 47:37]:<br />
<ul>
<li>COFFARI: (...) "<i>La PAS è una malattia psicopatologica. Tant'è vero che i seguaci di Gardner hanno cercato da anni, e <b>questo lo dice il Washington Post</b>, con delle lobby di metterlo... di inserirlo nel manuale diagnostico, il DSM-5, cioè l'elenco delle malattie ufficiali (...)</i>"</li>
</ul>
<ul>
<li>CAMERINI: "<i>Mi permetta avvocato, non è una diagnosi <b>la PAS, non è una diagnosi medica</b> (...) lei ha detto una cosa errata, non è una diagnosi medica</i>"</li>
</ul>
<ul>
<li>COFFARI "<i>No, lei deve capir questo, che la diagnosi medica, nel momento in cui lei scrive che c'è una <b>sindrome di alienazione parentale che è una psicopatologia</b>, e che adotta dei criteri diagnostici, diciamolo per chi ci ascolta, i criteri sono i sintomi, come uno c'ha la febbre e gli cola il naso ha i sintomi dell'influenza (...)</i>"</li>
</ul>
<br />
Posto che non ci risulta che il <i>Washington Post</i> si sia occupato della materia, è presumibile che l'avv. Coffari si stesse confondendo qui con un importante articolo comparso il 21/09/2012 sul <i>The Washington Times</i> ("<a href="http://www.washingtontimes.com/news/2012/sep/21/psychiatric-group-parental-alienation-no-disorder/" target="_blank"><i>Psychiatric group: Parental alienation no disorder</i></a>"), nel quale veniva pubblicata una intervista al <b>Dr. Darrel Regier</b>, vice-chair del progetto DSM-5.<br />
Si tratta ad oggi dell'unica fonte ufficiale in merito alla decisione di non includere nel manuale DSM-5 la PAS - o per meglio dire la PAD che ne è la variante proposta come diagnosi - nelle more della pubblicazione del manuale che non sarà presentato ufficialmente fino al prossimo mese di Maggio.<br />
Per verificare se avesse ragione l'avvocato Coffari o il neuropsichiatra che ripetutamente lo correggeva, è sufficiente leggere la lapidaria dichiarazione del dr. Regier sulla PAS/PAD:<br />
<ul>
<li>“<b>it is not a disorder within one individual</b>”; “<b><i>It’s a relationship problem _ parent-child or parent-parent. Relationship problems per se are not mental disorders.</i></b>”</li>
</ul>
<ul>
<li>[Trad.: "<i>Non è un disturbo individuale</i>"; "<i>E' un problema relazionale _ genitore-figlio o genitore-genitore. I problemi relazionali di per sé non sono disturbi mentali</i>".</li>
</ul>
Coffari dunque sbaglia e lo dimostrano proprio le stesse fonti a cui egli goffamente si riferisce; del resto egli è avvocato e poverino non ci capisce un’acca di psicodiagnosi e di DSM, fino all’altroieri neanche sapeva che esistesse (buffo che in trasmissione l'avvocato cercasse di proteggere la sua irruenta cliente invocando un dibattito solo "tra professionisti", come a far intendere che Coffari sia all'altezza del confronto scientifico con uno dei maggiori esperti nazionali riconosciuti in neuropsichiatria).<br />
<br />
Ma c'è dell'altro e di peggio. Da parte di Coffari, la citazione del <i>Washington-qualcosa</i> è testimonianza che probabilmente egli ha già preso conoscenza dell'intervista rilasciata dal dr. Darrel Regier e ciò solleva una spiacevole ombra sulla propaganda anti-PAS condotta dal giurista fiorentino:<br />
<ul>
<li>se davvero ha potuto leggere il parere espresso a Settembre da Darrel Regier, com'è possibile che il presidente Coffari e gli altri membri del <a href="http://www.movimentoinfanzia.it/" target="_blank">Movimento per l'Infanzia</a> imperversino da mesi in TV e su internet per gridare ai quattro venti che il DSM-5 dice che "<i>la PAS non esiste!</i>" o che "<i>la PAS è stata negata dalla scienza!</i>", laddove risulta invece chiarissimo dalle stesse parole del vicepresidente del progetto DSM-5 che <b>la <i>Associazione Psichiatrica Americana</i> (APA) riconosce pacificamente la PAS come una forma di "disturbo relazionale"</b>?</li>
</ul>
Il portavoce dell'APA si era limitato a dire che la PAS non verrà inclusa nel manuale DSM-5 in quanto "non è una diagnosi", ovvero "non è da qualificarsi come una malattia", esattamente come ripeteva lo sconsolato prof. Camerini su Canale 5.<br />
<b>Come è possibile allora che da tutta questa storia invece l'avv. Coffari abbia capito che addirittura la PAS per la scienza del DSM-5 non esisterebbe?</b><br />
[<i>vedi anche <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2012/10/claudio-foti-lalienazione-parentale.html" target="_blank">il parere del suo consulente di fiducia, dott. Claudio Foti</a></i>]<br />
<br />
Barbara D'Urso ha invitato i due contendenti a tornare in trasmissione nei prossimi giorni, Coffari come farà adesso a fare ancora finta di non sapere cos'ha detto il portavoce del DSM-5?<br />
Potrà dire ad esempio che sul <i>Washington Post</i> non era scritto.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
- - - </div>
<br />
Rispetto alle facezie mediatiche dell'avv. Coffari, nella medesima vicenda appare ben più serio e preoccupante il fatto che la <b>Corte Suprema</b> abbia fatto proprie molte delle stesse pretestuose opposizioni alla PAS sollevate dalla difesa della madre di Leonardo, compiendo la stessa confusione tra problema/diagnosi e inoltre senza neppure premurarsi di verificare quale parere abbia davvero espresso l'Associazione Psichiatrica Americana [<a href="http://www.minoriefamiglia.it/download/Cass-%207041-2013.pdf" target="_blank">Cassazione 7041/2013, pag. 19</a>]:<br />
<ul>
<li>"<i>5.2 - Deve invero evidenziarsi che la ricorrente (...) ha richiamato le critiche mosse alla relazione depositata dal consulente tecnico d'ufficio, alla diagnosi dallo stesso formulata e, soprattutto, alla validità, sul piano scientifico della PAS. Basterà qui ricordare che sono state richiamate le perplessità del mondo accademico internazionale, al punto che il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) non la riconosce come sindrome o malattia (...)</i>".</li>
</ul>
<br />
Purtroppo per il giudice <b>dott.ssa Maria Gabriella Luccioli</b>, presidente della Prima Sezione Civile che ha così sentenziato, la citazione della scelta operata dal DSM-5 non basta a richiamare un bel niente, perchè essa <b>non implica proprio nessuna perplessità o critica alla validità sul piano scientifico della PAS</b>.<br />
<br />
Tornando allora all'articolo del <i>WT</i>, si noti che a <i>Pomeriggio Cinque</i> l'avv. Coffari si premurava di sottolineare solo che esso contiene la citazione dell'azione di lobby esercitata dai promotori della PAD ("<i>intense pressure from individuals and groups who believe parental alienation is a serious mental condition that should be formally recognized</i>"). Guarda caso, egli mancava invece di accennare alla segnalazione, contenuta nello stesso articolo, che anche dall'altra parte vi siano gruppi di pressione anti-PAS, ovvero femministe e difensori delle donne maltrattate:<br />
<ul>
<li>"<i>Among those on the other side of the debate, which has flared since the 1980s, are <b>feminists and advocates for battered women</b> who consider “parental alienation syndrome” to be an unproven and potentially dangerous concept useful to men trying to deflect attention from their abusive behavior</i>".</li>
</ul>
La Corte Suprema in futuro vorrà restare obiettiva ed imparziale sulle dinamiche di alienazione e mobbing familiare, o si adagierà ancora in modo così superficiale sui pretesti pseudo-scientifici inventati dalla propaganda di Coffari e delle sue clienti?<br />
<br />
UgoUgohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-5859331483407920722012-11-02T22:57:00.000+01:002019-07-25T00:54:15.894+02:00ASL Salerno: Not!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwjICJGd6yS7vOYRBr7T-I4SX3ykVuxdWZhaHPn9KnH92rMP6x0t0tyClkmEHyTSGYBF1Lu_iJd3d2TGlVId-hA9cOuWJdtGthbRf7_x2P8qu3ENPGfcdeKkOEbDg7Bp3ZbiYqgJoh4xE/s1600/NOT.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwjICJGd6yS7vOYRBr7T-I4SX3ykVuxdWZhaHPn9KnH92rMP6x0t0tyClkmEHyTSGYBF1Lu_iJd3d2TGlVId-hA9cOuWJdtGthbRf7_x2P8qu3ENPGfcdeKkOEbDg7Bp3ZbiYqgJoh4xE/s400/NOT.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
Tutte le attuali linee guida sulla testimonianza minorile, ad es. in caso di presunto abuso sessuale, prevedono invariabilmente la raccomandazione di limitare al minimo le occasioni di ascolto dei minori e di riservare il compito solo ai magistrati ed eventualmente a loro ausiliari, a condizione che si tratti di esperti specificamente formati nel colloquio investigativo ed operanti sotto mandato e controllo giudiziario.<br />
<br />
<a href="http://www.aslsalerno.it/index.php/direzionecentrale" target="_blank">Carta di Noto III</a> (Giugno 2011): <br />
<ul>
<li><i>1. Le collaborazioni come ausiliari della P.G. e dell’Autorità Giudiziaria, nonché gli incarichi di consulenza tecnica e di perizia in materia di abuso sessuale, devono essere affidate a professionisti che abbiano conseguito una specifica formazione, tanto se scelti in ambito pubblico quanto se scelti in ambito privato. Essi sono tenuti a garantire il loro costante aggiornamento professionale interdisciplinare. (...) </i></li>
</ul>
<ul>
<li><i>7. (...) <b>ogni intervento sul minore, anche nel rispetto di tutti i canoni di ascolto previsti, causa modificazioni, alterazioni e anche perdita dell’originaria traccia mnestica. </b>(...)</i></li>
</ul>
<br />
<a href="http://www.psicologiagiuridica.com/pub/docs/numero_1/annoxx%202011/Consensus_Testimonianza.pdf" target="_blank">Linee Guida Nazionali "L'ascolto del minore testimone"</a> (Novembre 2010) <br />
<ul>
<li><i>3.10 Ogni accertamento tecnico sul minore dovrebbe rispettare le seguenti regole minime: a) <b>ridurre il più possibile il numero delle audizioni</b>; (...) </i></li>
</ul>
<ul>
<li><i>4.13 L’avvio di un percorso terapeutico prima dell’acquisizione della testimonianza in sede di incidente probatorio può costituire <b>elemento di influenzamento della genuinità della resa testimoniale</b>. </i></li>
</ul>
<br />
<a href="http://www.unicef.it/Allegati/Ascolto_minori_ambito_giudiiziario_2012_1.pdf" target="_blank">Manuale UNICEF "L'ascolto dei minorenni in ambito giudiziario"</a> (Gennaio 2012; a cura di Sandra Recchione, magistrato):<br />
<ul>
<li>(pag. 61) <i>Nella giurisdizione penale l’“ascolto” del minore costituisce una “fonte di prova”. Diversi gli interessi coinvolti: la salvaguardia della genuinità della testimonianza, il diritto dell’accusato a entrare in contatto con la fonte delle accuse, il diritti del minore-teste a essere tutelato dall’“urto” processuale e dalla vittimizzazione “da processo”.</i></li>
</ul>
<ul>
<li>(pag. 62) <i>È emerso come sia raccomandabile procedere nel più breve tempo possibile all’audizione giudiziale. L’ascolto dovrà essere effettuato nell’arco di pochi giorni dalla ricezione della notizia. Gli studi di psicologia della testimonianza (come anche la più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione) avvertono delle <b>insidie e dei pericoli connessi al “contagio dichiarativo”. Tale fenomeno può conseguire alla attivazione di percorsi investigativi privati paralleli a quello giurisdizionale.</b></i></li>
</ul>
<ul>
<li>(pagg. 62-63) <i>(...) pulsione all’<b>approfondimento para-investigativo che può causare l’inquinamento delle testimonianze. La ripetizione (extragiudiziale e compulsata) di dati rilevanti per l’accertamento processuale, può infatti comportarne la modifica,</b> indotta dalla carica di suggestione delle domande e dei dati di contesto in genere.</i></li>
</ul>
<ul>
<li>(pag. 63) <i>2.2. La persona che effettua l’ascolto. Si è ritenuto essenziale che del caso sia immediatamente investito il pubblico ministero, e che <b>siano evitate – quando non indispensabili – audizioni da parte degli organi investigativi precedenti alla presa in carico del procedimento dall’Autorità giudiziaria.</b> Il pubblico ministero sceglierà se procedere direttamente all’ascolto, o se, piuttosto, avvalersi di un “ausiliario”, o di un consulente, che svolga anche le funzioni di ausiliario. È opinione condivisa che <b>il minore deve essere ascoltato da persone specializzate: chi ascolta deve avere competenze forensi</b>, che gli consentano di indirizzare l’intervista su temi rilevanti per la verifica dell’attendibilità, nonchè competenze tecniche che consentano di “entrare in relazione” con il minore. Il magistrato inquirente dovrà scegliere il setting adeguato per l’audizione. </i></li>
</ul>
<ul>
<li>(pagg. 66-68) <i>Si è ritenuto opportuno: (...)<b> raccomandare alle forze dell’ordine che – salvo in casi eccezionali – deve essere evitata l’audizione precedente alla presa in carico del procedimento da parte della Procura</b>; deve essere raccomandata la massima segretezza nella gestione delle indagini (evitando la stesura di verbali ex art. 161 c.p.p.); è inoltre opportuno che siano individuate modalità di coordinamento tra uffici che ricevono la stessa segnalazione (Procura presso il Tribunale per i minorenni e Procura presso il Tribunale); (...) fare in modo che l’esame sia effettuato direttamente dal pubblico ministero, riducendo al minimo le deleghe alla polizia giudiziaria ed evitando comunque di coinvolgere organi non specializzati; </i></li>
</ul>
<ul>
<li>(pag. 84) <i>Si è ritenuto non opportuno consentire al consulente di effettuare incontri con il minore precedenti all’esame del pubblico ministero, per scongiurare ogni sospetto di inquinamento della fonte.</i></li>
</ul>
<ul>
<li>(pagg. 85-86) <i>(...) l'esame clinico non può sostituire l'audizione giudiziale che è inopportuno che nell’ambito delle sedute psicodiagnostiche il tecnico affronti i temi processuali (...).</i></li>
</ul>
<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><b>Salerno, 2012</b></span></div>
<br />
L'ASL di Salerno ha istituito il <a href="http://www.aslsalerno2.it/web/index.cfm?id=4F7AD5DA-B89C-0907-70D56A4FCB553286&centro-contro-maltrattamento-ed-abuso-in-danno-dei-minori-%28N.O.T%29&menu=menu" target="_blank">Nucleo Operativo Territoriale (N.O.T.) "<i>Centro contro Maltrattamento ed Abuso in Danno dei minori</i>"</a>. Il coordinamento del N.O.T. è stato intestato alla <b>dott.ssa Maria Rita Russo</b>, neuropsichiatra infantile (il N.O.T. è affiliato inoltre al <b><i>Movimento per l'Infanzia</i></b> dell'avv. Coffari e la dott.ssa Russo fa parte del suo <a href="http://www.movimentoinfanzia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=19&Itemid=117" target="_blank">Consiglio Direttivo</a>).<br />
Il <a href="http://www.aslsalerno2.it/web/index.cfm?id=4F7AD5DA-B89C-0907-70D56A4FCB553286&centro-contro-maltrattamento-ed-abuso-in-danno-dei-minori-%28N.O.T%29&menu=menu" target="_blank">sito web del N.O.T.</a> così ci informa della propria mission:<br />
<ul>
<li><i>accoglienza delle segnalazioni di casi di disagio e/o sospetto abuso sui minori e <b>valutazione dell’attendibilità</b> e del rischio </i></li>
</ul>
<ul>
<li><i>segnalazione alle Autorità competenti e, relativamente al rischio, eventuale <b>proposta di provvedimento immediato a tutela dei minori</b>; (...)</i></li>
</ul>
<br />
Posto che esistono sul territorio diverse agenzie che raccolgono segnalazioni di presunto abuso sui minori e premesso anche che ogni professionista medico-psicologico in veste di pubblico ufficiale ha sempre l'obbligo di denuncia di certi reati, non si comprende però il motivo per cui una ASL dovrebbe arrogarsi un mandato investigativo così ampio ed autonomo, fino a sostituirsi alle autorità giudiziarie in modo palese.<br />
Nella pretesa che campeggia al primo punto della mission del N.O.T. di Salerno risuona l'eco sinistro delle "prassi distorte" da cui mettono in guardia le linee guida: <i>di quale "valutazione di attendibilità" si occupa il team della dott.ssa Maria Rita Russo ed a che titolo?</i> <br />
Il timore è che quella espressione possa alludere alla validazione di vere e proprie testimonianze raccolte mediante una pratica autonoma di ascolto delle presunte vittime: <b>non vorremmo essere incappati nella scoperta che al N.O.T. di Salerno vengono anticipati i colloqui investigativi direttamente ai minori presunti offesi</b> [<i>non sappiamo se questa sia effettivamente la situazione e la prassi
del N.O.T. di Salerno, rettificheremo immediatamente in caso di smentita
argomentata</i>].<br />
<i>S</i>enza un formale incarico come ausiliario da parte delle A.A.G.G., il neuropsichiatra che di fronte ad una notizia di reato dovesse decidere in autonomia sottoporre un minore ad un interrogatorio investigativo (anche se sotto il cappello di una ASL) incorre infatti in una <b>catastrofe di violazioni procedurali e/o deontologiche</b>, immediatamente evidenti sulla base delle raccomandazioni con cui abbiamo introdotto questo articolo (Unicef, 2012: "<i><b>deve essere evitata l’audizione precedente alla presa in carico del procedimento da parte della Procura</b></i>"):<br />
<ul>
<li>con buona pace delle ASL, il magistrato vorrà forse decidere di ascoltare per primo ed in prima persona il minore, senza mediazione di altre persone;</li>
</ul>
<ul>
<li>in caso sia utile un ausiliario, l'esperto lo sceglie il magistrato e non l'ASL. Può anche darsi che per tale compito venga incaricata una neuropsichiatra e magari la stessa dott.ssa Russo (sempre che ella possa dimostrare un curriculum e competenze adeguate a questo compito specialistico), ma saremo confortati solo ciò avvenisse <b>nei luoghi deputati e nelle garanzie del codice di procedura, non per vocazione personale</b>;</li>
</ul>
<ul>
<li>l'ascolto del minore da parte di un neuropsichiatra dell'ASL è un percorso parallelo del tutto inutile ai fini dell'indagine e dannoso per il suo successivo svolgimento, in quanto ogni ascolto da parte di un soggetto non incaricato, costituisce inoltre una irrimediabile fonte di distorsione e potenziale inquinamento della prova. </li>
</ul>
Ci si domanda intanto se la Procura di Salerno davvero non sappia
nulla dell'attività del centro antiabuso dell'ASL e se ne avalli l'attività parainvestigativa.<br />
<br />
<div style="text-align: center;">
- - -</div>
<br />
Non può tacersi inoltre il fatto che sarebbe comunque <b>infondata ed impropria la pretesa stessa che un professionista medico-psicologico al di fuori del procedimento penale possa giudicare validamente l'attendibilità di indizi o testimonianze di reato</b>, come sembra voler dare ad intendere la mission del N.O.T. di Salerno.<br />
Ancora una volta, basterebbe conoscere le linee guida
professionali che univocamente vietano ai professionisti della salute mentale di valutare la
"attendibilità" o "credibilità" delle testimonianze minorili di reato,
vengono cioè bandite le operazioni di "validation" da parte di
medici e psicologi (una pratica che pure ha imperversato
per anni fuori e dentro i tribunali e che ancora resiste nelle pretese
di molti). Ad es. per la <a href="http://www.aslsalerno.it/index.php/direzionecentrale" target="_blank">Carta di Noto III</a> (2011):<br />
<ul>
<li><i>4. La valutazione psicologica non può avere ad oggetto la
ricostruzione dei fatti o la veridicità di quanto raccontato dal minore
che spettano esclusivamente all’Autorità Giudiziaria. (...) </i></li>
</ul>
<br />
<a href="http://www.psicologiagiuridica.com/pub/docs/numero_1/annoxx%202011/Consensus_Testimonianza.pdf" target="_blank">Linee Guida Nazionali</a> (2010):<br />
<ul>
<li><i>3.1 (...) <b>non vanno utilizzate dall’esperto espressioni come “attendibilità” e “credibilità” perché potenzialmente fuorvianti</b>.</i><i> </i></li>
</ul>
<ul>
<li><i>3.2 All’esperto non può essere demandato il compito - non delegabile
perché di esclusiva competenza del Giudice - di accertare la veridicità
di quanto raccontato dal bambino. <b>Non possono essere egualmente
formulati pareri per “validare” scientificamente contenuti della
testimonianza (o parti di essa)</b>. Non esistono, difatti, “indicatori”
psicologici, testologici o comportamentali in tal senso.</i></li>
</ul>
<br />
<a href="http://www.unicef.it/Allegati/Ascolto_minori_ambito_giudiiziario_2012_1.pdf" target="_blank">Manuale UNICEF</a> (2012):<br />
<ul>
<li>(pag. 79) <i><b>prassi distorte che assegnano allo psicologo il compito di valutare l’attendibilità della testimonianza</b>,
delegando al tecnico una valutazione giurisdizionale centrale
nell’ambito dei processi in questione; (...) La gestione non accorta
della psicodiagnosi forense rischia di consegnare allo psicologo una
“delega in bianco” sulla valutazione dell’attendibilità giudiziale. <b>Tale
comportamento è stato più volte censurato dalla Corte di Cassazione ed è
unanimemente ritenuto inopportuno dagli psicologi forensi.</b></i></li>
</ul>
<br />
<br />
Confidiamo in un pubblico chiarimento da parte dell'ASL di Salerno, previa soprattutto la verifica che presso il N.O.T. della dott.ssa Russo non vengano indebitamente assunti ruoli indagatori mediante colloqui con i minori segnalati per presunti reati.<br />
Per tale ragione, il presente articolo viene inoltrato al <a href="http://www.aslsalerno.it/index.php/direzionecentrale" target="_blank">Direttore Generale</a>, dott. Antonio Squillante ed al Direttore Sanitario, dott. Federico Pagano; daremo conto di loro eventuali repliche.<br />
<br />
Ugo <br />
<br />
<br />
<br />
P.S.: del N.O.T. di Salerno giunse notizia già nel Giugno 2011, quando nel corso di una giornata di studio la <a href="http://www.salernotoday.it/cronaca/rapporto-abusi-minori-provincia-salerno.html" target="_blank">sociologa volontaria Rosaria Cammarota ha presentato "dati choc"</a>
sulle segnalazioni di abuso, piuttosto difformi rispetto alle statistiche epidemiologiche ufficiali del settore, ad esempio con una
straordinaria prevalenza di abusi sessuali rispetto agli altri tipi ed
un picco molto insolito per la fascia tra i 4 e i 5 anni di età. Guarda caso,
proprio le tipologie più esposte al rischio di contagio dichiarativo e induzione di false
accuse conseguente ad errate modalità di ascolto e investigazione.Ugohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-77212265161694984862012-10-22T12:29:00.002+02:002019-07-24T22:02:07.062+02:00L'avvocato Coffari e i buoni propositi del Movimento per l'Infanzia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmnUBu9QIoZpCRwsVMUe23mb1IjM9pkJmODJ6Sr4DVE-G6HaQwFNkIF_7byca8A0f58mjARHtRHnYM91sVBiYUfSYvdRzFtB18eoqEeGWSm_XDOvrMibnH_fK-BQVT7tlOIXsQciMqk2g/s1600/realityshow.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://bigenitorialita.files.wordpress.com/2012/10/cofurs.jpg?w=440&h=263" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://bigenitorialita.files.wordpress.com/2012/10/cofurs.jpg?w=440&h=263" /></a></div>
Mezza Italia ha conosciuto finalmente l'<b>avv. Andrea Girolamo Coffari</b>, dopo la trasmissione su <i>Chi l'ha Visto?</i> del video-choc di Leonardo, il bambino padovano portato via da scuola dalla polizia e dai servizi sociali per allontanarlo dalla madre che lo teneva da anni segregato dalla frequentazione del padre ed ex-coniuge.<br />
Passato il primo momento di sconcerto nazionale per i modi bruschi dell'operazione immortalata nel video, è diventato chiaro ai più che la registrazione e la diffusione del filmato fosse premeditata dai familiari della madre padovana, come parte di una strategia di autodifesa per ostacolare l'esecuzione del provvedimento di tutela (o almeno di far tremare il terreno del consenso sotto i piedi dei servizi sociali che stavano operando ai fini del diritto del padre e di suo figlio). <br />
<b>In questa operazione mediatica in piena regola, sembra rivestire un ruolo significativo il nuovo avvocato della madre</b>, proprio quel Coffari di cui il nostro blog aveva già spesso <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/search/label/andrea%20coffari" target="_blank">scritto</a> e dei cui casi altri newsmagazine hanno fatto rilevare la <a href="http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=34638&typeb=0&Quando-i-drammi-infantili-servono-in-tv-" target="_blank">frequente esposizione mediatica</a>:<br />
<ul>
<li>Andrea Coffari è una vecchia conoscenza della trasmissione <i>Chi l'ha Visto?</i> e fu nuovamente invitato a parlare anche in diretta nella famigerata puntata del 10 ottobre, senza avere nulla da opporre alla trasmissione del video dello scandalo. Alcune fonti hanno supposto anzi che sarebbe stato egli stesso a mediare tra la zia materna di Leonardo e Federica Sciarelli l'invio del video choc da mandare in onda, la cui pubblica divulgazione è da considerarsi come un vero e proprio abuso mediatico nei confronti di questo minore, espressamente vietata dal codice di autoregolamentazione a protezione dei minori sui mass media ("<a href="http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/1356049" target="_blank"><i>Carta di Treviso</i></a>") e per il quale andrebbero sanzionate le redazioni giornalistiche coinvolte;</li>
</ul>
<ul>
<li>dopo il bliz sugli schermi di <i>Chi l'ha Visto?</i> Coffari ha impazzato in TV per tutta la settimana: <i>Porta a Porta</i> (<a href="http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html#day=2012-10-16&ch=1&v=152192&vd=2012-10-16&vc=1" target="_blank">16/10</a>), <i>Pomeriggio Cinque</i> (<a href="http://www.video.mediaset.it/video/pomeriggio_5/full/352920/martedi-16-ottobre.html" target="_blank">16</a>, <a href="http://www.video.mediaset.it/video/pomeriggio_5/full/353107/mercoledi-17-ottobre.html" target="_blank">17</a> e <a href="http://www.video.mediaset.it/video/pomeriggio_5/full/353272/giovedi-18-ottobre.html" target="_blank">18/10</a>), <i>Domenica Live</i> (<a href="http://www.video.mediaset.it/video/domenica_live/clip/353858/guerra-tra-genitori.html" target="_blank">21/10</a>), per citare solo i principali programmi in cui si sta presentando per parlare del caso di Leonardo (sempre in assenza di contraddittorio con la controparte) e proseguire la propria campagna NO-PAS [<i>va detto comunque che <a href="http://www.adiantum.it/public/3166-coffari-non-convince,-canale-5-gli-da-il-colpo-di-grazia.-tradito-dal-suo-stesso-protagonismo.asp#.UIRrSUfLNPg.facebook" target="_blank">non tutte le ciambelle TV di Coffari escono col buco</a></i>];</li>
</ul>
<ul>
<li>la <a href="http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1099352/Una-scenata-pianificata---L-audio-che-puo-imbarazzare--la-madre-di-Padova.html" target="_blank">scoperta</a> di alcune imprudenti dichiarazioni dell'avvocato, registrate ad un convegno del 2011, ha sollevato qualche sospetto verso il modus operandi di Coffari (l'ormai celebre "<i>fai i capricci</i>" suggerito ad un altro bimbo in simili condizioni), gettando una <b>ombra anche sulla spontaneità del comportamento Leonardo</b>, il quale secondo alcune ricostruzioni si sarebbe scatenato con reazioni oppositive e botte al padre solo al momento dell'uscita da scuola ed all'arrivo della zia vociante e armata di videocamera [<i>Coffari, dopo aver <a href="http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2012/16-ottobre-2012/non-vuoi-andare-tuo-papa-allora-devi-fare-tanti-capricci-2112284445066.shtml" target="_blank">tentato anche di negare </a>in un primo momento, si difendeva poi riferendo che quanto detto in quel convegno si riferiva a comportamenti da lui praticati solo prima di divenire avvocato e fondare una associazione anti-abuso]</i>.</li>
</ul>
L'avv. Coffari infatti non è solo il legale difensore della sig.ra Ombretta, la madre di Cittadella, ma anche un attivista della tutela minorile ed il <b>fondatore (dal 2005) e presidente della federazione <a href="http://www.movimentoinfanzia.it/" target="_blank"><i>Movimento per l'Infanzia</i></a></b>. Una esposizione mediatica del tipo sopra descritto può risultare abusiva e lesiva verso il minore e dovrebbe apparire inaccettabile per chi pretende di rappresentare invece la loro tutela. Se ne sono accorti tutti quelli che hanno a cuore quel poco di equilibrio residuo nei bimbi contesi in tale modo, tranne Coffari che invece adesso si proclama lui la vittima e grida addirittura al <a href="http://bigenitorialita.wordpress.com/tag/perizie/" target="_blank">complotto diffamatorio</a>, le critiche che riceve sarebbero solo una strumentalizzazione contro i suoi meriti, da parte di "<i>chi ha cercato o scavato nel web materiale al fine di screditare la sua professionalità</i>". Purtroppo per Coffari, alla "<i>macchina del fango</i>" in certi casi <a href="https://www.google.com/webhp?source=search_app#hl=en&q=avvocato+coffari&fp=3a8318c65db4fb" target="_blank">non serve grande sforzo</a> per scavare. <br />
<br />
<b>Crediamo che l'episodio di Cittadella dovrebbe chiamare alla protesta in primo luogo le varie associazioni federate al <i>Movimento per l'Infanzia</i> e alla richiesta di dimissioni per il presidente, Andrea Coffari.</b><br />
Ad imporlo sarebbero proprio i bei principi posti a presentazione della federazione sulla <a href="http://www.facebook.com/groups/33480557519" target="_blank">pagina Facebook</a>:<br />
<ul>
<li>"<b>Il Movimento per l’Infanzia si propone di spostare l’attenzione a favore
dell’infanzia dalla eccessiva enfatizzazione su singoli episodi di
violenza a danno di bambini, vere e proprie operazioni mediatiche che
assomigliano sempre più a dei reality show dell’orrore (...) </b>ad una nuova consapevolezza, sensibilità e civiltà sociale e giuridica a favore dei bambini".</li>
</ul>
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmnUBu9QIoZpCRwsVMUe23mb1IjM9pkJmODJ6Sr4DVE-G6HaQwFNkIF_7byca8A0f58mjARHtRHnYM91sVBiYUfSYvdRzFtB18eoqEeGWSm_XDOvrMibnH_fK-BQVT7tlOIXsQciMqk2g/s1600/realityshow.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmnUBu9QIoZpCRwsVMUe23mb1IjM9pkJmODJ6Sr4DVE-G6HaQwFNkIF_7byca8A0f58mjARHtRHnYM91sVBiYUfSYvdRzFtB18eoqEeGWSm_XDOvrMibnH_fK-BQVT7tlOIXsQciMqk2g/s640/realityshow.JPG" width="640" /></a> </div>
<ul>
</ul>
<b>Un monumento all'ipocrisia</b> del presidente Coffari: predicare bene e razzolare molto, ma molto male.<br />
<br />
Ugo<br />
<br />
<br />
P.S. - Un estratto dalla <a href="http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/1356049" target="_blank"><i>Carta di Treviso</i></a>, codice scritto proprio per tutelare i minori come Leonardo, ma sconosciuta a <a href="http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2012/10/10/news/bimbo-affidato-al-padre-portato-via-dalla-polizia-il-video-che-fa-discutere-1.5837914" target="_blank">Federica Sciarelli</a> ("<i>non capisco come si possa sostenere che un episodio avvenuto su una strada, in un luogo pubblico, non possa poi essere trasmesso, con le dovute cautele</i>"):<br />
<ul>
<li>7.<i> nel caso di minori malati, feriti, svantaggiati o in difficoltà occorre porre particolare attenzione e sensibilità nella diffusione delle immagini e delle vicende al fine di <b>evitare che, in nome di un sentimento pietoso, si arrivi ad un sensazionalismo che finisce per divenire sfruttamento della persona</b>;</i></li>
<li>8. <i>se, nell'interesse del minore -esempio i casi di rapimento o di bambini scomparsi- si ritiene indispensabile la pubblicazione di dati personali e la divulgazione di immagini, andranno tenuti comunque in considerazione il parere dei genitori e delle autorità competenti;</i></li>
<li>9. <i>particolare attenzione andrà posta nei confronti di <b>strumentalizzazioni che possano derivare da parte di adulti interessati a sfruttare, nel loro interesse, l'immagine, l'attività o la personalità del minore</b>;</i></li>
</ul>
<br />
<br />
<br />
P.S. - Movimento per l'Infanzia, <a href="http://www.movimentoinfanzia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=19&Itemid=117" target="_blank">componenti del Consiglio Direttivo 2012</a>: (nessuno dei quali sembra essersi ancora dissociato, anzi c'è <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2012/10/claudio-foti-lalienazione-parentale.html" target="_blank">chi segue Coffari in TV</a>):<br />
<ul>
<li>Presidente Avv. Girolamo Andrea Coffari</li>
<li>Co-Presidente Luciano Paolucci</li>
<li>Gabriella Folliero - pres. Etica 2001 onlus - Castelfranco Veneto (TV)</li>
<li>Amelia Izzo Presidente - pres. S.O.S Adolescenza - Caserta</li>
<li>Maria Cristina Bruno Voena - consigliere esterno -Torino</li>
<li>Maurizio Bruni - Ass. Iad Bambini Ancora - Milano</li>
<li>Maura Bartoccetti - consigliere esterno - Fabriano</li>
<li>Giovanni Ristuccia - pres. ass. S.o.s. Antiplagio - Novara</li>
<li>Alberto Sala - pres ass. Piccolo Alan - Pavia</li>
<li>Roberto Schifone - pres. ass. Oratorio Sing Oria (BR)</li>
<li>Claudio Bosetto - pres. Rompere il Silenzio - Torino</li>
<li>Claudio Foti - pres. Centro Studi Hansel e Gretel -Torino</li>
<li>Rosalba Cannoletta - pres. ass. Aurora - Catanzaro</li>
<li>Maria Rosa Berdini - pres. ass. Le Tate - Civitanova Marche</li>
<li>Carlo Stasolla - pres. ass. 21 luglio - Roma</li>
<li>Roberta Lerici - pres. bambini coraggiosi - Roma</li>
<li>Andrea Vitale - pres. APDP Parental Deficit - ROMA</li>
<li>Graziano Guerra - consigliere esterno - Vicenza</li>
<li>Laura Landi - Camere Minorili di Salerno - Salerno</li>
<li>Maria Rita Russo - resp. NOT - Salerno</li>
<li>Rosella Vitali - pres. ass. peconlus - Senigallia</li>
<li>Chiara Pallottelli - consigliere esterno - Fabriano</li>
<li>Emiliano Venditti - pres. Telefono Azzurro Cam - Napoli</li>
<li>Francesca Pallotta - pres. ass. Dafne - Belluno</li>
<li>M. Antonietta Sedani - Cooperativa La Mano - Brescia</li>
<li><strike>Vittoria Camboni - Immacolata Cusmai - l'Universo Dentro Ortona - Milano</strike> [<i>Correzione 1/11:</i>]<strike><br /></strike></li>
<li>Vittoria Camboni - pres. Associazione L'Universo Dentro- Ortona (Ch) </li>
<li>Immacolata Cusmai - Milano</li>
</ul>
<br />
P.S. - Movimento per l'Infanzia, <a href="http://www.movimentoinfanzia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=22&Itemid=120" target="_blank">Associazioni affiliate al movimento</a>:<br />
<ul>
<li>ASSOCIAZIONE MARCIA DEGLI ANGELI - FOLIGNO (PG)</li>
<li>ASSOCIAZIONE SOS ADOLESCENZA - CASERTA</li>
<li>ASSOCIAZIONE TELEFONO AZZURRO (CAM) - CAMPANIA</li>
<li>ASSOCIAZIONE S.OS. ANTIPLAGIO - NOVARA</li>
<li>ASSOCIAZIONE PICCOLO ALAN - PAVIA</li>
<li>ORATORIO SING -BRINDISI</li>
<li>AVS - SASSUOLO (MO)</li>
<li>CENTRO CTM TUTELA MINORI AURORA - CATANZARO</li>
<li>ASSOCIAZIONE IAD BAMBINI ANCORA - <a href="http://www.giardinoweb.com/joomla/plugins/editors/tinymce/jscripts/tiny_mce/plugins/paste/2"> </a>MILANO</li>
<li>ASSOCIAZIONE ETICA 2001 - <a href="http://www.giardinoweb.com/joomla/plugins/editors/tinymce/jscripts/tiny_mce/plugins/paste/1"> </a>CASTELFRANCO VENETO (TV)</li>
<li>ASSOCIAZIONE DAFNE - BELLUNO</li>
<li>ASSOCIAZIONE CENTRO STUDI HANSEL E GRETEL - TORINO</li>
<li>ASSOCIAZIONE ZONTA - SEZ. TERRITORIALE DI TORINO</li>
<li>ASSOCIAZIONE ROMPERE IL SILENZIO - TORINO</li>
<li>ASSOCIAZIONE PROGETTARSI - TORINO</li>
<li>ASSOCIAZIONE COOPERATIVA LA MANO - BRESCIA</li>
<li>ASSOCIAZIONE LE TATE - CIVITANOVA MARCHE</li>
<li>ASSOCIAZIONE BAMBINI CORAGGIOSI - ROMA</li>
<li>ASSOCIAZIONE 21 LUGLIO - ROMA</li>
<li>ASSOCIAZIONE APDP - ROMA</li>
<li>ASSOCIAZIONE ARPA - CATANIA</li>
<li>ASSOCIAZIONE PERCORSI DI CRESCITA ONLUS - SENIGALLIA</li>
<li>ASSOCIAZIONE VALORE DONNA - LATINA</li>
<li>CENTRO NOT - SALERNO</li>
<li>CAMERE MINORILI - SALERNO</li>
<li>ASSOCIAZIONE BRIXIAM VIVERE - BRESCIA</li>
<li>ASSOCIAZIONE DAFNE - BELLUNO</li>
</ul>
Ugohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com18tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-35581584139629943492012-10-19T02:28:00.000+02:002019-07-24T22:00:05.511+02:00Claudio Foti conferma: "l'alienazione parentale esiste"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0ln3VGstKPtjPdmtOV9HJh34bkPqkNE9UjYVm5otgdLmUh96H3izniHqwRUZW0cm9LBz9l9hyJtoRg5fNFtfvwdKwoEPMfc8zjnjwTe0618-JVkRJcEshTLPLPQT-1ItU3ij-48IFyAw/s1600/Foti.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="193" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg0ln3VGstKPtjPdmtOV9HJh34bkPqkNE9UjYVm5otgdLmUh96H3izniHqwRUZW0cm9LBz9l9hyJtoRg5fNFtfvwdKwoEPMfc8zjnjwTe0618-JVkRJcEshTLPLPQT-1ItU3ij-48IFyAw/s320/Foti.JPG" width="320" /></a></div>
<b> </b><br />
<b> </b><br />
<div style="text-align: center;">
<i><span style="font-size: x-small;">(<span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: x-small;">I</span></span>l</span><span style="font-size: x-small;"> dott. Foti nell'atto di deludere un amico<span style="font-size: x-small;"> - </span></span></i><i><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: x-small;"><i><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: x-small;"><span style="font-size: x-small;">F</span>onte: RaiRe<span style="font-size: x-small;">play</span></span></span></i></span>) </span></i></div>
<br />
<b>Claudio Foti</b>, psicotraumatologo piemontese del Centro Hansel e Gretel, da alcuni giorni ha ricevuto l'incarico della consulenza tecnica di parte a difesa della signora Ombretta, madre senza potestà del piccolo Leonardo, il bambino di Cittadella trascinato via da scuola nel famigerato video trasmesso (illecitamente e strumentalmente) da <i>Chi l'ha Visto?</i>.<br />
Abbiamo appena visto proprio il dott. Foti su Rai1, nella puntata di <i>Porta a Porta</i> del 17/10/12, invitato per rispondere a domande di carattere psicogiuridico e assistere così l'<b>avv. Andrea Girolamo Coffari</b>, legale della madre. L'avvocato Coffari è da sempre impegnato in una strenua e pretestuosa campagna di <b>negazionismo verso i fenomeni di alienazione genitoriale (tra cui la PAS, "sindrome di alienazione parentale")</b> ed in questi giorni, grazie al clamore sollevato dal caso di Padova, anche il grande pubblico lo sta conoscendo attraverso il vessillo del NO-PAS, un mantra ossessivo da portare in ogni trasmissione televisiva.<br />
L'avv. Coffari non dà neppure l'impressione di sostenere questa tesi al solo fine di creare un alibi o una scappatoia alla madre padovana: lo ripete indiscriminatamente per tutte le proprie clienti che si trovano nella stessa situazione (e <a href="http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=34638&typeb=0&Quando-i-drammi-infantili-servono-in-tv-" target="_blank">sono molte</a>) e in tutti i <a href="http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/2328" target="_blank">convegni</a> a cui partecipa, con piglio missionario. Forse un po' anche poiché <a href="http://negazionisti-pas.blogspot.it/p/la-devastante-infanzia.html" target="_blank">fin dall'infanzia</a> fu egli stesso vittima di un feroce conflitto tra i propri genitori e venne forzosamente allontanato per anni dalla madre, allorquando un giudice riconobbe per false ed imbeccate le accuse che il piccolo Andrea pronunciava contro suo padre (una storia che non più di un mese fa sugli stessi schermi di Rai1 veniva raccontata in una <a href="http://www.comunicazionedigenere.net/la-vita-contro-andrea-coffari/" target="_blank">patetica docu-fiction</a>).<br />
Prima ancora di diventare avvocato (dall'età di 42 anni, <a href="http://www.ordineavvocatifirenze.it/albo/vedi_scheda.php?codord=47&archivio=1&id=5295" target="_blank">stando all'Albo</a>), Coffari come volontario e con il suo Movimento per l'Infanzia combatte ogni forma di abuso e maltrattamento sui minori, tutte ad esclusione però delle sindromi e sofferenze prodotte da alienazione parentale, secondo lui "spazzatura" scientifica inesistente. Una idiosincrasia, ovvero una ragione di vita che <a href="http://www.vanityfair.it/news/italia/12/10/17/figli-contesi-genitori-separati-leonrado" target="_blank">Coffari sembra perfino in grado di tramandare</a> a quei bambini che salva dalle odiate diagnosi di PAS, sebbene il <i>modus operandi</i> di cui si faceva vanto ai convegni stia sollevando diffuso <a href="http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1099352/Una-scenata-pianificata---L-audio-che-puo-imbarazzare--la-madre-di-Padova.html" target="_blank">sdegno e sospetti</a> verso di lui (che si rafforzano se <a href="http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2012/16-ottobre-2012/non-vuoi-andare-tuo-papa-allora-devi-fare-tanti-capricci-2112284445066.shtml" target="_blank">tenta di negare le proprie parole</a>).<br />
<br />
Nel salotto di Bruno Vespa <b>l'avvocato Coffari sarà dunque rimasto molto deluso</b> quando il vecchio compagno di molte cause antipedofilia, quel dott. Foti seduto alla sua sinistra, in risposta ad una domanda di Vespa ha candidamente affermato l'esatto opposto di quello per cui immaginiamo fosse stato ingaggiato come CTP della sig.ra Ombretta [da <a href="http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html#day=2012-10-16&ch=1&v=152192&vd=2012-10-16&vc=1" target="_blank">Rai Replay</a>, al minuto 41:14]:<br />
<ul>
<li>VESPA: <i>senza scomodare le PAS e le non-PAS, è abbastanza normale che quando un bambino resta molto a lungo... quando c'è una separazione traumatica tra i genitori e il bambino resta molto a lungo con uno dei due, nel 99% dei casi con la madre, non acquisisca un sentimento positivo nei confronti del padre.</i></li>
</ul>
<ul>
<li><b>FOTI</b>: <i>Assolutamente. Noi dobbiamo distinguere <b>l'alienazione parentale, che è un fenomeno che esiste</b>.</i></li>
</ul>
Parola del dott. Claudio Foti, consulente psicologico dell'avv. Coffari.<br />
Buonanotte alla campagna negazionista? <br />
Neanche per sogno, a Coffari basterà far finta di non aver sentito.<br />
<br />
Ugo<br />
<br />
<br />
<b>Leggi anche</b>: "<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2012/10/lavvocato-coffari-e-i-buoni-propositi.html" target="_blank"><i>L'avvocato Coffari e i buoni propositi del Movimento per l'Infanzia</i></a>"<br /><br />
<br />
P.S.: dagli aficionados della materia e dell'abusologia nostrana, di questa puntata di <i>Porta a Porta</i> certamente verrà ricordato a lungo e con soddisfazione anche il brano immediatamente successivo dell'intervento di Bruno Vespa, che forse senza conoscere Claudio Foti e la sua malcelata idiosincrasia contro la possibilità delle false accuse per pedofilia, gli dice in faccia ciò che gli andrebbe ripetuto sempre:<br />
<ul>
<li><i>Per questo bambino il padre in genere viene dipinto come un mostro. Lei sa bene quante volte le madri hanno denunciato, qualche volta a proposito, qualche volta purtroppo a sproposito. <b>Quante persone sono state assolte dall'accusa di aver molestato sessualmente i bambini, per allungare i tempi del giudizio... cioè son delle tragedie assolute.</b></i> </li>
</ul>
<ul>
</ul>
Ugohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-28169610074873859812012-07-01T11:42:00.001+02:002019-07-24T22:00:05.422+02:00Sandra Pagliuca vs. disturbi dell'apprendimento<div style="text-align: center;">
