lunedì 28 maggio 2012

Dietro la bufala di Rignano Flaminio (1)


Sipario sul processo per il dannato caso dell'asilo Olga Rovere di Rignano Flaminio: IL FATTO NON SUSSISTE, quegli orrendi abusi sessuali pedosatanisti ritualizzati non sono mai avvenuti ai danni dei piccoli alunni, nessuno li ha mai toccati nelle parti intime, trascinati in case dell'orrore o costretti a bere pozioni di sangue.
Così ha determinato la sentenza del Tribunale di Tivoli, emessa oggi dal collegio presieduto dal giudice Mario Frigenti. Va in soffitta dunque l'indagine più scabrosa del decennio, pervicacemente condotta dal PM Marco Mansi in caccia di una organizzazione criminale pedosatanista da horror b-movie: infatti fiction giudiziaria si è dimostrata essere.
Tornano a respirare i cinque imputati innocenti, cui va tutta la nostra solidarietà umana, almeno fino alla prevedibile nuova chiamata al processo d'appello; quando le procure italiane prendono simili cantonate, di solito ci tengono ad andare fino in fondo e percorrere tutti i gradini, tanto è tutto a spese dello Stato e del proprio non si rischia.
Come a spese dello stato resterà la salatissima parcella per la consulenza tecnica della psicoterapeuta ingaggiata dai Carabinieri per conto del PM, Marcella Fraschetti Battisti, demolita in aula e da oggi ufficialmente relegata nel cassetto degli errori di valutazione scientifica.
Stesso destino per le conclusioni della neuropsichiatra Angela Giganti, perito del GIP, la quale non si è limitata a valutare solo la idoneità testimoniale delle minori (come sarebbe suggerito dalle linee guida) ma si avventurò pure in avventati giudizi colpevolisti sull'attendibilità delle rivelazioni, i quali in realtà non competono all'onnipotenza dei medici della psiche.

Oggi la stampa darà ampio spazio alla vicenda giudiziaria processuale, certo senza rinunciare del tutto all'ipocrita balletto tra colpevolisti ed innocentisti che tanto piace alle tricoteuse dei pomeriggi televisivi. Eppure qualcosa di più sulle responsabilità e gli errori anche nel contorno extragiudiziale di questa dolorosa bufala andrebbe detto (anche bravi giornalisti d'inchiesta come Stefano Nazzi saltano proprio i passaggi più rilevanti).
E non parliamo solo dell'orgia inarrestabile di commentatori colpevolisti, che dopo l'esplosione mediatica del caso si sono affannati a cercare uno spicchio di visibilità sulla pelle degli innocenti e dei bambini manipolati. Un caso su tutti la ex-presidente del CISMAI, Roberta Luberti, la quale il 15 maggio 2007, infastidita dalle proteste garantiste che si alzavano dalla pubblica opinione contro una indagine evidentemente mal fatta, diramò il comunicato-gogna "Processi mediatici e diritti delle vittime: da Cogne a Rignano Flaminio" incline a giustificare perfino questo tipo di caccia alle streghe, vergognoso per colpevolismo pregiudiziale allusivo ed illogicità. Tutto in nome dei bambini, of course. Scuse alle innocenti educatrici della Olga Rovere mai pervenute, adesso appaiono indispensabili.

Parliamo soprattutto di chi è intervenuto nella genesi iniziale del sospetto e dell'indagine...

prof. Francesco Montecchi
(fonte: http://lnx.lacuradelgirasole.it/)

