mercoledì 27 marzo 2013

Fact-checking per l'avvocato Coffari


Caso del bambino conteso di Cittadella/Padova - Giovedì 21 Marzo: sugli schermi di Pomeriggio Cinque [VideoMediaset] andava in onda l'ennesimo capitolo della vicenda del piccolo Leonardo, recentemente riaperta dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 7041 del 20/03/2013).
In collegamento con Barbara D'Urso c'era ancora una volta il difensore legale della madre di Leo, l'avv. Andrea Girolamo Coffari, presidente del Movimento dell'Infanzia, il quale ha ingaggiato con il neuropsichiatra Giovanni Battista Camerini un breve duello tecnico in merito all'ormai famigerata PAS (Sindrome di Alienazione Parentale).
L'occasione è utile per controllare ancora una volta la correttezza delle informazioni propugnate dal mediatico avvocato anti-PAS [dal minuto 47:37]:
  • COFFARI: (...) "La PAS è una malattia psicopatologica. Tant'è vero che i seguaci di Gardner hanno cercato da anni, e questo lo dice il Washington Post, con delle lobby di metterlo... di inserirlo nel manuale diagnostico, il DSM-5, cioè l'elenco delle malattie ufficiali (...)"
  • CAMERINI: "Mi permetta avvocato, non è una diagnosi la PAS, non è una diagnosi medica (...) lei ha detto una cosa errata, non è una diagnosi medica"
  • COFFARI "No, lei deve capir questo, che la diagnosi medica, nel momento in cui lei scrive che c'è una sindrome di alienazione parentale che è una psicopatologia, e che adotta dei criteri diagnostici, diciamolo per chi ci ascolta, i criteri sono i sintomi, come uno c'ha la febbre e gli cola il naso ha i sintomi dell'influenza (...)"

Posto che non ci risulta che il Washington Post si sia occupato della materia, è presumibile che l'avv. Coffari si stesse confondendo qui con un importante articolo comparso il 21/09/2012 sul The Washington Times ("Psychiatric group: Parental alienation no disorder"), nel quale veniva pubblicata una intervista al Dr. Darrel Regier, vice-chair del progetto DSM-5.
Si tratta ad oggi dell'unica fonte ufficiale in merito alla decisione di non includere nel manuale DSM-5 la PAS - o per meglio dire la PAD che ne è la variante proposta come diagnosi - nelle more della pubblicazione del manuale che non sarà presentato ufficialmente fino al prossimo mese di Maggio.
Per verificare se avesse ragione l'avvocato Coffari o il neuropsichiatra che ripetutamente lo correggeva, è sufficiente leggere la lapidaria dichiarazione del dr. Regier sulla PAS/PAD:
  • it is not a disorder within one individual”; “It’s a relationship problem _ parent-child or parent-parent. Relationship problems per se are not mental disorders.
  • [Trad.: "Non è un disturbo individuale"; "E' un problema relazionale _ genitore-figlio o genitore-genitore. I problemi relazionali di per sé non sono disturbi mentali".
Coffari dunque sbaglia e lo dimostrano proprio le stesse fonti a cui egli goffamente si riferisce; del resto egli è avvocato e poverino non ci capisce un’acca di psicodiagnosi e di DSM, fino all’altroieri neanche sapeva che esistesse (buffo che in trasmissione l'avvocato cercasse di proteggere la sua irruenta cliente invocando un dibattito solo "tra professionisti", come a far intendere che Coffari sia all'altezza del confronto scientifico con uno dei maggiori esperti nazionali riconosciuti in neuropsichiatria).