<a href="http://world.std.com/%7Eshw/WebSizeDisplayView/8494.JPG"><img border="0" src="http://world.std.com/%7Eshw/WebSizeDisplayView/8494.JPG" /></a></div>
Il 12 Marzo 2011 in un paesino della provincia romana (non casualmente vicino a Rignano Flaminio) si tenne un convegno in tema di abuso sessuale dei minori, nel quale fu presentato e data lettura anche del libro "<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2010/10/eroine-la-dottoressa-palizzi.html" target="_blank"><i>Che sarà mai l'inferno</i></a>" della <b>psicologa Alessandra Pagliuca, detta Sandra</b> (<a href="http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150157109400306&comments" target="_blank">fonte DIRE</a>):<br />
<ul>
<li><i>L'associazione 'Valore donna' ha organizzato per domani alle 17, al teatro comunale di Sant'Oreste, vicino a Roma, un convegno sulla pedofilia che vedra' <b>fra i relatori la psicologa clinica Sandra Pagliuca, l'avvocato Andrea Coffari e Roberta Lerici</b>, vicepresidente dell'associazione e responsabile area Infanzia e Famiglia Idv. Partendo dal romanzo "Che sara' mai l'inferno, il potere criminale della pedofilia organizzata e la debolezza delle istituzioni", di Sandra Pagliuca, si analizzeranno i vari aspetti dell'abuso sui minori, da quello familiare a quello rituale.</i></li>
</ul>
In tale occasione il contenuto del libro di Pagliuca fu presentato al pubblico come realistico e significativo sul piano scientifico, sebbene in seguito l'autrice stessa abbia fatto marcia indietro e dato ad intendere che si trattasse di opera di fantasia.<br />
L'occasione di Sant'Oreste ci permette comunque di conoscere meglio il pensiero della psicotraumatologa salernitana, presidente di <i>Minor Amati</i> e <b>consulente tecnica della procura di Salerno</b>, molto attiva nel campo degli abusi ritualistici fin da quando negli anni '90 fu tra i periti del caso dei <b>falsi abusi cimiteriali e satanistici della provincia modenese</b>. Quel tipo di vicende raramente dimostrate e riconosciute da molti come forma di leggenda urbana (c.d. <i>satanic ritual abuse</i>), un pericoloso inghippo per il sistema giudiziario (vedi l'asilo degli orchi a Rignano Flaminio). La dott.ssa Pagliuca invece non perde occasione per rinnovare l'attestazione di fede e afferma di aver scoperto simili storie con frequenza straordinaria e impareggiata in qualsiasi altro territorio nazionale (fonte <a href="http://ricerca.gelocal.it/lacittadisalerno/archivio/lacittadisalerno/2012/03/14/18wx21403_A1.txt.html" target="_blank"><i>La Città di Salerno 14/03/12</i></a>):<br />
<ul>
<li>«<i>In 8 anni di attivitá a Salerno, sono incappata in 7 casi di abusi rituali che vengono filmati producendo business</i>»</li>
</ul>
Riportiamo dunque la trascrizione di alcuni passaggi della conferenza di Sandra Pagliuca, con particolare attenzione per la sua presa di posizione clinica in merito ai <b>disturbi dell'apprendimento</b> (e forse più in genere verso i disturbi congeniti e pervasivi dello sviluppo), la cui stessa esistenza rischia qui di essere radicalmente negata, tra domande retoriche e sulla base di riflessioni di apparente derivazione dalla psicotraumatologia degli anni '70/'80 (cfr. Bruno Bettelheim o Alice Miller):<br />
<ul>
<li>"<i>Il pensiero collettivo di noi adulti: pensiamo che i bambini parlino naturalmente di abusi, tranquilli ci aspettiamo che i bambini vengano e ci dicano la loro storia. E questa è assolutamente una fantasia che noi abbiamo, non funziona così. Ed è per questo che noi adulti, al di là del nostro lavoro, di quello che facciamo nella nostra società, abbiamo una grande responsabilità, quella di capire quando i bambini stanno male, come lo esprimono. Perché non lo esprimeranno come facciamo noi. Allora quali possono essere i disagi? Sicuramente un bambino che viene abusato, specie se viene abusato all'interno della sua famiglia, sarà un bambino assolutamente triste, problematico, pensieroso, disattento. <b>Pensate che abbiamo strutturato l'insegnante di sostegno, ormai veramente sono diventate un esercito. Ma perché non sforzarci di andare al di là di questo nome facile, disturbi dell'apprendimento. Normalmente un bambino, se lasciato libero di crescere e se è accolto, se è voluto bene e se non ha dei traumi come questi, perché non dovrebbe apprendere? E' la sua natura che glielo dovrebbe consentire. Ha un cervello che si deve sviluppare, è naturale così.</b> Ma se un bambino invece dentro c'ha l'inferno, perché l'abuso e gli altri maltrattamenti producono l'inferno, è un bambino che non ha più un'energia, come se il suo file è pieno, non può più capire, non può più pensare, non può più sperare, non è più un bambino. Quindi nei disturbi dell'apprendimento molto spesso si nascondono dei gravi problemi. Però ci accontentiamo sempre un po' di quello che rimane in superficie, per non parlare poi di altri segnali che anche molti insegnanti possono cogliere, per esempio i bambini che sono abusati possono anche, all'interno delle loro ore scolastiche per esempio, possono masturbarsi, anche coattamente. O tentare di fare giochi sessuali con i loro amichetti, in bagno, fra di loro, davanti agli insegnanti. Secondo me queste cose vanno dette, cioè voglio dire si fanno mille corsi, anche accreditati, <b>gli insegnanti che secondo me hanno un grande potere, di portare in Procura delle ipotesi di abuso</b>, devono saperle queste cose. E non sono solo questi, però sono quelli sicuramente principali: disattenzione, questa tristezza, o anche una forte aggressività e anche questa erotizzazione dei rapporti. Sono già tanti e <b>se uno è attento, anche se non è competente può vederle queste cose</b></i>".</li>
</ul>
Il cervello si deve sviluppare, "è naturale così", dunque addio disturbi dell'apprendimento? E addio anche ai disturbi dello spettro autistico, altrettanto estranei alla natura? Anche i giochetti sessualizzati, l'aggressività e la masturbazione autistica sono sempre segno di vittimizzazione traumatica? Troppi insegnanti di sostegno e pochi insegnanti investigatori? Basta logopedia e sotto con gli abbracci? Troppi neuropsichiatri competenti e troppo pochi gli educatori attenti e sospettosi?<br />
Il pensiero della consulente salernitana è decisamente in controtendenza rispetto alla neuropsichiatria contemporanea. <br />
<br />
<div style="text-align: center;">
- - -</div>
<br />
Con l'occasione riportiamo la trascrizione di altri passaggi dell'intervento di Sandra Pagliuca, che anche in questa occasione ha lanciato il proprio appello a <b>credere sempre ai segni di abuso ed alle dichiarazioni dei minori, negando per principio la possibilità di certe falsità in bocca ai minori</b> (una ideologia lecita, cui la dott.ssa Pagliuca ha dedicato anche il libro "<a href="http://www.booksprintedizioni.it/libro/Romanzo/la-bocca-della-verita-mente" target="_blank"><i>La bocca della Verità Mente</i></a>", purtroppo difficilmente conciliabile con chi intenda rivestire ruoli peritali oggettivi in tema di idoneità testimoniale):<br />
<ul>
<li>"<i>Cominciamo a diventare un po' più possibilisti: se un bambino ci racconta delle cose, perché dovrebbe raccontarci una bugia? E poi questo è un passaggio importantissimo secondo me: sappiate che i bambini quando raccontano bugie, per distinguere... quando un bambino racconta bugie s-e-m-p-r-e non racconta mai di sé come vittima, perché noi siamo stati bambini, ma quando noi ci inventavamo i giochi tra di noi, ma chi di noi voleva fare lo sfigato? Chi di noi si voleva identificare nella vittima? Nessuno di noi, perché non è normale pensare così. Ognuno di noi bambino pensa di sé come un eroe, come un vincente. Quando un bambino parla di abuso parla di sé come l'ultima ruota di un carro già rotto, parla di una vittima delle vittime, parla di uno che ha vergogna di sé, che si sente lui di essere stato aggressore. Quindi, quando nei racconti dei bambini a qualunque livello ci vengono fatti, ci sono delle storie di sfigati, di appestati, dovete già dar per scontato che sta dicendo la verità. Perché psichicamente un bambino non parlerebbe mai a suo scapito</i>".</li>
</ul>
Secondo questa ferrea logica dell'utilitarismo puro, dalla psicodiagnosi minorile andrebbe dunque negata in un sol colpo ogni possibilità a: Disturbo Fittizio (cod. F68.1 della classificazione diagnostica ICD-10), Sindrome di Munchausen per Procura (cod. T74.8), Simulazione (cod. Z76.5) e inoltre varie forme di Disturbi da Dissociazione/Conversione (cod. F44).<br />
La scienza neuropsichiatrica considera infatti diverse possibilità per una presentazione non realistica e peggiorativa da parte del soggetto, anche nei minori; Pagliuca sostiene invece che esista solo l'abuso vero e lascia intendere che l'utilizzo di altre categorie interpretative derivi da ignoranza, tabù ed insensibilità (argomentazioni in larga parte mutuate dal suo primo maestro <a href="http://www.cshg.it/Documenti/InterventiDownload/Negazionismo.pdf" target="_blank">Claudio Foti</a> e dalla psicoanalista Alice Miller): <br />
<ul>
</ul>
<ul>
<li>"<i>Quelli che contrastano la verità dei minori, secondo me lasciatemelo dire sono persone che non hanno mai visto bambini abusati nella loro vita. Perché chi di noi ha questa sfortuna, sa che un bambino che subisce abusi e che racconta di averli subiti è un bambino a cui è stata tolta l'anima</i>"</li>
</ul>
<ul>
<li>"<i>Questa è la storia dei bambini abusati, questa è la storia di chi se ne vuole occupare. Non di chi se ne occupa, perdonatemi, di chi se ne vuole occupare. Perchè ricordatevelo questo, veramente un bambino maltrattato e abusato ci porta in un circuito difficile da credere, molto difficile da credere. Si tratta di avere la volontà ed il coraggio di lavorare sui nostri tabù: ma perché noi dovremmo credere che una madre abusa del proprio figlio? Perché dovremmo credere che un padre e una madre abusano del proprio figlio? Perché credere questo degli <b>abusi rituali, purtroppo frequentissimi?</b> Anche un nonno, anche uno zio, anche dei parenti possono abusare dello stesso bambino. Ci fa male pensare questo, è una cosa orribile, che non si può pensare, la nostra mente non può contenere questa roba così difficile da digerire. Ma questo non può essere però il motivo per il quale, se c'è un bambino che ci racconta queste cose, noi dobbiamo non credergli. Questo no, questo è scorretto, perchè solo perché io non riesco a mettere in crisi le mie certezze, i miei bisogni di certezze, perché negare ad un bambino proprio la possibilità di diventare un adulto libero?</i>"</li>
</ul>
<ul>
<li>[in riferimento alle teorie del falso ricordo, citate nel precedente intervento dell'avv. Andrea Coffari] "<i>Io aggiungo una cosa, che chi parla così dei bambini, dei bambini abusati, è perché è ignorante, perché non la conosce la dinamica dell'abuso, non sa che cosa produce, perché poi nei bambini che sono suggestionati o eteroindotti eccetera, ma mica ci vai a trovare i vissuti nel bambino non abusato. I vissuti i bambini che mentono io non ne ho mai visti nessuno. Ma quelli che sono suggestionati a mentire non hanno i vissuti propri dei bambini abusati, non hanno sentimenti di impotenza, non ce li hanno. Sembra una bugia, come si inventa un sentimento di impotenza? Che ti fa riconoscere un bambino anche a distanza, perché un bambino non può sentirsi impotente, un bambino si sente grandioso. Non ha la sessualizzazione traumatica, perché un bambino si dovrebbe masturbare dieci volte, o per dieci ore al giorno? Perché dovrebbe avere la conoscenza della sessualità? Ma come ce l'hanno questa conoscenza? Non ce l'hanno, non la possono avere. (...) <b>Bisogna smantellare queste teorie, perché sono quelle che sono accreditate</b> e si basano sicuramente anche magari sulla buona fede dei clinici, che appunto se anche loro come noi hanno dei tabù, è chiaro prestano il fianco alla teoria che gli lascia intatti i tabù. Poi due cose: primo, non so chi di voi sa che il padre di Hitler era un ebreo. Non so di chi voi lo sanno, era ebreo ed era un torturatore. Hitler è un bambino torturato. Ne ha dovuti uccidere sei milioni. Non ci conviene continuare su questa strada</i>". </li>
</ul>
<ul>
<li>"<i>L'infelicità della nostra condizione di quando eravamo bambini e di quelli che lo sono attualmente è di non essere potenti, non hanno le nostre possibilità, loro non hanno la nostra potenzialità, noi possiamo gridare, possiamo protestare, possiamo metterci i migliori regali del mondo, possiamo convincere con la dialettica, ma un bambino come fa a fare questo? E se noi adulti non prestiamo loro la voce, le gambe e l'intelligenza e la saggezza e anche un po' proprio secondo me proprio il saper vivere... perché <b>mia mamma lo ricordo che diceva che i bambini sono la bocca della verità. E lo dice anche la Bibbia</b>. Ma com'è che noi ce lo siamo scordato, perché non crediamo più all'innocenza dei bambini? Che ci è successo?</i>"</li>
</ul>
Alla dott.ssa Pagliuca, consulente dei PM di Salerno, va dato atto almeno di riconoscere che le teorie contro cui si sta scagliando sono accreditate nel mondo scientifico.<br />
Più di quelle di Bruno Bettelheim, della Bibbia o di sua madre.<br />
<br />
Ugo<br />
<br />
<br />
<b>Vedi anche:</b><br />
"<a href="http://www.francoangeli.it/ricerca/Scheda_libro.aspx?id=16133" target="_blank"><i>La Cicogna Miope</i></a>" (Franco Angeli, 2008) di <b>Maria Teresa Pedrocco Biancardi</b>, psicoterapeuta bolognese e già consigliere CISMAI:<br />
<ul>
<li>"<i>La protagonista di questo testo si chiama Chiara. Vittima di violenze gravissime nella famiglia biologica, diagnosticata “insufficiente mentale” e affetta da sindrome pre-psicotica, Chiara viene accolta da una coppia, prima affidataria e poi adottiva; inizia qui il suo lungo percorso verso la “normalità”, fatto anche di cure psicologiche, che questo volume documenta</i>".</li>
</ul>
Un libro di poco precedente al romanzo "<i>Che sarà mai
l'inferno</i>", in cui viene presentato il caso "Chiara" (questo asseritamente basato su una storia vera)
sovrapponibile per molti aspetti a quello della romanzata bambina "Perla" di
Sandra Pagliuca. Innegabili le assonanze tra le due psicotraumatologhe, sulla scia dei residui della contestatissima <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Bruno_Bettelheim" target="_blank">scuola ortogenetica di Bettelheim</a>, entrambe sembrano suggerire che deficit di sviluppo e comportamenti problematici di tipo autistico siano interpretabili come esito traumatico di abusi (soprattutto sessuali) anziché come forme di neurodisabilità congenita:<br />
<ul>
<li>"<i>la lettura degli inevitabili comportamenti disfunzionali del bambino o del ragazzo in termini di conseguenze post-traumatiche</i>" (<a href="http://books.google.it/books?id=YMjTl67NV9QC&pg=PA15&dq=Pedrocco+Biancardi+Sperase+%22La+cicogna+miope%22&hl=it&ei=P9PPTqu9A5DbsgaGre25DA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CDMQ6AEwAA#v=onepage&q=Pedrocco%20Biancardi%20Sperase%20%22La%20cicogna%20miope%22&f=false" target="_blank">pag. 17</a>)</li>
</ul>
Ugohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com17tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-64527110071397403812012-05-28T18:15:00.000+02:002019-07-25T00:25:42.351+02:00Dietro la bufala di Rignano Flaminio (1)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.affaritaliani.it/upload/Bu/0004/Bufala3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="263" src="http://www.affaritaliani.it/upload/Bu/0004/Bufala3.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Sipario sul processo per il dannato <b>caso dell'asilo Olga Rovere di Rignano Flaminio: <i>IL FATTO NON SUSSISTE</i>, quegli orrendi abusi sessuali pedosatanisti ritualizzati non sono mai avvenuti ai danni dei piccoli alunni</b>, nessuno li ha mai toccati nelle parti intime, trascinati in case dell'orrore o costretti a bere pozioni di sangue.<br />
Così ha determinato la sentenza del Tribunale di Tivoli, emessa oggi dal collegio presieduto dal giudice <b>Mario Frigenti</b>. Va in soffitta dunque l'indagine più scabrosa del decennio, pervicacemente condotta dal <b>PM <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/search/label/marco%20mansi">Marco Mansi</a></b> in caccia di una organizzazione criminale pedosatanista da horror b-movie: infatti fiction giudiziaria si è dimostrata essere.<br />
Tornano a respirare i <b>cinque imputati innocenti</b>, cui va tutta la nostra solidarietà umana, almeno fino alla prevedibile nuova chiamata al processo d'appello; quando le procure italiane prendono simili cantonate, di solito ci tengono ad andare fino in fondo e percorrere tutti i gradini, tanto è tutto a spese dello Stato e del proprio non si rischia.<br />
Come a spese dello stato resterà la <a href="http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/05/05/una-consulenza-da-80-mila-euro.html">salatissima parcella</a> per la consulenza tecnica della psicoterapeuta ingaggiata dai Carabinieri per conto del PM, <b><a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/search/label/marcella%20fraschetti%20battisti">Marcella Fraschetti Battisti</a></b>, demolita in aula e da oggi ufficialmente relegata nel cassetto degli errori di valutazione scientifica.<br />
Stesso destino per le conclusioni della neuropsichiatra <b>Angela Giganti, perito del GIP</b>, la quale non si è limitata a valutare solo la idoneità testimoniale delle minori (come sarebbe suggerito dalle linee guida) ma si avventurò pure in avventati giudizi colpevolisti sull'attendibilità delle rivelazioni, i quali in realtà non competono all'onnipotenza dei medici della psiche.<br />
<br />
Oggi la stampa darà ampio spazio alla vicenda giudiziaria processuale, certo senza rinunciare del tutto all'ipocrita balletto tra colpevolisti ed innocentisti che tanto piace alle <i>tricoteuse</i> dei pomeriggi televisivi. Eppure qualcosa di più sulle responsabilità e gli errori anche nel <b>contorno extragiudiziale</b> di questa dolorosa bufala andrebbe detto (anche bravi giornalisti d'inchiesta come <a href="http://www.ilpost.it/stefanonazzi/2010/09/24/sapremo-mai-cose-successo-a-rignano-flaminio/" target="_blank">Stefano Nazzi</a> saltano proprio i passaggi più rilevanti).<br />
E non parliamo solo dell'orgia inarrestabile di commentatori colpevolisti, che <i>dopo</i> l'esplosione mediatica del caso si sono affannati a cercare uno spicchio di visibilità sulla pelle degli innocenti e dei bambini manipolati. Un caso su tutti la <b>ex-presidente del CISMAI, Roberta Luberti</b>, la quale il 15 maggio 2007, infastidita dalle proteste garantiste che si alzavano dalla pubblica opinione contro una indagine evidentemente mal fatta, diramò il <a href="http://www.cismai.org/ScaricaFile.aspx?ID=30&T=1">comunicato-gogna</a> <span class="st">"<i>Processi mediatici e diritti delle vittime: da <i>Cogne</i> a <i>Rignano</i> Flaminio</i>"</span> incline a giustificare perfino questo tipo di caccia alle streghe, vergognoso per <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2007/11/la-cacciatrice-ii.html" target="_blank">colpevolismo pregiudiziale allusivo</a> ed <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2007/11/la-cacciatrice-i.html" target="_blank">illogicità</a>. Tutto in nome dei bambini, of course. Scuse alle innocenti educatrici della Olga Rovere mai pervenute, adesso appaiono indispensabili.<br />
<br />
Parliamo soprattutto di chi è intervenuto nella <i>genesi iniziale</i> del sospetto e dell'indagine...<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://lnx.lacuradelgirasole.it/wp-content/uploads/2009/Responsabili/Montecchi.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="241" src="http://lnx.lacuradelgirasole.it/wp-content/uploads/2009/Responsabili/Montecchi.png" width="320" /> </a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b>prof. Francesco Montecchi</b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
(fonte: http://lnx.lacuradelgirasole.it/) </div>
<br />
<span style="font-size: large;"><b>Le valutazioni del Girasole</b></span><br />
<br />
I lettori del blog ben conoscono la nostra lunga polemica verso il comportamento dei sanitari del <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2007/06/bambino-ges.html" target="_blank"><b>"Progetto Girasole" dell'Ospedale Bambin Gesù</b></a> (oggi "<a href="http://lnx.lacuradelgirasole.it/i-referenti-del-centro/" target="_blank">La Cura del Girasole onlus</a>", si sono messi in proprio sull'onda lunga del caso di Rignano e delle decine di famiglie che si pretendeva fossero state abusate e quindi auspicabilmente meritevoli di psicoterapie antiabuso).<br />
Il primario prof. <b>Francesco Montecchi</b>, riconosciuta personalità nel campo dell'abusologia, assieme alla psicologa <b>Catia Bufacchi (ai tempi referente regionale CISMAI per il Lazio)</b> ed allo staff del Bambino Gesù, già nel 2006 si assunsero impropriamente il compito di valutare tramite strumenti psicologici la compatibilità di decine e decine di allievi della Olga Rovere con l'ipotesi di abuso (giudizio espressamente sconsigliato dalla Carta di Noto), ai fini di indirizzarli alla denuncia giudiziaria o meno.<br />
Un lavorio psicologico parallelo a quello degli organi di giustizia, ed anzi preliminare per molte delle famiglie che sono state indirizzate solo in seguito all'ufficio del procuratore, in barba al principio della riduzione al minimo delle occasioni di valutazione dei minori testimoni. Non è stato reso pubblico il contenuto di queste pseudo-perizie stilate all'ospedale pediatrico romano, che forse sul piano formale non avranno attribuito colpe certe, ma che indubbiamente hanno coltivato in molti genitori il sospetto che il proprio bambino avesse subito immani abusi. Al di là delle pilatesche conclusioni scritte in fondo alle relazioni
cliniche del team psicanalitico romano, non sarà che queste famiglie
hanno ricevuto al Bambin Gesù anche qualche commento un po' troppo
libero e spintarelle a credere all'incredibile?<br />
<br />
Il possibile ruolo cruciale del percorso Girasole nel pettinare l'isteria giudiziaria collettiva che nasceva a Rignano Flaminio è stato molte volte riaffermato (<a href="http://espresso.repubblica.it/dettaglio/bimbi-abusati-due-volte/1604487" target="_blank">da l'Espresso</a>):<br />
<ul>
<li><i>Tutto inizia nel luglio scorso quando un'alunna della Olga Rovere di 3 anni e mezzo comincia a comportarsi in modo anomalo: tocca gli organi sessuali dei suoi cani, si masturba e simula amplessi con i suoi orsacchiotti. <b>I genitori la portano nel miglior centro di Roma: il Progetto Girasole dell'ospedale Bambin Gesù. La dottoressa li gela: "Non sono comportamenti normali per la sua età. Riproduce quello che ha visto o che ha subito. Forse a scuola"</b>. La coppia si confida con le mamme e i papà dei compagni. A pensarci bene, anche loro hanno notato qualcosa di strano</i>.</li>
</ul>
<ul>
</ul>
Lo stretto riferimento ai giudizi del progetto Girasole fu chiaramente ribadito dall'Avv. Cardamone, parte civile di alcune famiglie accusanti, nella puntata di Matrix del 07/01/2009: <br />
<ul>
<li>«(...) <span style="font-style: italic;">Da parte
nostra mai abbiamo additato qualcuno come responsabile degli abusi o
altro, abbiamo sempre sostenuto che comunque questi abusi ci sono stati.
Torno indietro soltanto venti secondi, perchè dopo i pediatri di
Rignano e prima della dott.ssa Fraschetti Battista, <span style="font-weight: bold;">questi genitori si sono rivolti al Bambin Gesù, hanno seguito un percorso terapeutico al Bambin Gesù</span></span> (MENTANA: "<span style="font-style: italic;">Lo spiego, il Bambin Gesù, per chi non lo sapesse, è quell'ospedale romano dedito soprattutto...</span>") <span style="font-style: italic;"><span style="font-weight: bold;">...specializzato nella valutazione e nella... ecco nell'esistenza degli abusi sessuali sui bambini</span>. E questi genitori sono usciti tutti da lì, e io lessi una di queste cartelle cliniche <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/06/bestemmie.html">in una precedente trasmissione</a>,
con la diagnosi di uscita, evidentemente un bambino sottoposto a un
trauma di natura sessuale extrafamiliare. Stiamo parlando di, sempre, di
quelle venti famiglie che si sarebbero dovuti inventare tutto. Quindi
prima i bambini c'hanno gli arrossamenti, poi <span style="font-weight: bold;">il Bambin Gesù gli dice così</span>,
poi la consulenza tecnica disposta dal PM conferma l'esistenza degli
abusi, (...)</span>» [<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2009/01/il-gioco-della-sabbia-del-prof.html" target="_blank">per approfondimenti</a>] </li>
</ul>
Che questa sia stata la percezione dei genitori lo ha confermato infinite volte anche Arianna Di Biagio, la portavoce dell'<b>AGeRiF</b> (associazione delle famiglie accusanti), ad esempio nella puntata di Matrix del 17/12/2007:<br />
<ul>
<li>"<span style="font-style: italic;">Ci
sono dei genitori che hanno sporto denuncia formale, solo dopo aver
ricevuto il referto scritto da parte del Bambin Gesù. Questo non perché
altrimenti non lo avrebbero fatto, come assunzione di responsabilità,
però proprio per avere la <span style="font-weight: bold;">prova provata</span></span>". [<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2007/12/lagerif-ed-il-girasole.html" target="_blank">per approfondimenti</a>]</li>
</ul>
<br />
Per tacere infine del prof. Montecchi stesso, il quale a manette calde se ne usciva con l'ormai tristemente nota <a href="http://roma.repubblica.it/dettaglio/Ho-visitato-io-quei-bambini-ed-e-vero-sono-stati-abusati/1292749" target="_blank">intervista a Repubblica</a> in cui sostenne che <b><i>«una vicenda così grossa non è possibile inventarla»</i></b> e che dei bambini dell'Olga Rovere che avevano subito violenza <b>«<i>posso dire soltanto... parecchi</i>»</b>. Una drammatica imprudenza per la quale l'eminente neuropsichiatra venne ufficialmente ripreso dalla direzione del Bambino Gesù. Il prof. Montecchi commentò poi il fatto in una intervista rilasciata per la puntata del 7 novembre 2008 alla trasmissione radiofonica "<span style="font-style: italic;">Te la do io Tokio</span>" di Centro Suono Sport 101.5:<br />
<ul>
<li>MONTECCHI: «<span style="font-style: italic;">Che un bambino
abusato, raramente descrive gli abusi che subisce, ma prioritariamente
li esprime con dei segni del disagio, cioè il bambino esprime la sua
sofferenza, più che [incomprensibile] una situazione di abuso. Questa
sofferenza, passa o attraverso le strade della fragilità e quindi il
bambino si ammala spesso, oppure fa dei disturbi psicosomatici
soprattutto nell'area dei disturbi fisiologici, quindi disturbi del
sonno, disturbi del controllo sfinterico e dell'alimentazione e cioè
quindi comincia a non dormire più, ha incubi notturni, ha dei flashback
cioè gli compare improvvisamente l'immagine dell'evento traumatico e
smette di mangiare correttamente o si abboffa troppo. Altri bambini
possono manifestare delle crisi d'ansia o delle depressioni, depressioni
perchè sentono di avere sperimentato un qualcosa che non è proprio di
un bambino, sentono di non essere stati sufficientemente protetti.</span>»</li>
</ul>
<ul>
<li>INTERVISTATORE: «Qualcuno dei bambini dell'Olga Rovere presentava questi sintomi?»</li>
</ul>
<ul>
<li>MONTECCHI: «<span style="font-style: italic;">Mah, quello che viene descritto dalle cartelle cliniche che sono state esibite, <span style="font-weight: bold;">ci sono dei bambini che presentavano questi sintomi</span>.</span>»</li>
</ul>
Questa fu dunque la matrice <b>verificazionista</b> della genesi del caso, ignara del rischio di pretestazione e dei doveri di diagnosi differenziale. Ma proseguiva Montecchi: <br />
<ul>
<li>INTERVISTATORE:
«All'inizio delle indagini lei ha detto che per rispetto della privacy
non poteva dire quanti bambini avessero subito degli abusi, ma che
secondo lei erano parecchi. Ripeterebbe quella frase allo stato attuale
delle cose?»</li>
</ul>
<ul>
<li>MONTECCHI: «<span style="font-style: italic;">Eh
vede, quello era in un momento storico della mia professione, proprio
le dicevo nel passaggio dall'uscita dall'ospedale e tornare libero
insomma, quindi io vorrei non esprimermi perchè ebbi un problema con
l'ospedale e in quanto che... fintanto che lavoravo nell'ospedale, ogni
notizia clinica che si dava alla stampa doveva essere autorizzata
dall'ufficio stampa della presidenza dell'ospedale. Uscendo
dall'ospedale io non ero più vincolato a questo obbligo, però a
tutt'oggi io credo che devo rispettare comunque quell'impegno che io
avevo verso l'ospedale.</span>» [<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2008/11/da-mentana-marione-il-rigurgito-di-mr.html" target="_blank">per approfondimenti</a>]</li>
</ul>
Il prof. Montecchi ad un anno dalla sua prima sparata sembrava aver capito solo di dover rispettare i formalismi dell'ufficio stampa, apparentemente ignaro che la violazione della privacy era il male minore, mentre dai giudizi avventati del proprio reparto queste famiglie derivarono solidi convincimenti sul drammatico passato dei propri figli, oggi confutati. A chi dovranno credere adesso questi genitori, al distante giudice Frigenti di Tivoli, che ha avuto tempo e modo di valutare il quadro complessivo, o a quegli empatici neuropsichiatri che nel 2006 coccolarono le loro ansie, senza instillare sufficienti semi di dubbio e oggettività medica?<br />
<ul>
<li>"<i>Nessuno leverà dalle teste di questi genitori che i loro figli hanno subito qualcosa</i>" [stamattina l'avvocato di parte civile ai microfoni di SkyTG24]</li>
<li>Alla lettura del verdetto "<i>i genitori dei bambini hanno urlato contro i giudici e hanno preso poi a calci e pugni la porta dell’aula</i>" (<a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/28/rignano/244003/" target="_blank">da Il Fatto Quotidiano</a>)</li>
</ul>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://politici.openpolis.it/politician/picture?content_id=262" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://politici.openpolis.it/politician/picture?content_id=262" width="144" /></a></div>
<br />
<br />
<span style="font-size: large;"><b>Il dott. Cancrini e la "sindrome post traumatica"</b></span> <span style="color: red;">[update 04/06/12]</span><br />
<br />
Il prof. Montecchi ed il team del Girasole non furono purtroppo neppure soli. Anche l'altro famoso medico abusologo di Roma, il dott. <b>Luigi Cancrini, lo psichiatra che dal 1998 dirige il "Centro di Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia" (CABMF)</b>, visitò nel 2006 molte delle famiglie denuncianti azzardando ipotesi diagnostiche e avanzando proposte terapeutiche della cui validità ci sarebbe oggi motivo di dubbio. Ed anch'egli non rinunciò a comunicare a mezzo stampa i propri pareri (<a href="http://www.ildue.it/notizie/carcere/Dettaglio2.asp?offset=7050&ID=24765" target="_blank">10/05/2007</a>):<br />
<ul>
<li><i>L'accusa è «fondata su fatti seri» ma «è giusto» che il dibattimento segua i suoi tempi. Lo sostiene lo psichiatra Luigi Cancrini, deputato Ds, che si occupò della vicenda di Rignano Flaminio <b>raccogliendo, fin dall'inizio della vicenda, le testimonianze di alcune famiglie coinvolte. «Per me - sostiene l'esperto - quei colloqui sono attendibili</b> e poi c'è la sofferenza dei bambini e dei genitori, una sofferenza altissima che va rispettata». Commentando la scarcerazione di cinque dei sei presunti colpevoli, Cancrini dice di essere «<b>soddisfatto che queste persone non siano in carcere fino alla <u>condanna</u></b>. Non ci può essere reiterazione del reato nè occultamento delle prove». Tuttavia - prosegue - «ho letto i documenti, mi sembra che il comportamento della Procura sia giustificato. <b>Le accuse sono fondate, si basano su fatti seri. </b>Ci saranno altri momenti del dibattimento». L'odierna scarcerazione, a suo avviso, «dovrebbe aiutare a far svelenire il clima» in cui è caduto un intero paese. <b>Cancrini tiene anche a sottolineare che i bambini, alcuni dei quali saranno a breve seguiti dal centro che dirige, «stanno male. Vivono una sindrome post traumatica</b> che dà inquietudine, crisi notturne, regressione, comportamenti sessuali marcati. E c'è la sofferenza anche dei genitori» da non sottovalutare. </i></li>
</ul>
E per fortuna che anche il dott. Cancrini nel 2007 fosse soddisfatto che "queste persone", ovvero le maestre indagate, non siano rimaste in carcere fino alla <strike>condanna</strike> (sentenza, dott. Cancrini, la parola giusta in questi casi sarebbe "sentenza").<br />
Un altro preteso grande esperto, che scopriamo tecnicamente del tutto ignaro degli obblighi della diagnostica differenziale e che a questa catastrofe aveva voluto aggiungere l'insulto mediatico e deontologico.<br />
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Contro questi "processi mediatici" e il disagio dei bambini trascinati nel contagio dichiarativo, la dott.ssa Roberta Luberti e gli altri responsabili del CISMAI hanno finora sempre taciuto, chiusi nella malcelata speranza che le scuole italiane siano frequentate da bande pedosataniste da poter combattere eroicamente a colpi di valutazioni psicologiche.<br />
Se al Tribunale di Tivoli i cinque innocenti imputati si sono trovati contro una folla di oltre 20 famiglie ed una richiesta complessiva di risarcimenti per oltre 25 milioni di euro, un pezzo di responsabilità potrebbe ascriversi all'intervento del ex-team della neuropsichiatria dell'Ospedale Bambino Gesù e ai pareri del CABMF, <a href="http://www.cismai.org/CoordinamentoSoci.aspx?R=7" target="_blank">entrambi centri affiliati CISMAI</a>.<br />
A fronte della sentenza odierna, il prof. Montecchi e la dott.ssa Bufacchi faranno finalmente un chiaro passo indietro ed un gesto riparatore, oppure ci si <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2007/11/le-contraddizioni-del-filantropo.html" target="_blank">nasconderà</a> ancora dietro alle <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.it/2007/10/lo-strano-caso-del-dr-montekkyll-e-mr.html" target="_blank">mille verità possibili</a> nel fatato mondo interno della psicoanalisi?<br />
E dopo la catastrofe di Rignano Flaminio, gli organi di stampa continueranno a credere così ciecamente alla fondatezza degli accertamenti di "abuso compatibile" che escono dagli studi psicologici, dai reparti di neuropsichiatria o dalle associazioni antipedofilia?<br />
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<span style="font-size: large;">[continua, parte II: "<i>Massimiliano Frassi e la pista satanista</i>"]</span></div>
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P.S. nell'attesa, quello che volevo scrivere suppergiù l'ha appena pubblicato Leonardo blog: "<a href="http://leonardo.blogspot.it/2012/05/non-si-esce-dal-castello.html" target="_blank"><i>Non si esce dal castello</i></a>"</div>
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UgoUgohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com34tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-52265981282462759002011-01-15T18:31:00.008+01:002019-07-24T22:00:05.569+02:00Il dott. Foti e la Carta di Noto<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://pmimages.worthpoint.com/thumbnails2/1/0208/22/1_50b2e33d26809ee57680eb7a621fdd8d.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 150px; height: 150px;" src="http://pmimages.worthpoint.com/thumbnails2/1/0208/22/1_50b2e33d26809ee57680eb7a621fdd8d.jpg" alt="" border="0" /></a>Nel 2001 il dott. <span style="font-weight: bold;">Claudio Foti</span>, presidente del Centro Hansel & Gretel di Moncalieri, fu invitato al Consiglio Superiore della Magistratura per tenere un intervento al corso di formazione “<span style="font-style: italic;">Giudice penale e giudice minorile di fronte all’abuso sessuale</span>” (C.S.M. Roma, 17-19 settembre 2001). Il testo dell'intervento del dott. Foti è consultabile <a href="http://www.cshg.it/Interventi/Foti3.htm">sul sito</a> della sua associazione.<br /><br />Merita una segnalazione l'attacco di Foti contro "una certa psicologia forense", i cui destinatari non vengono però citati, come doveroso nelle sedi tecnico-scientifiche, ma solo allusi attraverso riferimenti alla Carta di Noto e ad una presunta ideologia filocriminale:<br /><ul><li>"<span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Una certa Psicologia Forense (pensiamo per es. alla “Carta di Noto”)</span><span style="font-style: italic;">, con il pretesto di contrastare gli interventi suggestivi sul bambino, sembra in realtà interessata a suggestionare lo psicologo valutatore nel senso di colpevolizzare con un’ideologia tecnicistica qualsiasi suo atteggiamento teso a favorire un clima relazionale e comunicativo che consenta al bambino di raccontare la propria verità, rinforzando così le difese e le difficoltà del bambino alla narrazione della propria esperienza – difese e difficoltà comunque già presenti in lui, sia provenendo da una situazione di menzogna, di confusione, di fraintendimento o di induzione, sia, a maggior ragione, provenendo da una situazione di abuso realmente sperimentato. </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">L’ideologia della Psicologia Forense rinvia in ultima analisi all’interesse sociale che la determina: l’interesse dell’imputato a garantirsi l’impunità</span><span style="font-style: italic;">. La sua pretesa più radicale è quella di tentare di dimostrare che qualsiasi atteggiamento di coloro che hanno raccolto le rivelazioni della presunta vittima ha in qualche modo potuto sporcare la spontaneità e l’autenticità di quelle rivelazioni, le quali pertanto risulterebbero contaminate e pertanto non attendibili</span>".</li></ul>Ancora dal sito dell'associazione Hansel & Gretel, consultiamo l'<a href="http://www.cshg.it/Interventi/InterventiDownload/Appunti%20Psicologia%20Forense.pdf">abstract</a> di un recente intervento del dott. Foti al corso di formazione per magistrati "<span style="font-style: italic;">La gestione dei dati scientifici nei processi in materia di abuso su minori</span>" (CSM, Roma, 3 dicembre 2008):<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Chi sono i protagonisti del conflitto culturale sul tema della validazione del presunto abuso? Da un lato psicologi ed operatori che, puntando sull’ascolto clinico, possono entrare in contatto con vittime sempre meno disponibili a subire il segreto, l’imbroglio, il senso di colpa associati all’abuso, vittime che sono in grado di aprirsi nella misura in cui si sviluppano nuove possibilità relazionali ed istituzionali di ascolto partecipe (Gordon,1994) e di rispetto del codice dei sentimenti (Goleman, 1995); <span style="font-weight: bold;">dall’altro lato avvocati e psicologi, specializzati nella difesa di indagati e di imputati di reati sessuali sui minori, tendono a sviluppare tesi funzionali alla difesa dei loro assistiti</span>, cercando di dimostrare essenzialmente che comunque non esistono procedure psicologiche o giudiziarie per accertare con sufficiente certezza un abuso eventualmente sussistente.</span></li></ul> <ul style="font-style: italic;"><li>(…) <span style="font-weight: bold;">La committenza di quest’ultima scuola di pensiero</span> è data da un nuovo soggetto comparso sulla scena sociale negli ultimi due decenni del secolo scorso con l’aumento vertiginoso deiprocedimenti penali per abuso e pedofilia: gli imputati di reati sessuali ai danni di minori, con uno specifico interesse alla propria autodifesa e con una forte capacità di negoziazione sociale e giuridica, sono diventati, direttamente o indirettamente, un importante committente di difese e perizie legali, di pressioni giornalistiche, di ricerche sperimentali (Pope, Brown, 1996). La committenza dei clinici spinge comunque a <span style="font-weight: bold;">tenere la mente aperta a diversi ipotesi</span> piuttosto che una sola. Il committente bambino chiede in ogni caso di essere ascoltato: quando ha subito una vittimizzazione sessuale, che tende spesso ad essere minimizzata o negata dal suo ambiente, ma anche quando ha espresso una rivelazione riconducibile a ad un’induzione strumentale e patologica di un adulto oppure ad un fraintendimento ansioso oppure ancora ad un grave disagio che l’ha spinto a mentire. La committenza dell’indagato e dell’imputato è maggiormente rigida. Essa non chiede: “Voglio essere compreso”, bensì - inevitabilmente – “Voglio essere scagionato!”. (...)</li></ul> Sebbene sia sempre encomiabile lo sforzo del dott. Foti nel ricordare i pericoli del tecnicismo e dell'ascolto privo di empatia (non gli rivolgeremo contro la medesima accusa di pretestuosità), diventano incondivisibili e semplicemente aberranti le dichiarazioni verso cui scivola pur di criticare le difese degli imputati, il mondo dell'accademia della psicologia forense e la Carta di Noto (il cui contenuto non interpreta correttamente e conseguentemente critica in modo illogico).<br />Le generalizzazioni di Foti non lasciano spazio ad alcun consulente difensivo di sottrarsi alle sue offese deontologiche. Verrebbe voglia di chiedere al dott. Foti se ha mai riflettuto sui motivi per cui nelle moderne democrazie venga concesso agli imputati il diritto di difendersi in autonomia ed a testa alta di fronte ad un giudice terzo: <span style="font-style: italic;">perchè non dare la giustizia in mano alle sole procure, visto che sono animate da consulenti così autosufficienti, empatici e spinti dai PM solo a tenere la "mente aperta"?</span><br />Il tentativo di dimostrare l'altrui pregiudizialità, si trasforma in una involontaria dimostrazione della propria.<br /><br />Ma non è questo il punto della nostra contestazione.<br />Siamo invece colpiti soprattutto dall'idea che ad ascoltare certe dichiarazioni, vi fosse in quelle occasioni <span style="font-weight: bold;">un auditorio fatto di magistrati, pubblici ufficiali</span> chiamati a consumare parte del proprio impegno retribuito per ricevere formazione tramite quei seminari:<br /><ul><li><span style="font-style: italic;">a che livello dev'essere scesa la </span><span style="font-style: italic;">dignità garantista della </span><span style="font-style: italic;">nostra magistratura, se davvero nessuno dei presenti ha protestato per l'argomentazione allusiva e diffamatoria o chiesto rettifiche immediate?<br /></span></li><li>e quanto tempo dovremo aspettare ancora, prima che una qualsiasi autorità giudiziaria chieda al dott. Claudio Foti di non far perdere tempo al CSM con teorie complottiste e di interrompere l'insulto alla deontologia dei colleghi che incontra nelle aule?