Il 12 Marzo 2011 in un paesino della provincia romana (non casualmente vicino a Rignano Flaminio) si tenne un convegno in tema di abuso sessuale dei minori, nel quale fu presentato e data lettura anche del libro "
Che sarà mai l'inferno" della
psicologa Alessandra Pagliuca, detta Sandra (
fonte DIRE):
- L'associazione 'Valore donna' ha organizzato per domani alle 17, al teatro comunale di Sant'Oreste, vicino a Roma, un convegno sulla pedofilia che vedra' fra i relatori la psicologa clinica Sandra Pagliuca, l'avvocato Andrea Coffari e Roberta Lerici, vicepresidente dell'associazione e responsabile area Infanzia e Famiglia Idv. Partendo dal romanzo "Che sara' mai l'inferno, il potere criminale della pedofilia organizzata e la debolezza delle istituzioni", di Sandra Pagliuca, si analizzeranno i vari aspetti dell'abuso sui minori, da quello familiare a quello rituale.
In tale occasione il contenuto del libro di Pagliuca fu presentato al pubblico come realistico e significativo sul piano scientifico, sebbene in seguito l'autrice stessa abbia fatto marcia indietro e dato ad intendere che si trattasse di opera di fantasia.
L'occasione di Sant'Oreste ci permette comunque di conoscere meglio il pensiero della psicotraumatologa salernitana, presidente di
Minor Amati e
consulente tecnica della procura di Salerno, molto attiva nel campo degli abusi ritualistici fin da quando negli anni '90 fu tra i periti del caso dei
falsi abusi cimiteriali e satanistici della provincia modenese. Quel tipo di vicende raramente dimostrate e riconosciute da molti come forma di leggenda urbana (c.d.
satanic ritual abuse), un pericoloso inghippo per il sistema giudiziario (vedi l'asilo degli orchi a Rignano Flaminio). La dott.ssa Pagliuca invece non perde occasione per rinnovare l'attestazione di fede e afferma di aver scoperto simili storie con frequenza straordinaria e impareggiata in qualsiasi altro territorio nazionale (fonte
La Città di Salerno 14/03/12):
- «In 8 anni di attivitá a Salerno, sono incappata in 7 casi di abusi rituali che vengono filmati producendo business»
Riportiamo dunque la trascrizione di alcuni passaggi della conferenza di Sandra Pagliuca, con particolare attenzione per la sua presa di posizione clinica in merito ai
disturbi dell'apprendimento (e forse più in genere verso i disturbi congeniti e pervasivi dello sviluppo), la cui stessa esistenza rischia qui di essere radicalmente negata, tra domande retoriche e sulla base di riflessioni di apparente derivazione dalla psicotraumatologia degli anni '70/'80 (cfr. Bruno Bettelheim o Alice Miller):
- "Il pensiero collettivo di noi adulti: pensiamo che i bambini parlino naturalmente di abusi, tranquilli ci aspettiamo che i bambini vengano e ci dicano la loro storia. E questa è assolutamente una fantasia che noi abbiamo, non funziona così. Ed è per questo che noi adulti, al di là del nostro lavoro, di quello che facciamo nella nostra società, abbiamo una grande responsabilità, quella di capire quando i bambini stanno male, come lo esprimono. Perché non lo esprimeranno come facciamo noi. Allora quali possono essere i disagi? Sicuramente un bambino che viene abusato, specie se viene abusato all'interno della sua famiglia, sarà un bambino assolutamente triste, problematico, pensieroso, disattento. Pensate che abbiamo strutturato l'insegnante di sostegno, ormai veramente sono diventate un esercito. Ma perché non sforzarci di andare al di là di questo nome facile, disturbi dell'apprendimento. Normalmente un bambino, se lasciato libero di crescere e se è accolto, se è voluto bene e se non ha dei traumi come questi, perché non dovrebbe apprendere? E' la sua natura che glielo dovrebbe consentire. Ha un cervello che si deve sviluppare, è naturale così. Ma se un bambino invece dentro c'ha l'inferno, perché l'abuso e gli altri maltrattamenti producono l'inferno, è un bambino che non ha più un'energia, come se il suo file è pieno, non può più capire, non può più pensare, non può più sperare, non è più un bambino. Quindi nei disturbi dell'apprendimento molto spesso si nascondono dei gravi problemi. Però ci accontentiamo sempre un po' di quello che rimane in superficie, per non parlare poi di altri segnali che anche molti insegnanti possono cogliere, per esempio i bambini che sono abusati possono anche, all'interno delle loro ore scolastiche per esempio, possono masturbarsi, anche coattamente. O tentare di fare giochi sessuali con i loro amichetti, in bagno, fra di loro, davanti agli insegnanti. Secondo me queste cose vanno dette, cioè voglio dire si fanno mille corsi, anche accreditati, gli insegnanti che secondo me hanno un grande potere, di portare in Procura delle ipotesi di abuso, devono saperle queste cose. E non sono solo questi, però sono quelli sicuramente principali: disattenzione, questa tristezza, o anche una forte aggressività e anche questa erotizzazione dei rapporti. Sono già tanti e se uno è attento, anche se non è competente può vederle queste cose".