Le valutazioni del Girasole

I lettori del blog ben conoscono la nostra lunga polemica verso il comportamento dei sanitari del "Progetto Girasole" dell'Ospedale Bambin Gesù (oggi "La Cura del Girasole onlus", si sono messi in proprio sull'onda lunga del caso di Rignano e delle decine di famiglie che si pretendeva fossero state abusate e quindi auspicabilmente meritevoli di psicoterapie antiabuso).
Il primario prof. Francesco Montecchi, riconosciuta personalità nel campo dell'abusologia, assieme alla psicologa Catia Bufacchi (ai tempi referente regionale CISMAI per il Lazio) ed allo staff del Bambino Gesù, già nel 2006 si assunsero impropriamente il compito di valutare tramite strumenti psicologici la compatibilità di decine e decine di allievi della Olga Rovere con l'ipotesi di abuso (giudizio espressamente sconsigliato dalla Carta di Noto), ai fini di indirizzarli alla denuncia giudiziaria o meno.
Un lavorio psicologico parallelo a quello degli organi di giustizia, ed anzi preliminare per molte delle famiglie che sono state indirizzate solo in seguito all'ufficio del procuratore, in barba al principio della riduzione al minimo delle occasioni di valutazione dei minori testimoni. Non è stato reso pubblico il contenuto di queste pseudo-perizie stilate all'ospedale pediatrico romano, che forse sul piano formale non avranno attribuito colpe certe, ma che indubbiamente hanno coltivato in molti genitori il sospetto che il proprio bambino avesse subito immani abusi. Al di là delle pilatesche conclusioni scritte in fondo alle relazioni cliniche del team psicanalitico romano, non sarà che queste famiglie hanno ricevuto al Bambin Gesù anche qualche commento un po' troppo libero e spintarelle a credere all'incredibile?

Il possibile ruolo cruciale del percorso Girasole nel pettinare l'isteria giudiziaria collettiva che nasceva a Rignano Flaminio è stato molte volte riaffermato (da l'Espresso):
  • Tutto inizia nel luglio scorso quando un'alunna della Olga Rovere di 3 anni e mezzo comincia a comportarsi in modo anomalo: tocca gli organi sessuali dei suoi cani, si masturba e simula amplessi con i suoi orsacchiotti. I genitori la portano nel miglior centro di Roma: il Progetto Girasole dell'ospedale Bambin Gesù. La dottoressa li gela: "Non sono comportamenti normali per la sua età. Riproduce quello che ha visto o che ha subito. Forse a scuola". La coppia si confida con le mamme e i papà dei compagni. A pensarci bene, anche loro hanno notato qualcosa di strano.
Lo stretto riferimento ai giudizi del progetto Girasole fu chiaramente ribadito dall'Avv. Cardamone, parte civile di alcune famiglie accusanti, nella puntata di Matrix del 07/01/2009:
  • «(...) Da parte nostra mai abbiamo additato qualcuno come responsabile degli abusi o altro, abbiamo sempre sostenuto che comunque questi abusi ci sono stati. Torno indietro soltanto venti secondi, perchè dopo i pediatri di Rignano e prima della dott.ssa Fraschetti Battista, questi genitori si sono rivolti al Bambin Gesù, hanno seguito un percorso terapeutico al Bambin Gesù (MENTANA: "Lo spiego, il Bambin Gesù, per chi non lo sapesse, è quell'ospedale romano dedito soprattutto...") ...specializzato nella valutazione e nella... ecco nell'esistenza degli abusi sessuali sui bambini. E questi genitori sono usciti tutti da lì, e io lessi una di queste cartelle cliniche in una precedente trasmissione, con la diagnosi di uscita, evidentemente un bambino sottoposto a un trauma di natura sessuale extrafamiliare. Stiamo parlando di, sempre, di quelle venti famiglie che si sarebbero dovuti inventare tutto. Quindi prima i bambini c'hanno gli arrossamenti, poi il Bambin Gesù gli dice così, poi la consulenza tecnica disposta dal PM conferma l'esistenza degli abusi, (...)»  [per approfondimenti]
Che questa sia stata la percezione dei genitori lo ha confermato infinite volte anche Arianna Di Biagio, la portavoce dell'AGeRiF (associazione delle famiglie accusanti), ad esempio nella puntata di Matrix del 17/12/2007:
  • "Ci sono dei genitori che hanno sporto denuncia formale, solo dopo aver ricevuto il referto scritto da parte del Bambin Gesù. Questo non perché altrimenti non lo avrebbero fatto, come assunzione di responsabilità, però proprio per avere la prova provata". [per approfondimenti]