</li></ul>UgoUgohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-39185760916266856022009-06-14T12:00:00.014+02:002019-07-25T01:02:23.226+02:00Master of puppets<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://lnx.dittaferrara.it/portale/components/com_virtuemart/shop_image/product/eb9b63314ccfa248ac2f053cedaf88e3.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 346px; height: 498px;" src="http://lnx.dittaferrara.it/portale/components/com_virtuemart/shop_image/product/eb9b63314ccfa248ac2f053cedaf88e3.jpg" alt="" border="0" /></a>Dal blog di <span style="font-weight: bold;">Massimiliano Frassi</span>, scopriamo nell'<a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/20749865">articolo di ieri</a> che il presidente di <span style="font-style: italic;">Prometeo onlus</span> e sedicente esperto di pedofilia, sarebbe in possesso addirittura di ben <span style="font-weight: bold;">4 titoli di master</span>:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Durante il mio <span style="font-weight: bold;">terzo master in criminologia (terzo di quattro!)</span> studiai, presso l’università di Bristol, la relazione tra il sexual offender e l’ambiente che lo circondava</span>".</li></ul>Quattro master son proprio tanti tanti. E se c'è il punto esclamativo, allora dev'essere certamente vero.<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAb92wXNGfz7krA82drYNngvk5oQOtjXZJBGJEWI6WGSTxACHLgYu5ExQ_mp9ef0mNrNgpIXY3bBWI9826uh4MQ3pOiCGvrFCntb9Q-6_eRggL2NoetzmdKTn7UZK-rYzTumeQ5PfUXDQ/s1600/quattromasters.jpg"><img style="display: block; margin: 0px auto 10px; text-align: center; cursor: pointer; width: 466px; height: 64px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAb92wXNGfz7krA82drYNngvk5oQOtjXZJBGJEWI6WGSTxACHLgYu5ExQ_mp9ef0mNrNgpIXY3bBWI9826uh4MQ3pOiCGvrFCntb9Q-6_eRggL2NoetzmdKTn7UZK-rYzTumeQ5PfUXDQ/s400/quattromasters.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5496052678024446978" border="0" /></a><br />Poco importa se all'<a href="http://www.bristol.ac.uk/prospectus/postgraduate/2009/taught_progs/SSLF">Università di Bristol</a> non risultano <span style="font-weight: bold;">master in criminologia</span>, si vede che c'erano quando Frassi vi studiò. O forse Frassi sta confondendo il termine "master" con qualcos'altro, sarebbe utile che chiarisse meglio.<br />Difficile invero trovare università dove si rilascino tanto facilmente al primo venuto dei titoli di studio specialistico in criminologia, senza richiedere come prerequisito nemmeno il possesso di una <span style="font-weight: bold;">laurea in legge/medicina/scienzeumane</span>. Per chi come Frassi ne fosse sprovvisto, l'Università di Bristol indica come <a href="http://www.bristol.ac.uk/prospectus/postgraduate/2009/prog_details/SSLF/479"><span style="font-style: italic;">entry requirements</span> ai programmi LLM</a> (master in legge) almeno "<span style="font-style: italic;">a recognised professional legal qualification</span>". Per accedere ad un <a href="http://www.bristol.ac.uk/prospectus/postgraduate/2009/prog_details/SSLF/478">Advanced Award in Legal Studies</a> (che non sarebbe comunque equiparabile ad un master), la politica accademica prevede invece maglie più larghe, ai candidati basta "<span style="font-style: italic;">demonstrate that they have sufficient experience and education to benefit from the programme</span>".<br /><br />Può darsi che Frassi li abbia convinti mostrando la <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=4&ip=10&iv=10&im=102">medaglia dell'FBI</a>.<br />O forse sta solo sparando fanfaronate galattiche.<br /><br />Purtroppo dovremo tenerci la curiosità, sappiamo che Massimiliano Frassi non ama la trasparenza e difficilmente vorrà accettare di rendere pubblici i propri titoli di studio, a cominciare dalla laurea conseguita. Ci auguriamo però che il prossimo funzionario o politico che vorrà assegnare a Frassi un pubblico incarico (sia esso un <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/19025989">corso alla Polizia</a>, o una perizia), prima gli chieda almeno di documentare il proprio curriculum con carte timbrate e non solo con punti esclamativi.<br /><br /><div style="text-align: center;">- - -<br /></div><br />Comunque sia, non nutriamo dubbi che Frassi un po' di criminologia a Bristol la possa aver studiata davvero, anche perchè egli nel brano immediatamente successivo del suo sgangherato articolo, riesce ad esprimere finalmente un concetto sensato e competente. Vediamo quale.<br /><br />Frassi si rivolge qui ai membri di un <span style="font-weight: bold;">comitato di cittadini reggiani</span>, nato spontaneamente a difesa di un indagato per pedofilia, ammonendoli affinché essi non trasformino il proprio umano sostegno, in una battaglia troppo urlata ed irrigidita sulla pregiudiziale ipotesi della sua innocenza.<br />L'abusologo bergamasco li avverte del rischio che, così facendo, essi stiano impostando un potenziale <span style="font-style: italic;">conflitto di lealtà</span> ed una eccessiva <span style="font-style: italic;">identificazione con un falso Sé</span>, col risultato di bruciare il terreno attorno al loro protetto e precludergli ogni futura possibilità di ravvedimento, o di elaborazione di una colpa, che andrebbe considerata possibile almeno in linea di principio. Frassi cita loro l'esempio di un sex offender, abile a dissimulare sotto inchiesta:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Paradossalmente tanto più la gente gli credeva (grazie anche al fatto che lui era stato bravo a proclamarsi innocente…la spiego male e velocemente per brevità, ma sono certo che mi capirete), tanto più a condanna avvenuta lo stesso tentava il suicidio. Perché a condanna avvenuta il castello creato incominciava ad incrinarsi, la facciata a crollare e lui, per difendersi, si toglieva di mezzo. Parlo ovviamente di pedofili accertati e non mi rivolgo al vostro caso, noooo….però vi suggerirei un altro tipo di approccio. Perché questo, quello cioè che avete in corso, potrebbe un giorno diventare pericolosissimo per il vostro assistito. E non vi libererete dai sensi di colpa, se allora darete la colpa a chi l’ha attaccato…… Vi consiglio pertanto di stargli vicino (ci mancherebbe altro, nessuno lo criticherebbe), ma da privati cittadini. Senza manifestazioni di piazza o altro, avrete peraltro tutto il tempo per farle se si scoprirà essere un povero innocente. Portare i processi in piazza, organizzare corsi dal titolo “Chi è il bambino”, attaccare associazioni anti pedofili….bhè non sono certo atteggiamenti scaltri, rispettosi ed intelligenti, tutt’altro……</span>"<br /></li></ul>Questa raccomandazione di Frassi difficilmente potrà toccare i cuori di Michela e Federica, le due donne del comitato che <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/20749877">si erano lamentate</a> della sua pregiudizialità e a cui il sedicente abusologo si è degnato adesso di dedicare una risposta piena di infantile sarcasmo, dopo che egli già in passato ne aveva insultato più volte il comitato, talvolta anche con mezzi <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/19216425">immondi</a>.<br />Se egli avesse voluto tenere un canale di riflessione con questo comitato, forse avrebbe prima dovuto evitare di <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/tag/pino+la+monica">sbattere</a> per mesi il loro tutelato già come un orco sulle pagine del proprio blog, in mancanza finora di qualsiasi pronunciamento di condanna. E' irritante sentire proprio uno come Frassi, pontificare adesso sull'importanza di non inchiodarsi da soli a verità pregiudiziali.<br /><br />Ciò non toglie che, in astratto, il consiglio di Frassi rispetta una logica fondata e per una volta almeno rivela uno spunto di vera competenza criminologica.<br />Ma allora... perchè Frassi non si accorge che, <span style="font-style: italic;">a parti invertite</span>, proprio il suo medesimo ragionamento dimostra anche la pericolosa gravità dei comportamenti tenuti dall'<span style="font-weight: bold;">associazione Prometeo</span>, nei casi giudiziari di cui si occupa?<br /><br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://files.splinder.com/90c6d4e18752c665f0d6c085bc8aeeca.jpeg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 212px; height: 300px;" src="http://files.splinder.com/90c6d4e18752c665f0d6c085bc8aeeca.jpeg" alt="" border="0" /></a><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-size:130%;"><span style="font-weight: bold;">Da questo pulpito?</span></span><br /></div><br />Il 27 maggio scorso, la <a href="http://www.falsiabusi.it/archivio/notizie/79.html">Corte di Appello di Brescia</a> presieduta dal giudice Mario Sannite ha nuovamente <span style="font-weight: bold;">assolto le </span><span style="font-weight: bold;">due suore Orsoline</span>, che furono accusate di orrendi stupri collettivi verso i bambini dell'asilo che gestivano a <span style="font-weight: bold;">Cazzano Sant'Andrea (Bergamo)</span>.<br />La loro condanna in primo grado fece pensare ad un nuovo asilo degli orrori, un altro caso di presunto "<span style="font-style: italic;">satanic ritual abuse</span>", che alla prova dei fatti si dissolve invece come una bolla di sapone e mostra la sua vera natura di fenomeno di suggestione collettiva, basata su isterismi popolari e cialtroneria del sistema inquirente.<br /><br />Le prime (infondate) segnalazioni di due famiglie bergamasche contro le suore, furono raccolte nel 1999 proprio dallo <span style="font-weight: bold;">sportello di Prometeo onlus</span>, forse da Frassi in persona, e girate ai suoi amici in polizia giudiziaria. La pubblica accusa venne poi condotta dalla <span style="font-weight: bold;">PM Carmen Pugliese</span>, amica personale di Frassi e regolare ospite dei convegni di Prometeo, la stessa che <a href="http://www.adiantum.it/bin/file/Pi%C3%B9%20Maltrattamenti%20ma%20molte%20denunce%20sono%20strumentali%20%20art%20e%20Tab.jpg">nel gennaio 2009</a> scopriva improvvisamente il rischio di false accuse di violenza sessuale, ma nel 2000 dava ancora straordinario credito alle fantasie pedosataniste di Frassi ed alle bizzarre dichiarazioni riportate dalle mamme di quei bambini.<br /><br />Deontologia vorrebbe che, se un'associazione antipedofilia segnala un caso alle autorità giudiziarie e smista le famiglie a servizi di cura psicologica, su quel caso si mantenga poi un rigoroso riserbo e una disinteressata astensione.<br />Niente di tutto ciò per Frassi, che scatenò invece più volte il suo blog e i suoi collaboratori al linciaggio pubblico delle suore, solo per attirare altra attenzione su di sé. In seguito più volte vi furono pubbliche prese di posizione contro Prometeo, ad esempio il 3/07/04 in un articolo sull'Eco Di Bergamo gli si intimava di chiedere scusa:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">(...) per tre anni le religiose non si sono dovute difendere solo dalle accuse mosse dai magistrati, ma anche dai giudizi (e pregiudizi) velenosi di chi è abituato a emettere sentenze irrevocabili prima ancora che la giustizia abbia fatto il suo corso. Sui siti internet di rumorosi paladini dell’antipedofilia si possono ancora oggi leggere ingiurie infamanti nei confronti delle due religiose ultrassessantenni</span>"<span style="font-style: italic;"> </span></li></ul>Scuse mai pervenute. Son passati 5 anni e altre due sentenze, ma Frassi resta lì impalato, sempre uguale a sé stesso ed alle proprie peggiori fantasie. Sul suo blog, i vecchi articoli che parlano del caso sono ancora taggati sotto la voce "<a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/tag/suore+pedofile"><span style="font-style: italic;">suore pedofile</span></a>".<br /><br />Si badi che in questo caso, la critica a Frassi e Prometeo onlus non è relativo mica solo a una questione di mala-propaganda e diffamazione sistematica delle suore; visto il suo comportamento successivo, appaiono leciti dubbi anche sulla obiettività delle delicate operazioni iniziali di raccolta anamnestica e segnalazione giudiziaria, che associazioni come Prometeo e soggetti non qualificati come Frassi, si arrogano in base a non-si-sa-quale ruolo istituzionale.<br /><br />Della nuova assoluzione delle due suore Orsoline ne ha dato notizia anche <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/20639201">il blog di Frassi</a>. A denti stretti, per minimizzare l'assoluzione si reinventa però una categoria giuridica ormai da tempo cancellata dal nostro ordinamento giudiziario:<br /><ul><li>"<span style="font-weight: bold; font-style: italic;">PROVE INSUFFICIENTI!</span><span style="font-style: italic;"> Come previsto assolte ieri le suore, con la seguente motivazione: insufficienza di prove</span>."</li></ul>Forse a Bristol, di certo non in Italia. Poco male, non scopriamo certo adesso l'ignoranza giuridica e la partigianeria del Frassi.<br />Furioso per la seconda sconfitta giudiziaria in pochi giorni, per entrambi i suoi cavalli di battaglia dell'abuso pedosatanista collettivo (dopo la recentissima conferma dell'assoluzione anche in appello per le maestre dell'<a href="http://www.falsiabusi.it/archivio/notizie/75.html">asilo Sorelli di Brescia</a>), Frassi sembra reagire stavolta in modo ancor più scomposto del solito e, in una sorta di psicodramma privato, urla al mondo che Prometeo non ha perso proprio nulla e che i suoi scopi non erano mica stati compresi:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">C’è probabilmente gente che pensa che il nostro lavoro sia quello di <span style="font-weight: bold;">fare la caccia ai pedofili</span>. Festeggiando a caviale e champagne quando vengono condannati e cadendo in depressione quando sono assolti. Inutile dire come questa gente (solitamente minoritaria e di parte, ma questo è un altro discorso) non abbia capito, per dirla con un francesismo, un cazzo! Poiché il nostro compito non è quello di fare processi di piazza, o caccia alle streghe, bensì di dare voce alle vittime (spesso con toni volutamente alti, frutto più di un grido di dolore che di arroganza!!!!!) e di dare sostegno alle stesse. Questo il nostro compito. Inutile, peggio, <span style="font-weight: bold;">ridicolo, attribuircene altri</span></span>."</li></ul>In questa affermazione, Frassi stesso parrebbe confermare che gli operatori di Prometeo <a href="http://il-giustiziere-lafabbricadeimostri.blogspot.com/2008/03/la-dottoressa-valentina-gheza-e-la.html">non stappano la classica bottiglia di champagne</a>, quando festeggiano le condanne di presunti pedofili nei processi in cui sono interessati.<br />Il resto lascia invece delusi: dunque Frassi non avrebbe mai voluto dare, anzi "fare" la caccia ai pedofili, maddai? Come glielo spieghiamo adesso a tutti quei suoi fans, che l'anno scorso hanno perfino comprato da Prometeo la maglietta "<a style="font-style: italic;" href="http://files.splinder.com/87f3d0d6924c18652d34947ed0f68cb1.jpeg">I'm a pedohunter</a>"? Son previsti rimborsi?<br />I lettori del suo mondo-blog dovranno abituarsi a tempi di magra, niente pù processi di piazza né mostri sbattuti in prima pagina?<br />Non è un caso se Frassi adesso schiuma contro quei cloni, che sul web lo stanno superando a destra:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Non siamo un blog fatto di articoli copia e incolla, né la vetrina per poveri frustrati analfabeti che nella vita non sanno cosa fare e <span style="font-weight: bold;">si danno </span><span style="font-weight: bold;">identità e ruoli, che non hanno, né si meriterebbero</span>…..</span>"</li></ul><a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/02/autocritica.html">Non è la prima volta</a> che ci rammarichiamo che a Frassi manchi uno specchio, quando lancia certe invettive. Fortuna che nel suo caso ci son ben quattro master in criminologia a legittimare il suo ruolo, no?<br /><br />Di sicuro, nessun altro blogger potrà mai battere Frassi per punteggiatura <span style="font-style: italic;">pulp</span>, dagli "esclamativi di garanzia", a tutte quelle <span style="font-weight: bold;">serie di puntini</span>, raramente tre alla volta come prassi, ma in sequenze creative, degne di un dialetto morse ... .. ...... .. .... (<a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&im=106">le</a> <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&im=116">stesse</a> <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&im=118">che</a> <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&im=117">si</a> <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&im=119">ritrovano</a> <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&im=124">anche</a> <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&im=215">in</a> <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&im=226">molte</a> <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&im=255">delle</a> <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&im=110">anonime</a> "storie vere di abuso" che vengono pubblicate nella sezione "<a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?cl=2&im=3&ip=0"><span style="font-style: italic;">Le vostre testimonianze</span></a>" del sito di Prometeo).<br /><ul><li>[P.S.: che siano i puntini messi a casaccio, il famoso <span style="font-style: italic;">sintomo patognomonico mancante</span> della sindrome da vittimizzazione da abuso sessuale?]</li></ul><br />Se c'è qualcosa di tragicamente ridicolo in questa storia, è la faccia tosta di un improvvisato scrittore, che per un decennio ha cercato con ogni mezzo di diventare il punto di riferimento italiano per tutte le cacce alle streghe pedofile e oggi rinnega il proprio passato, senza però chiedere scusa e rifondere i danni.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-size:130%;"><span style="font-weight: bold;">Dalla parte dei bambini, sempre?</span></span><br /></div><br />Pur di distogliere l'attenzione dalle fallimentari crociate di Prometeo, Frassi fa finta di preoccuparsi oggi del comitato reggiano. Eppure egli nemmeno sa se, in caso di eventuale dimostrazione di colpa e condanna (il processo è in corso), essi vorranno magari cambiare registro ed aiutare il proprio protetto ad elaborare un diverso percorso. Valido il consiglio, ma lasciamogli almeno il beneficio del dubbio, no?<br /><br />Invece, di Frassi e Prometeo purtroppo già abbiamo visto che neanche dopo la dimostrazione dell'errore, essi sospendono la cavalcata del delirio, né iniziano ad occuparsi del vero problema di quei bambini.<br />Stiamo parlando proprio del danno da impropria <span style="font-weight: bold;">vittimizzazione giudiziaria dei bambini</span> protagonisti delle vicende di falso abuso collettivo in tre asili tra Bergamo e Brescia, sui quali la Prometeo si è catapultata.<br />Entusiasta di poter gridare anzitempo al pedofilo, Frassi come un burattinaio ha organizzato le famiglie, indirizzato bambini a psicologi selezionati, preparato le loro audizioni, brigato con i procuratori e gli agenti di polizia giudiziaria, montato una durissima campagna mediatica, in cui perfino molti degli stessi genitori sono stati irresponsabilmente reclutati come collaboratori attivi.<br /><br />Le stesse parole con cui Frassi oggi fa la predica al comitato reggiano sui rischi del pregiudizio, a rileggerle dovrebbero suonare sinistre anche per lo stesso abusologo:<br /><ul style="font-weight: bold;"><li><span style="font-style: italic;">quello cioè che avete in corso, potrebbe un giorno diventare <span>pericolosissimo per il vostro assistito</span>. E non vi libererete dai sensi di colpa, se allora darete la colpa a chi l’ha attaccato…… </span></li></ul> Non è esattamente ciò che razzola tanto male a Bergamo e Brescia?<br /><br />Per capirne qualcosa di più su cosa combina l'<span style="font-style: italic;">Associazione Prometeo</span>, vediamo il riassunto che ne dava Frassi stesso in un <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=0&ip=1&iv=1&im=53">articolo</a> tratto da Famiglia Cristiana:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Composto da una trentina di volontari, tra i quali medici, psicologi, insegnanti, ma <span style="font-weight: bold;">anche genitori</span><span style="font-weight: bold;"> toccati dalla piaga della pedofilia</span>, "Prometeo", che collabora stabilmente con le Procure di Milano, Bergamo e Brescia, si è dotata di un centro d’ascolto che offre consulenza, accompagnamento del minore abusato, <span style="font-weight: bold;">preparazione del bambino al colloquio e alle udienze in tribunale</span>, che a volte possono rappresentare un’ulteriore violenza sulla piccola vittima. Di recente l’associazione ha inaugurato nella zona del Basso Sebino anche un "gruppo di auto-aiuto" per genitori di figli abusati: «Una specie di piccolo consultorio, in cui il <span style="font-weight: bold;">condividere e verbalizzare l’esperienza traumatica</span> contribuisce a far superare l’inevitabile fortissimo senso di colpa che accompagna queste coppie, e a far sopportare i tempi lunghissimi dei processi», spiegano a "Prometeo</span>".</li></ul> Oppure, da una <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=0&ip=1&iv=1&im=38">intervista</a> a Massimiliano Frassi:<br /><ul><li>D: Ti ho visto spesso insieme ai tuoi operatori fuori dalle aule di Tribunale. In paziente attesa. Cosa fate esattamente e puoi aiutarci a capire chi è il pedofilo che vi ritrovate ad affrontare al giorno d’oggi?</li></ul> <ul><li>R: «<span style="font-style: italic;">Cosa facciamo?! Aspettiamo. Non così pazienti come dici di vederci, ma aspettiamo. Che finisca il processo, le vittime escano e possano trovare qualcuno che le accolga. Le accompagni fuori, anche solo per un caffé. Si faccia carico della loro sofferenza. Delle loro lacrime. Di quei racconti che hanno fatto loro rivivere tutto quanto. Ampliandone il dolore. Magari mentre a pochi metri di distanza “lui” il predatore sbadigliava annoiato o le sfidava, ridendo…..</span>»</li></ul>Frassi <a href="http://ricerca.quotidianiespresso.it/gazzettadireggio/archivio/gazzettadireggio/2007/05/12/EA2PO_SA402.html">ammette</a> di aver raccolto in molti casi le "anamnesi" ed i racconti dei bambini, addirittura prima che questi venissero sentiti dalle autorità giudiziarie:<br /><ul><li>«<span style="font-style: italic;">In alcuni casi precedenti <span style="font-weight: bold;">abbiamo realizzato anamnesi</span> sui bambini, e poi inviato un fascicolo con i loro racconti in procura</span>».</li></ul>Quanta sollecitudine, forse temeva che le procure non avessero i mezzi per compiere da sole quelle delicate operazioni irripetibili? E siamo certi che l'associazione Prometeo si sia avvalsa sempre di professionisti certificati per tali operazioni, o se ne sarà occupato Frassi in persona?<br />Non riteniamo che i master di Bristol lo abilitino all'esercizio delle professioni medico/psicologiche.<br /><br /><div style="text-align: center;">- - -<br /></div><br />I maxi-processi di Bergamo e Brescia si stanno concludendo, dimostrando inequivocabilmente l'errore di genitori ed inquirenti della prima ora. Eppure gli stessi, forse comprensibilmente incapaci di liberarsi di un soverchiante senso di colpa, ancora danno la colpa dei sintomi fittizi dei minori, agli stessi fantomatici pedofili che senza successo hanno finora accusato. E trovano conforto solo rinchiudendosi nell'abbraccio di Mr. Prometeo, che li pettina con la propria <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/12341859">becera partigianeria criminologica</a>:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Per questo quando si sente parlare di “genitori che si contagiano autoconvincendosi che i propri figli abbiano subito abusi” non si può che ridere. Amaramente</span>".</li></ul>Invece di studiarsi le sentenze e dotarsi di consulenti davvero preparati a 360°, che possano fornire un sostegno valido ai loro assistiti, oggi Frassi e i collaboratori di Prometeo <span style="font-weight: bold;">inchiodano </span><span style="font-weight: bold;">ancora quei bambini in una realtà ormai disconfermata</span>.<br />"<span style="font-style: italic;">Dare voce alle vittime</span>" non è mica sempre sinonimo di sostegno, né è sempre compatibile con la deontologia psichiatrica, ma questo Frassi non sembra averlo mai studiato a Bristol, e non mostra alcuna intenzione di cambiare marcia.<br />Stiamo parlando di parecchie decine di bambini lombardi, molti dei quali nel frattempo si saranno definitivamente lasciati convincere di aver vissuto traumi raccapriccianti, solo per <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/06/kyle-zirpolo-im-sorry.html">evitare un conflitto di lealtà</a> con le isteriche aspettative dei propri genitori.<br />Peggio ancora, per alcuni di essi si teme che ad anni di distanza possano essere ancora sottoposti a <span style="font-weight: bold;">dannose psicoterapie antiabuso</span>, per una diagnosi sbagliata dalla quale non vengono liberati solo per non contrariare Frassi e le psicologhe di fiducia di Prometeo.<br /><br />Questa è la vera immane tragedia, di cui oggi le autorità giudiziarie e socio-assistenziali lombarde dovrebbero occuparsi almeno un minuto, dopo aver speso anni e milioni di euro appresso a criminologie e processi strampalati. Mentre le suore e le maestre indagate escono a testa alta dal tribunale, molti di quei bambini vanno ancora aiutati ad uscire fuori dal delirio pedosatanista in cui sono stati sprofondati.<br />Intanto la <span style="font-weight: bold;">Procura di Bergamo</span>, che pure avrebbe già tutti gli atti in mano, ancora dorme. Certo che, se dovessero decidere di scoperchiare finalmente il pentolone, la procura dovrebbe innanzitutto spiegarci <span style="font-weight: bold;">quali siano stati i criteri</span> per i quali Massimiliano Frassi e Prometeo onlus sono stati identificati come partner dell'azione giudiziaria di tutela minorile. Ma che non vengano a parlarci di troppi master in criminologia.<br /><br /><div style="text-align: center;">- - -<br /></div><br />Parafrasando Frassi stesso, agli operatori di Prometeo onlus e delle altre associazioni anti-pedofilia che si occupano di bambini vittime di presunti abusi,<br /><ul><li>consiglio pertanto di stargli vicino (ci mancherebbe altro, nessuno lo criticherebbe), ma da privati cittadini. Senza blog o altre piazzate, avrete peraltro tutto il tempo per farle se si scoprirà essere davvero una povera vittima. Portare i bambini da certi psicoterapeuti, <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/07/la-schizofrenia-dei-radicali.html">sputtanare gli imputati a Montecitorio</a>, organizzare centri di "preparazione" dei bambini alla udienza, diffamare gli avvocati della difesa….bhè non sono certo atteggiamenti scaltri, rispettosi ed intelligenti, tutt’altro……"</li></ul>Forza, Frassi. Una embrionale logica di base dimostra di averla appresa, ci sembra che serva però almeno un altro master. Al quinto, forse gli insegneranno anche qualcosa sui pericoli dei falsi abusi e sui gravi danni che possono compiere le associazioni anti-pedofilia e di sedicente tutela dei bambini, sequestrandoli a vita in una sola verità potenzialmente dannosa e non revisionabile.<br /><br />UgoUgohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-1908808848525839652009-05-13T07:20:00.001+02:002019-07-24T22:02:06.880+02:00L'avvocato Coffari, da Manhattan Beach al Masachussets<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://img2.libreriauniversitaria.it/MIT/300/135/img_135728_lrg.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 211px; height: 300px;" src="http://img2.libreriauniversitaria.it/MIT/300/135/img_135728_lrg.jpg" alt="" border="0" /></a>Ci siamo già occupati della disinformazione <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2009/03/lapodittico-presupposto.html">illogica</a> e <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2009/03/e-chi-proprio-non-vuol-intendere.html">pregiudiziale</a> che talvolta proviene dall'associazione "<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Movimento per l'Infanzia</span>" e dal suo presidente, <span style="font-weight: bold;">Avv. Andrea Girolamo Coffari</span>.<br /><br />L'avv. Coffari è reduce dalla sonora sconfitta delle parti civili al processo di appello per il <span style="font-weight: bold;">caso dell'asilo Sorelli di Brescia</span>, che è stato nuovamente riconosciuto del tutto insussistente (ovvero un falso abuso collettivo). Restano incredule le famiglie, che si erano pervicacemente convinte che i propri figli fossero stati abusati da una banda di orchi pedosatanisti, e si trovano adesso sbugiardati e costretti al pagamento delle spese processuali.<br />Pare ancor più incredulo l'avv. Coffari, che <a href="http://movimentoinfanzialazio.blogspot.com/2009/05/la-vera-storia-del-caso-mc-martin.html">promette battaglia</a>:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">In riferimento invece all’asilo Sorelli di Brescia vi è una recente sentenza della Corte d’Appello che assolve tutti gli imputati ma che per la qualità e la quantità delle testimonianze dei bambini e dei genitori, per i numerosi e inequivocabili segni trovati nelle parti intime dei bambini, ad avviso di chi ha seguito il processo come difensore della parte civile, </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">presta il fianco a pesanti censure di legittimità</span><span style="font-style: italic;"> una volta che sarà vagliata dai giudici della Cassazione</span>".</li></ul>Un'uscita davvero infelice quella di Coffari, in primo luogo perchè le motivazioni della sentenza Sorelli <span style="font-weight: bold;">non sono ancora state pubblicate</span>: egli sta cercando di spacciare già per fatti "pesanti", quelle che al momento non sono che sue mere speranze, ovvero che nella sentenza vi sia qualcosa contro cui appellarsi. Troppa fretta, brutto segno.<br />Ci risulta inoltre incomprensibile la logica per cui la presunta "quantità e qualità" degli stessi elementi probatori già portati al processo e per due volte valutati inconsistenti dalla corte, dovrebbe costituire elemento di "censura di legittimità" in Cassazione. L'avv. Coffari dovrebbe ben sapere che non può essere compito della Corte Suprema quello di rivalutare gli elementi probatori. Ma allora in quali censure sta sperando Coffari? Solo fumo, per convincere i suoi clienti a seguirlo ancora in Cassazione?<br />Non crediamo. Certe uscite sembrano piuttosto il segno di una difficoltà personale a confrontarsi con la realtà. Come un pugile suonato da un colpo da KO, l'avv. Coffari sta cercando di rialzarsi in piedi e dai suoi blog mena disordinatamente fendenti a destra e manca.<br /><br />Ecco allora che sul neonato blog del "<span style="font-style: italic;">Movimento per l'Infanzia Lazio</span>", la sua nuova collaboratrice Roberta Lerici ha pubblicato in data 11/05/09 un articolo firmato da Andrea Coffari, dal <span style="font-weight: bold;">titolo roboante</span>:<br /><ul><li>"<a href="http://movimentoinfanzialazio.blogspot.com/2009/05/la-vera-storia-del-caso-mc-martin.html"><span style="font-style: italic;">La vera storia del caso Mc Martin</span></a>".</li></ul>Finalmente, se ne sentiva il bisogno. A 26 anni di distanza dai fatti di <span style="font-style: italic;">Manhattan Beach</span>, l'ideologo del bambinocentrismo ci spiegherà che cosa è vero e cosa è falso, sul più famoso caso di presunto abuso sessuale collettivo delle moderne scienze forensi.<br />E, a sorpresa, sembra che Coffari stavolta non voglia aprioristicamente negare la versione ufficiale (per cui si sarebbe trattato di un falso abuso per suggestione collettiva); egli si limita a definirlo "<span style="font-style: italic;">complesso e controverso</span>".<br />Pur senza mai sbilanciarsi del tutto, per il Mc Martin l'avv. Coffari ravvisa comunque elementi di errore nelle indagini, di panico collettivo e di modalità di interrogatorio suggestivo ed induttivo sui bambini. Leggiamo il suo riassunto:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">All’indomani della denuncia la polizia di Los Angeles spedì una lettera a tutti i genitori dell’asilo che avevano iscritto i figli alla scuola sia per l’anno corrente che negli anni precedenti, in tale lettera si leggeva chiaramente che nell’asilo si sarebbero verificati atti di violenza sessuale a sfondo sado-masochistico e che era necessario che i genitori ascoltassero e interrogassero i loro figli che avevano frequentato l’asilo per verificare se fossero o meno stati vittime dei medesimi abusi. L’iniziativa della polizia scatenò nella piccola cittadina un vero e proprio <span style="font-weight: bold;">allarme sociale associabile ad uno stato di panico collettivo</span>, numerosi bambini furono sentiti dalla dott.ssa Kee Mc Farlane che, con <span style="font-weight: bold;">metodi poco ortodossi</span> (è necessario tenere a mente che eravamo nel 1983) quindi con il <span style="font-weight: bold;">massiccio uso di domande suggestive, di modalità relazionali induttive, addirittura in alcuni casi utilizzando l’ipnosi, con vere e proprie pressioni psicologiche</span>, ricatti e minacce per i bambini reticenti e infine premi e gratificazioni ai piccoli che invece decidevano di parlare, cominciò ad interrogare circa 450 bambini, di questi, Mc Farlane formulò ipotesi di abuso per 360, fra questi solo undici fecero delle ammissioni in sede processuale</span>".</li></ul>Più avanti, Coffari ribadisce con forza questi due punti:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">La decisione della polizia di Los Angeles di spedire una lettera a centinaia di genitori oggi è da considerarsi una <span style="font-weight: bold;">operazione scellerata e capace di scatenare una vero e proprio panico collettivo</span></span>".</li></ul><ul><li>"<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">I bambini furono interrogati con metodi polizieschi, ricattatori, domande suggestive e modalità induttive che hanno gravemente viziato alla fonte le testimonianze</span>".</li></ul>Ormai l'avv. Coffari è uno dei nostri.<br />Anch'egli dimostra di credere, almeno in linea di principio, alla possibilità dei falsi abusi sessuali collettivi, e dimostra di comprenderne alcuni potenziali meccanismi.<br />Un bel passo avanti, rispetto ad un suo recente articolo iper-negazionista scritto il 24/03/09 per il notiziario "<span style="font-style: italic;">Dire Minori</span>" (e <a href="http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/1034">riportato</a> sul blog di Roberta Lerici):<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">I condizionamenti involontari da parte di familiari o psicologi inesperti o addirittura da parte degli inquirenti rappresentano una </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">categoria del tutto sconosciuta alla comune esperienza</span><span style="font-style: italic;"> se riferita alla capacita' di questi condizionamenti, involontari, di generare delle false accuse. <span style="font-weight: bold;">Non e' dato immaginare</span> infatti, alla luce di tutte le ricerche scientifiche fino ad oggi svolte e della comune esperienza, come sia possibile involontariamente riuscire a stravolgere l'equilibrio psicologico di un bambino fino a fargli raccontare traumatici episodi di violenza sessuale</span>".</li></ul>Coffari si rimangia finalmente quella sparata e, almeno per il caso Mc Martin, inizia ad accarezzare la possibilità che certe cose esistano. Batti che ribatti, il dubbio entra anche nei pregiudizi più solidi.<br /><br />E poco importa se nel prosieguo del suo articolo sul Mc Martin, l'avv. Coffari implori il lettore di credere che tutti i casi giudiziari simili successi in Italia, siano invece tutt'altra cosa, e che non abbiano proprio nulla da spartire col Mc Martin.<br />Egli cita l'asilo di Prato, l'asilo di Calabritto, l'asilo Bovetti di Torino e "<span style="font-style: italic;">altre denunce che riguardano asili posti nei paesi o nelle città di Rignano Flaminio, Bergamo, Brescia,Verona, Valle Lucania </span><span>[sic]</span><span style="font-style: italic;">, Asti, Gravina di Puglia, Roma, Palermo</span>": per Coffari genuini episodi di pedosatanismo organizzato, indagati e dimostrati con perizia dalle nostre procure, senza gli errori e le suggestioni del Mc Martin.<br />Sì sì, come no?<br /><br />Peccato per Coffari che chiunque conosca quelle vicende, sa perfettamente quanto disastrosa e irrituale sia stata spesso l'azione degli inquirenti e dei loro consulenti. E se l'avv. Coffari leggesse più attentamente anche il <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/11/il-suo-lavoro-continua.html">nostro blog</a> e quello de "<a style="font-style: italic;" href="http://il-giustiziere-lafabbricadeimostri.blogspot.com/2007/05/la-svolta-satanica-della-prometeo-ray.html">Il Giustiziere</a>", avrebbe scoperto che tra il caso Mc Martin ed i casi di Brescia e Rignano Flaminio, non vi è solo una chiara similitudine, ma che vi sono elementi per sospettare che le indagini su questi casi italiani potrebbero essere state influenzate da metodi e pregiudizi che, attraverso <span style="font-weight: bold;">Roberta Lerici, Massimiliano Frassi</span>, <span style="font-weight: bold;">Ray Wyre</span>, <span style="font-weight: bold;">Tim Tate</span>, giungevano <span style="font-style: italic;">direttamente</span> da quegli stessi che lavorarono e sbagliarono nel 1983 a Manhattan Beach:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">When Tate had visited the United States for the Cook Report he returned with a file of so-called "Satanic indicators" (signs for investigators to look for), given to him by cult-crime "experts" involved in the McMartin Pre-school Case. According to the JET Report, he gave these to Wyre (who knew nothing until then about Satanic Abuse)</span>" (<a href="http://www.offmsg.connectfree.co.uk/broxtowe/media.htm">fonte</a>).</li></ul>Ray Wyre venne nel 2003 in Italia a parlarne ad un convegno della Prometeo di Massimiliano Frassi, portando in dono la stessa lista di "indicatori satanici". L'associazione Prometeo <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/06/onda-durto.html">piombò</a> sul caso di Brescia, che si colorì di dettagli degni di un sabba stregonesco.<br />E quando nel 2006 emersero i primi sospetti a Rignano Flaminio, la signora <a href="http://il-giustiziere-lafabbricadeimostri.blogspot.com/2007/04/la-vera-storia-dei-falsi-pedofili-di_28.html">Roberta Lerici</a> (oggi appassionata collaboratrice del <span style="font-style: italic;">Movimento per l'Infanzia</span> di Coffari) per prima cosa studiò il caso di Brescia e si mise in contatto con Massimiliano Frassi e le sue fantasticherie:<br /><ul><li>"<em>Della pedofilia non sapevo nulla. Mi sono messa a studiare. Ho scaricato da internet 2.500 file di interesse. E ne ho selezionati 600. Ho cominciato a trovare analogie con altri casi. E dopo che la preside della scuola mi aveva detto che "A Rignano sarebbe finita come a Brescia, con tante assoluzioni", ho preso contatto con l'Associazione Prometeo. Ho studiato i processi di Brescia per i fatti degli asili Abba e Serelli. Ho capito quali errori non dovevamo ripetere. Ho scoperto cos'è "l'abuso rituale" e il ruolo delle donne. Cos’é il "satanismo".</em></li></ul>Se i bambini di Brescia e Rignano Flaminio hanno parlato di tunnel, calici di sangue, maschere e cani buttati nel fuoco, proprio come quelli del Mc Martin 26 anni prima, il nesso potrebbe essere molto diretto.<br /><br />Ma non ditelo a Coffari, che resti nell'illusione di vivere nel paese dei balocchi. Basta credere a Coffari, e il nostro sistema di indagine antipedofilia vi apparirà ottimale e immune agli sbagli del Mc Martin.<br />Non gli hanno datto retta però quei giudici, che a Brescia hanno fatto a pezzi un'indagine degna del medioevo. Coffari c'era al processo, ma non sembra aver fatto caso a tutte le presunte prove poi smontate e alle manovre di suggestione invece dimostrate; il suo pensiero forse era già rivolto al futuro trionfo in Cassazione.<br /><br />A proposito del caso di Prato (in cui le famiglie accusanti vennero difese dall'<a href="http://il-giustiziere-lafabbricadeimostri.blogspot.com/2008/10/ritratti-dautore-la-compagna-elena.html">avv. Elena Zazzeri</a>, che <a href="http://il-giustiziere-lafabbricadeimostri.blogspot.com/2008/10/la-grande-abbuffata-ovvero-il-business.html">ritroviamo anch'essa</a> nella recente caporetto di Brescia), così l'avv. Coffari:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Il primo caso che si è concluso con una condanna definitiva, confermata dalla Corte di Cassazione, è quello dell’<span style="font-weight: bold;">asilo di Prato</span>, con più di trenta bambini vittime di abusi sessuali. È importante notare come la sentenza della Corte Suprema ha confermato la condanna solo per un bidello in quanto, pur essendo stato accertato che le violenze si erano verificate con la complicità di più adulti, dal tenore delle dichiarazione dei bambini si sono potuti ricostruire i fatti e individuare con certezza un solo responsabile delle violenze, purtroppo i giudici non sono riusciti ad identificare gli altri complici che pure esistevano e che oggi sono a piede libero. Una delle considerazioni più importanti che è necessario puntualizzare è che il processo di Prato </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">si è concluso con una condanna nonostante che i bambini coinvolti non siano mai stati sentiti direttamente, le testimonianze infatti raccolte sono state tutte de relato</span>".</li></ul><br />Coffari non si accorge nemmeno di darsi la zappa sui piedi, e per ben due motivi:<br /><ul><li>in primo luogo, ci segnala egli stesso il vero motivo per cui a Prato si sia giunti ad una condanna tanto assurda, ovvero che i giudici hanno accettato per buone delle fonti di prova <a href="http://il-giustiziere-lafabbricadeimostri.blogspot.com/2008/11/dichiarazioni-segrete-e-costituzione.html">intollerabili</a> per un sistema giudiziario democratico e garantista. I condannati di Prato finirono in carcere solo per le convinzioni <span style="font-style: italic;">de relato</span> di un gruppo di mamme, chapeau! E per Coffari un simile caso giudiziario dovrebbe fare scuola e fornire dimostrazioni alla scienza forense?