Il cervello si deve sviluppare, "è naturale così", dunque addio disturbi dell'apprendimento? E addio anche ai disturbi dello spettro autistico, altrettanto estranei alla natura? Anche i giochetti sessualizzati, l'aggressività e la masturbazione autistica sono sempre segno di vittimizzazione traumatica? Troppi insegnanti di sostegno e pochi insegnanti investigatori? Basta logopedia e sotto con gli abbracci? Troppi neuropsichiatri competenti e troppo pochi gli educatori attenti e sospettosi?
Il pensiero della consulente salernitana è decisamente in controtendenza rispetto alla neuropsichiatria contemporanea.
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Con l'occasione riportiamo la trascrizione di altri passaggi dell'intervento di Sandra Pagliuca, che anche in questa occasione ha lanciato il proprio appello a
credere sempre ai segni di abuso ed alle dichiarazioni dei minori, negando per principio la possibilità di certe falsità in bocca ai minori (una ideologia lecita, cui la dott.ssa Pagliuca ha dedicato anche il libro "
La bocca della Verità Mente", purtroppo difficilmente conciliabile con chi intenda rivestire ruoli peritali oggettivi in tema di idoneità testimoniale):
- "Cominciamo a diventare un po' più possibilisti: se un bambino ci racconta delle cose, perché dovrebbe raccontarci una bugia? E poi questo è un passaggio importantissimo secondo me: sappiate che i bambini quando raccontano bugie, per distinguere... quando un bambino racconta bugie s-e-m-p-r-e non racconta mai di sé come vittima, perché noi siamo stati bambini, ma quando noi ci inventavamo i giochi tra di noi, ma chi di noi voleva fare lo sfigato? Chi di noi si voleva identificare nella vittima? Nessuno di noi, perché non è normale pensare così. Ognuno di noi bambino pensa di sé come un eroe, come un vincente. Quando un bambino parla di abuso parla di sé come l'ultima ruota di un carro già rotto, parla di una vittima delle vittime, parla di uno che ha vergogna di sé, che si sente lui di essere stato aggressore. Quindi, quando nei racconti dei bambini a qualunque livello ci vengono fatti, ci sono delle storie di sfigati, di appestati, dovete già dar per scontato che sta dicendo la verità. Perché psichicamente un bambino non parlerebbe mai a suo scapito".
Secondo questa ferrea logica dell'utilitarismo puro, dalla psicodiagnosi minorile andrebbe dunque negata in un sol colpo ogni possibilità a: Disturbo Fittizio (cod. F68.1 della classificazione diagnostica ICD-10), Sindrome di Munchausen per Procura (cod. T74.8), Simulazione (cod. Z76.5) e inoltre varie forme di Disturbi da Dissociazione/Conversione (cod. F44).
La scienza neuropsichiatrica considera infatti diverse possibilità per una presentazione non realistica e peggiorativa da parte del soggetto, anche nei minori; Pagliuca sostiene invece che esista solo l'abuso vero e lascia intendere che l'utilizzo di altre categorie interpretative derivi da ignoranza, tabù ed insensibilità (argomentazioni in larga parte mutuate dal suo primo maestro
Claudio Foti e dalla psicoanalista Alice Miller):
- "Quelli che contrastano la verità dei minori, secondo me lasciatemelo dire sono persone che non hanno mai visto bambini abusati nella loro vita. Perché chi di noi ha questa sfortuna, sa che un bambino che subisce abusi e che racconta di averli subiti è un bambino a cui è stata tolta l'anima"
- "Questa è la storia dei bambini abusati, questa è la storia di chi se ne vuole occupare. Non di chi se ne occupa, perdonatemi, di chi se ne vuole occupare. Perchè ricordatevelo questo, veramente un bambino maltrattato e abusato ci porta in un circuito difficile da credere, molto difficile da credere. Si tratta di avere la volontà ed il coraggio di lavorare sui nostri tabù: ma perché noi dovremmo credere che una madre abusa del proprio figlio? Perché dovremmo credere che un padre e una madre abusano del proprio figlio? Perché credere questo degli abusi rituali, purtroppo frequentissimi? Anche un nonno, anche uno zio, anche dei parenti possono abusare dello stesso bambino. Ci fa male pensare questo, è una cosa orribile, che non si può pensare, la nostra mente non può contenere questa roba così difficile da digerire. Ma questo non può essere però il motivo per il quale, se c'è un bambino che ci racconta queste cose, noi dobbiamo non credergli. Questo no, questo è scorretto, perchè solo perché io non riesco a mettere in crisi le mie certezze, i miei bisogni di certezze, perché negare ad un bambino proprio la possibilità di diventare un adulto libero?"