Per tacere infine del prof. Montecchi stesso, il quale a manette calde se ne usciva con l'ormai tristemente nota intervista a Repubblica in cui sostenne che «una vicenda così grossa non è possibile inventarla» e che dei bambini dell'Olga Rovere che avevano subito violenza «posso dire soltanto... parecchi». Una drammatica imprudenza per la quale l'eminente neuropsichiatra venne ufficialmente ripreso dalla direzione del Bambino Gesù. Il prof. Montecchi commentò poi il fatto in una intervista rilasciata per la puntata del 7 novembre 2008 alla trasmissione radiofonica "Te la do io Tokio" di Centro Suono Sport 101.5:
  • MONTECCHI: «Che un bambino abusato, raramente descrive gli abusi che subisce, ma prioritariamente li esprime con dei segni del disagio, cioè il bambino esprime la sua sofferenza, più che [incomprensibile] una situazione di abuso. Questa sofferenza, passa o attraverso le strade della fragilità e quindi il bambino si ammala spesso, oppure fa dei disturbi psicosomatici soprattutto nell'area dei disturbi fisiologici, quindi disturbi del sonno, disturbi del controllo sfinterico e dell'alimentazione e cioè quindi comincia a non dormire più, ha incubi notturni, ha dei flashback cioè gli compare improvvisamente l'immagine dell'evento traumatico e smette di mangiare correttamente o si abboffa troppo. Altri bambini possono manifestare delle crisi d'ansia o delle depressioni, depressioni perchè sentono di avere sperimentato un qualcosa che non è proprio di un bambino, sentono di non essere stati sufficientemente protetti.»
  • INTERVISTATORE: «Qualcuno dei bambini dell'Olga Rovere presentava questi sintomi?»
  • MONTECCHI: «Mah, quello che viene descritto dalle cartelle cliniche che sono state esibite, ci sono dei bambini che presentavano questi sintomi.»
Questa fu dunque la matrice verificazionista della genesi del caso, ignara del rischio di pretestazione e dei doveri di diagnosi differenziale. Ma proseguiva Montecchi: 
  • INTERVISTATORE: «All'inizio delle indagini lei ha detto che per rispetto della privacy non poteva dire quanti bambini avessero subito degli abusi, ma che secondo lei erano parecchi. Ripeterebbe quella frase allo stato attuale delle cose?»
  • MONTECCHI: «Eh vede, quello era in un momento storico della mia professione, proprio le dicevo nel passaggio dall'uscita dall'ospedale e tornare libero insomma, quindi io vorrei non esprimermi perchè ebbi un problema con l'ospedale e in quanto che... fintanto che lavoravo nell'ospedale, ogni notizia clinica che si dava alla stampa doveva essere autorizzata dall'ufficio stampa della presidenza dell'ospedale. Uscendo dall'ospedale io non ero più vincolato a questo obbligo, però a tutt'oggi io credo che devo rispettare comunque quell'impegno che io avevo verso l'ospedale.» [per approfondimenti]
Il prof. Montecchi ad un anno dalla sua prima sparata sembrava aver capito solo di dover rispettare i formalismi dell'ufficio stampa, apparentemente ignaro che la violazione della privacy era il male minore, mentre dai giudizi avventati del proprio reparto queste famiglie derivarono solidi convincimenti sul drammatico passato dei propri figli, oggi confutati. A chi dovranno credere adesso questi genitori, al distante giudice Frigenti di Tivoli, che ha avuto tempo e modo di valutare il quadro complessivo, o a quegli empatici neuropsichiatri che nel 2006 coccolarono le loro ansie, senza instillare sufficienti semi di dubbio e oggettività medica?
  • "Nessuno leverà dalle teste di questi genitori che i loro figli hanno subito qualcosa" [stamattina l'avvocato di parte civile ai microfoni di SkyTG24]
  • Alla lettura del verdetto "i genitori dei bambini hanno urlato contro i giudici e hanno preso poi a calci e pugni la porta dell’aula" (da Il Fatto Quotidiano)




Il dott. Cancrini e la "sindrome post traumatica" [update 04/06/12]