</li></ul><ul><li>in secondo luogo, Coffari si affanna a segnalare come per alcuni di questi casi l'esistenza delle orde pedosataniste negli asili sia accertata e valida per la scienza forense, sulla base della <span style="font-weight: bold;">condanna giudiziaria definitiva</span>. Il risultato processuale come criterio di validità scientifica. Bene, ha certamente una sua logica, ma è un'arma a doppio taglio: ci domandiamo infatti se in futuro (ad esempio se la Cassazione dovesse confermare l'assoluzione per la bufala dell'asilo Sorelli di Brescia), il nostro Coffari vorrà dimostrare tanta onestà intellettuale da confermare, secondo lo stesso criterio, che anche i casi nostrani conclusi con assoluzioni per insussistenza dei fatti, possono passare alla storia come falsi abusi collettivi.<br /></li></ul><br />Purtroppo, il criterio della condanna definitiva come elemento di verità scientifica viene applicato da Coffari in modo piuttosto pregiudiziale ed induttivo. Parlando di casi statunitensi, egli omette accuratamente di citare tutti quelli conclusi con assoluzioni per infondatezza (e la <a href="http://www.religioustolerance.org/ra_rep03.htm">ricerca del FBI</a> che ne accolse per "possibili" solo tre, tra le centinaia esaminati), mentre accenna nel suo articolo solo ai due casi di condanna per abuso rituale che è riuscito a trovare:<br /><ul><li>il caso dei Fuster all'<span style="font-weight: bold;">asilo "Country Walk" di Miami</span> nel 1985, del quale segnaliamo però a Coffari ed i suoi lettori anche la <a href="http://www.ipt-forensics.com/journal/volume5/j5_1_1.htm">rivisitazione critica di Debbie Nathan</a>, che pone forti dubbi sugli elementi probatori ed espone gravi sospetti sul ruolo nella genesi del caso della pseudo-giornalista <a href="http://www.nytimes.com/1986/12/14/books/nightmare-in-country-walk.html">Jan Hollingsworth</a> (che fece la segnalazione alle autorità) e dello pseudo-psichiatra Joseph Braga (che interrogò i bambini). Si trattava di veri appassionati del caso Mc Martin, già da mesi in cerca di un caso simile in Florida, e che poi scrissero sulla vicenda il best-seller "<span style="font-style: italic;">Unspeakable Acts</span>" (vi sarebbero dei parallelismi molto interessanti da esplorare tra la Hollingsworth ed il nostro Massimiliano Frassi); [<span style="font-weight: bold;">AGGIUNTA 14/05</span>: oggi sul blog de "<span style="font-style: italic;">Il Giustiziere</span>" è stato pubblicato un tempestivo <a href="http://il-giustiziere-lafabbricadeimostri.blogspot.com/2009/05/la-vera-storia-dei-coniugi-fuster.html">articolo di Sarvan '70</a>, che specifica meglio questo caso ed espone le grandi perplessità che gravano sulla condanna ai Fuster]<br /></li></ul><ul><li>il caso degli Amirault nel 1986 all'<span style="font-weight: bold;">asilo "Fells Acres" di Malden in Massachusetts</span> ("<span style="font-style: italic;">Masachussets</span>" secondo la tastiera bambinocentrica di Coffari). Presentato anche questo come esempio valido di condanna, eppure basterebbe dare un'occhiata su <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Fells_Acres_Day_Care_Center">Wikipedia</a> per scoprire che la sentenza fu basata solo su dichiarazioni raccolte con metodi quasi coercitivi negli interrogatori dell'infermiera pediatrica <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Susan_J._Kelley">Susan J. Kelley</a> (che poi ha fatto una luminosa carriera come abusologa). La condanna subì poi per le due donne coinvolte una incredibile serie di rovesciamenti, e fu infine mantenuta sulla base del discutibile principio della necessità popolare di "finality", nonostante l'esplicito riconoscimento della corte che il loro processo non era stato giusto. Violet Amirault morì nel 1997, ancora in attesa di una sentenza definitiva, mentre Cheryl Amirault venne scarcerata nel 1999 sulla base di un ambiguo accordo col District Attorney che commutava la pena nel periodo di detenzione già svolta (una sorta di <span style="font-style: italic;">scurdammoce 'o passato</span>). Insomma, non si direbbe proprio un caso da inserire a cuor leggero tra gli abusi rituali scientificamente accertati, ma Coffari lo ha fatto (in <a href="http://mysite.verizon.net/vzex11z4/amirault.html">questo sito</a> "innocentista" si trova una storia dettagliata del processo).</li></ul>Coffari non si domanda il motivo per cui ormai da vent'anni in America non arrivano più simili condanne. Sulla base dei soli casi che si è accuratamente selezionato per darsi ragione, conclude invece così la sua carrellata partigiana:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">La verità quindi è che vi sono casi giudiziari di violenze sessuali collettive consumatisi a danno di bambini in tenera età ad opera di operatori degli asili che ospitavano le piccole vittime che si sono conclusi con un’assoluzione, <span style="font-weight: bold;">anche se rimangono casi assolutamente controversi</span>, e altri ancora che invece si sono conclusi con severe e sonore condanne nei confronti degli imputati</span>". </li></ul>Il motivo per cui solo le assoluzioni possono essere controverse e dubbie, Coffari non ce lo spiega.<br /><br /><br /><span style="font-size:130%;"> </span><div style="text-align: center;"><span style="font-size:130%;"><span style="font-weight: bold;">Le fonti di Coffari</span></span><br /></div><br />Alla pubblicazione de "<a href="http://movimentoinfanzialazio.blogspot.com/2009/05/la-vera-storia-del-caso-mc-martin.html"><span style="font-style: italic;">La vera storia del caso Mc Martin</span></a>", i commentatori del nostro blog hanno colto subito una stranezza nell'approccio di Coffari, il quale:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">da un lato ammette le domande suggestive, le indagini sbagliate, il contagio tra i genitori etc. etc. etc. (tutte condizioni, lascia intendere che "mai" si sarebbero verificate nei casi italiani....) dall'altro però, con tipico fare complottista insinua (l'accusatrice morta in circostanze misteriose, il detective suicida...) di losche manovre per mettere a tacere i testimoni!</span>" (<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2009/04/greatest-show-on-earth.html?showComment=1242128040000#c4623713791823351443">Gianni Perfetti</a>)</li></ul><br />Forse che l'ammissione della possibilità del falso abuso per suggestione, sia stata tanto sofferta per Coffari, da indurlo a non abbandonare ancora ogni speranza e tentennare sull'orlo dell'allusione al possibile mega-complotto di copertura degli abusi:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Nel 1984 <span style="font-weight: bold;">Yudy Jhonson</span>, la madre del primo bambino abusato, morì in ospedale dopo essere stata ricoverata per abuso di alcool, la causa della sua morte ancora oggi è da molti ritenuta controversa perché i familiari sostengono che fosse allergica all’alcool e che sapeva di esserlo, per tale motivo gli stessi ritengono non plausibile che fosse morta per eccessivo uso di alcool. E’ importante aggiungere che, poco tempo prima della morte, la Jhonson aveva dato chiari segni di squilibrio mentale, si era infatti barricata in casa con il figlio, Mattew, sostenendo che pure il marito aveva abusato del bambino, vi è da precisare che a Yudy Jhonson, prima della morte, era stata diagnosticata una schizofrenia paranoie.</span></li></ul><ul><li><span style="font-style: italic;">Nel 1986 il detective dell’accusa <span style="font-weight: bold;">Bynum</span>, considerato un teste fondamentale, che era riuscito a trovare dei riscontri compiendo degli scavi intorno all’asilo, venne trovato morto, apparentemente suicida, la sera prima che fosse sentito in aula</span>".</li></ul><br />Su quest'ultimo sospetto, ci risulta sia stato sollevato per la prima volta dall'archeologo <span style="font-weight: bold;">E. Gary Stickel</span>, chiamato nel 1990 da Ted Gunderson (il re dei mitomani e nostra <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/search/label/ted%20gunderson">vecchia conoscenza</a>) per condurre gli scavi sotto l'asilo alla ricerca dei famigerati tunnel descritti dai bambini.<br />Il suo report viene criticamente analizzato da <span style="font-weight: bold;">John Earl</span> nell'indagine "<a href="http://www.ipt-forensics.com/journal/volume7/j7_2_1.htm"><span style="font-style: italic;">The Dark Truth About the Dark Tunnels of McMartin</span></a>", pubblicata sull'<span style="font-style: italic;">IPT Forensic Journal</span> nel 1995, ove su questo punto <a href="http://www.ipt-forensics.com/journal/volume7/j7_2_1_26.htm">così si chiosa</a>:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">The insinuations that the McMartin defense had something to hide, that they suppressed evidence, and that Bynum's death was somehow connected to his recovery of animal remains from the McMartin property are <span style="font-weight: bold;">irresponsible and without foundation</span></span>".</li></ul><br />Merita soffermarsi anche sulle perplessità diffuse oggi dall'avv. Coffari a proposito della morte di <span style="font-weight: bold;">Judy Johnson</span> ("<span style="font-style: italic;">Yudy Jhonson</span>" per Coffari, se vuole scrivere davvero la vera storia del Mc Martin potrebbe iniziare copiando almeno i nomi giusti).<br />Andrebbe detto innanzitutto che l'allergia all'alcool <a href="http://www.salus.it/allergie/allergeni.html">non esiste</a> (sul web ho trovato <a href="http://www.medicitalia.it/02it/consulto.asp?idpost=40564">qui</a> un chiarimento più esaustivo, da parte del Dott. Corica). La Johnson morì effettivamente nel dicembre del 1986 (1984 per Coffari) per intossicazione alcoolica, ma era ben noto che bevesse, in una <a href="http://rigorousintuition.blogspot.com/2005/07/interview-with-jackie-mcgauley-part.html">intervista</a> ce lo conferma perfino Jackie McGauley (leader del gruppo dei genitori accusanti a Manhattan Beach):<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">She was allergic to alcohol. She told me that, but <span style="font-weight: bold;">started drinking</span> to escape the horror that her life had become</span>".</li></ul>Invitiamo allora l'avvocato Coffari a <span style="font-weight: bold;">citare la prossima volta anche le fonti</span> dei propri racconti, sempre che egli davvero voglia tentare la strada della documentazione scientifica rigorosa.<br />Egli non si è sprecato infatti ad indicare quale fosse la fonte di questo suo sospetto sulla morte della Johnson, ipse dixit, ma noi ce lo siamo domandati ugualmente e, sebbene non possiamo esserne certi, ci sembra che solo un autore abbia sollevato in precedenza la stessa domanda (e guarda caso, in concomitanza con dubbi sulla morte di Bynum e altri degli stessi elementi che ritroviamo oggi nell'articolo di Coffari):<br /><ul><li>"<a href="http://www.mindcontrolforums.com/alxmrtn2.htm"><span style="font-style: italic;">McMartin Preschool Revisited</span></a>" by <span style="font-weight: bold;">Alex Constantine</span> (1996)</li></ul><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Alex_Constantine">Alex Constantine</a> è un musicista e giornalista investigativo, convinto che la CIA conduca attraverso gli abusi satanici dei programmi di controllo della mente e che l'asilo Mc Martin fosse sede di esperimenti governativi di tortura sui bimbi. Autore di "<span style="font-style: italic;">Psychic Dictatorship in the United States</span>" (che contiene la sezione su "<span style="font-style: italic;">Telemetric Mind Control</span>" e quella su "<span style="font-style: italic;">CIA, Satanism & Cult Abuse of Children</span>"); ha scritto anche un libro in cui avanza la teoria che la morte delle rock star sia parte di un complotto della CIA.<br /><br />Vogliamo davvero augurarci che il presidente del Movimento per l'Infanzia, per raccontare alla nostra nazione "<span style="font-style: italic;">la vera storia del caso Mc Martin</span>", forse alla disperata caccia di un appiglio per gettare dubbi anche su questo, non sia sceso tanto in basso.<br /><br />UgoUgohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-85223904248665167722008-09-21T13:35:00.002+02:002019-07-24T22:13:02.533+02:00Snuff [III]: Prometeo Holocaust<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.cannibalholocaust.net/images/boxcovers/rerelease.gif"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 200px;" src="http://www.cannibalholocaust.net/images/boxcovers/rerelease.gif" alt="" border="0" /></a><span style="font-size:78%;"><span style="color: rgb(255, 0, 0);">«</span><span style="font-style: italic; color: rgb(255, 0, 0);">Oh santo cielo! È inimmaginabile... è orribile... non riusciamo a capire il perché di questa spietata punizione. Probabilmente è legata a qualche oscuro rito sessuale. Ma noi non possiamo accettare gli aspetti primitivi di questa... giustizia</span><span style="color: rgb(255, 0, 0);">»</span></span><br /><br /><br />(prosegue dal precedente [II]: "<a style="font-style: italic;" href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/snuff-ii-cinematografia-falso-snuff.html">Cinematografia falso-snuff</a>")<br /><br />Riprendiamo con la terza ed ultima parte dell'inchiesta sulla leggenda degli <span style="font-style: italic;">snuff movies</span> e sulla cinematografia di genere <span style="font-style: italic;">falso-snuff</span> (da "<span style="font-style: italic;">Mondo Cane</span>" a "<span style="font-style: italic;">Cannibal Holocaust</span>"), interessandoci oggi a come questo tema abbia incrociato le vicende di <span style="font-weight: bold;">Massimiliano Frassi</span> e dei sostenitori della sua associazione antipedofilia <span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Prometeo onlus</span>.<br /><br />Come era facile attendersi, nei suoi scritti allarmistici Frassi ha sempre sostenuto con vigore l'esistenza di film <span style="font-style: italic;">pedo</span><span style="font-style: italic;">-snuff</span>. Non solo, in diverse occasioni egli ha fornito pure elementi concreti, su presunti prezzi e luoghi di produzione e ritrovamento. Ad es., da un <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=0&ip=1&iv=1&im=53">articolo</a> tratto da Famiglia Cristiana:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">(...) dimostrano dove possa spingersi la pedofilia "sadica"», afferma Massimiliano Frassi, presidente dell’associazione. «Le nuove frontiere di questa perversione si chiamano <span style="font-weight: bold;">snuff-video</span>, filmati in cui i bambini vengono violentati e poi finiscono per essere uccisi. Per una di queste videocassette girate in Romania o in Bosnia, si sono <span style="font-weight: bold;">pagati a Bergamo poco tempo fa, anche 40 milioni di lire</span>. Ma c’è anche chi abusa di bambini handicappati o di zingarelli, venduti e comprati, che si trovano presso i locali campi nomadi</span>".</li></ul>Anche nel <a href="http://www.youtube.com/watch?v=GC4D5CiAnAo&e">trailer</a> di presentazione dell'ultimo libro di Massimiliano Frassi "<span style="font-style: italic;">I predatori di bambini sono intorno a noi</span>", tra i tanti minacciosi messaggi promozionali si sente:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Sapete cos'è uno snuff movie? Può essere pagato anche 100mila euro</span>".</li></ul>Le cifre propagandate da Frassi sono sempre buttate lì un po' come viene, si tratterebbe già di un aumento di 5 volte rispetto ai 40 milioni di lire della precedente citazione.<br />Di queste informazioni, come sempre mancano le fonti e qualsiasi possibilità di verifica. <span>Beato chi gli crede</span>, in fondo <span style="font-weight: bold;">Frassi non è che uno scrittore</span><span style="font-weight: bold;">, egli non deve sottostare ai doveri deontologici</span> dei ricercatori o dei professionisti di area sanitaria, ed è libero di pubblicare anche per puro spirito di fantasia.<br /><br />Non è un dettaglio, eppure molti non se ne accorgono e superficialmente danno risonanza alle storie di Frassi anche al di fuori del loro ambito. Così ritroviamo citati i libri dell'abusologo bergamasco perfino in alcuni elaborati accademici, ad es. nella tesi "<a style="font-style: italic;" href="http://www.aipgitalia.org/Lorenarota.PDF">Il pedosadismo: un silenzioso olocausto?</a>" della dott.ssa <span style="font-weight: bold;">Lorena Rota</span> per il master dell'AIPG nel 2004 (lo stesso titolo che l'anno successivo sarà conseguito dalla dott.ssa <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/06/lapprendista.html">Claudia D'Onofrio</a>). In una nota a pag. 30, viene citato un estratto delle solite bufale di Frassi, riportate in questa tesi senza alcuna verifica:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Le nuove frontiere di questa perversione si chiamano <span style="font-weight: bold;">snuff-video</span>, filmati in cui bambini vengono violentati e poi finiscono per essere uccisi. Il fenomeno, senza voler fare del terrorismo, è in forte aumento. Il primo dato è che l’età media dei bambini vittime di pedofili si è abbassata tantissimo. Oggi seguiamo bambini dai 2 ai 4 anni, mentre solo fino a pochi anni fa l’età era tra i 6 e i 10 anni. La bambina più piccola che ha subito violenza è che è sotto le nostre cure ha soltanto 16 mesi. Questo dimostra che è in atto una corsa feroce, incivile, verso un’età sempre più infantile: nelle perizie che svolgiamo per le Procure su fotografie recuperate su Internet si vedono addirittura bimbi di pochissimi mesi. Quello che notiamo, prosegue Frassi, è che al di là dell’aumento del fenomeno di per sé, c’è un incremento dell’orrore nell’orrore: oggi il pedofilo non si accontenta più solo di abusare un solo bambino, ma cerca emozioni sempre più forti. E in Paesi come la Thailandia, la Romania e parte del Sud America, riesce anche a raggiungere l’uccisione del bambino, che è la sua massima aspirazione</span>".</li></ul><br />Una delle fonti di Frassi è certamente il noto e discusso criminologo britannico <span style="font-weight: bold;">Ray Wyre</span>, maestro riconosciuto dell'abusologo bergamasco e iscritto al <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=6&ip=159&iv=159&im=161">comitato scientifico della sua Prometeo onlus</a>. In un interessante <a href="http://www.planetpapers.com/Assets/2136.php">saggio sugli snuff di Ken Harding</a>, si cita un articolo del <span style="font-style: italic;">The Times</span> del 1990 che così riferisce:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">In the same Times piece, </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Dr. Ray Wyre</span><span style="font-style: italic;">, clinical director of the Gracewell Clinic for convicted paedophiles in Birmingham, England, is quoted as having viewed snuff films firsthand in America. When contacted, however, Wyre indicated that the films he saw were "sophisticated simulations" but insisted that the FBI had a number of snuff films in their possession. He said snuff films were definitely available in England, but that he had never seen one. Detective Mick Hames, head of the Obscene Publications Division at Scotland Yard, responded to Wyre's assertions. "I'd be the first to know if there were any in Britain," says Hames. "But there just aren't. Though I understand snuff films exist in America</span>". </li></ul><br /><br /><div style="text-align: center; font-weight: bold;"><span style="font-size:130%;">Fondazione Luca Barbareschi</span></div><br />Dal 2006, uno dei più convinti e influenti supporter di Massimiliano Frassi risulta essere l'<span style="font-weight: bold;">On. Luca Barbareschi</span>, attore di fama e <a href="http://www.camera.it/cartellecomuni/leg16/include/contenitore_dati.asp?tipopagina=&deputato=d302944&source=%2Fdeputatism%2F240%2Fdocumentoxml.asp&position=Deputati%5CLa%20Scheda%20Personale&Pagina=Deputati/Composizione/SchedeDeputati/SchedeDeputati.asp%3Fdeputato=d302944&Nominativo=BARBARESCHI%20Luca%20Giorgio">neoeletto alla Camera dei Deputati</a> nel 2008, nelle file di AN/PdL. Come parlamentare, egli ha già effettuato tre <a href="http://www.barbareschiparlamento.com/2008/07/la-legge-contro-la-pedofilia/">proposte di legge</a> come primo firmatario, tutte in tema di lotta alla pedofilia e tutela minorile.<br /><br />Già in passato Barbareschi aveva prodotto stralci di informazione su questo tema, i quali risultavano purtroppo infarciti di un gran numero di errori, bufale ed informazioni inattendibili. Ricordiamo ancora un suo <a href="http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=124917&START=0">articolo</a> comparso su <span style="font-style: italic;">Il Giornale</span> nell'ottobre 2006, in cui si crogiolavano risibili <a href="http://www.bambiniscomparsi.it/missingkids/servlet/PageServlet?LanguageCountry=it_IT&PageId=1935">leggende metropolitane</a> (condite dai medesimi preconcetti antimeridionali delle <a href="http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/pedofilia-inchiesta/pedofilia-inchiesta/pedofilia-inchiesta.html">inchieste di Paolo Berizzi</a>):<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Se pensiamo che questo avviene addirittura nel <span style="font-weight: bold;">traffico degli organi</span>, dove nel Sud dell'Italia figli di famiglie al limite dell'indigenza vengono rapiti e riportati a casa a breve senza un rene o una cornea con la complicità di cliniche private e medici e a volte tristemente anche dei genitori in cambio di qualche soldo</span>";</li></ul>e si fantasticava sulla gara delle cifre dei vari mercati criminali (dati di gran lunga irrealistici, come dimostrato in una <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/11/il-sorpasso.html">nostra precedente indagine</a>):<br /><ul><li><span class="xtesto_notizie">"<span style="font-style: italic;">Fino a qualche anno fa nella classifica delle attività illegali che generano danaro sporco c'erano al primo posto il traffico d'armi, poi il traffico di stupefacenti, la prostituzione e così via a scendere... Negli ultimi dieci anni, internet a creato una nuova opportunità. Rimane sempre al primo posto il traffico d'armi, per ovvie esigenze di copione come si dice a teatro, e quello scenario difficilmente cambierà, ma balza al secondo posto di questa triste hit parade la pedofilia, seguita da un triste gregario, il traffico di organi e quindi con un leggero distacco le altre attività. Quando parlo di pedofilia intendo foto, filmati, film (i famosi <span style="font-weight: bold;">snuff movies</span><span style="font-weight: bold;"> dove si assiste in diretta ad una violenza su minore senza montaggi o effetti</span> ma con l'unica perversione di assistere in diretta a qualcosa di realmente accaduto) e tutte queste cose generano la bellezza di 11 miliardi di euro all'anno solo nel nostro Paese. Sì, signori, 22.000 miliardi delle vecchie lire. Una «finanziaria» sulla pelle dei nostri figli, e questi dati riguardano solo l'italia. Questi dati sono stati forniti dalla polizia di Cuneo al termine di una conferenza stampa tenuta con la collaborazione di una <span style="font-weight: bold;">coraggiosa organizzazione «Prometeo»</span> che da anni si batte contro questi orrori</span>".</span></li></ul>L'intesa tra Barbareschi e la "coraggiosa" <span style="font-style: italic;">Prometeo onlus</span> era dunque solida già nel 2006 e furono forse i famigerati seminari cuneesi, tenuti da Frassi e dal dott. Pastore, a convincere Barbareschi di una dimensione enormemente gonfiata del fenomeno pedopornografico.<br />L'intesa con Frassi divenne più solida nel tempo, crescendo assieme all'intenzione di Barbareschi di schierarsi in prima persona nel campo della lotta all'abuso pedofilo, di cui egli sostiene essere stato vittima ben <a href="http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=172231&PRINT=S">due volte</a>, in infanzia ed in preadolescenza (ne parla ampiamente anche nel capitolo-intervista "<span style="font-style: italic;">Dal trauma all'impegno</span>" pubblicato da Ferruccio Pinotti in "<span style="font-style: italic;">Olocausto bianco</span>").<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.fondazionelucabarbareschionlus.it/wp-content/themes/UpstartBloggerMinim/ubminim/images/header.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 200px;" src="http://www.fondazionelucabarbareschionlus.it/wp-content/themes/UpstartBloggerMinim/ubminim/images/header.jpg" alt="" border="0" /></a>La onlus "<span style="font-weight: bold;">Fondazione Luca Barbareschi - Dalla parte dei bambini</span>" venne ufficialmente inaugurata a Milano il 20 aprile 2007, in concomitanza con la presentazione del V Convegno Internazionale "<span style="font-style: italic;">Pedofilia Oggi</span>" dell'Associazione Prometeo a Boario Terme.<br />Così viene <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=6&ip=159&iv=159&im=188">riportata</a> la sua nascita sul sito web di Prometeo:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Luca Barbareschi, durante l’intervista rilasciata ieri sera, domenica 18 marzo, ad Antonello Piroso nel suo “Niente di Personale” su La7 ha annunciato il proprio impegno di difesa dei bambini vittime di molestie sessuali. Il 20 Aprile nascerà infatti la “Fondazione Onlus barbareschi”, fortemente voluta dall’attore (...) “Nella <span style="font-weight: bold;">Fondazione, che gestisco assieme all’Associazione Prometeo di Bergamo</span>, io metterò tutte le mie risorse. Voglio che questa sia una battaglia importante</span>".</li></ul><a href="http://www.mentelocale.it/contenuti/comunicati/generic_html/SezioneScelta_var_comunicato/id_comunicati_varint_4609"></a>E così, da un <a href="http://www.merateonline.it/Finestra_Zoom.asp?ID=45359&Sezione=MAIN">articolo di Merateonline</a> sul convegno di Boario:<br /><span style=";font-family:Arial,Helvetica,sans-serif;font-size:100%;" ></span><ul><li><span style="font-style: italic;">Durante il convegno è intervenuto Luca Barbareschi che ha presentato la sua Fondazione. “Questa Fondazione </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">non sarebbe nata se non avessi incontrato Massimiliano Frassi</span><span style="font-style: italic;"> e la Prometeo” ha detto un emozionato Barbareschi al folto pubblico presente. “Voglio fare un qualcosa che resti nel tempo e che dia un senso alla mia vita ed al mio passato di bambino abusato</span>”.</li></ul><br />All'inizio, la fondazione non aveva una struttura propria e si appoggiò integralmente sulla co-gestione di Prometeo onlus, alla quale Barbareschi ha detto di devolvere parte delle proprie risorse. Non aveva neppure un suo sito e il suo logo compariva sul web solo dalle pagine del <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=6&ip=159&iv=159&im=188">sito di Prometeo</a>.<br />Dal 2008, con l'avvio della campagna elettorale e l'elezione di Barbareschi a deputato, si è moltiplicato il suo impegno in questa direzione (anche dal proprio <a href="http://www.barbareschiparlamento.com/">blog</a> personale e da una pagina su <span style="font-style: italic;">Facebook</span>: "<a href="http://www.facebook.com/group.php?gid=23737754921&amp;amp;ref=ts"><span style="font-style: italic;">Stop alla pedofilia</span></a>"). Ogni tanto sui giornali rilascia interviste e non sono mancate le occasioni in cui l'abbia fatta anche un po' <a href="http://www.mentelocale.it/contenuti/comunicati/generic_html/SezioneScelta_var_comunicato/id_comunicati_varint_4609">fuori dal vasino</a>:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Fino a 4/5 anni fa di pedofilia si parlava poco o quasi niente. Non è un caso che proprio Barbareschi, attore geniale abbia acceso questa "miccia" che ha iniziato a prendere fuoco</span>".</li></ul>Anche la sua fondazione sembra essersi attrezzata adesso in modo più completo (a cominciare da un proprio <a href="http://www.fondazionelucabarbareschionlus.it/">sito web ufficiale</a>) e <a href="http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=292132">organizza iniziative</a> come la "<a href="http://www.fondazionelucabarbareschionlus.it/2008/09/09/giocofesta-21-settembre-a-milano/"><span style="font-style: italic;">Giocofesta</span></a>" milanese.<br /><br />Quest'anno Luca Barbareschi ha riconfermato la propria stima e sostegno a Frassi nell'intervista rilasciata a Pinotti per "<span style="font-style: italic;">Olocausto Bianco</span>", quando gli viene chiesto un parere sul panorama odierno della lotta alla pedofilia in Italia (pag. 177):<br /><ul><li>«<span style="font-style: italic;">Purtroppo, però, tutte queste associazioni - ne cito una su tante, la "<span style="font-weight: bold;">Prometeo</span>", che seguo da tempo perché è molto seria e i miei fondi vanno a essa perché ha uno staff medico, psicologico e di avvocati affidabile e preparato - hanno subito dei boicottaggi a livello istituzionale molto pesanti, perchè la mafia pedofila è trasversale: tocca anche la magistratura, la politica. Esistono veramente delle lobbies pedofile.</span>»</li></ul>Nella stessa intervista, Barbareschi conferma ancora le proprie credenze sugli <span style="font-style: italic;">snuff movie</span>, laddove sta parlando della nota vicenda dell'<a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=1&iv=1&im=67">arresto nel 1988</a> di un pedofilo sadico italiano da parte del FBI di New York (pag. 180):<br /><ul><li>«<span style="font-style: italic;">Era il periodo degli <span style="font-weight: bold;">snuff movies</span>. C'è tutto un mondo terribile: fanno accoppiare i bambini con gli animali, li uccidono. Poi c'è il traffico di organi, perchè alcuni li usano, li uccidono e poi un rene va da una parte, un'altra parte del corpo dall'altra... Li smontano a pezzi</span>.»</li></ul>Tutte cose di cui Barbareschi parla, senza averle mai viste e senza aver mai consultato una fonte attendibile. E per fortuna che, in un passaggio della stessa intervista (pag. 182), l'attore si fa filosofo e raccomanda ai lettori di non confondere l'opinione (<span style="font-style: italic;">doxa</span>) con la verità vera (<span style="font-style: italic;">aletheia</span>), dichiarandosi "<span style="font-style: italic;">spinoziano</span>" e vantando di avere "<span style="font-style: italic;">tirato su le mie figlie col valore della verità</span>".<br /><span style="font-style: italic;"></span><br /><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-size:130%;"><span style="font-weight: bold;">L'olocausto dell'informazione</span></span></div><br />Frassi e Barbareschi non sono che due degli infiniti esempi di chi ha fatto disinformazione sul tema, ripropagando per certo il <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/snuff-i-verit-o-leggenda.html">mito indimostrato</a> dell'esistenza degli <span style="font-style: italic;">snuff movie</span>.<br />Purtroppo, lo stesso hanno fatto anche molti presunti professionisti dell'<span style="font-weight: bold;">informazione giornalistica</span>, che alla faccia della deontologia riprendono le loro informazioni, senza pretendere prima alcuna verifica delle fonti. Ad esempio il recente libro-inchiesta di <span style="font-weight: bold;">Ferruccio Pinotti, "<span style="font-style: italic;">Olocausto bianco</span>"</span>, che è imperniato su parecchio materiale proveniente dalle fonti di <span style="font-style: italic;">Prometeo onlus</span>.<br /><br />Più che i contenuti del libro, ci colpisce il fatto che esso sembri riprendere da Frassi anche alcuni elementi stilistici, soprattutto l'insistita ricerca del colpo ad effetto. Al ragionamento sulle fonti ed al dibattito, Pinotti preferisce piuttosto rovistare nel torbido ed esibire morbosità, con foga sospetta. Se ne sono accorti al <span style="font-style: italic;">Corriere della Sera</span>, che nel numero del 12 giugno del settimanale "<span style="font-style: italic;">Magazine</span>", recensiscono il libro in 3 righe:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Sarà, ma questo libro antipedofilia ("olocausto bianco", "cancro sociale", "lobby che divora i bambini" - non erano i comunisti?) è più morboso delle morbosità che racconta</span>".</li></ul>Non ha avuto sorte migliore la già citata <a href="http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/pedofilia-inchiesta/pedofilia-inchiesta/pedofilia-inchiesta.html">inchiesta sulla pedofilia</a> di <span style="font-weight: bold;">Paolo Berizzi</span>, che i migliori blog italiani hanno cassato come due pagine "<span style="font-style: italic;">degne di Cronaca Vera</span>" (by <a href="http://www.wittgenstein.it/post/20070716_47997.html">Wittgenstein</a>) e come "<span style="font-style: italic;">il solito giochetto del sollevamento della nostra indignazione a suon di aggettivi senza nulla intorno</span>" (by <a href="http://www.mantellini.it/2007_07_01_archivio.htm#1357843919173219256">Manteblog</a>).<br /><br /><span style="font-style: italic;">Più reale del reale, più morboso del morboso</span>: viene spacciato per coraggioso giornalismo d'inchiesta, ma è in fondo la stessa anima stilistica che informa una certa letteratura fantastica (ad es. i finti libri-verità sugli sfuggiti alle sette sataniste, come "<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/search/label/fuggita%20da%20satana"><span style="font-style: italic;">Fuggita da Satana</span></a>", in cui guarda caso si parla anche di film che ritraggono il sacrificio e lo stupro di bambini) e soprattutto i cosiddetti generi "trash" del giornalismo, da <span style="font-style: italic;">Lucignolo</span> (talvolta indistinguibile dalle altre produzioni di <span style="font-style: italic;">Studio Aperto</span>, non ci siamo mica dimenticati lo speciale di <a href="http://leonardo.blogspot.com/2007/05/sbatti-il-mostro-in-prima-serata.html"><span style="font-style: italic;">Live</span> sugli asili degli orrori</a>, con intervista a Frassi ed ai genitori bresciani da lui seguiti) fino a <a href="http://www.carmillaonline.com/archives/2006/07/001844.html"><span style="font-style: italic;">Cronaca Vera</span></a>: ti raccontano delle storie di morbosità e di orrore, sparando parolacce e minacce contro quei mostri luridoni che possono fare certe cose, ma con questa scusa intanto te le raccontano, assicurandosi bene che vi sia una dovizia di dettagli morbosi sufficienti a solleticare gli istinti più bassi, sicché anche il lettore moralista possa farsi un viaggio trasgressivo.<br /><br />Riassumendo, i principali elementi di questo stile informativo:<br /><ul><li>utilizzo di retorica iper-realista, mirata soprattutto all'effetto emozionale, nella pancia delle morbosità, più che ad una riflessione metacognitiva;</li></ul><ul><li>rincorsa della bizzarria e dell'effetto incredibile, si badi, sfruttati paradossalmente come elementi di <span style="font-style: italic;">maggiore</span> credibilità (più grossa la dico e più il mio pubblico tenderà a pensare che non posso mica essere così matto da inventarmi certe cose), in aperta contraddizione con il postulato di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Carl_Sagan">Carl Sagan</a> per cui <span style="font-style: italic;">fenomeni straordinari richiedono sempre prove straordinarie</span>;</li></ul><ul><li>altri artifici, ad es. il riferimento a paesi esotici (o all'<a href="http://www.repubblica.it/2007/07/sezioni/cronaca/pedofilia-inchiesta/pedofilia-inchiesta/pedofilia-inchiesta.html">entroterra meridionale</a>), come ulteriore elemento di plausibilità per poter sostenere qualsiasi bizzarria o nefandezza.</li></ul>Guarda caso, si tratta proprio degli stessi elementi lessicali e stilistici che 30 anni fa furono tipici della <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/snuff-ii-cinematografia-falso-snuff.html">cinematografia falso-snuff</a>, ad esempio dei <span style="font-weight: bold;">falsi documentari sul "mondo selvaggio" e sui cannibali</span>. Ed oggi li ritroviamo identici, ma applicati a gran parte del giornalismo che si occupa del mondo della pedofilia (e che spesso sostiene l'esistenza degli snuff, quelli veri).<br /><br /><span>Ma che c'entrano i vecchi film sui cannibali, con le attuali inchieste sui crimini pedofili?</span><br /><span style="font-style: italic;">Che cosa hanno in comune i moderni cacciatori di pedofili, con i finti cacciatori di cannibali dei film anni '70?</span><br />Moltissimo: lo stile, il lessico, i trucchi del marketing.<br />Ad es. l'esordiente <span style="font-weight: bold;">Raffaele Verzillo</span> ha prodotto e diretto il film <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/anima-nera.html"><span style="font-style: italic;">Animanera</span></a>, ispirandosi proprio ai libri di Frassi, e per presentarlo alla stampa ha coniato un nuovo termine per i criminali dell'infanzia violata: "<span style="font-style: italic;">pedofagi</span>".<br /><br />Dei film antropofagi anni '70, oggi sappiamo per certo che si trattava solo di finzione cinematografica, mescolata a qualche immagine vera, ma sempre manipolata ai fini dell'horror cinematografico. Di loro sappiamo che era solo cinema.<br />Perchè invece crediamo ai libri dei moderni cacciatori di pedofili?<br /><br />Alcuni penseranno che è solo una coincidenza e che questi due mondi non hanno molto da spartire. I moderni abusologi neanche li avranno visti quei vecchi filmacci.<br />Magari non è una malizia di marketing, può darsi anche che Pinotti & co. non facciano altro che dare nuova forma concreta ciò che è già nell'aria.<br />A proposito di simili archetipi, ci sarebbe pure lo psichiatra <a href="http://www.volfangolusetti.it/index.htm">Volfango Lusetti</a> (ndr, primario proprio a Tivoli) che sta pubblicando libri su una personale teoria pseudo-junghiana per cui la pedofilia e altre nefandezze andrebbero reinterpretate "<span style="font-style: italic;">in una chiave che ci riporta indietro di decine di migliaia di anni, e che ha a che fare con il cannibalismo</span>".<br /><br />Forse.<br /><br />Intanto il libro-inchiesta di Pinotti, sintesi di genere allo stato dell'arte, ha scelto di chiamarsi "<span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Olocausto bianco</span>", con sottotitolo "<span style="font-style: italic;">Pedofilia, nuovo cancro sociale. Lobby potente che divora i bambini</span>".<br />Olocausto, mangiare bambini... <span style="font-weight: bold;"><span style="font-style: italic;">Cannibal Holocaust</span>?</span><br /><br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.justiceforjohnnygosch.com/images/dont_forget_my_pain_ad_iq5k.bmp"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px;" src="http://www.justiceforjohnnygosch.com/images/dont_forget_my_pain_ad_iq5k.bmp" alt="" border="0" /></a><div style="text-align: center;"><span style="font-size:130%;"><span style="font-weight: bold;">Il <span style="font-style: italic;">Mondo-blog</span> di Frassi</span></span></div><br />Una conclusione necessaria, al termine di questa lunga carrellata sulla leggenda degli <span style="font-style: italic;">snuff movie</span>: <span style="font-weight: bold;">il blog di Massimiliano Frassi, è l'ultima incarnazione di "</span><a style="font-weight: bold;" href="http://en.wikipedia.org/wiki/Mondo_Cane"><span style="font-style: italic;">Mondo Cane</span></a><span style="font-weight: bold;">" e sintesi attuale dello spirito che fu del genere "</span><span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Mondo movie</span><span style="font-weight: bold;">"</span>.<br />Il blog di Frassi è un "<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Mondo-blog</span>" sulla pedofilia.<br /><br />Così lo descrivevano sul blog <span style="font-weight: bold;">Leonardo</span> un anno fa, in un articolo dall'esplicativo titolo "<a style="font-style: italic;" href="http://leonardo.blogspot.com/2007/06/le-petit-guignol.html">Le petit guignol</a>":<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Zero bibliografia, testi urlati in caratteri di scatola, spesso ironici (o, per diretta ammissione "cinici"), e <span style="font-weight: bold;">immagini prese di pacca dai film dell'orrore</span> (dracula, zombies, eccetera). Ne risulta un <span style="font-weight: bold;">effetto "Cronaca Vera"</span> che stride non poco coi contenuti, eppure… conquista. (...) Forse è una mia idiosincrasia, ma non mi fido di chi mostra foto di bambini picchiati o uccisi. (...) che bisogno c'è di esibire la violenza? <span style="font-weight: bold;">Dove finisce il diritto di cronaca e comincia il morboso?</span> (...) se sono adulto, non ho bisogno di a</span><span style="font-style: italic;">ssistere a una decapitazion</span><span style="font-style: italic;">e</span><span style="font-style: italic;"> per capire che la decapitazione è una cosa orribile. Frassi, purtroppo (per me), mi suggerisce la stessa sensazione. È chiaro che se parli di violenze sui bambini, non hai bisogno di mostrarmi nulla per farmi inorridire. O non è chiaro? Ad ogni buon conto, qualche volta Frassi preferisce farmi vedere le immagini. Tra un dracula, uno zombie, la magliettina dedicata al suo cane (peraltro simpatica), Frassi mi fa vedere foto di <span style="font-weight: bold;">bambini piccoli neri e rossi di lividi</span>. Ne trovate (ma vi sconsiglio di farlo) il </span><a style="font-style: italic;" href="http://massimilianofrassi.splinder.com/">3 giugno</a><span style="font-style: italic;"> e </span><a style="font-style: italic;" href="http://massimilianofrassi.splinder.com/?from=125">il 26 aprile</a><span style="font-style: italic;">. La cosa sarebbe già di per sé discutibile: in dieci anni di Internet, queste sono le prime foto di bambini molestati in cui m'imbatto. Ma diventa <span style="font-weight: bold;">assolutamente fuorviante</span> dal momento che Frassi non sta parlando dei bambini delle foto, ma di Rignano Flaminio. E i bambini nelle foto non sono senz'altro quelli di Rignano, visto che le perizie non hanno fino a questo momento trovato prove di violenza fisica. Questo, però, gli utenti del blog di Frassi non è detto che lo sappiano. Sul serio. Alcuni sono esperti e si sanno districare nel bailamme mediatico di questi giorni. Altri no: altri si fidano semplicemente dell'esperto. E Frassi in effetti un curriculum di esperto ce l'ha. Ma quando scrive il blog, <span style="font-weight: bold;">più che un esperto somiglia davvero a un consumato redattore di nera: uno che da qualche parte del suo pc ha una galleria di foto di bambini picchiati, e freddamente decide ogni tanto di associare qualcuna di queste foto a un caso ancora aperto</span>. Per quale motivo, se non quello di alzare un polverone intorno al lettore? Potrebbe fare una cosa del genere su un giornale – una pubblicazione qualsiasi, Cronaca Vera inclusa? No, non potrebbe. Ma su un blog si può. Nessuno gli può obiettare niente. Non gli è imposto nessun criterio nella scelta e nell'abbinamento delle immagini. Può fare quel che vuole, e lo fa. Ecco un argomento interessante contro i blog, per chi dopo anni non riuscisse più a trovarne</span>".