- [in riferimento alle teorie del falso ricordo, citate nel precedente intervento dell'avv. Andrea Coffari] "Io aggiungo una cosa, che chi parla così dei bambini, dei bambini abusati, è perché è ignorante, perché non la conosce la dinamica dell'abuso, non sa che cosa produce, perché poi nei bambini che sono suggestionati o eteroindotti eccetera, ma mica ci vai a trovare i vissuti nel bambino non abusato. I vissuti i bambini che mentono io non ne ho mai visti nessuno. Ma quelli che sono suggestionati a mentire non hanno i vissuti propri dei bambini abusati, non hanno sentimenti di impotenza, non ce li hanno. Sembra una bugia, come si inventa un sentimento di impotenza? Che ti fa riconoscere un bambino anche a distanza, perché un bambino non può sentirsi impotente, un bambino si sente grandioso. Non ha la sessualizzazione traumatica, perché un bambino si dovrebbe masturbare dieci volte, o per dieci ore al giorno? Perché dovrebbe avere la conoscenza della sessualità? Ma come ce l'hanno questa conoscenza? Non ce l'hanno, non la possono avere. (...) Bisogna smantellare queste teorie, perché sono quelle che sono accreditate e si basano sicuramente anche magari sulla buona fede dei clinici, che appunto se anche loro come noi hanno dei tabù, è chiaro prestano il fianco alla teoria che gli lascia intatti i tabù. Poi due cose: primo, non so chi di voi sa che il padre di Hitler era un ebreo. Non so di chi voi lo sanno, era ebreo ed era un torturatore. Hitler è un bambino torturato. Ne ha dovuti uccidere sei milioni. Non ci conviene continuare su questa strada".
- "L'infelicità della nostra condizione di quando eravamo bambini e di quelli che lo sono attualmente è di non essere potenti, non hanno le nostre possibilità, loro non hanno la nostra potenzialità, noi possiamo gridare, possiamo protestare, possiamo metterci i migliori regali del mondo, possiamo convincere con la dialettica, ma un bambino come fa a fare questo? E se noi adulti non prestiamo loro la voce, le gambe e l'intelligenza e la saggezza e anche un po' proprio secondo me proprio il saper vivere... perché mia mamma lo ricordo che diceva che i bambini sono la bocca della verità. E lo dice anche la Bibbia. Ma com'è che noi ce lo siamo scordato, perché non crediamo più all'innocenza dei bambini? Che ci è successo?"
Alla dott.ssa Pagliuca, consulente dei PM di Salerno, va dato atto almeno di riconoscere che le teorie contro cui si sta scagliando sono accreditate nel mondo scientifico.
Più di quelle di Bruno Bettelheim, della Bibbia o di sua madre.
Ugo
Vedi anche:
"
La Cicogna Miope" (Franco Angeli, 2008) di
Maria Teresa Pedrocco Biancardi, psicoterapeuta bolognese e già consigliere CISMAI:
- "La protagonista di questo testo si chiama Chiara. Vittima di violenze gravissime nella famiglia biologica, diagnosticata “insufficiente mentale” e affetta da sindrome pre-psicotica, Chiara viene accolta da una coppia, prima affidataria e poi adottiva; inizia qui il suo lungo percorso verso la “normalità”, fatto anche di cure psicologiche, che questo volume documenta".
Un libro di poco precedente al romanzo "
Che sarà mai
l'inferno", in cui viene presentato il caso "Chiara" (questo asseritamente basato su una storia vera)
sovrapponibile per molti aspetti a quello della romanzata bambina "Perla" di
Sandra Pagliuca. Innegabili le assonanze tra le due psicotraumatologhe, sulla scia dei residui della contestatissima
scuola ortogenetica di Bettelheim, entrambe sembrano suggerire che deficit di sviluppo e comportamenti problematici di tipo autistico siano interpretabili come esito traumatico di abusi (soprattutto sessuali) anziché come forme di neurodisabilità congenita:
- "la lettura degli inevitabili comportamenti disfunzionali del bambino o del ragazzo in termini di conseguenze post-traumatiche" (pag. 17)