Il prof. Montecchi ed il team del Girasole non furono purtroppo neppure soli. Anche l'altro famoso medico abusologo di Roma, il dott. Luigi  Cancrini, lo psichiatra che dal 1998 dirige il "Centro di Aiuto al Bambino Maltrattato e alla Famiglia" (CABMF), visitò nel 2006 molte delle famiglie denuncianti azzardando ipotesi diagnostiche e avanzando proposte terapeutiche della cui validità ci sarebbe oggi motivo di dubbio. Ed anch'egli non rinunciò a comunicare a mezzo stampa i propri pareri (10/05/2007):
  • L'accusa è «fondata su fatti seri» ma «è giusto» che il dibattimento segua i suoi tempi. Lo sostiene lo psichiatra Luigi Cancrini, deputato Ds, che si occupò della vicenda di Rignano Flaminio raccogliendo, fin dall'inizio della vicenda, le testimonianze di alcune famiglie coinvolte. «Per me - sostiene l'esperto - quei colloqui sono attendibili e poi c'è la sofferenza dei bambini e dei genitori, una sofferenza altissima che va rispettata». Commentando la scarcerazione di cinque dei sei presunti colpevoli, Cancrini dice di essere «soddisfatto che queste persone non siano in carcere fino alla condanna. Non ci può essere reiterazione del reato nè occultamento delle prove». Tuttavia - prosegue - «ho letto i documenti, mi sembra che il comportamento della Procura sia giustificato. Le accuse sono fondate, si basano su fatti seri. Ci saranno altri momenti del dibattimento». L'odierna scarcerazione, a suo avviso, «dovrebbe aiutare a far svelenire il clima» in cui è caduto un intero paese. Cancrini tiene anche a sottolineare che i bambini, alcuni dei quali saranno a breve seguiti dal centro che dirige, «stanno male. Vivono una sindrome post traumatica che dà inquietudine, crisi notturne, regressione, comportamenti sessuali marcati. E c'è la sofferenza anche dei genitori» da non sottovalutare.
E per fortuna che anche il dott. Cancrini nel 2007 fosse soddisfatto che "queste persone", ovvero le maestre indagate, non siano rimaste in carcere fino alla condanna (sentenza, dott. Cancrini, la parola giusta in questi casi sarebbe "sentenza").
Un altro preteso grande esperto, che scopriamo tecnicamente del tutto ignaro degli obblighi della diagnostica differenziale e che a questa catastrofe aveva voluto aggiungere l'insulto mediatico e deontologico.


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Contro questi "processi mediatici" e il disagio dei bambini trascinati nel contagio dichiarativo, la dott.ssa Roberta Luberti e gli altri responsabili del CISMAI hanno finora sempre taciuto, chiusi nella malcelata speranza che le scuole italiane siano frequentate da bande pedosataniste da poter combattere eroicamente a colpi di valutazioni psicologiche.
Se al Tribunale di Tivoli i cinque innocenti imputati si sono trovati contro una folla di oltre 20 famiglie ed una richiesta complessiva di risarcimenti per oltre 25 milioni di euro, un pezzo di responsabilità potrebbe ascriversi all'intervento del ex-team della neuropsichiatria dell'Ospedale Bambino Gesù e ai pareri del CABMF, entrambi centri affiliati CISMAI.
A fronte della sentenza odierna, il prof. Montecchi e la dott.ssa Bufacchi faranno finalmente un chiaro passo indietro ed un gesto riparatore, oppure ci si nasconderà ancora dietro alle mille verità possibili nel fatato mondo interno della psicoanalisi?
E dopo la catastrofe di Rignano Flaminio, gli organi di stampa continueranno a credere così ciecamente alla fondatezza degli accertamenti di "abuso compatibile" che escono dagli studi psicologici, dai reparti di neuropsichiatria o dalle associazioni antipedofilia?


[continua, parte II: "Massimiliano Frassi e la pista satanista"]
P.S. nell'attesa, quello che volevo scrivere suppergiù l'ha appena pubblicato Leonardo blog: "Non si esce dal castello"

Ugo