</li></ul><br />Gli americani spesso ironizzano sulla mala informazione col motto "<span style="font-style: italic;">Never let the truth get in the way of a good story</span>", ma qui si fa di meglio (o peggio) ancora: la realtà non viene negata, anzi è attivamente esibita, ritoccandola solo quel tanto che basta per piegarla ai propri obiettivi.<br />Nel blog di Frassi ritroviamo infatti tutti gli elementi stilistici e programmatici del film-documentario di Cavara, Jacopetti e Prosperi (1962), a cominciare dalla sua <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/snuff-ii-cinematografia-falso-snuff.html">matrice essenziale</a>, "<span style="font-style: italic;">sfruttare la credibilità del reale per infilare subliminarmente anche immagini e messaggi inauditi e altrimenti incredibili, che a loro volta rendono più morbosamente eccitante l'intero prodotto</span>":<br /><ul><li>abbiamo la suddetta furbizia della mescolanza tra elementi veri (ad esempio le foto di bambini lividi e feriti) ed elementi falsi (il loro accostamento alle ipotesi su Rignano). Un esempio opposto ma altrettanto fuorviante, laddove abbiamo le foto (false) di un bambino legato, ma <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/15646280">pretestate</a> al tragico caso (vero) di Johnny Gosh. E ancora le <a href="http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/esteri/greenberg-bambini/greenberg-bambini/greenberg-bambini.html">foto di Jill Greenberg</a>, che Frassi <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/15969882">copia senza citazione</a> alludendo invece alla sofferenza per abusi sessuali. <a href="http://il-giustiziere-lafabbricadeimostri.blogspot.com/2008/09/linarestabile-ascesa-di-massimiliano.html">Qualcuno si è chiesto</a> anche che cosa c'entri con un blog sulla pedofilia la storia dell'assassinio del piccolo Tommy, che Frassi mostra in homepage e cerca di infilare in ogni occasione, ma attenzione che la risposta potrebbe non essere quella scontata;</li></ul><ul><li>non si lesinano le parolacce, ad es. "FANCULO PEDOFILIA" <a href="http://www.massimilianofrassi.splinder.com/post/11940135">accostate</a> a cadaveri e labbra insanguinate, oppure volgarità <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/15942794#comment">stampate</a> sul volto di una bambina. E poi le trascrizioni delle deposizioni più orrorifiche e degli atti d'accusa, dove ogni parola forte è sottolineata anziché omessa. Il tutto sapientemente mescolato nel <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/archive/2008-02?from=50">cinegiornale</a> di Frassi a foto di teneri cuccioli di gattini e articoli sui caduti delle forze dell'ordine;</li></ul><ul><li>si divaga sui paesi esotici e le loro <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/15504726">selvagge ritualità sessuali</a>, e si vedono anche <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/11606418">tanti animali</a>, le <a href="http://files.splinder.com/30e05db15f9a96eb3181070eb0731a34.jpeg">bestie esotiche feroci</a> e le <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/16005553#comment">scene di caccia</a> o di <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/18130270">sofferenza</a> nella savana o nel <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/11893670">mare</a>;<br /></li></ul><ul><li>da Frassi abbiamo il morboso e l'horror in tutte le sue declinazioni ed icone, il <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/11745327">dolore</a>, la morte, il sadismo, i <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/11908646">diavoli</a>, le suore, i <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/16019359">pagliacci</a>, ma anche la <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/11285281">cacca</a>, <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/11730191">tanta cacca</a>;</li></ul><ul><li>non si lesina su "orchi", "bestie", "mostri", "predatori" e tutto quel lessico urlato che mira a disumanizzare il pedofilo;<br /></li></ul><ul><li><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhm0QTV9lZeJIm6EPHAkJ60YoZYp5Y3yeys7rEROia2NaH5yjgKkJldAO0wgPsanqxp2Iflr7Auj8EZTECxFTEUO305v_FnwG-CqJso6j0F-_HdfObMAJ9lLH5k_o2tpcdX0ghYgV3xqU/s1600-h/vlcsnap-865119.png"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px; height: 178px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhm0QTV9lZeJIm6EPHAkJ60YoZYp5Y3yeys7rEROia2NaH5yjgKkJldAO0wgPsanqxp2Iflr7Auj8EZTECxFTEUO305v_FnwG-CqJso6j0F-_HdfObMAJ9lLH5k_o2tpcdX0ghYgV3xqU/s320/vlcsnap-865119.png" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5310231234638163826" border="0" /></a>abbiamo soprattutto la quotidiana rassegna di notizie vere di presunta pedofilia (che sono quelle che Frassi copia dalle agenzie di stampa), maliziosamente intercalate a tante lettere anonime di presunte vittime (tutte scritte in modo simile) e ad altre notizie impossibili ed esageratissime (cfr. le "<a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/11951340"><span style="font-style: italic;">scuole di preparazione delle vittime per pedofili</span></a>"), in modo che le prime diano credibilità alle seconde e le seconde diano più carica all'eccitante minestrone;</li></ul><ul><li>abbiamo le notizie di violenza di altro genere, che però vengono alluse alla pedofilia anche quando non c'entrano nulla, talvolta mediante manipolazioni giornalistiche al limite del falso (ad es. la recente bufala della <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/18257254">donna pedofila</a>, che <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/vengono-fuori-dalle-fottute-pareti.html">in realtà</a> aveva concupito un ragazzo di 20 anni);</li></ul><ul><li>per completare il quadretto <span style="font-style: italic;">Mondo cane</span>, non poteva mancare infine il cane, che tiene saltuariamente una rubrica umoristica sul blog, il <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/tag/flipper+show"><span style="font-style: italic;">Flipper-Show</span></a>, "spazio autogestito" con <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/11908619">fumetti</a>, <a href="http://www.webalice.it/acristina/Max/flip-1.jpg">magliette</a> e ironia rivolti direttamente ai bambini. Una scelta molto opinabile per un blog che tratta certi argomenti e che in homepage incoerentemente recita l'avvertenza "<span style="font-style: italic;">il blog è rivolto ad un pubblico adulto</span>" (anche l'amico Barbareschi per parlare ai milanesi dei rischi della pedofilia ha scelto di organizzare una <a href="http://www.fondazionelucabarbareschionlus.it/2008/09/09/giocofesta-21-settembre-a-milano/">Giocofesta</a> per bambini). Il cane di Frassi fu usato anche in momento difficile, il <a href="http://massimilianofrassi.splinder.com/post/15113070#comment-40565818">13/12/2007</a>, pochi minuti dopo che le agenzie di stampa batterono la notizia che la perizia dei RIS non aveva rintracciato alcuna prova biologica sui reperti di Rignano, l'abusologo sostituì la propria foto nel profilo Splinder con quella di Flipper e si mise a parlare con la sua voce.</li></ul>Non sappiamo se davvero Massimiliano Frassi abbia studiato attentamente la lezione di <span style="font-style: italic;">Mondo Cane</span> e di tutti i suoi sequel splatter-documentari (egli <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/06/ferruccio-pinotti-e-la-lobby-dei-falsi.html">ha affermato</a> di avere tratto la prima ispirazione per la propria attività di anti-pedofilo da <a href="http://bcdeditore.it/product.php?productid=486&cat=0&page=1">due</a> <a href="http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-camarca_claudio/sku-434266/i_santi_innocenti_.htm">libri</a> di Claudio Camarca).<br />Certamente Frassi la applica con abilità.<br />Tanti comunque lo seguono e per il gusto delle emozioni intense, si sforzano di credergli incondizionatamente; abbiamo visto che essi sono <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/snuff-ii-cinematografia-falso-snuff.html">parenti stretti</a> di coloro che a cavallo tra gli anni Settanta ed Ottanta manifestavano contro i finti snuff nel cinema, a cominciare dalle medesime procure che nel 1980 inquisirono Deodato.<br /><br />Soprattutto, non si dimentichi che Frassi non si limita a riportare notizie e raccontare storie, ma attraverso la sua <span style="font-weight: bold;">associazione Prometeo</span> scende in campo, "<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/06/paladini.html">tocca con mano</a>" i bambini presunti abusati, <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/06/onda-durto.html">fomenta</a> le loro famiglie nei "<span style="font-style: italic;">gruppi di auto-aiuto per genitori di figli abusati</span>", gli manda a casa le assistenti domiciliari, invia i testimoni minori alle psicologhe di fiducia nel suo "<a style="font-style: italic;" href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=0&ip=1&iv=1&im=53">centro d'ascolto</a>" per la "<span style="font-style: italic;">preparazione del bambino al colloquio e alle udienze in tribunale</span>" e poi li accompagna personalmente fino in Tribunale, fermandosi fuori dall'aula in attesa che essi svolgano il loro compito. E quei bambini talvolta iniziano a raccontare nuove storie dell'orrore pedosatanista, che poi finiranno dritte sul blog di Frassi o nei suoi libri.<br />I cinedocumentari <span style="font-style: italic;">Mondo movie</span> hanno insegnato che il <span style="font-style: italic;">reality show</span> richiede anche molta preparazione.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.film.it/fnts/film/immagini/230x160/ruggerodeodato301.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 200px;" src="http://www.film.it/fnts/film/immagini/230x160/ruggerodeodato301.jpg" alt="" border="0" /></a><span style="font-weight: bold; font-style: italic;font-size:130%;" >Wanted</span><br /></div><br />Contro Frassi e tutti i cannibali della vera informazione sulla pedofilia, invochiamo oggi il ritorno di un nuovo "<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/snuff-ii-cinematografia-falso-snuff.html"><span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Cannibal Holocaust</span></a>", l'opera che nel 1980 espose al mondo la perversione del genere <span style="font-style: italic;">Mondo movie</span>, demolendo l'aberrante moda della falsa informazione sugli orrori del mondo selvaggio:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">costituisce una precisa riflessione sulla prassi dei mondo movies, una pietra tombale e una satira del genere</span>" (dal dizionario Mereghetti);</li></ul><ul><li><i>"è anche ed evidentemente un apologo spietato contro il sensazionalismo dei media, contro la loro ossessiva invadenza, contro il loro costruire artifici per farne (falsi) documenti per le masse</i>" (da <a href="http://www.lankelot.eu/index.php/2007/05/10/ruggero-deodato-cannibal-holocaust/">Lankelot.eu</a>);</li></ul><ul><li>"<span style="font-style: italic;">è solo un’esplicita denuncia al mestiere di giornalista così come viene concepito nell’epoca moderna</span>" (da una <a href="http://www.lankelot.eu/index.php/2007/05/11/deodato-cannibal-holocaust-contiene-unintervista-a-deodato/">intervista</a> allo stesso Deodato).</li></ul><br />Almeno i falsi film sui cannibali amazzonici non facevano danni materiali, mentre noi oggi dobbiamo sopportare non solo la stupidità di certe idee sulle presunte <span style="font-style: italic;">epidemie pedofile</span> e relative lobbies, ma soprattutto subire i danni gravi che questo allarmismo procura al popolo ed alla democrazia.<br />Tutto ciò grazie ai benintenzionati e benpensanti portatori d'acqua (il <a href="http://news.google.it/news/url?sa=t&ct=it/0-0&fp=48d6a3ac18912db4&ei=unzWSNf6I5OmxAHP1KHNBg&url=http%3A//www.voli.bs.it/Notizia.asp%3FId%3D5581&cid=0&sig2=tBq-Rg38Tph1cwqHzkGlZQ&usg=AFQjCNGsDZ5b0_HXYtCS4eP3twsx8I90Lg">ministro Carfagna</a> rischia di diventare la prossima) che traghettano certi libri nelle stanze dei bottoni, senza filtro, per farne ingrediente di leggi, sentenze, allarme sociale.<br />E' questo l'aspetto che delude maggiormente: non gli artifici di uno scrittore come Frassi, quanto il <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=6&ip=159&iv=159&im=161">codazzo</a> che lo sostiene sempre, con tanta ingenuità e leggerezza da risultare sospetta.<br /><br /><span style="font-style: italic;">Ma ci sono o ci fanno?</span><br /><br />E delude ancor più che alle verità ritoccate del <span style="font-style: italic;">Mondo-blog</span> di Frassi, "più vere del reale", possano accodarsi anche persone di grande cultura cinematografica come <span style="font-weight: bold;">Luca Barbareschi</span>, come se egli nulla sapesse dei trabocchetti del <span style="font-style: italic;">freak-show</span>, forse ignaro della <span><span style="font-weight: bold;">grande lezione anti-bufala</span> di </span><span style="font-style: italic;">Cannibal Holocaust</span>.<br />Il film di Deodato metteva in scena l'infamia di quei filmmakers che prima creavano la falsa notizia, senza scrupolo di procurare essi stessi violenza e atrocità, attribuendone poi con l'inganno le colpe ai presunti selvaggi, per poterne così riprendere la massima sofferenza in un reportage benpensante.<br /><span style="color: rgb(255, 0, 0);"></span>Nella pellicola, alla scena del rinvenimento della donna impalata sulla spiaggia, il capo dei quattro diabolici documentaristi amazzonici pronunciava con enfasi questa frase:<br /><ul><li>«<span style="font-style: italic;">Oh santo cielo! È inimmaginabile... è orribile... non riusciamo a capire il perché di questa spietata punizione. Probabilmente è legata a qualche <span style="font-weight: bold;">oscuro rito sessuale</span>. Ma noi non possiamo accettare gli <span style="font-weight: bold;">aspetti primitivi di questa... giustizia</span></span>.»</li></ul> Una frase che sembra uscire dalle pagine del blog di Frassi.<br />Eppure lo spettatore aveva visto che erano stati proprio quei quattro cameramen a stuprare, uccidere ed impalare la donna, mossi dalla brama di poter girare una indimenticabile scena di "orrore selvaggio", da spacciare per genuina nel proprio documentario. Prima di pronunciare quella frase, all'esploratore scappa infatti un sorriso soddisfatto di fronte al cadavere e si ricompone in un ipocrita sguardo sdegnato solo quando viene richiamato dall'amico:<br /><ul><li>«<span style="font-style: italic;">Attento Alan, stiamo girando!</span>»</li></ul>E' strabiliante il potenziale simbolico e visionario che nel 1979 Deodato profuse in questa sequenza, che stigmatizza la falsità e la perversione di chi violentando sorride e intanto <span style="font-weight: bold;">mente su </span><span style="font-weight: bold;">ritualità sessuale e giustizia</span>.<br /><br />Una previsione drammaticamente azzeccata.<br />Conosciamo la storia successiva, cambiarono solo i personaggi e, <span style="font-weight: bold;">al posto dei cannibali, sotto l'obiettivo dei mitomani arrivarono i </span><span style="font-weight: bold;">pedofili satanisti</span>: nel 1980 esce il libro "<span style="font-style: italic;">Michelle Remembers</span>", la bugia che innesca l'isteria del <span style="font-style: italic;">satanic ritual abuse</span> (SRA), il caso McMartin e tutti gli altri falsi abusi collettivi o basati sulle memorie recuperate; poi l'isteria SRA passa l'oceano e giunge in Europa <a href="http://il-giustiziere-lafabbricadeimostri.blogspot.com/2007/05/la-svolta-satanica-della-prometeo-ray.html">con Ray Wyre</a> (maestro di Frassi) e <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/09/i-viaggi-del-maestro-david-finkelhor.html">con David Finkelhor</a> in Australia; in Francia ci sarà la "Waterloo della giustizia" ad Outreau; in Italia l'abbaglio dei satanisti pedofili in Emilia e le <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/06/ferruccio-pinotti-e-la-lobby-dei-falsi.html">fandonie sulle lobby pedofile</a> della procura di Torre Annunziata; fino alla storia più recente di Brescia, Rignano Flaminio e le altre insensate cacce alle streghe tra gli insegnanti d'asilo, di cui è stato protagonista anche l'intervento di <span style="font-style: italic;">Prometeo onlus</span> e dello scrittore Massimiliano Frassi.<br />L'ultimo tassello di questa storia, vede il suo partner Luca Barbareschi approdare nel 2008 al Parlamento italiano e, con la testa piena delle false cifre e delle leggende metropolitane che Frassi gli ha raccontato, iniziare a legiferare sulla pedofilia.<br /><br /><span style="font-style: italic;">Cannibal Holocaust</span> si apriva con una pomposa apologia dei tempi moderni, letta da un giornalista in una telecamera:<br /><ul><li>«<span style="font-style: italic;">Durante questo nostro ventesimo secolo, la civiltà ha fatto più passi avanti che in tutti i millenni precedenti. Oggi <span style="font-weight: bold;">il mondo nuovo degli scrittori avveniristici</span><span>, bussa già alle porte</span>. Eppure, non dobbiamo dimenticare che sulla terra esistono ancora i selvaggi. Uomini il cui livello sociale non è andato al di là dell'età della pietra. Esseri il cui livello morale è rimasto all'istinto della jungla. Primitivi, che vivono in un mondo ostile e spietato dove vige ancora la legge del più forte.</span>»</li></ul>E intanto che venivano enunciate le caratteristiche dei "selvaggi", la telecamera di Deodato sarcasticamente inquadrava scene di strada di New York, metropoli della modernità.<br />Se il geniale regista fosse rimasto in linea con lo spirito dei tempi, anzichè riproporre per il 2009 un <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ruggero_Deodato#cite_ref-rivistaNOCTURNO_1-1">nuovo film sui cannibali</a>, potrebbe oggi esplorare le vicende dei cacciatori di pedofili: "<a style="font-style: italic;" href="http://files.splinder.com/87f3d0d6924c18652d34947ed0f68cb1.jpeg">I'm a pedo-hunter</a>".<br /><br /><div style="text-align: center;">- - -<br /></div><br /><span style=""> </span>A differenza di quanto fece Deodato nel 1979, oggi <span style="font-weight: bold;">Luca Barbareschi</span> sembra invece schierato dalla parte dei nuovi esploratori nelle terre selvagge dell'orrore; la sua fondazione antipedofilia nasce partner proprio di quegli ipocriti "<span style="font-style: italic;">scrittori avveniristici</span>" come Frassi e Pinotti, che si vogliono far credere tanto più coraggiosi quanto più forte urlano indignati il proprio allarmismo "<span style="font-style: italic;">dalla parte dei bambini</span>".<br />Egli ha scelto di stare con i cacciatori di orchi a tutti i costi; quelli che abbattono gli asili (dal McMartin all'Olga Rovere di Rignano) come fossero le capanne bruciate agli indios amazzonici di Deodato; quelli che non si fanno scrupolo di diffondere anche notizie dubbie o false di pedofilia nei confronti di padri, educatori, bidelli, suore e preti, <span style="font-weight: bold;">per esaltarsi poi di fronte all'opinione pubblica, nel raccontare la cronaca dell'agonia giudiziaria (e talvolta della morte) di quegli stessi innocenti</span>. Traendone fama e guadagno.<br /><br />Prima di concludere, torniamo ancora un attimo in cima all'articolo, per dare un'occhiata più da vicino alla locandina di <span style="font-style: italic;">Cannibal Holocaust</span> e osserviamo il sadico cameraman che sta riprendendo la donna che ha impalato, col volto coperto dalla sua stessa macchina da presa.<br />Ci resta infatti ancora da dire <span style="font-style: italic;">chi</span> furono, nel 1979, i due attori italiani esordienti che Ruggero Deodato scelse all'<span style="font-style: italic;">Actors Studio</span> per interpretare il ruolo dei diabolici filmmakers amazzonici, e poi nascondersi fingendo di esser morti per davvero, complici degli straordinari artifici meta-teatrali che ingannarono mezzo mondo, giudici italiani compresi, regalando enormi incassi al capolavoro dei finti snuff: <span style="font-style: italic;">Francesca Ciardi</span> e <a style="font-style: italic;" href="http://en.wikipedia.org/wiki/Luca_Barbareschi">Luca Barbareschi</a>, al suo primo lungometraggio.<br /><br /><span>«</span><span style="font-style: italic;">Attento Luca, stiamo girando!</span>»<br /><br />Ugo<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><object height="373" width="425"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/0Yg6XIdF8wU&rel=0&color1=0xd6d6d6&color2=0xf0f0f0&border=1"><param name="wmode" value="transparent"><embed src="http://www.youtube.com/v/0Yg6XIdF8wU&rel=0&color1=0xd6d6d6&color2=0xf0f0f0&border=1" type="application/x-shockwave-flash" wmode="transparent" height="373" width="425"></embed></object><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size:85%;">Luca Barbareschi ne "<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">Il Grande Bluff</span>"</span><br /><span style="font-size:85%;">(<span style="font-style: italic;">Canale 5</span>, 1996)<br /></span><span style="font-size:85%;"><br /></span></div>Ugohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-34790573453936997862008-09-05T10:43:00.000+02:002019-07-24T22:13:02.444+02:00Snuff [II]: cinematografia "falso-snuff"<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.stomptokyo.com/img-m7/snuff-b.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px;" src="http://www.stomptokyo.com/img-m7/snuff-b.jpg" alt="" border="0" /></a><br />(continua dal precedente: "<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/snuff-i-verit-o-leggenda.html"><span style="font-style: italic;">Verità o leggenda?</span></a>")<br /><br />Prosegue l'inchiesta sul fenomeno degli "<span style="font-style: italic;">snuff movie</span>". Ripartiamo oggi dal saggio "<a href="http://www.tempimoderni.com/1999/maggio/SNUFF/index.htm"><span style="font-style: italic;">Snuff & Mondo movies</span></a>", di Luigi de Angelis (1999), che si riprende una arguta osservazione di Roberto Pugliese, per cui l'essenza del concetto di un vero <span style="font-style: italic;">snuff movie</span> si debba basare su <span style="font-weight: bold;">tre distinti livelli di "consapevolezza"</span>, di cui solo il terzo è variabile:<br /><ol><li>"<span style="font-style: italic;">il primo riguarda i <span style="font-weight: bold;">realizzatori e distributori</span> del film: siamo davanti ad una vera e propria anonima assassini. Essi sanno cosa stanno facendo, per chi lo stanno facendo, sono pronti ad uccidere deliberatamente e consapevolmente. Se il denaro è lo scopo delle loro azioni, non bisogna trascurare il grado psicotico di perversa malvagità criminale che li porta a compiere simili nefandezze traendone evidente soddisfazione</span>";</li><li>"<span style="font-style: italic;">il secondo grado è quello delle <span style="font-weight: bold;">vittime</span>: gli attori destinati al massacro NON sanno che cosa li attende. L'elemento di sorpresa, l'orrore dipinto sul volto dei poveretti quando, improvvisamente, si rendono conto di essere in trappola e destinati al macello, è una delle cose che il perverso amante di snuff ricerca con più maniacale ossessione</span>";</li><li>"<span style="font-style: italic;">la terza posizione, passibile di cambiamenti, è quella dello <span style="font-weight: bold;">spettatore</span>. Chi assiste ad uno snuff, può sapere che il film si concluderà con un omicidio, oppure può solo sospettarlo o ignorarlo del tutto, credendo di aver assistito ad uno splatter particolarmente realistico</span>".<br /></li></ol>Questa terza ed ultima prospettiva assume rilevanza cardinale, si solleva la questione per cui possa essere essenziale non tanto la morte vera dell'attore, quanto la prospettiva soggettiva dello spettatore e ciò che egli <span style="font-style: italic;">crede</span> sia successo all'attore.<br />Gli snuff movie, come prodotto estremo, diventano dunque una frontiera in cui <span style="font-weight: bold;">i confini tra verità e finzione</span> non sempre sono riconoscibili.<br /><br />Se nella prima parte dell'inchiesta abbiamo visto che non sono mai state trovate prove dell'esistenza di un mercato di <span style="font-weight: bold;">veri snuff movie</span>, in questo secondo articolo ci occuperemo di un genere filmico che solo apparentemente sembra essere "snuff", ma in cui le morti sono simulate in accordo con gli attori<span>: </span><span style="font-weight: bold;">finti snuff</span><span style="font-weight: bold;"> movie</span>.<br />Così come i <span style="font-style: italic;">falsi abusi</span> non hanno nulla a che fare con la pedofilia (se non nell'allarmismo di chi cerca di trarne fama e guadagno), anche i <span style="font-style: italic;">falsi snuff </span>non prevedono lo stupro e la morte. Si tratta infatti di rappresentazioni di fiction che violano magari il buon gusto, ma non la legge, e che hanno addirittura fatto un pezzo di storia della cinematografia (quella cosiddetta di "<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Film_d%27exploitation"><span style="font-style: italic;">exploitation</span></a>").<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-size:130%;"><span style="font-weight: bold;">Cinematografia "falso-snuff":<br />a) i precursori Mondo movie<br /></span></span></div><br />Forse non tutti sanno che questo fenomeno è in buona parte vanto del <a href="http://www.tempimoderni.com/1999/maggio/SNUFF/mondo.htm">nostro cinema nazionale</a>, il precursore del genere viene infatti riconosciuto nel film-documentario "<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Mondo_Cane"><span style="font-weight: bold;">Mondo cane</span></a>" (di Cavara, Jacopetti e Prosperi; 1962). Una specie di cinegiornale commentato da una voce narrante, che ottenne un inimmaginabile successo di pubblico; un collage di immagini shock, volte a impressionare lo spettatore mostrando usi e costumi insoliti delle etnie di tutto il mondo, stravaganti, grotteschi e soprattutto raccapriccianti: crudeltà su animali, riti religiosi bizzarri e anche con mutilazioni, asportazioni di organi genitali, lotte fra cani, cure medicinali alternative con l'uso di sangue e interiora animali, fucilazioni:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">Tutte le scene che vedrete in questo film sono vere e sempre riprese dal vero. Se spesso saranno scene amare è perché molte cose sono amare su questa terra. D'altronde il dovere del cronista non è quello di addolcire la verità ma di riferirla obbiettivamente</span>".</li></ul>E' una bugia, il regista scelse di <span>manipolare e ricostruire molte delle scene, che restano mescolate a quelle veritiere e documentaristiche</span>. Una furbizia che garantì certamente il grande successo a questo bizzarro prodotto e ne fece una nuova icona.<br /><span>"</span><span style="font-style: italic;">Mondo cane</span><span>"</span> portò a galla una gran voglia di morbosità e di <span style="font-style: italic;">freak show</span>, condita dalla curiosità per terre lontane e selvagge, viste attraverso la lente del pregiudizio verso i popoli diversi. Esso diede il via ad un vero e proprio <a href="http://www.dvdmaniacs.net/Reviews/M-P/mondo_cane.html">genere</a>, soprannominato "<span style="font-weight: bold;">Mondo movie</span>" o "<span style="font-style: italic; font-weight: bold;">shock-u-mentary</span>", in cui la cinematografia toccò vette prima inimmaginabili di laidità e perversione visiva. Da citare:<br /><ul><li>"<a style="font-style: italic;" href="http://en.wikipedia.org/wiki/Ultime_grida_dalla_savana">Ultime grida dalla savana</a>", del 1975 e narrato dalla voce di Alberto Moravia, un film che l'anno sucessivo contese in alcune nazioni il primato degli incassi a "<span style="font-style: italic;">Lo squalo</span>" di Spielberg, del quale viene spesso ricordata la ripresa della scena del turista sbranato in Namibia da un leone (sulla cui veridicità o meno non è mai stata fatta piena luce);</li></ul><ul><li>e soprattutto l'efferatezza di "<span style="font-style: italic;">Le facce della morte</span>" ("<a style="font-style: italic;" href="http://en.wikipedia.org/wiki/Faces_of_Death">Faces of death</a>", di John Alan Schwartz; 1978), una morbosa collezione di immagini di morte (esecuzioni, incidenti, stragi di guerra ecc.), che alla sua uscita venne bannato in ben 46 nazioni. Anche in questo caso si tratta di mescolanza tra riprese di fatti veri e scene interamente costruite grazie al talento di Prosperi, creatore di effetti speciali che lavorò anche per i film di Mario Bava, capace di creare in alcune scene "<span style="font-style: italic;">un alone di veridicità: vengono usati litri di sangue di maiale e (forse la cosa più disgustosa e inammissibile) un vero cadavere in evidente stato di decomposizione a sostituire l'attore negli ultimi fotogrammi</span>". E fu di nuovo grande successo: si stimano 35 milioni di dollari di incassi nelle sale, "<span style="font-style: italic;">in Giappone ha conteso per lunghissimo tempo alla sua uscita il primato negli incassi a film come Guerre Stellari</span>".</li></ul>Il genere <span style="font-style: italic;">mondo movie</span> non va confuso con i veri snuff movie, in quanto le morti rappresentate, pur reali, vengono riprese e presentate come naturali, casuali o comunque <span style="font-weight: bold;">indipendenti dalla volontà del regista</span>. Dei tre livelli di consapevolezza inizialmente descritti per il vero snuff, quello che qui manca è il primo, ovvero la volontarietà dei produttori nel determinare una morte umana per ragioni di copione.<br /><br />Si badi anche alla sottile distinzione tra questi prodotti e alcuni moderni programmi televisivi della famiglia "<span style="font-style: italic;">Real TV</span>" (a loro volta da non confondersi con i <span style="font-style: italic;">reality show</span>), che pure mostrano videoriprese reali di fatti macabri, ma senza giocare ad ingannare il pubblico accostando alle scene vere anche delle ricostruzioni non dichiarate (ad es. in <span style="font-style: italic;">Faces of Death</span>, ad una reale videoregistrazione amatoriale del suicidio per defenestrazione di una donna, Schwartz aggiunse anche le finzionali riprese dei pompieri che corrono su per le scale e di una attrice morta sul selciato).<br />La <span style="font-weight: bold;">sapiente mescolanza tra riprese vere e false</span> è dunque la caratteristica fondamentale del genere "<span style="font-style: italic;">Mondo</span>" e quella che garantì il successo ad alcuni progetti, un cinico trucco di prestigio cinematografico che diventava vera e propria operazione mediatica: sfruttare la credibilità del reale per infilare subliminarmente anche immagini e messaggi inauditi e altrimenti incredibili, che a loro volta rendono più morbosamente eccitante l'intero prodotto.<br />Una furbizia che successivamente ritroveremo sfruttato in ogni clone di <span style="font-style: italic;">Mondo cane</span> ed in alcuni finti snuff, ma anche nell'editoria cartacea (basti pensare a pubblicazioni come "<a href="http://www.carmillaonline.com/archives/2006/07/001844.html"><span style="font-style: italic;">Cronaca Vera</span></a>"), fin nei moderni <span style="font-style: italic;">reality show</span> televisivi e, come vedremo, adesso pure nei blog sul web.<br />E' questa la matrice "<span style="font-style: italic;">Mondo</span>" che vogliamo mettere in evidenza: <span style="font-weight: bold;">più vero del reale</span>.<br /><br />Alcuni <span style="font-style: italic;">M</span><span style="font-style: italic;">ondo movie</span> in realtà si erano già spinti oltre il documentarismo ritoccato e la componente finzionale si era allargata fino ad accostare alle riprese di morti reali, anche videoriprese di vicende macabre integralmente inventate e ricostruite. In questo, essi furono precursori e primi esempi del successivo genere <span>"</span><span style="font-style: italic;">falso-snuff</span>", che abbandonò del tutto lo spirito documentaristico in favore della pura fiction porno-macabra.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-size:130%;"><span style="font-weight: bold;">Cinematografia "falso-snuff":<br />b) i finti snuff movie (propriamente detti)<br /></span></span></div><br />Il capostipite dei veri e propri (finti) film snuff, fu quello che impose anche il termine: "<a style="font-style: italic;" href="http://en.wikipedia.org/wiki/Snuff_%28film%29">Snuff</a>", del 1976. Un normale lungometraggio horror finzionale e non documentaristico, nel finale del quale però si simulava anche una vera uccisione, rappresentando la vicenda di una attrice argentina, chiamata per girare una scena d'amore, che improvvisamente si trasforma in tutt'altro, allorché ella viene seviziata dal regista stesso e tagliata letteralmente a pezzi mentre è ancora viva (<a href="http://www.stomptokyo.com/movies/s/snuff.html">qui</a> una sinopsi in inglese del film e alcuni screenshot).<br />In questo genere, dei tre livelli di consapevolezza inizialmente descritti per lo snuff, quello che manca è il secondo, ovvero la partecipazione genuina dell'attore al dramma della propria morte, che è del tutto falsa e recitata. Può bastare per titillare comunque la consapevolezza del pubblico?<br /><br />Il capostipite "Snuff" predisponeva gli spettatori alla credulità già dalla locandina, in cui si leggeva un sottotitolo allusivo (degno delle <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/snuff-i-verit-o-leggenda.html">indagini giornalistiche di Berizzi</a>): "<span style="font-style: italic;">The film that could only be made in South America... where Life is CHEAP!</span>". Inoltre fu girato con una serie di voluti accorgimenti per dare il senso di opera non-costruita, a cominciare da un improvviso passaggio ad una ripresa in stile "<span style="font-style: italic;">behind the set</span>", in cui la presunta troupe diventa essa stessa oggetto della ripresa; oppure quando al termine del massacro, la pellicola si interrompe bruscamente e per ultimo si sente la voce del cameraman lagnarsi di aver finito la pellicola.<br />Il film era stato girato in realtà già nel 1971 dai coniugi Findlay, col titolo "<span style="font-style: italic;">Slaughter</span>", come low-budget splatter ispirato al massacro di Bel Air, ma non trovò mai sbocco distibutivo finché il produttore <span style="font-weight: bold;">Allan Shackleton</span> (all'insaputa dei registi originali e guadagnandosi così il ruolo di vero padre del fenomeno) non decise di girare e aggiungere la nuova scena finale della presunta morte dell'attrice e ripubblicò il film.<br />Prima della sua uscita, Shackleton fece già circolare falsi ritagli di giornale in cui si parlava della crociata contro il film da parte di un avvocato in pensione (mai esistito). Al momento dell'uscita della pellicola nelle sale, il produttore arrivò perfino ad assoldare dei finti contestatori che simulassero scandalizzati picchettaggi di fronte alle sale cinematografiche in cui era proiettato (per un documentato resoconto della vicenda dietro <span style="font-style: italic;">Snuff</span>, si veda un <a href="http://csicop.org/si/9905/snuff.html">articolo</a> comparso su <span style="font-style: italic;">Skeptical Enquirer</span> del 1999).<br /><br />I finti snuff non sono dunque altro che dei film splatter, ove la caratteristica saliente non risiede nel prodotto cinematografico stesso, quanto nel suo <span style="font-weight: bold;">marketing</span><span style="font-weight: bold;">, che assurge ad </span><span style="font-weight: bold;">elemento metateatrale</span> essenziale, laddove cerca di far credere al pubblico che si tratti di una registrazione di una vera morte, per creare scalpore e moltiplicare i guadagni.<br />Gli snuff diventano un prodotto di frontiera tra realtà e finzione, perchè attorno ad essi si crea un interesse <span style="font-style: italic;">attivo</span> da parte di molti, nel confondere le acque e ampliare i confini della credulità popolare con ogni mezzo: <span style="font-weight: bold;">se certe leggende metropolitane si diffondono tanto facilmente, </span><span style="font-weight: bold;">non è solo per un effetto sociologico spontaneo</span> (siamo convinti che ciò valga anche per altre bufale, come ad es. i falsi <span style="font-style: italic;">satanic ritual abuse</span> e per <a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=2&ip=3&iv=3&im=228">chi le diffonde</a> troppo attivamente).<br /><br />Ai fini del marketing è utile il realismo degli effetti visivi, il prodotto dovrà essere tale da ingannare l'occhio del pubblico (in "<span style="font-style: italic;">Snuff</span>" in realtà non erano granché credibili), ma più che l'arte visuale si riveleranno fondamentali i <span>trucchi meta-teatrali</span> mirati a fornire al pubblico finte garanzie di credibilità ed ottenere l'effetto di <span style="font-style: italic;">suspension of disbelief</span>.<br /><ul><li>[<span style="font-style: italic;">Nota</span>: negli anni immediatamente successivi (1978-1984?) lo stesso tipo di strategia di inganno del pubblico fu sfruttato ad arte dal genio della commedia <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Andy_Kaufman">Andy Kaufman</a> per esplorare nuove frontiere nel campo della comicità, non per nulla la risata è una reazione naturale che condivide parecchio con i meccanismi dell'orrore.]</li></ul>Nel 1976 il trucco funzionò alla grande, buona parte del grande pubblico aveva incredibilmente preso per un fatto vero l'uccisione finale in <span style="font-style: italic;">Snuff</span>, un filmaccio che altrimenti sarebbe stato destinato al cestino o ai circuiti di terz'ordine, e che invece divenne un fenomeno commerciale.<br /><br />Il trucco funzionò così bene, che alcuni presero fin troppo seriamente la faccenda e reagirono con veementi proteste alla sua diffusione. I finti picchettaggi organizzati da Shackleton vennero presto rimpiazzati da genuine manifestazioni di fronte ai cinema e altre azioni di boicottaggio (che in realtà non facevano altro che alimentare ancor più il mito attorno alla pellicola ed il suo successo).<br />Si segnalano in particolare le reazioni dell'ambiente del <span style="font-weight: bold;">femminismo militante</span>, nella cui storia l'uscita di <span style="font-style: italic;">Snuff</span> rappresenta una pietra miliare: ad esempio la più nota associazione "<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Women_Against_Pornography">Women against Pornography</a>", prese forma proprio nell'autunno 1976 durante i picchettaggi contro l'infame pellicola, che furono guidati a New York dalla scrittrice <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Andrea_Dworkin">Andrea Dworkin</a>. Una associazione ed una autrice che rappresentano il culmine di quella <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/03/femminismo-e-polizia-postale.html">ideologia femminista</a> che postula e combatte l'associazione tra stupro e pornografia (assieme all'avvocato <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Catharine_MacKinnon">Catharine MacKinnon</a> ed alla sociologa <a href="http://www.dianarussell.com/">Diana E.H. Russell</a>, <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/search/label/diana%20russell">vecchia conoscenza</a> del nostro blog in quanto una delle madrine del fenomeno S.R.A. e dell'isteria dei falsi abusi collettivi). "<span style="font-style: italic;">A parere delle femministe newyorkesi, per non citare che una sola delle tante voci interessate a creare confusione, che in Snuff l’assassinio fosse vero o simulato non faceva differenza: contava unicamente la violenza sessuale presentata come intrattenimento sessuale</span>" (<a href="http://www.conversazione0.it/Galliano/fino_ad_uccidere_per_cultura.htm">fonte</a>); ciononostante, queste autrici sono tra coloro che nei propri scritti hanno spesso sostenuto l'esistenza di veri snuff movie.<br /><br />Se è vero che <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/03/femminismo-e-lotta-allabuso.html">il femminismo militante è una delle matrici</a> da cui emerse il moderno associazionismo anti-pedofilia (in Italia soprattutto quello raccolto attorno al CISMAI), esso sembra averne ereditato un eccesso di credulità ed il desiderio di protesta verso crimini sessuali ancora indimostrati. L'eco di coloro che nel 1976 abboccarono all'amo di Shackleton, si propaga forte ancora oggi e il mito degli snuff movie resiste ad ogni tentativo di debunking.<br /><br /><div style="text-align: center;">- - -<br /></div><br />Nella storia dei tantissimi finti film snuff arrivati sul grande schermo dopo il 1976, ci limitiamo a citare la serie giapponese dei "<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Guinea_Pig_%28film_series%29">Guinea Pig</a>" negli anni '80, molto efferati nell'aspetto macabro senza neppure indugiare molto nella rappresentazione pornografica, ma toccando in alcuni casi la vetta del realismo cinematografico del genere. Nel secondo di essi ("<span style="font-style: italic;">Flower of flesh and blood</span>"), un samurai macella delle ragazze con un realismo visivo tale che, dopo averne vista una copia, l'attore Charlie Sheen denunciò il film e smosse perfino l'FBI, pensando che ritraesse una vera uccisione. Le autorità statunitensi dovettero attendere una risposta ufficiale dal Giappone, dove si stava già indagando sul film e il regista fu costretto a dimostrare la propria innocenza.<br /><br />Sono da menzionare anche alcuni film della cinematografia <span style="font-style: italic;">mainstream</span>, che non si propongono come <span style="font-style: italic;">snuff movie</span>, ma che hanno usato lo snuff come argomento.