Ma c'è dell'altro e di peggio. Da parte di Coffari, la citazione del Washington-qualcosa è testimonianza che probabilmente egli ha già preso conoscenza dell'intervista rilasciata dal dr. Darrel Regier e ciò solleva una spiacevole ombra sulla propaganda anti-PAS condotta dal giurista fiorentino:
  • se davvero ha potuto leggere il parere espresso a Settembre da Darrel Regier, com'è possibile che il presidente Coffari e gli altri membri del Movimento per l'Infanzia imperversino da mesi in TV e su internet per gridare ai quattro venti che il DSM-5 dice che "la PAS non esiste!" o che "la PAS è stata negata dalla scienza!", laddove risulta invece chiarissimo dalle stesse parole del vicepresidente del progetto DSM-5 che la Associazione Psichiatrica Americana (APA) riconosce pacificamente la PAS come una forma di "disturbo relazionale"?
Il portavoce dell'APA si era limitato a dire che la PAS non verrà inclusa nel manuale DSM-5 in quanto "non è una diagnosi", ovvero "non è da qualificarsi come una malattia", esattamente come ripeteva lo sconsolato prof. Camerini su Canale 5.
Come è possibile allora che da tutta questa storia invece l'avv. Coffari abbia capito che addirittura la PAS per la scienza del DSM-5 non esisterebbe?
[vedi anche il parere del suo consulente di fiducia, dott. Claudio Foti]

Barbara D'Urso ha invitato i due contendenti a tornare in trasmissione nei prossimi giorni, Coffari come farà adesso a fare ancora finta di non sapere cos'ha detto il portavoce del DSM-5?
Potrà dire ad esempio che sul Washington Post non era scritto.

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Rispetto alle facezie mediatiche dell'avv. Coffari, nella medesima vicenda appare ben più serio e preoccupante il fatto che la Corte Suprema abbia fatto proprie molte delle stesse pretestuose opposizioni alla PAS sollevate dalla difesa della madre di Leonardo, compiendo la stessa confusione tra problema/diagnosi e inoltre senza neppure premurarsi di verificare quale parere abbia davvero espresso l'Associazione Psichiatrica Americana [Cassazione 7041/2013, pag. 19]:
  • "5.2 - Deve invero evidenziarsi che la ricorrente (...) ha richiamato le critiche mosse alla relazione depositata dal consulente tecnico d'ufficio, alla diagnosi dallo stesso formulata e, soprattutto, alla validità, sul piano scientifico della PAS. Basterà qui ricordare che sono state richiamate le perplessità del mondo accademico internazionale, al punto che il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) non la riconosce come sindrome o malattia (...)".

Purtroppo per il giudice dott.ssa Maria Gabriella Luccioli, presidente della Prima Sezione Civile che ha così sentenziato, la citazione della scelta operata dal DSM-5 non basta a richiamare un bel niente, perchè essa non implica proprio nessuna perplessità o critica alla validità sul piano scientifico della PAS.

Tornando allora all'articolo del WT, si noti che a Pomeriggio Cinque l'avv. Coffari si premurava di sottolineare solo che esso contiene la citazione dell'azione di lobby esercitata dai promotori della PAD ("intense pressure from individuals and groups who believe parental alienation is a serious mental condition that should be formally recognized"). Guarda caso, egli mancava invece di accennare alla segnalazione, contenuta nello stesso articolo, che anche dall'altra parte vi siano gruppi di pressione anti-PAS, ovvero femministe e difensori delle donne maltrattate:
  • "Among those on the other side of the debate, which has flared since the 1980s, are feminists and advocates for battered women who consider “parental alienation syndrome” to be an unproven and potentially dangerous concept useful to men trying to deflect attention from their abusive behavior".
La Corte Suprema in futuro vorrà restare obiettiva ed imparziale sulle dinamiche di alienazione e mobbing familiare, o si adagierà ancora in modo così superficiale sui pretesti pseudo-scientifici inventati dalla propaganda di Coffari e delle sue clienti?

Ugo

1 commento:

Anonimo ha detto...

La Presidente del collegio autore della sconcertante sentenza è stata associata al femminismo. Scrive il Corriere (11/7/2008):

«Maria Gabriella Luccioli [...] a colpi di sentenze, ha praticamente riscritto il diritto di famiglia. Tutto e sempre in nome e in favore delle donne».

La stessa giudice su Repubblica diceva (27/11/1997):

«C’è chi dice, con un po’ di esagerazione, che la Cassazione sta diventando femminista.»

Nel passato, la Giudice era stata criticata in tale maniera su labussolaquotidiana:

«Maria Gabriella Luccioli, già nota per [...] sentenze mirate a riscrivere il diritto di famiglia, secondo i princìpi dettati dalla cultura vetero-femminista.»