<br />Il primo fu "<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Hardcore_%28film%29">Hardcore</a>" del 1979, un thriller la cui trama è basata sul tema dell'esistenza di simili prodotti e di organizzazioni criminali dietro la loro realizzazione e commercializzazione (un plot ripreso da diversi altri film in seguito, tra cui il noto "<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/8mm_%28film%29">8mm</a>" del 1999). Nonostante fosse un prodotto di pura e dichiarata fiction, Hardcore trovò terreno fertile nei timori popolari e anch'esso contribuì a rinforzare le fondamenta della credulità di questa leggenda.<br /><br /><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-size:130%;"><span style="font-weight: bold;">Cinematografia "falso-snuff":<br />c) Cannibal Holocaust e la sintesi dei generi<br /></span></span></div><br />Eccoci alla terza ed ultima evoluzione di questa discutibile categoria cinematografica e, anche in questo caso, siamo di fronte ad un "vanto" della cinematografia italiana, che trovò la sua massima espressione nell'inarrivabile "<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cannibal_Holocaust"><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Cannibal Holocaust</span></a>", del regista <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Ruggero_Deodato">Ruggero Deodato</a> (1980):<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">In 1979, four documentary filmmakers disappeared in the jungles of South America while shooting a film about cannibalism... Six months later, their footage was found</span>";</li></ul><ul><li>"<i>Can a movie go too far?</i>"</li></ul>Il film ha anche un <a href="http://www.cannibalholocaust.net/">sito ufficiale</a> (<span style="font-style: italic;">attenzione: immagini forti</span>). La trama deriva da una sceneggiatura di Gianfranco Clerici ed è basata su una geniale struttura di <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Cin%C3%A9ma_v%C3%A9rit%C3%A9"><span style="font-style: italic;">cinéma vérité</span></a>, ovvero l'intreccio tra due storie che si svolgono su due piani distinti, l'una dentro l'altra, e sono girate con stili diversi:<br /><ul><li>la prima è la vicenda del professor Harold Monroe, che viene informato della sparizione di una spedizione di documentaristi in Amazzonia e parte alla loro ricerca assieme ad una guida e due indigeni. Dopo varie vicissitudini e inquietanti segni di passate violenze (un guscio di tartaruga, un villaggio bruciato ecc.), egli rinviene solo gli scheletri degli esploratori e le loro pellicole, che visionerà una volta tornato a New York, scoprendo l'orrore che essi hanno affrontato. Questa parte del film è girata in 35 mm, con i normali mezzi e lo stile di un qualsiasi lungometraggio di fiction;</li></ul><ul><li>l'altra (detta "<i>The Green Inferno</i>") rappresenta proprio la vicenda del gruppo scomparso dei quattro "<span style="font-style: italic;">filmmakers</span>" esploratori, che si erano recati assieme ad una guida nella giungla amazzonica per girare un documentario sulle tribù cannibali e fanno una brutta fine. Questa parte è girata tutta in soggettiva, come se gli esploratori si fossero davvero ripresi l'un l'altro a turno, con camera a mano e audio in presa diretta, in stile documentaristico e con gli stessi mezzi limitati che quei protagonisti avrebbero avuto (16 mm e pellicola graffiata).<br /></li></ul>La parte sulla spedizione di ricerca del prof. Monroe contiene diverse scene scabrose, uccisioni atroci, anche uno stupro, ma l'effetto è mitigato dallo stile filmico del tutto tradizionale; invece sconvolgono soprattutto le presunte quattro pellicole girate in Amazzonia dagli esploratori, per il modo iperrealista in cui vengono rappresentate continue atrocità, i cui diabolici responsabili sono spesso gli stessi esploratori: amputazioni, lapidazioni, uccisioni col fuoco o con efferata violenza, ostentazione di animali disgustosi o di bestie sadicamente massacrate (una tartaruga sventrata, una scimmia mangiata, un maialino preso a calci e fucilate), ma anche scene scabrose di vita primitiva e scene sessuali piuttosto esplicite, fino alle riprese finali dell'uccisione degli stessi filmmakers per mano degli indios. L'ultima pellicola si esaurisce sull'immagine del volto insanguinato dell'ultimo di essi, ripreso esanime dalla sua stessa camera caduta al suolo.<br />In Cannibal Holocaust, il pubblico assiste a queste scene solo nel secondo tempo e "assieme" al prof. Monroe, quando costui visiona le pellicole recuperate dall'Amazzonia. Un riuscito artificio metateatrale che amplificava ad arte le differenze tra i due stili registici, inducendo il pubblico a riconoscere per finzione cinematografica solo la vicenda di contorno (quella della missione di recupero del prof. Monroe), ma per differenza attribuendo più realistica credibilità al contenuto dei drammatici filmati finto-documentaristici. Moltissimi spettatori credettero che quelle scene potessero essere realmente avvenute, compresa la morte dei filmmakers ed il ritrovamento postumo delle loro pellicole.<br /><ul><li>[<span style="font-style: italic;">Nota</span>: lo stesso plot, con il ritrovamento di una videocassetta contenente riprese di esperienze sconvolgenti, è stato ripreso con enorme successo anche nella creazione dell'horror "<a style="font-style: italic;" href="http://it.wikipedia.org/wiki/The_Blair_Witch_Project_-_Il_mistero_della_strega_di_Blair">The blair witch project</a>", che ha goduto di un marketing virale e "multimediale" altrettanto furbo.]</li></ul>Cannibal Holocaust creò un nuovo sottogenere, <span style="font-weight: bold;">sintetizzando mirabilmente l'essenza dei precedenti generi falso-snuff</span>:<br /><ul><li>è certamente un <span style="font-weight: bold; font-style: italic;">finto-snuff</span>, in quanto rappresenta morti umane cercando intanto di ingannare il pubblico sulla possibilità che non si tratti di normale finzione scenica. Il plot che si sviluppa su un <span style="font-weight: bold;">doppio piano</span> estende l'intuizione già presente in "Snuff", laddove la ripresa passava improvvisamente ad inquadrare la troupe in un finto "behind the set". Nelle pellicole del "<span style="font-style: italic;">Green Inferno</span>", il prof. Monroe scoprirà inoltre che la vera intenzione dei quattro esploratori non era quella di girare un normale documentario, bensì di produrre intenzionalmente violenza e morte davanti all'occhio della telecamera, per creare una atroce opera di cine-verità artefatta. Cannibal Holocaust è dunque uno <span style="font-style: italic;">snuff sugli snuff</span>, in cui a morire non è più solo l'attrice indigena, ma stavolta anche la diabolica troupe: una scatola cinese di piani di finzione filmica racchiusi l'uno dentro l'altro, se non credi ad uno di essi, saranno gli altri a convincerti che gli snuff esistono e che forse ne stai guardando uno;</li></ul><ul><li>dai precedenti finti-snuff, Deodato riprese anche la ricerca di un <span style="font-weight: bold;">marketing metateatrale</span>. Da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cannibal_Holocaust">Wikipedia</a>: "<span style="font-style: italic;">per rendere il film ancora più realistico, il contratto prevedeva che gli attori che impersonavano i fotoreporter dispersi sparissero dalla circolazione, soprattutto dalla televisione e dal </span><span style="font-style: italic;">cinema</span><span style="font-style: italic;">, per un anno. Deodato ha dichiarato: «L'operazione </span><i style="font-style: italic;">Cannibal Holocaust</i><span style="font-style: italic;"> doveva essere fatta con attori credibili. Dovevamo presentare il fatto come fosse una cosa vera. Avevamo bisogno di quattro persone che potevano poi sparire per due anni, perché erano morti e quindi nessuno doveva sapere niente di loro. Dovevamo fare un falso snuff»</span>"; inoltre "<span style="font-style: italic;">al termine del film, prima dei titoli di coda, appare una scritta enigmatica: «Il proiezionista Billy K. Kirov è stato condannato a due mesi di reclusione con la condizionale e al pagamento di una multa di 10.000 dollari per sottrazione di materiale cinematografico. Noi sappiamo che per quel materiale ne ha ricevuti 250.000». In realtà l'episodio era stato inventato dal regista, per accrescere la sensazione di realismo del film</span>";</li></ul><ul><li>al tempo stesso esso recupera tutta la lezione dei precedenti <span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Mondo movie</span> ("<span style="font-style: italic;">più vero del reale</span>"), tornando a mescolare grandi quantità di riprese crude e genuine del reale alle finte scene macabre. Da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cannibal_Holocaust">Wikipedia</a>: "<span style="font-style: italic;">I filmati di cannibalismo e fucilazioni che si vedono all'inizio del film sono in parte vere (si tratta di esecuzioni avvenute in un paese africano), in parte create con effetti speciali</span>", in pieno stile <span style="font-style: italic;">Mondo</span>. Inoltre le uccisioni degli animali furono riprese senza artifici, realmente eseguite dagli attori nella loro cruenza intollerabile. Da <a href="http://www.spietati.it/speciali/proibiti/cannibal_holocaust.htm">spietati.it</a>: "<span style="font-style: italic;">vedere “la morte al lavoro” (anche se “solo” animale) infonde un malessere che infetta tutto il resto della pellicola conferendole un’appropriata aura </span><i style="font-style: italic;">snuff</i>". Una cornice durissima e tanto vera da risultare indiscutibile per il senso critico del pubblico, che serve a preparare gli spettatori al peggio e condizionarne la mente ad accettare per vero ogni orrore che li attende nel "<span style="font-style: italic;">Green Inferno</span>", comprese le morti degli indios e degli attori occidentali: sfruttare la credibilità del reale per infilare subliminarmente anche l'incredibile e rendere più morbosamente eccitante l'intero prodotto (si badi tuttavia che per Deodato lo spunto dei <span style="font-style: italic;">Mondo movie</span> non serve tanto ad emulare, quanto a criticare la falsità della prassi documentaristica lanciata da Prospero e Jacopetti, ci ritorneremo tra breve).</li></ul><br />A tutto ciò si aggiunga l'elevato realismo degli effetti speciali (restò famosa l'immagine della ragazza impalata sulla spiaggia, capace di ingannare il senso critico di molti) e l'abilità di Deodato, un cineasta di grande qualità che seppe interpretare al meglio questa sfida registica, utilizzando inoltre come attori per le riprese in Colombia una vera tribù di indios cannibali (i quali si dimostrarono molto gentili e disponibili con la troupe).<br />Su tali premesse, non stupisce che il successo commerciale di <span style="font-style: italic;">Cannibal Holocaust</span> abbia fatto impallidire anche le straordinarie performance dei precedenti falsi snuff. Da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cannibal_Holocaust">Wikipedia</a>:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">in Italia non ottenne il successo sperato, anche a causa delle traversie giudiziarie che ne impedirono l'immediata uscita nelle sale. In totale incassò 360 milioni di lire. Ottenne invece un ottimo riscontro commerciale all'estero: complessivamente <span style="font-weight: bold;">incassò 200 milioni di dollari</span>, di cui 21 milioni solo a Tokyo. In Giappone dopo E.T. l'Extra-Terrestre di Steven Spielberg è il film che ha registrato in assoluto più incassi al botteghino</span>".</li></ul><br />Al di là dell'interesse o dello scandalo per gli aspetti visivi scabrosi, la pellicola offre diversi validi piani di lettura e raccolse anche voci di convinto apprezzamento artistico, che si sono moltiplicate negli anni a venire. Si legga ad es. una <a href="http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php&cmd=v&id=351">recensione di Gordiano Lupi</a> (autore di "<a href="http://www.infol.it/lupi/Pubblicazioni_Cannibal.htm"><span style="font-style: italic;">Cannibal!</span></a>", un libro sul cinema di Deodato), che ne parla come di un'opera di culto, "<span style="font-style: italic;">un film disperato e lirico</span>", soprattutto per l'elemento di denuncia antropologica contro la nostra società moderna e presunta civilizzata. Il prof. Monroe conclude infatti la storia con la morale: "<span style="font-style: italic;">Selvaggi? Mi sa che i veri selvaggi siamo noi</span>".<br />Cannibal Holocaust è inoltre una <span style="font-weight: bold;">spietata critica della falsità degli stessi generi cinematografici da cui deriva, che vengono denunciati, superati e sostanzialmente demoliti</span>:<br /><ul><li>"<span style="font-style: italic;">costituisce una precisa riflessione sulla prassi dei mondo movies, una pietra tombale e una satira del genere</span>" (dal dizionario Mereghetti);</li></ul><ul><li><i>"Cannibal Holocaust è anche ed evidentemente un apologo spietato contro il sensazionalismo dei media, contro la loro ossessiva invadenza, contro il loro costruire artifici per farne (falsi) documenti per le masse</i>" (da <a href="http://www.lankelot.eu/index.php/2007/05/10/ruggero-deodato-cannibal-holocaust/">Lankelot.eu</a>). Lo stesso Deodato in una <a href="http://www.lankelot.eu/index.php/2007/05/11/deodato-cannibal-holocaust-contiene-unintervista-a-deodato/">intervista</a>: "<span style="font-style: italic;">Cannibal Holocaust è solo un’esplicita denuncia al mestiere di giornalista così come viene concepito nell’epoca moderna</span>". Peccato solo che alcuni giornalisti come Paolo Berizzi e Ferruccio Pinotti se lo siano perso.<br /></li></ul>Della cinematografia snuff, <span style="font-style: italic;">Cannibal Holocaust</span> è dunque al tempo stesso sia l'opera più sottilmente ingannatrice, sia quella più onesta, quella che smaschera dall'interno tutti i meccanismi della leggenda metropolitana: uno <span style="font-style: italic;">snuff sugli snuff</span>.<br />Ovviamente nel 1980 molti colsero solo il primo dei due aspetti, tonfando nella burla senza accorgersi che la soluzione era già dentro il rebus. Cannibal Holocaust stimolò nuovamente una gran messe di reazioni scandalizzate e proteste, oltre ad essere censurato in molti paesi. Non si conta il numero di coloro che credettero che i filmati finto-documentaristici del "<span style="font-style: italic;">Green Inferno</span>" (a cominciare dalla scena della ragazza impalata) rappresentassero veri esempi snuff e sugli autori del film si addensarono sospetti orrendi.<br /><br />In Italia, a seguito della denuncia di un cittadino, ad un mese dalla prima il sostituto procuratore <span style="font-weight: bold;">Nicola Cerrato</span> dispose il sequestro del film, accusato di essere "<span style="font-style: italic;">opera contraria al buon costume e alla morale</span>". Il PM Cerrato era molto noto in quegli anni, per la sua crociata perbenista contro la pornografia, e in seguito restò lungamente alla ribalta anche la sua maxi-inchiesta contro Scientology, condotta assieme al collega <span style="font-weight: bold;">Pietro Forno</span>.<br />I due procuratori milanesi si ritroveranno un decennio dopo nel primo e più celebre pool antipedofilia, la "<span style="font-style: italic;">Sezione fasce deboli</span>" della Procura di Milano, di cui Cerrato fu il coordinatore (furono sue le più <a href="http://www.gesef.it/Dossier/Il%20caso%20del%20PM%20Forno/FREESOULS%20Pietro%20Forno,%20spaccatura%20tra%20giudici.htm">accorate difese</a> dell'operato di Forno, quando questi venne messo alla berlina in seguito ai clamorosi errori del pool nel caso di falsi abusi che colpì il tassista Marino V.)<br />Torniamo alla vicenda di Deodato, che fu arrestato ed egli ed i produttori di <span style="font-style: italic;">Cannibal Holocaust </span>furono indagati anche con l'ipotesi di aver causato davvero violenze e per aver ucciso degli attori. Da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cannibal_Holocaust">Wikipedia</a>: "<span style="font-style: italic;">durante il processo Deodato chiamò i quattro attori protagonisti, per mostrare al giudice che erano vivi, e chiarì che le sequenze dei riti cannibali erano state fatte con l'ausilio di effetti speciali. Il regista e la troupe rischiarono ugualmente la galera quando emerse che le uccisioni di animali erano reali. Deodato si difese dicendo che le riprese erano state girate con spirito documentaristico</span>".<br />Finiranno condannati solo a pene lievi e nel 1984 la Cassazione consentì che il film tornasse nelle sale, ma l'attenzione del pubblico ormai era in gran parte sfumata.<br /><br /><div style="text-align: center;">- - -<br /></div><br />In conclusione, per fare soldi con certa cinematografia, è importante cercare di imbrogliare davvero il pubblico, nascondere così bene il trucco da instillare un dubbio, se non addirittura solide certezze e sperare che poi il passaparola e le reazioni scandalizzate facciano gratuitamente il resto. Solo <span style="font-style: italic;">marketing cinematografico</span> insomma, può essere che qualcuno ci caschi davvero? Eccome!<br />E gli snuff movies, quelli veri, esistono? Il dubbio eccita, alimenta la fantasia e non è un caso che i produttori di finti snuff abbiano sempre fatto il possibile per corroborare il mistero.<br /><br />La nostra <span style="font-weight: bold;">abusologia</span> intanto ringrazia questa leggenda e si pasce dello stesso alone di mistero, contribuendo ad esso secondo un meccanismo di <span style="font-style: italic;">marketing virale</span>, perchè così ha un'altra storia eccitante da raccontare alla nazione ed alle sue autorità giudiziarie, per giustificare nuove cacce alle streghe e per raccogliere attenzione e contributi pubblici. Tutto ciò senza averli mai visti gli snuff veri, solo per sentito dire: è questa la scienza dell'abuso, secondo i metodi di certi sedicenti esperti.<br /><br /><span>Affermava Ted Gunderson nella citazione iniziale della <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/snuff-i-verit-o-leggenda.html">prima parte</a> della nostra indagine: "<span style="font-style: italic;">c</span></span><span style="font-style: italic;">ome può un bambino immaginare cose simili se non le ha vissute?</span>".<br />Facendogli il verso, noi ci domandiamo: "<span style="font-style: italic;">c</span><span style="font-style: italic;">ome (e perché) può un abusologo immaginare cose simili se non le ha viste?</span>"<br /><br />Ugo<br /><br /><div style="text-align: right;">(<span style="font-style: italic;">continua</span>: <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2008/09/snuff-iii-prometeo-holocaust.html">[III] "<span style="font-style: italic;">Prometeo Holocaust</span>"</a>)<br /></div>Ugohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-75611295339541572312007-11-13T00:09:00.000+01:002019-07-25T00:32:56.238+02:00I vecchi vizi del CISMAI<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/ba/Errare_humanum_est.jpg/200px-Errare_humanum_est.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 200px;" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/ba/Errare_humanum_est.jpg/200px-Errare_humanum_est.jpg" alt="" border="0" /></a><span id="lblArticle" designtimedragdrop="107">In un <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/11/la-cacciatrice-ii.html">precedente articolo</a>, ci siamo scandalizzati per le immotivate <span style="font-weight: bold;">allusioni colpevoliste</span> che la <span style="font-weight: bold;">presidente del <a href="http://www.cismai.org/">CISMAI</a>, dott.ssa Roberta Luberti</span>, ha scagliato il 15/05/2007 con la nota ufficiale </span>"<a href="http://www.cismai.org/argomenti/vita_del_coordinamento/anno2007/processi_mediatici%5B1%5D.pdf">Processi mediatici e diritti delle vittime: da Cogne a Rignano Flaminio</a>"<span id="lblArticle" designtimedragdrop="107"> contro gli imputati del caso di Rignano Flaminio.<br />La psicoterapeuta fiorentina, nonostante non esista alcuna prova degli abusi di Rignano, né alcuna immagine dei presunti stupri avvenuti sui bimbi dell'asilo Olga Rovere, cerca di farci credere che sia "utile" valutare il caso di Rignano alla luce delle sue seguenti allusioni:<br /></span><ul style="font-style: italic;"><li>7. Come si spiegano i dati sulla pedopornografia tramite internet? In questo campo ci sono foto e filmati, a milioni, che circolano su migliaia di siti pedopornografici (una foto o un filmato possono raggiungere dai 10.000 ai 15.000 siti).</li></ul><ul style="font-style: italic;"><li>8. E’ caccia alle streghe dire che, oltre ad esserci organizzazioni criminali dedite a questi “affari”, ci sono anche singoli che immettono immagini e filmati di abusi sessuali perpetrati sui loro figli o comunque su piccole vittime, e questo anche in Italia? E che per accedere ai giri di pedofili e ricevere materiale pedopornografico, le organizzazioni richiedono delle “prove” agli aspiranti aderenti, sotto forma di materiale dello stesso tipo? E che le attività pedopornografiche stanno superando in proventi lo spaccio di sostanze stupefacenti? Queste sono tutte virtuali e non esistono nella realtà, non hanno famiglie, non svolgono professioni a contatto con i bambini, non hanno vicini di casa, conoscenti ed amici con dei bambini?</li></ul><span style="font-weight: bold;"></span><span id="lblArticle" designtimedragdrop="107">Abbiamo già argomentato quanto grave sia questo episodio, che dimostra il radicato pregiudizio e la mancanza di logica e di cultura giudiziaria che affliggono la maggiore associazione privata del settore.<br />E' avvilente scoprire anche che quello dell'allusione immotivata è un <span style="font-weight: bold;">vecchio vizio del CISMAI</span>. Ripercorrendo i fattacci della bassa modenese, clamorosa vicenda di falsi abusi che hanno rovinato o addirittura terminato la vita di molti innocenti, ingiustamente coinvolti in una insensata caccia alle streghe ancora non conclusa, incontriamo questa vecchia <a href="http://www.europalex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=16846&idCat=227&numPage=7">interpellanza</a> rivolta nel 2000 dai senatori Cortelloni, Di Benedetto, Mundi e Lauria al Ministro della Giustizia:<br /></span><ul style="font-style: italic;"><li>Premesso:</li><li>che lunedì 5 giugno 2000 veniva emesso dal tribunale di Modena il verdetto di condanna a carico di quattordici imputati nell’ambito del maxiprocesso per presunte violenze e abusi sessuali su minori nella Bassa modenese;</li><li>che <span style="font-weight: bold;">la professoressa Paola Di Blasio</span>, docente di psicologia dello sviluppo e consulente del pubblico ministero, dottor Andrea Claudiani, il 7 giugno 2000 rilasciava al quotidiano "Il Giornale" l’intervista dal titolo: "<span style="font-weight: bold;">Nessun rito satanico, lo scopo era girare filmini per maniaci</span>", nella quale affermava che dietro agli episodi che hanno portato alla condanna degli imputati nel processo succitato non vi sarebbero affatto "riti satanici", ma <span style="font-weight: bold;">abusi rituali finalizzati alla produzione di video pornografici ed alla loro commercializzazione</span>; si tratterebbe, sempre secondo la professoressa Di Blasio, di "<span style="font-weight: bold;">... un grosso giro di affari in cui si uniscono interessi commerciali e forme di perversione da parte di adulti che commettono queste azioni in gruppo</span>";</li><li>che dalle notizie degli organi di informazione locale sembra però che non sia mai stata ritrovata neppure una fotografia,</li></ul><ul style="font-style: italic;"><li>si chiede di sapere:</li><li>se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza che la procura della Repubblica di Modena abbia rinvenuto materiale pornografico (videocassette, siti Internet, fotografie e quant’altro) destinato, o meno, al mercato sommerso dei pedofili e dei maniaci, in cui i minori coinvolti nel succitato processo fossero stati filmati;</li><li>in caso affermativo, quali provvedimenti abbia assunto o intenda assumere;</li><li>in caso negativo, se non ritenga <span style="font-weight: bold;">censurabile che la consulente del pubblico ministero rilasci interviste di tale natura</span>.</li></ul><span id="lblArticle" designtimedragdrop="107">Vale la pena di ricordare che la prof.ssa <a href="http://www.paoladiblasio.it/curriculum/diblasio.htm">Paola Di Blasio</a> </span><span id="lblArticle" designtimedragdrop="107">(già nella nostra <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/06/abusologi-black-list.html">blacklist</a>)</span><span id="lblArticle" designtimedragdrop="107"> è uno dei soci fondatori e degli ideologi del CISMAI. Già nel 2000 dunque il CISMAI, di fronte alle prime sentenze contro gli imputati della bassa modenese (condannati proprio sulla base di ingiustificabili perizie), per sostenere il proprio furore accusatorio diffondeva alla stampa delle <span style="font-weight: bold;">allusioni immotivate</span> al mercato della pedopornografia. Senza avere uno straccio di elemento: </span><span id="lblArticle" designtimedragdrop="107">"<span style="font-style: italic;">peccato che nessuno abbia mai trovato nulla, una foto, una videocassetta o un sito internet, né esista traccia di denaro, tantomeno nelle tasche degli indagati, quasi tutti poco sopra il livello di indigenza</span>"</span><span id="lblArticle" designtimedragdrop="107"> (<a href="http://www.tempi.it/archivio_dett.aspx?idarchivio=582">fonte</a>).<br />Un pregiudizio bello e buono, proprio lo stesso che ha recentemente esibito l'attuale presidente CISMAI, dott.ssa Luberti. Un <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/11/le-omissioni-nello-statuto-del-cismai.html">pregiudizio</a> che aveva già fatto <a href="http://www.falsiabusi.it/Modena/home_modena.htm">morti e danni gravissimi</a> nel modenese, riproposto oggi per <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/10/lo-strano-caso-del-dr-montekkyll-e-mr.html">Rignano Flaminio</a>.<br /><span style="font-weight: bold;">Pregiudizio è non imparare mai dai propri errori.</span></span><br /><br /><span style="font-style: italic;">Errare humanum est, perseverare diabolicum</span>.<br />Lo zampino di Satana in questi casi forse c'è davvero.<br /><br />Ugo<span id="lblArticle" designtimedragdrop="107"></span>Ugohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-67045287657257931352007-11-12T12:30:00.000+01:002019-07-25T00:47:44.484+02:00Il sorpasso<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.claudiocolombo.net/FotoDVD/ilsorpasso2.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px;" src="http://www.claudiocolombo.net/FotoDVD/ilsorpasso2.jpg" alt="" border="0"></a>Nei <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/11/la-cacciatrice-i.html">precedenti articoli</a> abbiamo commentato un comunicato ufficiale del CISMAI, pubblicato dalla presidente <font style="font-weight: bold;">dott.ssa Roberta Luberti</font> sulla <a href="http://www.cismai.org/">homepage</a> societaria il 15/05/2007: "<a href="http://www.cismai.org/argomenti/vita_del_coordinamento/anno2007/processi_mediatici%5B1%5D.pdf">Processi mediatici e diritti delle vittime: da Cogne a Rignano Flaminio</a>".<br /><br />Torniamo oggi su una affermazione contenuta al punto 8 del comunicato, ove la presidente per alludere ai motivi per cui un colpevole a Rignano bisognerebbe pur trovarlo, ci magnifica le dimensioni del fenomeno della pedopornografia, una informazione che Luberti collega alla vicenda dell'Olga Rovere:<br /><ul><li>"<font style="font-style: italic; font-weight: bold;">le attività pedopornografiche stanno superando in proventi lo spaccio di sostanze stupefacenti</font>"... BUMM!<br /></li></ul>Una affermazione così <font style="font-weight: bold;">macroscopicamente infondata</font> da far cascare le braccia. Come è possibile che una esperta di pedofilia, anzi la presidente di coloro che dovrebbero essere gli esperti di pedofilia, possa affermare una falsità così distante dai fatti?<br /><br />Il giro d'affari del traffico illegale di stupefacenti nel nostro paese si aggira attorno ad alcune decine di miliardi di euro (25926 milioni nel <a href="http://news2000.libero.it/editoriali/ede55.html">2002</a>), tanto quanto una corposa manovra finanziaria annuale dello Stato, una cifra annua corrispondente a quasi un milione di vecchie lire pro capite.<br />Quanto vale invece il mercato complessivo annuo delle attività pedopornografiche nel nostro paese? A quali dati fa riferimento la dott.ssa Luberti, per indicare il prossimo "sorpasso" sugli stupefacenti? Non lo sappiamo, in questa occasione il CISMAI non ha esplicitato fonti.<br /><br />Ci siamo ricordati che la stessa affermazione era presente in una intervista di Luca Barbareschi per il Giornale, subito ripresa dal sito dell'<a href="http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=6&ip=159&iv=159&im=188">Associazione Prometeo</a>, in cui si sostiene che "<font style="font-style: italic;">il giro d'affari legato alla pedofilia ha superato in Italia quello della droga</font>" (l'attore ci dà il sorpasso per già avvenuto).<br /><br />La nostra indagine sulle origini di questa sparata, ci conduce innanzitutto alla segnalazione di una forte assonanza con una frase tratta dalla <a href="http://www.heos.it/Politica_06/4500014.htm">presentazione di un libro di Somaly Mam</a>:<br /><ul><li>"<font style="font-style: italic;">il traffico di donne e bambini a sfondo sessuale è un’emergenza a livello mondiale. E’ al secondo posto dopo il traffico di armi, superando il traffico di droga</font>"</li></ul>In questa affermazione ci si riferisce tuttavia a <font style="font-weight: bold;">tutto il traffico di persone a scopo sessuale</font> (prostituzione, schiavitù, tratta di donne e bambini) di cui il mercato pedopornografico non può essere che una minima fetta.<br />Allo stesso modo, durante un <a href="http://www.provincia.pistoia.it/COMUNICATI_STAMPA/CS_2005/104_seminariointerforzetratta24-03-05.pdf">seminario</a> tenutosi in Toscana nel 2005:<br /><ul><li>"<font style="font-style: italic;">La relazione centrale è stata tenuta dalla Dott.ssa Rossella Corsini, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Pistoia, che ha presentato gli aspetti giurisdizionali e le esperienze investigative effettuate in ambito provinciale sul tema della repressione della tratta degli esseri umani a scopo sessuale, illustrando in modo puntuale ed approfondito tali aspetti, sia in riferimento alla dimensione europea e mondiale del fenomeno (che <font style="font-weight: bold;">in termini di bilanci economici sta superando quello della filiera della droga</font>) (...)</font>";</li></ul>Dello stesso tipo di sorpasso, si parla ancora in relazione alla situazione del traffico di donne in Colombia, in <a href="http://www.terrelibere.it/traffico.htm">questo report</a>:<br /><ul><li>"<font style="font-style: italic;">L’OIM stima che 4 milioni di persone (uomini e donne) sono vittime di traffico ogni anno, con conseguenti 7 miliardi di dollari in profitti per i gruppi criminali. Secondo solo al traffico di droga per redditività, il ‘traffico di persone’ secondo le previsioni si avvia a diventare nei prossimi anni il primo traffico al mondo</font>".</li></ul>E' solo in un <a href="http://www.ildiavolo.com/articolo.php?id=49&mode=archivio">settimanale satirico</a> che abbiamo ritrovato l'indicazione di una fonte presunta dei dati del "sorpasso", non comunque riferibile al solo pedobusiness e in ogni caso basata su cifre che sarebbero ancora insufficienti per minacciare il primato del mercato delle droghe:<br /><ul><li>"<font style="font-style: italic;">L’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa valuta che la cifra d’affari generata dalla tratta degli esseri umani abbia superato quella del traffico di droga e del traffico d’armi. Raggiungerebbe i 35 miliardi di dollari l’anno</font>".</li></ul>Quella del "sorpasso" tra traffici illegali sembra essere dunque una figura retorica già spesso usata anche in altri campi, difficile sapere chi ne detenga il copyright. Può darsi che alcuni sedicenti esperti nostrani, come Luberti e Barbareschi, abbiano confuso una affermazione valida (forse) per tutto il mercato della tratta di esseri umani, per una informazione relativa al solo pedobusiness di cui si interessano.<br /><br />Abbiamo tuttavia il sospetto che in questo convincimento possa rieccheggiare anche una delle più note bufale del settore, <font style="font-weight: bold;">l</font><font style="font-weight: bold;">a leggenda metropolitana degli "11 miliardi di euro"</font>.<br />Essa risale ad un dato irragionevole, pubblicato dall'associazione "<a style="font-weight: bold;" href="http://www.savethechildren.it/">Save the Children</a>" in occasione del lancio pubblico dell'iniziativa "<a href="http://www.stop-it.org/">stop-it</a>", con questo <a href="http://www.savethechildren.it/2003/comunicati.asp?id=97">comunicato stampa</a> del 15/1/2003 riferito ai profitti della pedopornografia:<br /><ul><li>"<font style="font-style: italic;">Solo in Italia, si calcola che il business faccia registrare un fatturato annuo di oltre 11 miliardi di euro (21 mila miliardi di lire)</font>"</li></ul>Sul web, non ci è stato possibile ricostruire da dove questa cifra sia saltata fuori, essa compare già il 12/11/2002 sul sito della <a href="http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina/stop-it/">Polizia di Stato</a>, ma basata sempre sulla stessa fonte.<br />Il dato degli "11 miliardi di euro" nei comunicati viene sempre proposto vicino a dati Eurispes, ma non è questa la sua fonte. Nessuno ha idea di come sia nata questa informazione da parte di "Save the Children", temiamo la abbiano sentita raccontare da <font style="font-style: italic;">mio cuggino</font>.<br /><br /><font class="title">La bufala di Save the Children viene pedantemente ritrasmessa da altri soggetti del settore, poco critici sulle proporzioni del fenomeno di cui si dichiarano esperti:<br /></font> <ul><li><font class="title">Istituto per la prevenzione del disagio minorile (<a href="http://www.soschild.org/modules.php?name=News&file=article&sid=59">soschild.org</a>);</font></li><li><font class="title"><a href="http://www.ibambini.it/newsdetail.jsp?id=20021126_121913.nws">ibambini.it</a>;</font></li><li><font class="title"><a href="http://www.ecpat.it/nl/NL001.pdf">ECPAT Italia</a>;</font></li><li><font class="title">(<font style="font-style: italic;">elenco in aggiornamento, son gradite segnalazioni</font>).<br /></font></li></ul> Già il 30/1/2003 il dato veniva identificato come sciocchezza macroscopica in un <a href="http://punto-informatico.it/b.aspx?i=259566#posts">forum</a> (inquietante come sia facile per un qualsiasi forumista ridicolizzare le informazioni a cui credono invece ciecamente i sedicenti esperti del settore). Vi scriveva allora un arguto utente anonimo:<br /><ul><li>"<font style="font-style: italic;">Supponiamo che in italia ci siano un milione di pedofili (cioè un maschio ogni 28). Allora in media ogni pedofilo spenderebbe 11.000 euro all'anno per comprarsi sto scempio di immagini. Cioè poco meno di 1000 euro al mese. In media. Quindi o 'sti porci, hanno uno sfacello di soldi, o qualcuno ha sbagliato a far di conto</font>".</li></ul>E un altro anonimo più arrabbiato:<br /><ul><li>"<font style="font-style: italic;">E' una palla cosi' mostruosamente grande che fa ridere e piangere allo stesso tempo! L'opinione che mi sono fatto e' che queste associazioni guadagnino credito e fama con queste sparate, anzi magari fanno anche a gara a chi le spara piu' grosse. E magari prendono pure dei soldi, chissa' quanti</font>".</li></ul>Infine un certo "nasoblu4" che faceva notare che il valore di tutte le transazioni commerciali sul web avrebbe raggiunto nel 2003 solo la somma di 3,9 miliardi di dollari annui nel mondo. La cifra sparata da "Save the Children" era 3 volte maggiore.<br />Insomma il web si era già divertito a prendere in giro questo ennesimo episodio di creduloneria allarmistica degli abusologi.<br /><br /><div style="text-align: center;">- - -<br /></div><br /><font style="font-style: italic;">Quanto vale davvero il giro d'affari italiano del pedobusiness?</font><br />Il Governo ha istituito un <a href="http://www.governo.it/Presidenza/politiche_famiglia/osservatorio_pedofilia.html">Osservatorio per il contrasto della pedofilia e pornografia minorile</a>, ma per il momento esso segnala solo che i dati finora raccolti non sono omogenei e che è stata prevista l’istituzione della Banca Dati dell’Osservatorio.<br /><br />Prendiamo allora per buoni i dati del <a href="http://www.telefonoarcobaleno.org/it/pdf/report_sem_2007_monitor.pdf">report 2007</a> di <font style="font-weight: bold;">Telefono Arcobaleno</font>, che parlano di un volume di affari mondiale del pedobusiness sul web per circa 13 milioni di dollari al giorno (circa 3,4 miliardi di euro ogni anno). Di questa cifra, quanto vale la fetta italiana?<br />Volendo azzardare una stima, basandoci sul fatto che il PIL italiano rappresenta il 2,7% di quello mondiale, il calcolo suggerisce un volume d'affari nazionale attorno ai <font style="font-weight: bold;">100 milioni di euro annui</font>. Aspettiamo dati ufficiali o altre segnalazioni per correggere questa nostra stima approssimativa, che ci appare spannometricamente ragionevole per proporzioni (ricordandosi che la cifra di Telefono Arcobaleno si riferisce alla sola pedopornografia sul web, manca cioè il mercato diretto). Dal report di Telefono Arcobaleno, si noti anche la confortante notizia che su 12543 segnalazioni di siti pedopornografici giunte nel primo semestre 2007, solo una era relativa ad un server italiano.<br /><br />Troviamo conforto alle nostre stime in un <a href="http://www.repubblica.it/2003/k/sezioni/cronaca/pedo/pedo/pedo.html">articolo</a> su Repubblica del 6/11/2003, ove si citano altri dati provenienti da Save the Children, solo pochi mesi dopo la sparata degli 11 miliardi, cifre che risultano stavolta molto più vicine a quelli recenti di Telefono Arcobaleno:<br /><ul><li>"<font style="font-style: italic;">sono 250 milioni le copie di video pedo-pornografici diffuse nel mondo per un fatturato annuo che oscilla indicativamente intorno ai tre miliardi di dollari</font>".</li></ul>Perchè allora la stessa "Save the Children" non ha mai rettificato ufficialmente il precedente dato italiano, clamorosamente errato? Nei loro più recenti rapporti, ad esempio il terzo "<a href="http://www.savethechildren.it/2003/download/Stop-It/stop-it_2005.pdf">Minori nella rete</a>", non viene fatto più alcun riferimento al dato del volume d'affari complessivo della pedopornografia (neanche nel <a href="http://www.savethechildren.it/2003/download/Stop-It/Minori_nella_Rete_ES.PDF">comunicato stampa</a>).<br /><br />La nostra stima di 100 milioni annui, sembra poter reggere anche ad un grossolano paragone con il valore del mercato complessivo della <a href="http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/05_Maggio/19/pornografia.shtml">pornografia adulta legale</a> in Italia, che equivale approssimativamente ad un miliardo di euro annui: si tratterebbe di un rapporto approssimativo di 10:1 a vantaggio del porno adulto.<br />Come è stato possibile che "Save the Children" abbia diffuso per la pedopornografia una cifra che sarebbe invece di ben 11 volte superiore a quella totale del porno adulto legale? Per ogni onanista tradizionale, ci sarebbero dunque ben 11 pedofili? E come è stato possibile che questa bufala arrivasse fin sul <a href="http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina/stop-it/">sito</a> della Polizia dello Stato, senza incontrare un filtro di buon senso?<br /><br />Per quanto insopportabilmente vasto, il mercato del pedobusiness potrebbe attestarsi dunque come volume di affari ad una cifra almeno 100 volte inferiore alla sparata di Save the Children.<br />E <font style="font-weight: bold;">inferiore di circa 250 volte rispetto al giro d'affari del traffico di stupefacenti</font>, il sorpasso paventato dal CISMAI non sembra imminente. Un errorino da niente?<br /><br />Da <font class="testo"><a href="http://www.cismai.org/chisiamo/statuto.html">statuto</a> (art. 2), Il CISMAI dovrebbe essere "</font><font class="testo"><font style="line-height: normal;"><font style="font-style: italic;">una sede permanente di carattere culturale e formativo</font>". Non fa affatto onore a queste premesse il comportamento della presidente Luberti, che pubblica ufficialmente </font></font>una <font style="font-weight: bold;">bufala</font>. Perchè la dott.ssa Luberti non si è documentata sui numeri prima di scrivere questo comunicato, affidando invece il proprio messaggio a suggestioni infondate, orecchiate magari durante qualche discussione tra abusologi allarmisti che fanno a chi la spara più grossa contro la pedofilia?<br />Simili sviste non possono essere casuali, esse lasciano intendere quelle che abbiamo già più volte definito come le <font style="font-weight: bold;">malcelate speranze</font> di molti abusologi: già dai termini usati nel comunicato del CISMAI, si può ben intuire che la dott.ssa Luberti di queste cifre ne sa poco, non vi è alcuna precisione numerica, piuttosto quel "<font style="font-style: italic;">stanno superando</font>" esprime un afflato poetico di stampo futurista, di proiezione verso una prossima era eroica per il CISMAI, in cui finalmente l'abuso sessuale sarà in testa a tutti i problemi mondiali, la pandemia tanto attesa.<br />Dovranno aspettare.<br /><br />UgoUgohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-88435733209231996652007-10-29T09:48:00.001+01:002019-07-25T00:36:18.449+02:00Ruoli e rischi nell'investigazione sull'abuso<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://ed-thelen.org/SVFIG-present/functnov.gif"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 400px;" src="http://ed-thelen.org/SVFIG-present/functnov.gif" alt="" border="0"></a>Diverse figure svolgono un ruolo nelle <font style="font-weight: bold;">investigazioni sull'abuso sessuale su minori</font>, ovvero nel meccanismo sociale per cui gli abusi vengono riconosciuti nella popolazione, scoperti, segnalati, accertati processualmente. Si va dall'<font style="font-style: italic;">epidemiologo che studia la diffusione del fenomeno nella popolazione, alla maestra o il pediatra insospettiti da segni strani, al carabiniere che interroga, al perito che deve verificare gli indizi psicofisici o raccogliere le testimonianze minorili</font>, <font style="font-style: italic;">al magistrato che deve giudicare le prove</font> ecc.
Tutti costoro, sono impegnati in un compito difficile, anzi impossibile, poiché già sappiamo che nonostante il massimo sforzo di tutti, l'investigazione non può avere il 100% di riconoscimenti corretti.
Ciò avviene perchè <font style="font-weight: bold;">i segnali di abuso sono per loro natura spuri</font>, nel grande magma del comportamento dei bambini è impossibile identificare dei segnali certamente indicatori di abuso (nemmeno le loro esplicite accuse lo sono), ma al tempo stesso dobbiamo continuare a sorvegliare ed insospettirci, per non lasciare sola ed indifesa una vittima.
Per rappresentare i termini della questione, suggeriamo di rivolgersi alla <font style="font-weight: bold;"><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Detection_theory">Teoria della Detezione del Segnale</a> (T.D.S.)</font>, un costrutto scientifico nato in psicofisica e molto usato anche in tutti i campi della diagnostica medica, proprio per concettualizzare le difficoltà di chi deve identificare con sicurezza un fenomeno che emerge dal rumore di fondo di tanti segnali distraenti:
<ul><li><font>si pensi al classico <font style="font-weight: bold;">esempio del </font><font style="font-weight: bold;">radarista militare</font>, che di fronte ad una nuova lucetta lampeggiante sul monitor del proprio radar, deve in breve tempo decidere se si tratti di un innocuo veivolo civile, o se corrisponda invece ad un caccia nemico in arrivo e da far abbattere</font>.</li></ul>I termini del problema della detezione dei segnali di abuso, secondo la T.D.S., identificano ben <font style="font-weight: bold;">quattro categorie possibili</font>:
<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjn-j-GOjOXFihK84miF5Wbel1OFhaH-RO3errTeIGapZQjE7qN5Fo8tlk6o1MWZd45aco6QohN-fbkpXARBQHgoUobIT-OmIehO1Ir4yFGJoeUv-2nxCgGi1Mv6VBWyJMVuPsIiZ13N0/s1600-h/IMG002.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjn-j-GOjOXFihK84miF5Wbel1OFhaH-RO3errTeIGapZQjE7qN5Fo8tlk6o1MWZd45aco6QohN-fbkpXARBQHgoUobIT-OmIehO1Ir4yFGJoeUv-2nxCgGi1Mv6VBWyJMVuPsIiZ13N0/s400/IMG002.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5126681950129064562" border="0"></a>Come si noterà, il compito dell'investigatore sull'abuso è reso estremamente difficile dal fatto che <font style="font-weight: bold;">gli errori possibili sono ben due</font> (in rosso):
<ul><li>non accorgersi di un abuso vero (<font style="font-style: italic;">abuso sommerso</font>);
</li><li>riconoscere per vero un abuso falso (<font style="font-style: italic;">falso abuso</font>).
</li></ul>Tutti vorremmo che fosse più facile, ma purtroppo la situazione è complessa e non si può far finta di niente. Eppure, una importante impresa civile come l'investigazione sociale sugli abusi è funestata dalla presenza e dalle attività di una grande fetta di <font>esperti</font> che sembrano convinti (o addirittura pretendono) di poter operare ed investigare tenendo presente <font style="font-weight: bold;">solo uno</font> di questi problemi (di solito l'abuso sommerso) e trascurando del tutto l'altro problema: sono coloro che ormai vengono comunemente chiamati "<font style="font-weight: bold;">abusologi a senso unico</font>".
Di esperti col vizio del senso unico sono infiltrate molte delle maggiori associazioni italiane anti-abuso, a cominciare dal <a href="http://www.movimentoinfanzia.it/">Movimento per l'Infanzia</a> e soprattutto dal quasi-monopolista <a href="http://www.cismai.org/">CISMAI</a> (<a href="http://www.cismai.org/argomenti/vita_del_coordinamento/anno2007/processi_mediatici%5B1%5D.pdf">qui</a> un tipico esempio di <font style="font-style: italic;">comunicato a senso unico</font> sugli abusi collettivi, da parte della presidentessa dott.ssa Roberta Luberti). Chi può garantire che costoro non mantengano lo stesso atteggiamento unidirezionale anche quando vengono chiamati a svolgere una funzione pubblica (ad es. il consulente tecnico d'ufficio per la Procura), che non ammette paraocchi e pregiudizi, neanche se intesi "a favore dei deboli"?
Suggeriamo a costoro un urgente <a href="http://www.cns.nyu.edu/%7Edavid/handouts/sdt/sdt.html">ripasso</a> della Teoria della Detezione del Segnale (e delle magie della <font style="font-style: italic;">curva R.O.C.</font>). Essa dimostra che <font style="font-weight: bold;">i due problemi sono indissolubilmente legati da un vincolo</font>: se scegliamo di modificare i nostri criteri di riconoscimento dell'abuso, per non rischiare che nulla rimanga "sommerso" (il radarista che fa sparare su tutti gli oggetti che volano un po' troppo veloce), è <font style="font-style: italic;">inevitabile</font> che l'intervento ingigantisca l'altro problema collegato (troppi aerei "innocenti" vengono abbattuti). E viceversa.
Anche le <font style="font-weight: bold;">operazioni "culturali" o "scientifiche"</font>, che alcuni vorrebbero far passare per neutre e innocenti, producono in realtà il loro effetto:
<ul><li>si immagini che cosa farebbe il nostro radarista, se nella stanza del monitor attorno a lui ci fossero diversi strateghi militari ad urlargli nell'orecchio "<font style="font-style: italic;">il nemico sta arrivando</font>", "<font style="font-style: italic;">il nemico ha aerei quasi invisibili</font><font style="font-style: italic;"> al radar</font>", "<font style="font-style: italic;">il nemico è ferocissimo ed organizzato</font>". Probabilmente quel radarista uscirebbe a sparare lui stesso missili terra-aria anche contro i piccioni, difenderebbe se stesso e al diavolo gli aerei civili abbattuti.</li></ul>
<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/af/Redeye_Surface_to_Air_Missile_06.jpg/310px-Redeye_Surface_to_Air_Missile_06.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 200px;" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/af/Redeye_Surface_to_Air_Missile_06.jpg/310px-Redeye_Surface_to_Air_Missile_06.jpg" alt="" border="0"></a>E' proprio ciò che stanno facendo molti dei nostri "radar dell'abuso": genitori che si convincono già al primo dubbio, operatori sociosanitari o educativi che si eccitano per ogni indicatore comportamentale, carabinieri pronti a credere a storie assurde che si sarebbero svolte sotto il loro stesso naso, abusologi che aizzano la popolazione contro ogni sospetto, corsi di formazione per periti in cui si parla solo di "indicatori di abuso" e mai di falsi abusi, magistrati che condannano senza riscontri oggettivi. Tutti <font style="font-style: italic;">soldati dell'esercito del bene</font>, e tra di loro tanti professionisti che, anzichè restare nei confini del proprio ruolo, scendono in strada imbracciando il forcone.
E' un <a href="http://www.falsiabusi.it/lnv/lnv_docum/05.html">treno</a> che può impazzire e prendere tanta velocità da sfondare ogni barriera civile, se tutti si preoccupano solo di pompare carbone e intanto nessuno rinforza le ganasce dei freni e controlla gli scambi. Non venite a raccontarci che la propaganda iper-allarmistica sulla pedofilia (<font style="font-style: italic;">appeal to fear</font>) non ha le sue colpe in ciò.
Teoria della Detezione del Segnale: <font style="font-style: italic;">se cerchiamo di impegnarci contro uno dei due problemi, è immancabile che l'altro si ingigantisca</font>. Varrebbe lo stesso, se cercassimo di ridurre a zero i rischi di incarcerare un innocente per falso abuso: inevitabilmente una percentuale maggiore di bimbi abusati non troverebbe giustizia.
La T.D.S. mette dunque bene in luce la questione della <font style="font-weight: bold;">responsabilità della scelta del criterio</font>: <font style="font-style: italic;">non esiste una modalità che la scienza garantisca per buona</font><font style="font-style: italic;"> in quanto tale</font>. <p:colorscheme colors="#FFFFFF,#000000,#1C1C1C,#333399,#00E4A8,#FFCF01,#FF0000,#3333CC"></p:colorscheme>A scelte più garantiste e prudenti corrispondono certi danni collaterali, mentre a scelte più allarmiste e giustizialiste ne corrispondono altri.
Ciò smonta il mito che sia solo la scienza e la tecnica a determinare l'esito dell'investigazione sull'abuso: la performance discriminativa del complessivo sistema anti-abuso, non è determinata solo dalla potenzialità dei suoi strumenti conoscitivi (indicatori di abuso, tecniche di investigazione ecc.), ma anche dalla scelta del criterio (e dei suoi "danni collaterali").
L'<font style="font-weight: bold;">esercito dei "buoni"</font> purtroppo non può esistere, poiché quando essi si impegnano ad aiutare gli "innocenti" da una parte, la coperta è troppo corta e rischiano di lasciare scoperti altri innocenti. Ma allora che "buoni" sono? Essi in realtà non sono più buoni degli altri, sono solo unilateralmente schierati dalla parte dei bambini, anche di quelli che pronunciano false accuse. Fu geniale a tale proposito il commento di <font>Debbie Nathan</font> e <font>Michael Snedeker</font> (1996), che criticando <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/09/i-viaggi-del-maestro-david-finkelhor.html">Finkelhor e la Russell</a> e i seguaci della loro "<font style="font-style: italic;">sociologia paranoide</font>" scrissero: "<font style="font-style: italic;">i ricercatori dei tempi moderni erano pronti a svilire le donne al fine di salvare i bambini</font>".
Ma questo, molti abusologi non sembrano comprenderlo: in precedenti articoli, abbiamo citato ad esempio la <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/10/interrogazioni-parlamentari-on.html">stizzita risposta</a> dell'intoccabile <font style="font-style: italic;">Maria Benigno Bruni</font>, che si stupisce di fronte ad una interpellanza parlamentare che li accusa di eccessi propagandistici, oppure la <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/07/luovo-di-colombo-del-dott-pellai.html">risposta</a> di <font style="font-style: italic;">Alberto Pellai</font> al nostro blog, egli (nonostante l'allarmismo e la sicumera con cui vengono propagandati i suoi dati di ricerca) ci scrive che sta "<font style="font-style: italic;">dalla parte delle vere vittime e non degli indagati per errori, dei quali, comunque, non posso che dispiacermi e dolermi, ma rispetto ai quali non mi sento minimanete responsabile</font>". I paladini del bene non portano macchia, così essi credono.
Altri paladini, come <a href="http://www.massimilianofrassi.splinder.com/">Massimiliano Frassi</a> (rieccheggiato perfino in recenti parole dell'<a href="http://blog.panorama.it/italia/2007/10/09/rignano-per-la-cassazione-i-bambini-sono-stati-influenzati-dai-genitori/?socialbmarks=1">avv. Taormina</a> sull'informazione pro-pedofili, ma ci è appena cascato anche lo stesso <a href="http://www.movimentoinfanzia.it/Dblog/articolo.asp?articolo=39">Andrea Coffari</a>), fanno ancora di peggio: confondono la civile battaglia di prevenzione contro il fenomeno del falso abuso e in difesa delle sue vittime, per <font>una </font><font style="font-style: italic;">attività pro-pedofilia</font>. Calunnia insopportabile, che allude all'idea di un <font style="font-weight: bold;">esercito dei "cattivi"</font>, che esiste solo nella loro testa.
In realtà, di eserciti di buoni e cattivi tra gli indagatori sull'abuso non ve ne sono affatto. Esistono scelte diverse, che comportano assunzioni di responsabilità e rischi di errore. Ed esistono <font style="font-weight: bold;">ruoli diversi</font>:
<ul><li>c'è chi come questo blog combatte una battaglia solo culturale, <font style="font-weight: bold;">dichiaratamente di parte</font>, che critica spesso e volentieri, ma non attacca coloro i quali, per ruolo o per esplicita ammissione, sono schierati lealmente sull'altro fronte (ad esempio i consulenti delle parti civili ed i loro avvocati, o quegli abusologi che dimostrano di saper fare una <font style="font-style: italic;">onesta e sacrosanta </font>propaganda <font style="font-style: italic;"></font>sulla necessità di svelare l'orrore dell'abuso). E' certamente lecito difendere anche uno solo tra i due principi contrapposti, a senso unico, ma solo se si parla dall'interno dei confini di un ruolo di parte;</li></ul><ul><li>altri combattono battaglie altrettanto partigiane, tuttavia pretendono di essere pubblicamente pagati e di continuare la propria missione personale anche rivestendo <font style="font-weight: bold;">ruoli superiori e neutrali</font> (il magistrato, il perito del giudice o il consulente del P.M., il clinico della sanità pubblica, l'abusologo pubblicamente finanziato). Costoro pretendono di ricevere il pubblico applauso e la parcella per ogni abuso disvelato, ma al tempo stesso di essere <font style="font-weight: bold;">immuni alla critica</font> per ogni innocente ingiustamente accusato di pedofilia.
</li></ul>E' per queste ragioni che, mentre gli scienziati continuano lo sforzo di raccolta di dati validi ed attendibili sull'abuso, <font>su questi dati devono poi essere </font><font style="font-weight: bold;">Giustizia e Politica</font><font> a riprendere il proprio ruolo decisionale</font>, e mettere esplicitamente bocca nella questione della scelta dei criteri di decisione: a quali indicatori di abuso dare credito e come. Non sarebbe affatto una invasione del campo della scienza.
Si tratta ad esempio di modulare dall'esterno il sistema della scienza dell'abuso e delle perizie, per evitare eccessi e cortocircuiti.
Tra i primi passi da compiere, quello di istituire un vero meccanismo di <font style="font-weight: bold;">disincentivazione dell'imprudenza professionale sull'abuso</font>. I periti e gli abusologi protagonisti delle peggiori cantonate di falso abuso nel nostro paese, hanno regolarmente intascato le parcelle e sono tutti ancora al loro posto e continuano a ricevere soldi e riconoscimento. Non ce lo possiamo più permettere, eppure la magistratura e la stampa ufficiale non indagano mai in quella direzione; anche i vertici accademici e sanitari, così come gli ordini professionali, fan finta di niente.
Sanzionare l'errore è una necessità, ma non sufficiente: vi è anche una urgente richiesta di <font style="font-weight: bold;">rivedere i criteri di premio economico e sociale erogato nei confronti degli abusologi</font>. Finché tutto il guadagno delle associazioni che si occupano di abuso sessuale sarà legato solo all'attività di disvelamento dell'abuso, non potremo stupirci che esse si orientano a senso unico, abbassando le soglie di riconoscimento dell'abuso ed innalzando l'allarmismo sociale a livelli tali, che ormai bastano poche bizzarrie comportamentali infantili prodotte sotto pressione emotiva, per mandare in carcere metà del personale del loro asilo.
La responsabilità ultima è di una politica miope, che (ad eccezione di encomiabili casi isolati) è corsa solo appresso alle sirene del buonismo anti-pedofilia, da spendere subito con gli elettori: la prevenzione del fenomeno dei falsi abusi è un dovere politico, oltre che un onere sociale, gravato però finora interamente a carico delle private tasche di quei pochi a cui una folle lotteria ha destinato false accuse di abuso.
Finchè non verrà socialmente ed economicamente premiato il lavoro degli esperti <font style="font-style: italic;">anche</font> nella direzione della prevenzione dei casi di falso abuso, continueremo a vedere in giro solo abusologi con una missione a senso unico, troppo spesso trincerati dietro la tronfia ed antidemocratica supponenza di coloro che credono di essere i paladini dell'esercito del bene.
UgoUgohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-19989354538181746492007-10-26T11:12:00.000+02:002019-07-24T22:02:07.003+02:00Interrogazioni parlamentari: On. Giovanardi<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://legxv.camera.it/_dati/leg15/SchedeDeputatiPrototipo/foto/scheda_big/d33230.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 200px;" src="http://legxv.camera.it/_dati/leg15/SchedeDeputatiPrototipo/foto/scheda_big/d33230.jpg" alt="" border="0"></a>L'<a style="font-weight: bold;" href="http://legxv.camera.it/cartellecomuni/leg15/include/contenitore_dati.asp?tipopagina=&deputato=d33230&source=%2Fdeputatism%2F240%2Fdocumentoxml%2Easp&position=Deputati/La%20Scheda%20Personale&Pagina=Deputati/Composizione/SchedeDeputati/SchedeDeputati.asp%3Fdeputato=d33230">On. Carlo Giovanardi</a> dell'Unione di Centro presenta alla Camera dei Deputati, nella seduta del 12-06-2007, l'<a href="http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_15/showXhtml.Asp?idAtto=12950&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27INTERPELLANZA%27"><font style="font-style: italic;" class="evidenzia">interpellanza</font><font style="font-style: italic;"> 2/00595</font></a> nei confronti del Ministero della Giustizia.
Queste le premesse dell'interrogazione dell'On. Giovanardi:
<ul style="font-style: italic;"><li>Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che: </li></ul><ul style="font-style: italic;"><li>i media hanno dato ampio rilievo ad un convegno organizzato a Milano da una associazione denominata IAD Bambini Ancora, secondo la quale in Italia un ragazzo su sei è vittima dei pedofili, con addirittura cento abusi mai scoperti per ogni fatto accertato; </li></ul><ul style="font-style: italic;"><li>questo fenomeno definito nel convegno «l'epidemia del terzo millennio» avrebbe coinvolto, prendendo per buoni i dati forniti dall'associazione, un milione di bambini negli ultimi dieci anni; </li></ul><ul style="font-style: italic;"><li>tali incredibili dati, secondo i quali in ogni classe elementare di trenta bambini, almeno 5 sarebbero stati abusati appaiono totalmente fuori dalla realtà; </li></ul><ul style="font-style: italic;"><li>la diffusione di tali dati rischia di alimentare una psicosi collettiva moltiplicando i casi di segnalazioni di falsi abusi -:</li></ul>E queste le sue domande:
<ul style="font-style: italic;"><li>se i responsabili dell'associazione siano professionisti che hanno avuto incarichi di periti da parte dell'autorità giudiziaria; </li></ul><ul style="font-style: italic;"><li>quale fondamento abbiano secondo il governo i dati diffusi da questa associazione; </li></ul><ul><li><font style="font-style: italic;">quali costi vengano sostenuti ogni anno per incarichi professionali e consulenze affidati ai cosiddetti esperti della materia.</font> </li></ul>Ad oggi l'interrogazione è ancora in corso e non ha ricevuto risposta.
Per aiutare il lavoro del Ministero della Giustizia e anticipare alcune risposte all'On. Giovanardi, segnaleremo alcune fonti web riguardanti i termini della questione e soprattutto potremo fornire loro qualche dettaglio su quali siano i fondamenti scientifici dei dati diffusi dall'associazione IAD.
<font style="font-weight: bold;" size="4">Termini della questione
</font>L'interpellanza di Giovanardi fa riferimento alla onlus anti-pedofilia <a style="font-weight: bold;" href="http://www.bambiniancora.org/home.htm">IAD Bambini Ancora</a> di Milano, che lo scorso 8/9 Giugno ha organizzato il convegno "<a href="http://www.bambiniancora.org/doc/iadPighevoledefinitivo2007Convegno.pdf">I segni nell'abuso sessuale sui minori. Fantasia o realtà</a>", tenutosi presso lo IULM e patrocinato dalla Presidenza della Regione Lombardia. Il programma del convegno è riportato anche su <a href="http://sos-bambini.skynetblogs.be/post/4635522/i-signi-nellabuso-sessuale-sui-minori-2archiv">questo blog</a>.
<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://blogsimages.skynet.be/images_v2/002/599/549/20070615/dyn009_original_450_299_jpeg_2599549_12fde34af8c5267b990d254443a07ad2.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px;" src="http://blogsimages.skynet.be/images_v2/002/599/549/20070615/dyn009_original_450_299_jpeg_2599549_12fde34af8c5267b990d254443a07ad2.jpg" alt="" border="0"></a>La onlus IAD Bambini Ancora è presieduta da <font style="font-weight: bold;">Maria Benigno Bruni</font>, premio "<a href="http://it.wikinews.org/wiki/Ambrogini_d%27Oro_2006">Ambrogino d'Oro 2006</a>", moglie del medico legale Maurizio Bruni, altro consulente ben noto a chi si occupa di casi di falso abuso e già presente nella nostra <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/06/abusologi-black-list.html">blacklist di abusologi</a> (partecipò ad esempio ai processi della bassa modenese ed al processo contro il tassista Viola, quello che poi decretò il tramonto del pool-Forno, massacrato dalle contestazioni della PM Siciliano), anch'egli membro della onlus e relatore al convegno dello IULM (tra i relatori anche lo stesso procuratore Pietro Forno).
Chi fosse interessato alle posizioni di questa onlus, può trovare ad esempio sul loro sito:
<ul><li>un <a href="http://www.bambiniancora.org/doc/com_01_07.doc">comunicato stampa sugli abusi in un "asilo vicino a Roma"</a> del 13/01/2007, in cui i fatti descritti nelle accuse non godono del beneficio di alcun dubbio;</li><li>un <a href="http://www.bambiniancora.org/man.doc">manifesto per la tutela dell'infanzia</a>, scritto a caratteri rossi e neri in corpo 25 (Frassi-style).</li></ul>La onlus IAD Bambini Ancora è federata con altre associazioni anti-pedofilia nel "<a style="font-weight: bold;" href="http://www.movimentoinfanzia.it/">Movimento per l’Infanzia</a>", associazione nazionale "<font style="font-style: italic;">che opera in campo sociale, civile politico e culturale per contribuire alla nascita e alla costruzione di una nuova cultura a favore dell'infanzia</font>".
Si tratta di uno dei tanti movimenti che rappresentano la summa dell'<font style="font-style: italic;">abusologia d'accusa a senso unico</font>, presieduto da <font style="font-weight: bold;">Andrea Coffari</font>. La lista delle associazioni anti-pedofilia confederate è <a href="http://www.movimentoinfanzia.it/Associazioni.asp">qui</a>, mentre i membri del direttivo sono listati <a href="http://www.movimentoinfanzia.it/CHISIAMO.asp">qui</a>.
La storia del movimento è descritta in <a href="http://www.movimentoinfanzia.it/Dblog/articolo.asp?articolo=33">questo articolo</a>, nel quale troviamo un interessante riferimento ai fondamenti scientifici della propria attività:
<ul><li>"<font style="font-style: italic;">Tutte le ricerche finalizzate a fare emergere il fenomeno sommerso della violenza a danno di fanciulli indicano una cifra che varia dal 15% al 25% quale percentuale di ragazzi che dichiarano, rispondendo ad un questionario anonimo, di essere stati oggetto di gravi violenze fisiche o sessuali, (ricerca Movimento per l’Infanzia - Sos infanzia 2005, ricerca prof. Alberto Pellai Dipartimento di Sanità Pubblica Università di Milano 2002, ricerca del prof. Jèrome Laederach dell’Università di Ginevra 1999). Significa che in Italia circa due milioni di bambini su dieci milioni, secondo le proiezioni di queste ricerche, sono stati oggetto di gravi violenze sessuali o fisiche; di questi casi solo lo 0,9% è stato oggetto di denuncia. Nell’ultima ricerca compiuta da Sos Infanzia (Movimento per l’Infanzia) l’11% dei ragazzi ha dichiarato inoltre di essere stato vittima di violenze psicologiche durante l’infanzia (si tratta di circa un milione di minori). Altre cause di sofferenze diverse, ma non per questo meno traumatiche, sono gli incidenti stradali, che rappresentano la prima causa di morte per i ragazzi dai 15 ai 29 anni, a causa sempre degli incidenti stradali, inoltre, ogni anno in Italia 15.000 bambini soffrono danni permanenti, a questi dati si devono aggiungere quelli relativi ai bambini scomparsi, quindi i bambini impiegati illecitamente nel lavoro (circa 400.000 da una ricerca della CGIL del 2001), i bambini vittime di incidenti domestici, i bambini impiegati nell’accattonaggio, utilizzati dalla malavita o che vivono sotto la soglia della povertà (circa due milioni in Italia). Le cifre sono impressionanti, lasciano senza fiato, increduli (...)</font>"
</li></ul>E' vero, lasciano proprio increduli. Anche l'On. Giovanardi infatti è rimasto incredulo.
Sulla homepage del movimento compare attualmente un <a href="http://www.movimentoinfanzia.it/Dblog/articolo.asp?articolo=46">appello del presidente a Beppe Grillo</a>, a quanto pare finora inascoltato nonostante numerosi invii ("<font style="font-style: italic;">ti ho scritto più volte ma nella marea di e mail non sei riuscito a distinguere la mia, ma mi impegno da oggi a scriverti tutti i giorni finchè non mi darai retta</font>"), del quale citiamo un altro estratto sui dati scientifici in mano al movimento:
<ul style="font-style: italic;"><li>"Studi seri a carattere scientifico (prof. Pellai, Università di Milano, prof. Laederach Università di Ginevra, ricerche portate a termine anche dal Movimento per l'infanzia, Graziano Guerra Sos Infanzia) indicano che più del 10% dei bambini subiscono violenza sessuale. Si tratta di più di 50.000 casi all'anno in Italia a fronte di SOLE 800 denunce".</li></ul>Proprio in questi giorni (27.10.2007) il Movimento per l'Infanzia organizza il primo di quattro incontri a Firenze (piazza Rosadi, sala Convegni della parrocchia di Bellariva, dalle ore 15.30), sul tema dei bisogni e dei diritti negati all’infanzia (progetto "<a href="http://www.movimentoinfanzia.it/Dblog/articolo.asp?articolo=45">Bambini nell'Ombra</a>"). Dalla brochure dell'iniziativa, ancora dati "scientifici": <ul><li>"<font style="font-style: italic;">Sapevi che da seri studi scientifici portati a termine in Italia, in Europa e negli Stati Uniti più del 20% dei bambini subirebbe violenza sessuale, fisica o psicologica? Lo sapevi che in Italia solo l’1% delle violenze ai danni di bambini viene denunciato e che circa il 50% di queste denunce viene archiviato?</font>" </li></ul>
<font style="font-weight: bold;" size="4">Rassegna stampa</font>
L'On. Giovanardi fa riferimento al fatto che "<font style="font-style: italic;">i media hanno dato ampio rilievo ad un convegno</font>". Vediamo dunque una breve rassegna di slogan, estratti dai comunicati che uscirono sulla stampa in occasione del convegno IAD:
<ul><li>"<font style="font-style: italic;">L’associazione IAD Bambini Ancora ha finalmente organizzato questo convegno di dimensioni europee, col patronato della Regione Lombardia, ed il patrocinio del Comune di Milano e delle province di Milano e Como. Per partire da dati concreti e con studi solidi. Perché è di questo che l’attività giudiziaria ha bisogno (...)</font>";</li></ul> <ul><li>"<font style="font-style: italic;">In Italia si stima che almeno un ragazzo su 6 sia stato vittima di abusi sessuali nell’infanzia o nell’adolescenza. Drammi spesso consumati all’interno delle mura domestiche, che portano le giovani vittime, per un sottile meccanismo psicologico di difesa, a chiudersi sempre più in se stessi, e a non rivelare motivazioni e artefici di tali violenze. E’ per questo che per ogni episodio accertato di abuso, altri 100 non vengono denunciati. Dati a dir poco sconcertanti (...)</font>";</li></ul> <ul><li>"<font style="font-style: italic;">Abbiamo deciso di spalancare le porte del nostro Ateneo a questo convegno – ha ricordato in apertura del convegno Giovanni Puglisi, rettore dell’Università IULM – e ciò nonostante, ben lo sappiamo, ci verranno riferiti dati, numeri e casistiche che mai avremmo voluto ascoltare. Gli abusi ai minori e ai bambini sono un fenomeno di una gravità immensa, ma che purtroppo, talvolta, rimane sommerso</font>";</li></ul> <ul><li>"<font style="font-style: italic;">Maria Benigno Bruni, presidente di IAD Bambini Ancora, che ha ricordato come obiettivo del Convegno sia mostrare le reali dimensioni di un fenomeno di cui forse non si parla ancora abbastanza</font>"; </li></ul> <ul><li>"<font style="font-style: italic;">Secondo una ricerca condotta dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università degli Studi di Milano, su un campione di 3mila studenti delle scuole secondarie del capoluogo lombardo, il 14% ha dichiarato di avere subito abusi durante l’infanzia. «Dati a dir poco drammatici» – ha commentato il Presidente del Consiglio Comunale di Milano Manfredi Palmeri</font>";</li></ul> <ul><li>"<font style="font-style: italic;">«È l’epidemia del Terzo millennio». Lo slogan lanciato nel convegno internazionale sulla pedofilia tenuto all’Università Iulm di Milano arriva proprio nel giorno in cui scoppia la rivolta contro il «partito» che rivendica un incredibile «diritto al sesso con i minori»</font>";</li></ul> <ul><li>"<font style="font-style: italic;">Gli esperti riuniti a Milano hanno fotografato un fenomeno in crescita con dati inquietanti: almeno un ragazzo su sei è stato vittima di abusi. Ogni anno, in Italia, 41mila nuovi casi di violenza. E il dato ancora più allarmante è che il 90% si consuma in famiglia. Ecco perché la maggioranza degli abusi non viene segnalata. Si calcola, hanno spiegato i relatori del convegno, che, per ogni episodio accertato, cento non vengano denunciati</font>".</li></ul> La gran parte delle fonti giornalistiche ha fatto riferimento a questo <a href="http://www.vivicentro.org/pedofilia-4100-nuovi-casi-lanno-vp7392.html">comunicato Reuters</a>, che così iniziava:
<ul><li>"<font style="font-style: italic;">In Italia almeno un ragazzo su 6 è stato vittima di abusi sessuali nell'infanzia o nell'adolescenza e ogni anno sono almeno 41mila i nuovi casi di violenza sui minori. Ma per ogni episodio accertato di abuso, 100 non vengono denunciati perché il 90% delle violenze si consuma fra le mura domestiche. E' quanto emerge da una ricerca condotta dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università degli Studi di Milano, secondo la quale su un campione di 3mila studenti milanesi delle scuole secondarie è emerso che il 14% è stato vittima di episodi di violenza o abuso durante l'infanzia e l'adolescenza, in maggioranza bambine e ragazze. I dati sono al centro del convegno internazionale "I segni dell'abuso sessuale sui minori, Fantasia o realtà", in programma tra oggi e domani a Milano alla Libera università di Lingue e Comunicazione Iulm, organizzato da associazione Iad Bambini Ancora Onlus in collaborazione con Milano Bella da Vivere, sotto il patronato della Presidenza della Regione Lombardia, dedicato ad un tema sempre più spesso al centro delle cronache</font>".</li></ul>
<font style="font-weight: bold;" size="4">Prime reazioni all'interpellanza</font>
Sul sito della <span style="font-weight: bold;">onlus IAD Bambini Ancora</span> viene inserita la seguente <a href="http://www.bambiniancora.org/doc/int.doc">nota</a> in formato Word, firmata da Maria Benigno Bruni:
<ul><li>"<font style="font-style: italic;">Segnalo l’interpellanza del Deputato Giovanardi: ci sembra un attacco gratuito e ingiustificato ad una Associazione che come la nostra si batte quotidianamente contro l’abuso sui minori e la pedofilia</font>". </li></ul>Tutto qui. Anzichè fornire chiarimenti e spiegazioni al deputato, ci si lamenta dell'attenzione e delle critiche da questi formulate. Il senso della risposta è chiaro: "<font style="font-style: italic;">siccome noi siamo quelli buoni, che si battono contro la pedofilia, è ingiustificato che qualcuno ci attacchi</font>".
Eppure l'attacco di Giovanardi non è affatto gratuito e ingiustificato, è anzi circostanziato e riferito proprio ai dati numerici forniti dalla onlus, che il deputato ritiene incredibili. Perchè la Bruni non replica semplicemente questo giudizio, se ne ha le possibilità? Forse non è in grado di referenziare e difendere quella cifra di "un bambino su sei"? Glielo sta chiedendo un parlamentare, mica un qualsiasi signor nessuno.
Da una <span style="font-weight: bold;">onlus che si propone di offrire un servizio pubblico</span> e che riceve a tale scopo una gran messe di pubblici finanziamenti, ci saremmo aspettati una risposta più puntuale e meno stizzita al nostro deputato, la spocchia di certe onlus ci sembra sempre basata su una profonda mancanza di rispetto per la democrazia. La signora Bruni, in questa occasione, ha scelto di non sprecarsi a rispondere ad un parlamentare dello stesso Stato da cui riceve tanti soldi.
Più veementi le reazioni che sono giunte dal <span style="font-weight: bold;">blog italo-belga "</span><a style="font-weight: bold;" href="http://sos-bambini.skynetblogs.be/">SOS bambini</a><span style="font-weight: bold;">"</span>, voce vicina al Movimento per l'Infanzia. In questo caso si passa all'ingiuria contro il deputato, ma almeno all'incredulità di Giovanardi vengono contrapposte delle cifre, provenienti da "esperti". Linkiamo gli articoli, citando solo il passaggio in cui si parla dei riferimenti epidemiologici:
<ul><li><a href="http://sos-bambini.skynetblogs.be/archive-week/2007-24">'psicosi collettiva' o psicosi di un membro del Parlamento ?</a> (16/06/2007);</li><li><a href="http://sos-bambini.skynetblogs.be/post/4672077/carlo-giovanardi--zero-in-matematica">Carlo Giovanardi : ZERO in matematica</a> (22/06/2007) "<font style="font-style: italic;">La parola è stata data ad esperti che sono d'ccordo con quelli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che affermano che 150 milioni di ragazze e 73 milioni di ragazzi minori di 18 anni avrebbero subito un rapporto sessuale imposto o altre forme di violenza sessuale nel 2002. Il rapporto 2006 delle Nazioni Unite afferma che nei 21 paesi, sviluppati per la maggioranza, fino al 36 % di donne e 29 % degli uomini sono stati vittime di violenze sessuali durante l'infanzia</font>";<font color="#000000" face="Verdana" size="3"><font color="#000000" face="Verdana" size="2"></font></font></li><li><a href="http://sos-bambini.skynetblogs.be/post/4693508/interpellanza-stupida-di-carlo-questioni-ai-r">Interpellanza stupida di Carlo: questioni ai rappresentanti della camera</a> (28/06/2007).</li></ul>Per finire, citiamo nuovamente le <span style="font-weight: bold;">proteste di Andrea Coffari (co-firmate da tutti i presidenti delle associazioni membro del Movimento per l'Infanzia)</span>, che come apprendiamo su <a href="http://www.terninrete.it/forum/post.asp?method=Reply&TOPIC_ID=66&FORUM_ID=7">questo forum</a> sono rimaste nuovamente inascoltate, prima da Grillo, stavolta dalle segreterie politiche degli onorevoli Casini e Cesa. Estrapoliamo di nuovo solo il passaggio riguardante i dati scientifici di riferimento sull'epidemiologia dell'abuso:
<ul><li>"<font style="font-style: italic;">Diamo una risposta chiara, precisando che i dati sul fenomeno della “violenza sessuale sommersa” a danno di bambini, purtroppo lungi dall’essere “totalmente fuori dalla realtà” sono stati diffusi da alcuni relatori presenti al Convegno fra i quali il prof. Pellai, che lavora presso il dipartimento di sanità Pubblica all’Università di Milano, che ha fatto la prima ricerca in Italia e l’avv. Girolamo Andrea Coffari, che è presidente del Movimento per l’Infanzia, il quale ha condotto, insieme all’associazione Sos Infanzia e all’associazione Etica 2001, due ricerche sulla violenza sommersa. Inoltre tali dati sono contenuti nel rapporto CENSIS del 16 luglio 1998 “Sfruttamento sessuale e minori: nuove linee di tutela”, che è largamente conosciuto, almeno da chi ha a cuore la tutela dei minori. Le ricerche, condotte rispettando rigorosi principi scientifici e metodologici, consistono nella somministrazione di questionari anonimi a ragazzi delle scuole superiori; i campioni analizzati sono nell’ordine delle migliaia di individui. I dati resi pubblici sono in linea con quelli ottenuti da ricerche analoghe condotte sia negli Stati Uniti che in Europa (a titolo esemplificativo: ricerca di Diane Russel Nord America 1983; Kelly, Regan e Burton, Gran Bretagna 1991; prof. Jérome Laederach, Università di Ginevra 1999; prof. Pellai, Università di Milano, 2001 e 2006; Sos Infanzia (Movimento per l’infanzia) ricerche 2005 e 2007) e riportano una percentuale che varia fra il 10% e il 15% di popolazione infantile che subisce abuso sessuale</font>". </li></ul>
<font size="4"><font style="font-weight: bold;">Le nostre risposte all'interpellanza</font></font>
L'On. Giovanardi si dichiara perplesso su questa frase di propaganda proveniente dall'associazione IAD Bambini Ancora: "<font style="font-style: italic;">un ragazzo su sei è vittima dei pedofili</font>".
La premessa del deputato è erronea, in quanto nei comunicati originali di IAD non si fa riferimento esplicito alla pedofilia, ma per la precisione si dice che "in Italia si stima che almeno un ragazzo su 6 sia stato vittima di abusi sessuali nell’infanzia o nell’adolescenza". <font style="font-weight: bold;">Il dato mette insieme infanzia ed adolescenza e non è quindi riferibile a "pedofilia"</font>, che per definizione prevede rapporti sessuali tra un adulto ed un minore in età pre-puberale (rapporti tra adulti e adolescenti possono magari configurare violenza, ma non rientrano nella categoria della pedofilia).
Questa singola precisazione non deve affatto far pensare che le obiezioni del deputato siano fuori luogo, anzi. Giovanardi ben coglie che c'è qualcosa che non va nelle cifre allarmistiche di questa propaganda.
Aiutiamolo dunque a far luce sui dati di IAD Bambini Ancora. I nostri lettori, se hanno fatto ben attenzione, avranno sicuramente già individuato in cima alle liste di referenze scientifiche qui sopra citate, la presenza una nostra vecchia conoscenza: il <font style="font-weight: bold;">dott. Alberto Pellai</font>, ricercatore milanese in epidemiologia, e la sua <font style="font-weight: bold;">ricerca "Non più vittime"</font>.
Non a caso, il giorno 8 Giugno al convegno IAD è stato proprio il dott. Pellai a tenere la principale relazione epidemiologica sui dati dell'abuso, dal titolo "<font style="font-style: italic; font-weight: bold;">Prevalenza dell’abuso sessuale sui minori in Italia</font>". Come confermato anche dal comunicato Reuters, i suoi dati sono stati posti al centro di questo convegno.
Di Alberto Pellai e della sua ricerca ci siamo già occupati in due precedenti articoli, il cui contenuto dovrebbe interessare all'On. Giovanardi:
<ul><li>"<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/07/luovo-di-colombo-del-dott-pellai.html">L'uovo di Colombo del dott. Pellai</a>", sui limiti che affliggono i dati della sua ricerca, la cui validità viene solo presunta ma mai dimostrata, e nonostante ciò presentati dall'epidemiologo come "dati di qualità", in spregio ad ogni prudenza scientifica e divulgativa. Nei commenti al nostro post troviamo anche una interessante risposta dello stesso Pellai (sempre che fosse proprio egli a scriverla), che ha in realtà aumentato ancor più i nostri dubbi sulla sua neutralità ed attendibilità scientifica;</li></ul><ul><li>"<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/09/i-viaggi-del-maestro-david-finkelhor.html">I viaggi del maestro David Finkelhor</a>", sull'influenza culturale che Pellai ha raccolto dal celebre sociologo statunitense, vero ispiratore originario del progetto secondo cui la scienza dovrebbe tentare di dimostrare a tutti i costi che l'abuso sessuale sui minori è un fenomeno dalle dimensioni enormi e sommerso per il 99% (guarda caso, la stessa percentuale che torna e ritorna in continuazione nelle bocche dell'abusologia d'accusa). Non solo una bufala, una vera e propria piaga culturale che ammorba il pianeta già da decenni, sempre con la stessa trama che si ripete nei vari paesi, copione di cui Finkelhor è certamente uno degli autori originari, mentre Alberto Pellai e Maria Letizia Bruni non sono che gli attuali interpreti della versione italiana di questo "format" psico-socio-giuridico. Ricordiamo anche che Finkelhor venne già duramente criticato poiché nelle proprie ricerche raccoglieva per buone indiscriminatamente tutte le accuse o dichiarazioni di abuso, anche quelle false, e anche poiché restò vittima di alcune delle peggiori cantonate sugli abusi sessuali collettivi, a cominciare dal caso McMartin di cui fu uno dei protagonisti.</li></ul>Rimandando alla lettura dei due precedenti articoli, riassumiamo qui solo alcuni termini tecnici della nostra critica alla validità dei dati di Pellai: la cifra di "<span style="font-weight: bold;">un ragazzo su sei</span>" fa esplicito riferimento alla percentuale di <font style="font-weight: bold;">15,4%</font> di ragazzi che avrebbero subito almeno un episodio di abuso durante l’infanzia (8,8% dei maschi e 20,4% delle femmine), scoperta da Pellai studiando un campione di 2939 studenti di 46 scuole superiori milanesi.
Come venne fatta questa scoperta, da cui deriva l'affermazione di "un ragazzo su sei"? Semplicemente dando a migliaia di studenti un <span style="font-weight: bold;">questionario a scelta multipla</span>, da compilare a casa in forma anonima. Il questionario è ancora liberamente scaricabile <a href="http://www.agcom.it/sondaggi/dox/2004/istituto-igiene_18_11_04.doc">qui</a>, e comprendeva 5 singole domande cruciali come questa:
<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUcByJhBS4LGjCzkX1-KiMqT2UzXmj3WB6QDPrdp3NS9Q4-8E950Ccl99EgP1N0oM4RTrf0aa5PhrAyo0nf0PLxwiEcFbpYPmDKkT7eOc9duG8bS9O7NP2mWDYhHI_Lr6fbk8L1s8HmkE/s1600-h/domanda47.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUcByJhBS4LGjCzkX1-KiMqT2UzXmj3WB6QDPrdp3NS9Q4-8E950Ccl99EgP1N0oM4RTrf0aa5PhrAyo0nf0PLxwiEcFbpYPmDKkT7eOc9duG8bS9O7NP2mWDYhHI_Lr6fbk8L1s8HmkE/s400/domanda47.jpg" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5126062920787659362" border="0"></a>Il numero di risposte "Sì" fornito in risposta a queste domande è stato poi confrontato con il numero delle risposte "No", secondo la raffinatissima procedura scientifica della "media aritmetica":
<div style="text-align: center;"><font style="font-style: italic;">frazione di "violentati"</font> = Sì / (Sì+No)
</div>
Il risultato totale per Pellai è stato del 15,4% (poi vulgarizzato come "uno su sei") di soggetti che hanno dato almeno una risposta Sì ad una delle 5 domande chiave.
Ecco i dati, suddivisi per tipologia di abuso, in ordine crescente di severità:
<ul><li><span style="font-weight: bold;">3%</span> dei soggetti ha risposto affermativamente alla domanda "<span style="font-style: italic;">Ricordi ancora oggi che un adulto ti abbia mostrato materiale pornografico quando eri bambino?</span>" (età media dell'esperienza: <span style="font-weight: bold;">10,8 anni</span>);</li><li><span style="font-weight: bold;">11,3%</span> dei soggetti ha risposto affermativamente alla domanda "<span style="font-style: italic;">Ricordi ancora oggi che ti sia capitato di essere stato/a toccato/a da persone adulte o più grandi di te in parti intime (per esempio seno, sedere, genitali) in un modo che ti ha creato disagio?</span>" (età media dell'esperienza: <span style="font-weight: bold;">12,6 anni</span>);</li><li><span style="font-weight: bold;">2,6%</span> dei soggetti ha risposto affermativamente alla domanda "<span style="font-style: italic;">Ricordi ancora oggi che ti sia capitato di essere stato/a costretto/a a toccare i genitali di persone adulte o più grandi di te?</span>" (età media dell'esperienza: <span style="font-weight: bold;">11,2 anni</span>);</li><li><span style="font-weight: bold;">1,4%</span> dei soggetti ha risposto affermativamente alla domanda "<span style="font-style: italic;">Ricordi ancora oggi che ti sia capitato di essere stato/a costretto/a a masturbare persone adulte o più grandi di te?</span>" (età media dell'esperienza: <span style="font-weight: bold;">12,7 anni</span>);</li><li><span style="font-weight: bold;">1,6%</span> dei soggetti ha risposto affermativamente alla domanda "<span style="font-style: italic;">Ricordi ancora oggi che ti sia capitato che qualche adulto ti abbia obbligato ad una penetrazione (anale, vaginale o orale) o ha tentato di farlo?</span>" (età media dell'esperienza: <span style="font-weight: bold;">15 anni</span>).</li></ul>Tutto qui, cinque semplici domande in un questionario a scelta multipla.
E tanta voglia da parte dei nostri epidemiologi di credere alla sincerità degli studenti milanesi, in barba a tutti i problemi sollevati da altri ricercatori più accorti: <span style="font-style: italic;">rimozioni, false memorie di abuso, mitomania o scherzi, pudore o timori a rispondere, difficoltà di definizione di cosa sia un abuso</span>.
<span style="font-weight: bold;">Nessun controllo è possibile</span> sul fatto che coloro che hanno risposto "Sì" avessero davvero subito violenze, ma neanche sul fatto che chi ha risposto "No" fosse stato risparmiato da pedofili e aggressori sessuali.
E poca delicatezza verso le informazioni sensibili degli studenti milanesi, frugati in massa nel loro intimo dalle dita grossolane di un questionario impiccione. Quanti di essi avranno davvero confessato con leggerezza d'animo il proprio trauma? Quanti saranno rimasti turbati e come? E quanti dei tanti mai abusati avranno fornito risposte false, per scherzo, per protesta o per incomprensione?
Non lo sapremo mai, né noi, né Pellai, né gli abusologi del Movimento per l'Infanzia.
Eppure nessuno di questi dubbi trapela nelle loro dichiarazioni pubbliche, in cui sembra ormai risolto l'annoso problema della quantificazione degli abusi sommersi: con questi risultati, il dott. Pellai e la divulgazione scientifica del Movimento per l'Infanzia ritengono di potersi già presentare di fronte alla pubblica opinione e di fronte alla pubblica amministrazione.
Anche volendo dar credito alla validità di questi dati, essi <span style="font-weight: bold;">non segnalano mica chiaramente degli abusi</span> propriamente detti: tra quel 15,4% di ragazzi, ben l'11,3% hanno riferito di essere stati "<span style="font-style: italic;">toccati in maniera da aver provato disagio</span>", senza possibilità di chiarimento su questa fumosa descrizione.
<span style="font-weight: bold;">E non segnalano neppure pedofilia</span>, in quanto si tratterebbe comunque di esperienze avvenute già in età adolescenziale, infatti il dato globale relativo alla domanda 47 (sulla penetrazione), essendo riferito ad <span style="font-weight: bold;">esperienze avvenute mediamente all'età di 15 anni</span>, può avere forse solo una utilità per la discussione sull'epidemiologia della violenza sessuale tra i ragazzi. Anche per le altre esperienze di abuso riferite, le età medie sebbene siano più basse, segnalano chiaramente che i ragazzi hanno parlato principalmente di fatti che hanno avuto luogo in coincidenza col periodo puberale o immediatamente prepuberale.
Ecco perchè questa ricerca non ha nulla a che fare con la pedofilia, On. Giovanardi. Cialtroni in malafede coloro che pretendessero di associare il 15,4% di Pellai ad una presunta "emergenza pedofilia".
Per quanto riguarda le responsabilità di questa montatura, il ministero e l'On. Giovanardi dovrebbero considerare che IAD Bambini Ancora è una associazione che sta cercando di accreditarsi ai massimi livelli, anche nella divulgazione scientifica, ne è prova l'organizzazione di un convegno così altamente patrocinato e pubblicizzato. Ciò comporta per essi un <span style="font-weight: bold;">dovere di maggiore verifica autonoma dei propri contenuti tecnici</span>, dovere a cui in questa occasione hanno mancato, responsabilità che non può essere ciecamente scaricata sulle spalle del giovane ricercatore milanese di fiducia: così come noi in poco tempo e senza sforzo abbiamo approfondito la natura e l'origine dei dati di Pellai, i coniugi Bruni (e con loro gli altri abusologi di Movimento per l'Infanzia) avrebbero dovuto mostrare maggiore cautela e maggiore buon senso nel giudicarne la significatività, prima di strombazzarli solo perchè fanno comodo alla propria causa e perchè alludono a quella "<span style="font-style: italic;">epidemia del terzo millennio</span>" che essi vedono nella nostra penisola.
Dal canto suo, il dott. Pellai stesso da tempo strombazza imprudentemente le proprie ricerche come "<span style="font-style: italic;">attualmente le più importanti e attendibili</span>", attirando così su di sé le attenzioni interessate di certa abusologia, che lo sta portando in palmo di mano, nelle edizioni Franco Angeli come nei convegni del Movimento per l'Infanzia, palchi di cui egli approfitta in modo autopromozionale e missionario più che scientifico. Sarebbe opportuno che anche su questi cortocircuiti si concentrassero le attenzioni dei politici e dei vertici accademici milanesi.
Abbiamo già riconosciuto che le ricerche di Pellai e del gruppo dell'Istituto di Igiene e Medicina Preventiva della Università Statale di Milano, hanno sicuramente una loro dignità e curiosità nella cerchia ristretta dei tecnici del settore: per quanto sempliciotto sia il metodo, esso sarà certamente stato applicato con cura e precisione dal suo staff, sudando anche sette camicie vista l'ampiezza del campione. Il suo dato grezzo può essere letto dagli esperti, che sappiano bilanciare questi dati con altre evidenze epidemiologiche, alla luce delle altre conoscenze sul fenomeno dell'abuso, ma non certo dato in pasto alla pubblica opinione su larga scala, al grido di "<span style="font-style: italic;">uno su sei!</span>".
Fa bene il nostro rappresentante parlamentare a segnalare che ciò può essere <span style="font-weight: bold;">socialmente pericoloso</span>, e dovrà trovare il modo di farlo comprendere al dott. Pellai, apparentemente ignaro del ruolo gravissimo che in tutto il mondo ha avuto l'atteggiamento imprudente degli epidemiologi come Finkelhor nella genesi di catastrofi di isteria collettiva.
Il Parlamento si è dovuto scomodare per cercare di riportare un po' di prudenza e buon senso, ma finora sono giunte solo risposte stizzite e supponenti, alcune offese personali verso un deputato, sommarie indicazioni pseudo-scientifiche attraverso un blog belga, ed un assordante silenzio di Pellai.
Invitiamo invece il dott. Pellai (o in subordine il suo direttore, il prof. Antonio Pagano) a voler inviare al più presto al Ministero della Giustizia ed alla segreteria dell'On. Giovanardi un <span style="font-weight: bold;">reprint delle proprie pubblicazioni scientifiche</span> riguardanti il filone di ricerca "<font style="font-style: italic;">Non più vittime</font>", per facilitare il lavoro di pubblica verifica del proprio operato.
On. Giovanardi, speriamo di aver potuto fornire un contributo utile. Adesso però ci aspettiamo qualcosa, sia da lei, sia dal Ministero della Giustizia da lei interpellato.
Col nostro augurio di buon lavoro.
UgoUgohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-24105913678407737242007-07-10T01:06:00.000+02:002019-07-24T21:55:25.505+02:00Le due assurde verità di Rignano Flaminio<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.movieconnection.it/schede/sliding_doors.gif"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 200px;" src="http://www.movieconnection.it/schede/sliding_doors.gif" alt="" border="0" /></a>I bambini di Rignano Flaminio soffrono.<br />Tra tanti dubbi e contraddizioni, verità affermate, negate e ribaltate da una parte e dall'altra, è questa l'unica realtà su cui (purtroppo) siamo un po' tutti d'accordo.<br />Soffrono come soffrivano e spesso ancora soffrono i piccoli protagonisti di vicende molto simili a quella di Rignano, come quelle italiane degli asili di Brescia o dei bambini della bassa modenese, o quelle estere, dal caso statunitense dell'asilo McMartin in poi, passando dalla Gran Bretagna, alla Francia, all'Olanda, all'Australia...<br /><br />L'accordo finisce però qui, perchè se azzardiamo una <span style="font-weight: bold;">spiegazione del </span><span style="font-weight: bold;">perchè essi soffrono</span>, ci scontriamo col fatto che ci sono <span style="font-weight: bold;">solo 2 spiegazioni possibili</span> per la loro sofferenza, del tutto <span style="font-weight: bold;">opposte ed incompatibili</span>, sostenute a spada tratta da esperti diversi (e ratificate ufficialmente in sentenze processuali di segno di volta in volta diverso).<br />Proviamo a sintetizzarle in modo estremo, per individuare gli elementi fondanti delle due teorie:<br /><ul><li><span style="font-weight: bold;">1) ipotesi dell'abuso</span>. I bambini hanno subito gravi e ripetuti abusi sessuali da parte di estranei durante l'orario scolastico, conditi probabilmente anche da altri elementi di violenza, costrizione e minaccia. Essi soffrono dunque per le conseguenze di uno o più gravi traumi "episodici" realmente patiti, non solo come reazione ad una esposizione ad esperienze sessuali verso cui sono biologicamente immaturi e vulnerabili, ma anche come reazione a momenti di terrore per la propria incolumità e come timore prolungato nel tempo dalle minacce che hanno ricevuto, al fine di ridurli al silenzio;</li><li><span style="font-weight: bold;">2) ipotesi della suggestione</span>. I bambini non hanno subito alcuna molestia o toccamento, semplicemente alcuni loro comportamenti (ad esempio normali allusioni sessuali, o segni clinici non specifici) hanno innescato nei genitori un primo sospetto che possano essere stati abusati. Sospetto divenuto troppo presto una mezza certezza, sulla base della quale i genitori hanno poi esercitato una eccessiva pressione suggestiva sui bambini, affinchè questi rivelassero quali episodi di abuso avessero subito. I bambini, anzichè negare l'ipotesi dei genitori e rassicurarli, iniziano a confermare coi propri racconti l'ipotesi che gli veniva involontariamente suggerita, per un normale desiderio di assecondare i genitori e forse anche nella speranza che ciò interrompesse l'interrogatorio. Ciò tuttavia ha alimentato ancor più le ansie dei genitori, con una escalation sia dell'angoscia, sia della pressione esercitata sui piccoli per ottenere nuove conferme e rivelazioni. Il fenomeno si diffonde tra le famiglie come una epidemia d'ansia, favorita anche da errori procedurali degli inquirenti e dei consulenti tecnici e da riunioni di famiglie in ansia. Pur non riconoscendo l'esistenza di alcuna violenza fisica o molestia sessuale, questa ipotesi rende comunque conto dello stato di forte sofferenza emotiva dei piccoli, che deriva direttamente dall'angoscia di vedere i propri genitori sconvolti, dalla pressione psicologica proveniente da essi, dal timore di non soddisfare aspettative così importanti. In questa ipotesi, la sofferenza dei bambini non deriva da alcun aspetto traumatico "episodico", quanto piuttosto da una reazione da disadattamento emotivo ad una situazione insostenibile e cristallizzata, in cui ormai viene impedita fermamente la possibilità di negare o ritrattare i racconti di abuso.</li></ul> Si noti che <span style="font-weight: bold;">ciascuna</span> di queste due spiegazioni, se presa da sola e considerata alla luce di una prima lettura di buon senso, appare effettivamente quasi irreale, troppo strana per poter essere vera:<br /><ul><li>1) in tanti ("<span style="font-weight: bold;">colpevolisti</span>") sostengono sia necessario credere alla veridicità dei racconti dei bambini, sulla base del buon senso che esclude che si possa arrivare ad inventarsi certi fatti, nessuna motivazione "solo psicologica" sembra poter essere sufficiente a generare dichiarazioni così bugiarde e bizzarre da parte di bambini e tanta sofferenza in loro. Anche l'ipotesi di un interesse economico delle famiglie (ad es. come risarcimenti legali), ventilata da alcuni come spiegazione di tanto furore accusatorio, sembra debole rispetto alla gravità dei fatti contestati. Lo stesso dicasi per l'idea che i genitori possano in realtà essere paranoici, o disturbati, sarebbe credibile (e spesso avviene) nei casi di un solo accusatore, ma qui si parla di decine di famiglie. Non possono mica essere tutte così venali, autolesioniste o folli le famiglie dei bambini di Rignano!<br /></li><li>2) tuttavia, sempre alla luce del buon senso, altrettanti ("<span style="font-weight: bold;">innocentisti</span>") hanno evidenziato come appaia incredibile che gruppi di maestre incensurate, da un momento all'altro decidano di dedicarsi in gruppo ai più turpi reati contro l'infanzia. Anche le possibili spiegazioni che fanno leva sulla motivazione monetaria (ad esempio sul ricavato della prostituzione dei piccoli o della vendita del materiale pedopornografico ottenuto) appaiono insensate alla luce dell'orrore che certe gesta generano in tutte le persone, non è certo sufficiente essere semplici disonesti per avviare certi traffici, solo soggetti gravemente disturbati (ad es. gravi sociopatie) possono trovare percorribili simili progetti criminosi. Altre volte viene chiamato in causa il satanismo, di persone affascinate da satana ne circolano infatti molte, ma si limitano di solito a scambi culturali e blandi riti che offendono solo la morale o la fede, solo uno sciocco o un paranoico potrebbe pensare che sia facile trovarne un folto gruppo disposte addirittura a veri e propri sacrifici di sesso e sangue infantile. Non possono mica essere tutte delle folli e sadiche criminali le maestre di Rignano!<br /></li></ul> Il buon senso escluderebbe dunque entrambe le possibilità. Ecco forse <span style="font-weight: bold;">l'uovo di Colombo</span>: cancelliamo entrambe le ipotesi, nessuna delle due ci piace e ci sembra umana.<br />Peccato, questa soluzione <span style="font-weight: bold;">si scontra purtroppo con la realtà</span>: i bambini di Rignano esistono, soffrono (davvero) e fanno affermazioni bizzarre (molto). Queste sono le uniche certezze innegabili.<br /><br />Nel 1998, il film <span style="font-style: italic;">Sliding Doors</span> ci presentava due possibili vite alternative della bella Helen (Gwyneth Paltrow), entrambe molto realistiche, lasciando allo spettatore il piacere di scegliere la sua preferita, o anche di ricordarle entrambe. La vicenda di Rignano Flaminio ci pone di fronte ad una scelta simile, ma tra due storie entrambe folli. E soprattutto, a differenza del cinematografo, i bambini dell'asilo Olga Rovere ci impongono di decidere da che parte stiamo: vietato astenersi fino alla fine del film e poi tornare ad occuparsi d'altro, questa non è mica fiction.<br />A meno che qualcuno non proponga una terza spiegazione, finalmente plausibile e facile per tutti da digerire (ma finora nessuno), dobbiamo dunque tutti riconoscere che <span style="font-weight: bold;">almeno una delle due bizzarre storie è davvero avvenuta a Rignano</span>, qualcosa che prima non avremmo pensato che potesse appartenere alle normali vicende umane. Una e solo una deve essere falsa, l'altra invece deve proprio essere successa.<br /><br /><span style="font-weight: bold;">Questo è il punto più importante e difficile da accettare, perchè contro-intuitivo</span>: le due ipotesi, entrambe così assurde e apparentemente irragionevoli se prese isolatamente, <span style="font-weight: bold;">diventano invece entrambe credibili</span> per il semplice fatto che, rifiutando l'una delle due, siamo costretti implicitamente ad affermare per vera l'altra, che sembra altrettanto bizzarra, irragionevole, disumana. Se vogliamo pensare che le mamme dei bambini accusatori di Rignano non possono essere tutte così ansiose e invase da un furore isterico, siamo costretti ad ammettere che in una scuola operava un incredibile gruppo di orchi disumani travestiti da maestre. E viceversa!<br />Abbiamo assistito in televisione ad un esempio lampante di quanto inevitabilmente assurda debba essere questa situazione, durante uno speciale di Matrix (<a href="http://www.matrix.mediaset.it/videogallery/2007/05/18/videogallery.shtml">puntata del 18/5/2007</a>, parte 3), a partire da una velenosa ma motivata contestazione del signor Luciano Giugno, marito di una delle maestre indagate, che alludeva ai possibili interessi economici esistenti anche dalla parte di chi denuncia. Buffo il tentativo dell'avvocato di parte civile di garantire che quelle famiglie non gli sono proprio sembrate il tipo di persone che farebbero certe cose per interesse, sostenuto subito dal solito "buon senso" della Palombelli. Messi sotto accusa, essi non si accorgevano di utilizzare proprio lo stesso tipo di argomentazione di buon senso dei difensori delle maestre: a chi di noi quelle maestre un po' attempate possono sembrare il tipo di persone che imbastisce un mercato pedo-porno-satanista? In quel passaggio televisivo, la cruda realtà di un <span style="font-style: italic;">inevitabile doppio orrore alternativo</span> è stata molto evidente, quale che sia la verità che la giustizia vorrà alla fine sancire.<br /><br />I casi come quello di Rignano Flaminio <span style="font-weight: bold;">ci costringono dunque a schierarci</span>, a violentare il nostro stesso buon senso per farci sostenere ciò che appare quasi impossibile: l'esistenza di un gruppo orrendamente organizzato e feroce di pedofili; oppure l'esistenza di fenomeni di isteria collettiva che producono false dichiarazioni o addirittura false memorie di abuso nei piccoli.<br />Chi volesse escludere entrambi gli estremi per immaginare una (inesistente) realtà di mezzo, più moderata e più conforme ai suggerimenti del comune buon senso, starebbe in realtà commettendo un errore logico, la cosiddetta fallacia di "<a href="http://www.linux.it/%7Edella/fallacies/meta-campo.html">Metà Campo</a>".<br />Rignano e gli altri casi simili sono invero dei referendum popolari <span style="font-style: italic;">obbligati</span>: <span style="font-weight: bold;">chi buttiamo giù dalla torre, le famiglie o le scuole?</span><br />Coloro che invece volessero negare entrambe le storie di Rignano, alla luce della loro improbabilità, pur compiendo un atto apparentemente di buon senso, starebbero in realtà negando la realtà stessa: un gruppo di bambini sta facendo affermazioni molto gravi e con molta sofferenza, non può essere frutto solo di un caso, una svista, una occasionalità passeggera.<br />Alla luce di tutto ciò, scopriamo allora almeno una certezza di cui fidarci e da cui ripartire: <span style="font-weight: bold;">l'unico sbaglio, garantito al 100%, è proprio quello di appellarsi al buon senso per "capire"</span> i casi di presunto abuso ritualizzato come Rignano, perchè Rignano Flaminio, Brescia, Vallo della Lucania, il caso delle suore di Cazzano, il caso dei Bambini di Satana, il Rione dei Poverelli di Torre Annunziata, i casi della bassa modenese, indipendentemente da quale sia stata la verità in ciascuno di essi, in nessun modo possono essere vicende di buon senso.<br /><br />In questo errore, in questo sbagliato tentativo di semplificare e razionalizzare sul rassicurante terreno del buon senso, ci siamo caduti un po' tutti, quando abbiamo cercato di sostenere la nostra teoria semplicemente evidenziando che quella alternativa era troppo assurda:<br /><ul><li><span style="font-weight: bold;">ci cadono i colpevolisti</span>, quelli come Massimiliano Frassi che sul suo <a href="http://www.massimilianofrassi.splinder.com/post/12482082">blog</a> ironizza in continuazione su quanto sia strana la teoria dei bambini divenuti tutti bugiardi; ma anche tutti coloro (giornalisti, giudici, psicologi) che continuano a ripetere che è troppo strano che i bambini possano inventare cose simili, per cui devono essere per forza successe;</li><li>allo stesso modo <span style="font-weight: bold;">ci cadono gli innocentisti</span>, che vorrebbero poter categoricamente escludere gli abusi solo perchè sono troppo assurdi per sembrare veri. L'abbiamo fatto spesso anche noi stessi su questo blog, ad esempio nell'<a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/06/la-corte-dei-conti-che-non-tornano.html">articolo</a> in cui abbiamo ragionato su quanto fosse statisticamente improbabile trovare casualmente quattro maestre pedofile in una stessa scuola.</li></ul> In entrambi i casi, un modo intrinsecamente sbagliato di affrontare la questione. Insomma, <span style="font-weight: bold;">il caso non si risolve solo contestando l'ipotesi opposta</span>, usando gli strumenti del buon senso, della plausibilità, della compatibilità con l'essere umano. Distruggere l'avversario d'opinione sulla base dell'assurdità della sua ipotesi non serve, perchè anche se ci riuscissimo resteremmo soli, con in mano una spiegazione che alla luce del buon senso è altrettanto strana.<br />A questo gioco alla reciproca contestazione, a screditarsi usando anche l'arma del sarcasmo, abbiamo partecipato molto attivamente, non vogliamo certo nascondere la mano che ha lanciato diversi sassi contro le ipotesi delle onlus, dei girasoli, dei gastroenterologi canadesi, dei fedeli del CISMAI... Abbiamo cominciato a farlo in un momento in cui la gran parte dell'opinione pubblica sembrava univocamente dar credito alle accuse contro le maestre, perchè non si reputava possibile l'isteria e la bugia collettiva dei bimbi, pochi sembravano accorgersi in prima battuta che altrettanto improbabile era la follia sadico-pedofila estesa a tante maestre. Sulla bilancia dell'opinione pubblica, i sassolini del comune buon senso erano stati messi quasi tutti sul piatto che dava ragione ai bambini, questo "backlash blog" <a href="http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2007/06/manifesto.html">nasce</a> solo per aggiungere qualche sassolino anche sul piatto delle maestre. Adesso in Italia la prima ondata marea sembra passata, anzi pare che si stia invertendo il suo flusso, è ora di trovare una sintesi su basi più concrete (ma non sarà questa la sede).<br /><br />Nei nostri intendimenti, quanto finora argomentato in questo articolo sarà la base di partenza imprescindibile per alcune successive riflessioni, spero che qualcuno avrà ancora la pazienza e l'interesse di leggerle nei prossimi aggiornamenti di questo blog.<br /><br />Per adesso, solo <span style="font-weight: bold;">un fermo proposito: contestare sistematicamente chi vuol ragionare sui casi di abuso ritualizzato appellandosi esclusivamente allo stupore, al buon senso, all'umanità, ai buoni sentimenti, all'orrore... </span><br />Il buon senso e l'emotività sono strumenti del pensiero umano da cui siamo tutti abituati a farci guidare sulla strada giusta, un navigatore cognitivo che sembra funzionare correttamente in gran parte d'Italia, il TomTom delle scorciatoie per la comprensione immediata del bene e del male. Oggi scopriamo che il software non ha purtroppo mai ricevuto l'indispensabile aggiornamento contenente le mappe delle città di Rignano Flaminio, di Brescia, di Bergamo, di Vallo della Lucania, di Torre Annunziata, della bassa modenese...<br />Lì è inutilizzabile e rischia solo di trascinare verso i burroni che fanno quadrato attorno a Rignano: il ridicolo, il fanatismo, la caccia alle streghe, l'impunità della pedofilia vera.<br /><br />UgoUgohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-26257991028910303552007-06-02T04:35:00.000+02:002019-07-24T21:57:56.612+02:00Kyle Zirpolo: «I'm sorry»<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.latimes.com/media/photo/2005-10/20211907.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px;" src="http://www.latimes.com/media/photo/2005-10/20211907.jpg" alt="" border="0"></a>Il fatto che i bambini possano mentire quando posti sotto pressione dalle domande dei genitori o di un dottore è ovvio. Eppure viene contestato ferocemente, come se qualcuno volesse sostenere che <span style="font-style: italic;">gli angeli non mentono mai</span>.<br />Usiamo ancora il confronto con quanto avvenuto all'estero. Il più noto caso americano di false denunce di abusi rituali in un asilo è il caso della <font style="font-weight: bold;">preschool McMartin</font> (si veda ad esempio <a href="http://www.religioustolerance.org/ra_mcmar.htm">qui</a>, o anche la voce su <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/McMartin_Preschool">Wikipedia</a>), del quale si parla ormai spesso anche qui da noi nei <a href="http://il-giustiziere-lafabbricadeimostri.blogspot.com/2007/05/la-rignano-flamino-americana-il-caso-mc.html">blog</a> come di una Rignano Flaminio a stelle e strisce di 20 anni fa.<br />Il caso McMartin per anni è stato studiato estensivamente dagli psicologi per comprendere scientificamente i meccanismi della suggestione di bambini che possono produrre false e gravissime denunce (ad es. <a href="http://eyewitness.utep.edu/Documents/Garven&98MoreThanSuggestion.pdf">Garven et al, 1988</a>; o ancora dal <a href="http://www.law.umkc.edu/faculty/projects/ftrials/mcmartin/suggestibility.html">Committee of Concerned Social Scientists</a>).<br /><br />Del caso McMartin è interessante il fatto che i bambini che allora accusarono le maestre (stesso tipo di accuse di Brescia e Rignano, stessa vicenda processuale, stessa inconcludenza delle indagini che non trovarono nessun riscontro oggettivo), oggi hanno tutti passato i 25 anni.<br />Ed uno di loro, oggi, ha raccontato la sua verità. In una intervista ormai celebre, rilasciata nell'ottobre del 2005 alla giornalista Debbie Nathan per il L.A. Times, <font style="font-weight: bold;">il signor Kyle Zirpolo ha chiesto scusa</font>. Ha chiesto scusa alle persone che egli nel 1984, ad 8 anni di età (si chiamava allora Kyle Sapp), sotto la pressione di interrogatori incalzanti, aveva accusato di orrendi abusi.<br /><br />Ciò che è più interessante di questa testimonianza non è tanto il fatto stesso della falsità delle accuse che Kyle aveva pronunciato, quanto la descrizione dal punto di vista del bambino delle pressioni subite nei continui interrogatori, in cui l'interlocutore faceva ben capire di non accettare una risposta negativa e ripeteva le domande e le imbeccate finchè il bambino non si adeguava alle aspettative dell'adulto. L'abbiamo visto fare allo stesso modo ad alcuni genitori di Rignano nelle tristi video-testimonianze poi depositate dalla procura. Non sappiamo se lo stesso abbia fatto la consulente Fraschetti nei suoi interrogatori non filmati e non sappiamo se cose simili avvenivano nelle inopportune riunioni dei genitori dell'AGERIF, psicodrammi con la presenza e partecipazione dei bambini. Ma sarebbe molto ingenuo non sospettarlo.<br /><br />Il testo integrale dell'intervista è reperibile in lingua inglese originale su diversi siti, ad esempio <a href="http://www.rickross.com/reference/false_memories/fsm110.html">qui</a> con anche un commento di Debbie Nathan sull'approccio a Kyle e alcune considerazioni del famoso psicologo sperimentale James M. Wood (uno dei miei preferiti, ndr) che ha studiato il modello delle suggestioni usate nelle indagini sulla McMartin.<br />Qui invece il sito di <a href="http://www.debbienathan.com/">Debbie Nathan</a> (coautrice del classico <span style="font-style: italic;">Satan's Silence</span>) e del <a href="http://www.ncrj.org/">NCRJ</a>.<br /><br />Alcuni passaggi salienti dell'intervista a Zirpolo:<br /><ul style="font-style: italic;"><li>we drove there, our whole family. I remember waiting ... for hours while my brothers and sisters were being interviewed. I don't remember how many days or if it was just one day, but my memory tells me it was weeks, it seemed so long. It was an ordeal. I remember thinking to myself, "I'm not going to get out of here unless I tell them what they want to hear."</li><li>I remember them asking extremely uncomfortable questions about whether Ray touched me and about all the teachers and what they did-and I remember telling them nothing happened to me. I remember them almost giggling and laughing, saying, "Oh, we know these things happened to you. Why don't you just go ahead and tell us? Use these dolls if you're scared." Anytime I would give them an answer that they didn't like, they would ask again and encourage me to give them the answer they were looking for. It was really obvious what they wanted. I know the types of language they used on me: things like I was smart, or I could help the other kids who were scared. I felt uncomfortable and a little ashamed that I was being dishonest. But at the same time, being the type of person I was, whatever my parents wanted me to do, I would do.</li><li>I don't think they thought I was telling the truth, just that I was telling the same stories consistently, doing what needed to be done to get these teachers judged guilty. I felt special. Important. It always seemed like I was thinking. I would listen to what my parents would say if they were talking, or to what someone else would say if we were being questioned at the police station or anywhere. And I would repeat things.</li><li>The lawyers had all my stories written down and knew exactly what I had said before. So I knew I would have to say those exact things again and not have anything be different, otherwise they would know I was lying. I put a lot of pressure on myself. At night in bed, I would think hard about things I had said in the past and try to repeat only the things I knew I'd said before. I remember describing going to an airport and Ray taking us somewhere on an airplane. Then I realized the parents would have known the kids were gone from the school. I felt I'd screwed up and my lie had been caught-I was busted! I was so upset with myself! I remember breaking down and crying. I felt everyone knew I was lying.<br /></li><li>the lying really bothered me. One particular night stands out in my mind. I was maybe 10 years old and I tried to tell my mom that nothing had happened. I lay on the bed crying hysterically — I wanted to get it off my chest, to tell her the truth. My mother kept asking me to please tell her what was the matter. I said she would never believe me. She persisted: “I promise I’ll believe you! I love you so much! Tell me what’s bothering you!” This went on for a long time: I told her she wouldn’t believe me, and she kept assuring me she would. I remember finally telling her, “Nothing happened! Nothing ever happened to me at that school.” She didn’t believe me.</li></ul>Un pezzo fondamentale, una delle più lampanti evidenze a sostegno della teoria della suggestione e dell'induzione, una lezione dal vivo di psicologia della testimonianza minorile, che dovrebbe far riflettere gli scettici ed i finti tonti. Ma temo che colui che non ha orecchie per intendere, non intenderà neanche stavolta.<br /><br />UgoUgohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-9114380773623015093.post-51045053611548599792007-06-01T09:59:00.000+02:002019-07-24T21:57:56.724+02:00Manifesto<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.tesionline.it/approfondimenti/img/giustizia.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 320px;" src="http://www.tesionline.it/approfondimenti/img/giustizia.jpg" alt="" border="0"></a><br />Negli ultimi 4-5 anni, anche in Italia come in molti altri paesi prima di noi, si sono moltiplicati casi di cronaca che hanno sollevato l'orrendo sospetto che alcune scuole, asili o istituti di cura dell'infanzia siano state fatte teatro di orrende azioni da parte di gruppi organizzati di pedofili, pedopornografi o satanisti: <span style="font-weight: bold;">Brescia</span>, <span style="font-weight: bold;">Rignano Flaminio</span>, <span style="font-weight: bold;">Vallo della Lucania</span>, ma altri probabilmente se ne aggiungeranno.<br />Per fortuna quasi mai finora in questi casi, né in Italia né nel mondo, sono emerse prove oggettive che confermassero tali sospetti, che emergono solo dalle fragili testimonianze di bambini (invariabilmente sottoposti a forti pressioni), e che descrivono spesso situazioni talmente bizzarre o irreali da non risultare ragionevolmente credibili. Possiamo dunque ancora ragionevolmente sperare che in quelle scuole non siano avvenuti fatti orrendi quali quelli descritti nelle accuse. <span style="font-style: italic;">Per ora, sto dalla parte di chi ancora crede che la società non sia così marcia e non sia ancora tanto infiltrata dal male</span>.<br />Invece, purtroppo, ciò che invariabilmente in tutti questi casi è emerso sono alcune <span style="font-weight: bold;">gravi carenze deontologiche, procedurali, tecniche e culturali</span> da parte di uno o più tra gli stessi professionisti incaricati dallo Stato di valutare questi casi, far rispettare legge e giustizia e proteggere la comunità: magistrati, inquirenti, psicologi, neuropsichiatri, criminologi, altri consulenti. <span style="font-style: italic;">Per ora, sto dalla parte di chi purtroppo teme che gli organi deputati alla giustizia siano infiltrati da un numero intollerabile di incapaci</span>.<br />Il pregiudizio, la sciatteria metodologico-culturale e la mancanza di deontologia professionale da parte un tecnico incaricato di svolgere il proprio lavoro è <span style="font-weight: bold;">un crimine</span>, che di fronte a questioni talmente delicate e socialmente pericolose diventa <span style="font-weight: bold;">un abominio</span>, che va fermato e sanzionato.<br /><br />Questo blog nasce esplicitamente come <span style="font-weight: bold;">spazio di controinformazione</span> rispetto alla propaganda allarmistica ed ingiustificata di chi vorrebbe oggi diffondere l'idea dell'esistenza di estese ed organizzate reti di pedofili che in Italia e nel mondo starebbero attaccando le nostre scuole.<br />All'esistenza di simili organizzazioni sarò disposto a credere solo quando se ne vedranno i segni oggettivi della presenza, e quando ciò sarà chiaramente confermato dagli strumenti pubblici di indagine e giustizia (scrivo "confermato", dunque non solo e doverosamente sospettato o indagato). Ciò non è ancora mai avvenuto nel nostro o in altri paesi, quella delle organizzazioni di pedofili che starebbero assediando alcune nostre scuole è al momento una semplice ipotesi di alcuni, lecita, ma finora infondata e bastata solo sui racconti di alcuni bambini. Va contrastato il tentativo di imporla a tutti come una realtà, facendo leva sul pregiudizio popolare e su timori ancestrali ai quali non si dovrebbe concedere di rubare tanto spazio al ragionamento giudiziario e scientifico intelligente.<br /><br />Questo blog osserva con particolare attenzione e preoccupazione l'attività di propaganda che proviene dall'<span style="font-weight: bold;">associazione anti-pedofilia Prometeo onlus di Bergamo</span> e dal suo presidente <span style="font-weight: bold;">Massimiliano Frassi</span>, il quale attraverso il proprio blog si pone in prima fila tra i campioni della propaganda allarmistica ed invade il web con un flusso di informazioni spesso faziose e pregiudiziali (tra cui anche dati statistici ed epidemiologici infondati e cammuffati in veste di dati scientifici). Propaganda che viene poi replicata ed amplificata su molti altri organi di informazione, spesso senza un minimo senso di critica e di deontologia giornalistica.<br />Ancora più grave, Massimiliano Frassi si è talvolta distinto per aver impunemente accusato di favoreggiamento della pedofilia o addirittura di collusione con le organizzazioni di pedofili coloro che non la pensavano come lui o presentavano fatti alternativi ai suoi, dimostrando in ciò un <span style="font-weight: bold;">atteggiamento incivile, ignorante e socialmente pericoloso</span>, mirato a spaventare l'interlocutore minacciandolo ed impedendo così un normale confronto oggettivo ed argomentato.<br /><br />Credo fermamente nella <span style="font-weight: bold;">libertà di espressione</span> e nella circolazione delle idee. Questo mio blog non sarebbe mai nato se da parte di soggetti come l'associazione Prometeo ci si fosse limitati a diffondere le proprie idee, per quanto spesso in disaccordo con le mie. Ognuno si assume la reponsabilità di ciò che dice e non va censurato da chicchessia, se non nei casi già previsti dalla legge.<br />Sono però estremamente preoccupato del fatto che, a soggetti come l'associazione Prometeo, che fa della propaganda allarmistica, del pregiudizio contro l'estraneo e della caccia al pedofilo la propria bandiera ed il proprio vanto, viene concessa la possibilità di entrare in contatto diretto con i soggetti di una vicenda giudiziaria, in alcuni casi assumendo addirittura ruoli pubblici: ad esempio raccogliendo le testimonianze ed informative dagli stessi bambini o dalle loro famiglie, oppure fornendo loro consulenza e servizi di sostegno psicologico alle presunte vittime di abuso (prima che questo sia accertato).<br /><br />I bambini testimoni di possibile abuso, le loro famiglie ed i loro rappresentanti civili devono essere avvisati rispetto alla faziosità ed alla pregiudizialità delle informazioni su cui si fonda l'attività di alcuni gruppi, come l'associazione Prometeo.<br />Poi ognuno <span style="font-weight: bold;">scelga liberamente</span> da chi farsi consigliare nei processi e da chi far ascoltare e curare il disagio dei propri bambini, <span style="font-weight: bold;">e paghi sulla pelle propria</span> le conseguenze di una eventuale scelta sbagliata.<br /><br />Ugo (<span style="font-style: italic;">il nome è fittizio</span>)<br /><br /><br /><span style="font-style: italic;">Nota: il contenuto di questo blog è liberamente replicabile, a condizione che non venga modificato e che venga citata chiaramente la fonte.</span><br style="font-style: italic;">Ugohttp://www.blogger.com/profile/07467393283056980461noreply@blogger.com2